Bellissima

Poesie (1976/91) di piero scaruffi


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  1. 1991

    La frangia di capelli
    che ti ricade sugli occhi
    anche quella mi dico
    dev'essere un segno
    che lasci per me;

    il frusciare delle stelle
    sul tuo viso; il dialogo
    fra i tuoi occhi chiusi,
    addormentati, felici, inermi,
    e l'andirivieni senz'anima
    della risacca astrale...
    orbite, per quanto vaghe,
    che tracci per me,
    e dentro di me;

    e la mano che apri
    all'altezza dell'anca
    e aspetti che io la stringa,
    come si aspetta un evento
    che certo deve accadere,
    e non perche' fosse scritto
    nelle stelle (semmai le stelle
    sono scritte in quello,
    e cosi' ogni altra cosa):

    come il nido di perle
    del tuo primo sorriso
    nel fondo caldo della vita
    il tuo corpo parla per me.

    E il tuo sguardo,
    che mi ha guidato
    incontro al sole
    come un volo di gabbiani,
    ora lo perdo,
    mi pare per sempre,
    in un vento di luce,
    violento e accecante,
    non faro ma specchio;

    in un punto dentro di te
    che non vedo, ma sento,
    un buco nero in cui precipito
    senz'avere neppure la forza
    di vederlo riflesso o ingrandito,
    ma soltanto capovolto e sbiadito;
    come se vivessi in un binocolo,
    tra una lente e l'altra,
    tra due lacrime uguali.

    Cerco con le labbra
    nei tuoi capelli le parole
    che ti faranno felice
    e nel buio della stanza
    indovino con le dita
    la filigrana di petali
    che incorona il tuo viso.
    Era questo, solo questo
    accarezzarti all'infinito,
    il mistero che non potevo
    da sempre svelare del mio
    vivere senza esistere.

    Ascolto le parole
    che non dici.
    Misuro la distanza
    che non ci separa.
    Cronometro il tempo
    che non e' passato mai.
    Compio gesti inutili,
    privi di significato,
    che nessuna logica sa
    interpretare, e che pure
    sono il senso di me,
    del mio cercarti,
    del mio trovarti.

    In fondo il mastice
    che ci tiene insieme
    e' questo senso di essere
    cio' che non siamo;
    d'essere proprio questo
    non esserci piu',
    non esserci mai stati;

    il non saper piu' tornare
    al punto di partenza
    (del sentiero che seguimmo
    non v'e' piu' traccia
    che possa dirsi traccia:
    calco fossile, al piu',
    o scia di fuochi fatui).

    E, piu' di tutto,
    fiocco di neve sul germoglio
    intirizzito che aspetta da anni
    una primavera per sbocciare.

    Quel ciuffo di vita, sorridente
    sulle alte onde del tramonto,
    sbattuto contro scogli di nubi,
    d'illusioni ottiche e di miraggi,
    che si tuffa nei brividi
    di tante morte eternita',
    m'incute una paura ch'e' quasi
    superstiziosa dell'assoluto;
    avverto un vuoto alla deriva;
    e tu vaghi sul fondale, passato
    e futuro della mia vita, inerte
    come una turista del tempo
    che sia incorsa in tanti naufragi
    e non si sia salvata mai.

    Un paradosso senza fine:
    mi sono perso quando
    ti ho trovata, ci siamo persi
    insieme nel mondo quando
    ci siamo trovati a vicenda.

    Non abbiamo ancora notizia
    del posto dove non siamo
    per caso arrivati, approdo
    o limite chissa', forse
    soltanto luogo di trasbordo
    da una riva all'altra,
    da un'isola all'altra
    (da questa parte e' cenere
    non sabbia il litorale
    e spazi senza confini
    che cercano senza trovarli
    luoghi senza nome).

    Esisteva qualcosa
    prima del nostro passaggio?
    Se si', che cosa?
    Forse una tua impronta,
    forse una mia lacrima
    su quell'impronta,
    forse una tua carezza
    su quella lacrima,
    forse il canovaccio
    di quella che sarebbe stata
    la nostra vita insieme.

    Se solo sapessimo
    dove conduce
    questa rotta,
    e perche'...
    se solo non sapessimo
    da dove veniamo,
    e perche'...

    Avevo provato tutti i giorni
    a pronunciare le parole
    che ti avrei detto
    quando ci saremmo incontrati;
    non usciva alcun suono
    ed ora so perche': non sono
    suoni, ma vita, cio' che
    avevo messo da parte per te.

    Vorrei, mimetizzato
    nei tuoi pensieri,
    farti una sorpresa,
    tenderti un agguato,
    aspettarti al varco
    in un guizzo dei tuoi occhi;

    e poi gridare muto al mare
    la bellezza che mi imprimi
    sul viso come stigmata
    di quel martirio ch'e'
    un nostro presagio
    e un nostro segreto.

    Avanzi nei miei sogni trapunta
    di stelle e tornerai uguale
    nella nebbia azzurrina dell'alba
    a bisbigliare lo stesso "ti amo"
    senza senso che colmera' lo stesso
    silenzio vuoto nel mio cuore,
    fermo da tempo immemore
    come un orologio che nessuno
    si e' piu' ricordato di caricare.
    Principessa per cui mi fingevo
    dragoni e duelli, sei tu
    a dover proteggere me, chiuso
    nella mia goffa armatura!

    Sei tu, mia bussola
    e mia clessidra, luce
    e respiro; in ogni momento
    sulla soglia i tuoi sguardi
    a tracciare il confine
    fra dentro e fuori,
    fra me e la realta'.
    Di tempo e di spazio
    ci circonda la vita,
    fino a toglierci il respiro;
    sta a noi dar loro viso e nome
    per poterli guardare e chiamare,
    e in quel guardarli e chiamarli
    riconoscere sorridendo se stessi.

    Ubriaco di tutto il poco
    che abita queste pareti
    (e le altre d'altri spazi
    che non ho visitato, ma che
    sento esistere dentro di te)
    raccolgo la vita
    che ti scrolli di dosso
    e mi muovo a tentoni
    nel vuoto che attende
    di colmarsi di noi.

    Due anime non sanno altro
    che rozzi segni nell'aria
    lasciati da dita di fosforo;
    son due maschere appese
    a un chiodo che aspettano
    di essere indossate a turno
    da un ospite in incognito;
    due impronte sulla spiaggia
    a cui soltanto la luna
    puo' dare pallida forma
    per pochi fugaci secondi.
    Che e' poi il senso perduto
    dell'attendere qualcosa che si sa
    non potra' mai succedere,
    come il fuoco nel deserto
    o l'immobilita' del mare.

    Cosi' io ho atteso te
    e di te quella prima volta
    che non avevi piu' da darmi.
    E da te di te io sapevo
    di non poter avere altro.
    In quell'attesa ho capito
    che non c'e' nulla da capire,
    e tantomeno da attendere.

    Cosi' siamo giunti
    alla fine di questi giorni
    che non abbiamo saputo
    meritare. Di te da qui
    non si sente che un flebile
    lamento, un vento di suoni
    privi di significato, quasi
    come se ti fossi persa
    e di nuovo invocassi la luce
    che vedesti quella sera
    nei miei occhi. Quella luce,
    infernale, brucera' sempre.

    Il mio sogno hanno inchiodato
    sulla croce incandescente
    del tuo passato
    (per continuare a vivere basta
    forse sapere che quel mio sogno
    non e' finito mai).

    La verita' e' un pianto
    senza lacrime, un gemito
    senza suono, un tutto
    di niente e di nessuno.

    L'ululato di quel cane lontano
    che grida silenzio nell'incubo,
    che non ha piu' sguardi
    nella notte del mondo, che sa
    di esser solo e di dover morire,
    e' il mio (mi hai anche insegnato
    come sia bello non saper piu'
    rispondere a nessuna domanda).

    Vorrei che il silenzio
    di quelle tanti notti
    non fosse stato inutile:
    siamo noi quel silenzio...

    Perdonami di non averti mai
    perdonato. Perdonami di me.


  2. Se non per te
    per chi
    vivro'
    questa vita
    che non sapevo di poter vivere

    Se non da te
    da chi
    ricevero'
    quell'attimo
    che dara' senso a tutti gli altri

    Se non con te
    con chi
    dividero'
    l'ultimo tozzo di pane
    sulle prime rampe del paradiso?


  3. Faremo l'alba chiacchierando
    e tu sarai l'ultima stella
    e il primo sole,
    l'ultima ombra della notte
    che scende dolcemente
    a dormire nel mio cuore
    e il primo raggio del giorno
    che da' un senso eterno
    ai nostri volti innamorati.


  4. Trovero' tutto il fiato
    che mi serve
    per gridare il mio amore
    alle stelle?
    Basteranno i miei anni
    a provare tutte le emozioni
    che il tuo primo sorriso
    mi fece nascere?
    Tremo al pensiero
    di non essere degno
    neppure di pensarti.


  5. Mi rannicchio in un tuo sorriso.
    Chiudo gli occhi.
    E mi lascio prendere
    per mano dal tuo cuore.


    Questo sei tu,
    questo guidarmi
    in ogni istante
    con tutta te stessa.


    E questo sono io,
    questo lasciarmi guidare,
    questo non essere piu'.



  6. Eravamo tu ed io.
    Ora siamo noi.


  7. Tutto mi parla di te
    e a tutto io parlo di te.



  8. Pensavo che fossimo tutti
    nati per morire, ma io
    ora so di essere nato
    per amarti.



  9. Scopriremo un poco alla volta
    il nostro meraviglioso sempre.



  10. Questo soltanto vorrei essere:
    la gioia di sentirmi felice
    quando ti sento felice,
    la gioia di sentirti felice
    quando mi senti felice.



  11. Ma tu, amore,
    non finire mai!



  12. E restero' ombra,


    a seguire senza sapere,
    sapendo solo di seguire,


    cieco e sordo e muto
    nel solco che traccerai
    per me, unito a te
    da leggi della fisica
    che monsoni e terremoti
    non sapranno scalfire,


    di nuvola in nuvola angelo,
    di spiga in spiga farfalla,
    o di falo' in falo' favilla,


    senza mai perderti,
    senza mai smettere
    di saperti e di pensarti,


    senza mai essere
    altro che ombra,


    in labirinti di specchi
    e in foreste incantate,
    appagato dal riconoscerti
    ovunque, dal decifrare
    ogni minimo gesto
    che mi farai compiere,
    io, tua ombra,
    per sempre.



  13. Per cosi' tanti anni
    ho chiamato il tuo nome
    senza che tu mi rispondessi;
    ma tu c'eri, eri gia' qui con me,
    e quell'aquilone di palpiti
    che s'e' levato a tempesta
    quando infine hai risposto
    era gia' librato da tempo:
    non aspettava che di gonfiarsi
    al vento di un tuo sorriso!



  14. Nello specchio infinito
    dei tuoi occhi
    ho letto le due parole
    del codice segreto
    che avevamo studiato
    milioni d'anni fa
    per riconoscerci oggi
    in quest'altro mondo.


    E adesso che ci siamo trovati
    lo scopo della mia vita
    e' soltanto di ripeterle
    sempre e sempre senza fermarmi
    mai, in modo che tu non ti possa
    perdere mai piu': "Ti amo".


    1988


  15. Ogni fiocco azzurro del cielo
    e' una impronta di te
    che custodisco in silenzio
    con le lacrime e i sorrisi
    che tu hai seminato
    nel cuore del mio cuore.


  16. E' l'ora della "buonanotte",
    quel bacio che ti mando
    sul palmo della mano
    con il fiato sospeso
    e un brivido di felicita'
    come se con quello schiocco
    ti dessi un po' della mia vita.
    E notte dopo notte
    capisco perche', per chi,
    l'ho vissuta quella vita.


  17. Incidi l'orlo del cielo
    con il diamante di uno sguardo:
    brancolo carponi in quel solco
    abbagliato da tanti
    minuscoli frammenti di stella.
    Inseguo un miraggio
    che e' la mia vita.


  18. Spalanco le braccia
    quando ti penso
    come se stessi abbracciando
    qualcosa di immenso.


  19. Luccica ogni fibra del tuo corpo,
    in ogni poro palpita una stella:
    sogno, stella di stelle, di legarti
    con due lacci di luna
    al mio cuore.


  20. Ti sogno sempre.
    E voglio ogni giorno
    sognarti di piu'.
    Non basta il tempo
    per sognare
    tutti i sogni
    che vorrei di te.
    Sognarti
    e sognarti sognare
    con me.


  21. Nei tuoi occhi ho letto
    i castelli di sabbia
    che costruiremo insieme
    inginocchiati nel mare
    dall'alba al tramonto,
    due mani che si cercano
    in bufere di soli.


  22. Due cuori
    a forma di stella
    lasciati sulla spiaggia
    a palpitare insieme,
    soli nel nulla,
    come due conchiglie,
    riflesso ed eco,
    per sempre,
    l'uno dell'altro.


  23. Li ho contati a uno a uno
    i giorni che mancavano
    al nostro primo incontro.
    Ogni giorno era un pezzo
    di quel piano complicato
    che abbiamo messo in atto
    da quando siamo nati;
    e ora che sono quasi finiti
    mi manca quell'attesa,
    mi manca quella casa
    che ho riempito di te,
    la casa dove li ho vissuti
    a uno a uno sognando
    quando sarebbero finiti.



  24. Il viaggio e' terminato
    tu sei qui
    davanti a me
    i sorrisi
    che abbiamo
    tanto sognato
    sono finalmente
    sui nostri visi
    mancano soltanto
    le parole
    ma verranno
    anche quelle
    e' tutto
    immobile
    tutto fissato
    per sempre
    nei nostri occhi
    per sempre
    nei nostri cuori
    e qualcosa
    in questo lungo
    silenzio
    mi dice
    che il viaggio
    e' appena
    cominciato.


  25. (una notte di nascosto
    dobbiamo andare quatti quatti
    a snidare il tuo futuro
    dal suo nascondiglio)


  26. lasciamo che si prendano
    queste nostre timide mani
    che si sono cercate
    senza trovarsi
    per cosi' tante estati,
    lasciamo che attizzino
    il falo' dei nostri cuori
    e riscaldino
    anni
    secoli
    di noi


  27. il cencio in fiamme
    che ruzzola al vento
    e' il nostro amore:
    nei sibili violenti,
    nel vortice di detriti,
    una favilla o due
    narra la nostra storia.


  28. E' tardi, ora di dormire,
    abbracciati insieme,
    e di sognare quel sogno,
    piu' grande di noi
    e dei nostri cuori,
    che abbiamo creato
    giorno dopo giorno
    con tante lacrime
    e con tanti silenzi,
    e che ora, senza dirlo,
    da' vita e respiro
    a ogni gesto e parola;
    che ora, senza esserlo,
    e' tutto cio' che siamo.


  29. Ricordero' sempre il giorno
    che mi sei venuta incontro
    da quel nulla ch'era gia' tutto.

    Da quanti milioni d'anni
    la tua voce ha questo suono,
    questa vertigine di bisbigli,
    di lacrime e di carezze?
    Dove mi conduce senza fiato
    il geroglifico di conchiglie
    che lampeggia sul litorale
    fra le ferite dei fiordi
    e il sangue delle alghe?
    E' l'eternita' che getta
    l'ancora? Sono barbe di corallo
    avvinghiate agli specchi,
    al lastrico febbrile
    di quel mare senza nome;
    sono i lampi di zucchero
    che guizzano nei tuoi occhi,
    la filigrana di lucciole
    dentro cui cerchero'
    tutti i miei domani.

    Fingo il tuo riflesso
    nel lento tremolio
    di quest'acqua chiara
    trapunta di scintille.
    Mi manchi cosi' tanto:
    non sai quanto cielo
    e' diventato il tuo viso!
    Questa notte d'incantesimi
    accendero' falo' di stelle
    in tutto l'universo
    per vegliare il tuo sonno.

    E pensare che di te
    so soltanto quel sussurro,
    che mi arriva ogni giorno
    piu' antico, piu' mio.
    Mi sento un acrobata
    bendato sul filo.
    Inseguo con la mente
    la traccia fine e labile
    dei tuoi passi sulla spiaggia,
    al chiaro di luna che tinge
    di gemme turchine la tua pelle,
    in quel caos d'onde gonfie
    che si dibattono sugli scogli.

    Mi tendi la mano,
    le punte delle dita
    intrise di rugiada
    come i petali di un fiore.
    Io intingo il cuore
    nella scia d'astri
    di un tuo sguardo.
    Mi dissolvo
    nel cristallo puro
    di quel sorriso
    addormentato
    nella lente del tempo,
    piuma immacolata
    soffiata dal sole
    in un dedalo di raggi.

    E cosi', tenendoci per mano,
    scivolare insieme,
    granelli di sabbia,
    nella clessidra del fato,
    verso gli orizzonti sterminati
    dei nostri sogni.
    E, insieme, tenendoci per mano,
    poter dire allo specchio:
    e' durato un attimo,
    quell'attimo siamo noi,
    con noi nessuno,
    due lune che si baciano
    nella sfera di cristallo.
    E, insieme, tenendoci per mano,
    due ciottoli nel greto
    prosciugato del cosmo,
    andare incontro alla vita,
    che aspetta.

    E domani, mio respiro,
    sommersi dal vento e dalla neve,
    inermi nella presa dell'ombra
    come radici legate
    al proprio sepolcro,
    davanti a quel muro, ciechi
    nella gran luce dell'alba,
    leggere insieme
    la parola magica.

    Nella tempesta di colori
    che avra' sommerso
    tutto il mondo
    spiccheranno il volo
    incendi azzurri,
    mulinelli di farfalle,
    aquiloni a perdifiato;
    stelle filanti di nuvole
    e coriandoli d'uccelli;
    e, sul rogo che brucia
    le maschere dell'oceano,
    nell'occhio di lava
    che inghiotte le nostre ombre,
    nel canto della marea
    che culla i nostri sogni,
    impigliata in un gomito di fondale,
    rannicchiata nell'ostrica socchiusa,
    eco sottomarina, estate tintinnante,
    fiaba, diamante,
    piccolo batuffolo di tutto,
    tu.


  30. L'abbraccio
    nel mattino puro
    e chiaro, che mi ricorda
    i suoi sguardi;
    l'abbraccio
    nella tenue brezza
    marina, che mi ricorda
    i suoi dolci rimproveri;
    l'abbraccio
    nella pioggia di cristalli
    del mezzogiorno
    che mi ricorda
    tanti sogni
    di lei e me insieme;
    l'abbraccio
    nell'alfabeto muto
    delle stelle, che mi ricorda
    i suoi teneri bisbigli;
    l'abbraccio
    da un capo all'altro
    del mondo,
    nel profumo dei gigli,
    nelle scie delle lucciole,
    nel frastuono delle onde,
    nei riflessi della luna,
    nelle righe dell'arcobaleno,
    nel filo di ragnatela
    che tiene insieme
    il mondo;
    l'abbraccio
    forte forte
    dentro di me:
    dov'era il mio cuore
    adesso e' Lei.


  31. Non sapro' mai meritare
    neppure le lacrime
    che piango per te.


  32. Nel cielo piu' azzurro
    della mia vita
    e' incastonato il sorriso
    che ha prosciugato le stelle.


  33. Come cieco,
    sul margine del cosmo,
    attendo la tua mano
    che mi guidi di la'
    nello spazio deserto
    che ho vegliato per te
    dacche' sei nata.


  34. La folla non mi parla piu'
    con quell'enfasi di fanfara;
    e' un fitto brusio di segnali,
    deboli e distorti, che portano
    da un lontano infinito
    il codice cifrato, noto
    a me solo, del tuo nome.


  35. Ricordi
    come battevano
    i nostri cuori
    quella prima sera
    al telefono?
    che emozione
    le nostre voci!
    com'era bello
    sentirti scendere
    dentro, sempre
    piu' dentro...
    quella prima
    telefonata
    e' stata
    l'ultima:
    ci siamo detti
    tutto
    con quel battito
    di cuori.


  36. E' scoccata la tua
    mezzanotte.
    Ti ho chiamata
    "Bellissima",
    ti ho mandato
    il mio bacio
    della buonanotte,
    ho ripensato
    le tue parole piu' belle,
    ho vissuto
    un'altra volta
    in pochi attimi
    il nostro sogno;
    poi ho richiuso
    nello scrigno
    la tua voce
    per non sciuparla;
    e adesso non ho
    piu' nulla da fare,
    fino a domani,
    fino alla tua prossima
    mezzanotte.


  37. Una pupilla di brina
    fa rima con il sole.


  38. Avanzo bilanciando le braccia
    sulla fune tesa fra me e lei
    per la rotta che un suo sguardo
    cosparge di sassolini d'oro.
    Funambolo, argonauta,
    soffio quel cuore di dea
    fra le stelle appena nate.


  39. E' sbocciato un fiore:
    in ogni petalo rintoccano
    i campanelli della tua voce.


  40. E nevicano immensi
    sulle mie lacrime
    e fra cielo e cielo
    i fiocchi del tuo viso.


  41. Intingo nel sole
    la punta del dito
    e scrivo nell'aria
    il nome che amo
    a forma di cuore.


  42. Forse
    non esiste ancora
    l'isola
    su cui ti rapiro':
    dobbiamo
    costruirla insieme.


  43. Bellissima, brilli solo tu
    nella lunga notte che veglio
    aspettando di vederti
    bellissima brillare con me
    come bellissima brilli oggi
    all'altro capo del mondo
    in quella fiaba che la mia mente
    tutta non abbraccia ancora.


  44. Sei rimasta, gabbiano, a volteggiare
    sulla piazza deserta del tuo paese
    nel diadema di luci che scema smagliato
    verso la spiaggia abbandonata.
    Sei rimasto, angelo, nella notte
    che da te incombe gia', a tessere il cielo
    del giorno che io sto per vivere.
    Sei rimasta, brivido, a correre
    a perdifiato dentro il mio cuore,
    a darmi l'ebbrezza dell'aquilone
    che sventola spensierato al sole.
    Sei rimasta, conchiglia, sulla sabbia
    a riflettere i raggi bianchi della luna:
    ti spoglio, petalo a petalo, per scendere
    nella voragine dove nascondi l'eco
    di tante fiabe incompiute.


  45. Grazie delle bolle azzurre
    che hai soffiato per me
    lungo orbite vuote
    sempre piu' alte.
    Grazie dell'incantesimo
    che hai tracciato per me
    nell'aria affinche' potessi
    leggerti e ascoltarti.
    Grazie dei bisbigli
    che intrecci per me
    ogni notte di nascosto
    da luoghi e tempi
    sempre piu' lontani.
    Grazie di tutte le estati
    che ho ritrovato
    nel fondo di diamante
    dei tuoi occhi.
    Hai completato il cielo,
    che non era finito.


  46. ...e serpenti di farfalle
    che s'impennano nell'erba;
    e l'argento dei ruscelli
    che tintinna a dirotto,
    firmamento di riflessi;
    e soli che sgorgano
    da tutti gli orizzonti,
    come stormi di faville
    da un rogo immane;
    e riccioli di nubi
    che si accartocciano
    nelle vampe azzurre;
    e tentacoli di luce
    che brandiscono nell'aria
    ghirigori di rondini;
    e chiome di foglie rapprese
    al profumo di rugiada
    che esala dal muschio
    ubriaco dei sassi;
    e carovane di conchiglie
    crocifisse nella sabbia;
    e querce inginocchiate
    nell'onda di steli
    che una patina di brezza
    fa rotolare sibilando
    nei nodi delle loro radici;
    e ragnatele di arcobaleni
    tessute fra luna e luna;
    e carovane di libellule
    in marcia nell'ombra;
    e gomitoli di cascate
    sui monti di corallo;
    e caroselli di smeraldo,
    falde di topazi,
    bave di rubini,
    scrosci di turchese;
    e sogni a frotte
    in volute di sorrisi
    fino a smarrirne il perche',
    fino a vivere in un istante
    secoli di te.


  47. Una folata ha raccolto
    in un mulinello di sole
    i cocci del mio sogno,
    e per un attimo
    ho ricomposto
    il tuo viso;
    poi lo ha soffiato in alto,
    fra le rondini,
    e lo ha dissolto.


  48. Non disperare,
    piccolo koala
    solo di pezza:
    ogni tanto lei
    si ricordera' di te,
    ti prendera'
    dal cestino,
    appoggera'
    la punta dell'indice
    sul tuo nasone nero
    e sorridera' dentro
    i tuoi occhietti
    tristi e muti;
    e sapra' che tu
    l'ascolti,
    e sei felice.


    1987


  49. Di tutte le parole
    che la mia mente ha inventato
    per dirti quanto sei bella
    l'unica che mi ricorda
    i cieli, gli oceani
    e i soli del tuo viso
    e' il tuo nome,
    che il silenzio ha conservato,
    chiuso come una perla
    nell'ostrica del tempo,
    affinche' io potessi chiamarti;
    e tu rispondermi.



  50. Il dragone stellato,
    il cuore di cristallo,
    la filigrana di petali e albe,
    la neve di minuscole lanterne,
    le pagliuzze di giglio,
    la lente ad arcobaleno,
    gli aquiloni alti e liberi,
    gli orizzonti puri e luminosi,
    i riflessi e i respiri di zaffiro,
    il mulinello di nevi, laghi e cieli,
    gli uragani di sole,
    onda dietro onda,
    del tuo sorriso.



  51. E cosi' ti ho trovata.
    Dove il futuro non aveva
    piu' orizzonti.
    Ti ho presa per mano;
    e ti ho chiamata per nome.
    Ti avevo aspettata.
    E tu lo sapevi



  52. Mi rifletto
    dentro i cerchi
    concentrici del tuo sorriso;
    nelle increspature trasparenti
    mosse dalla brezza leggera
    e silenziosa di te
    che scava vortici
    e vuoti d'aria
    nel mio volo radente.


    Cerco me stesso
    nella jungla di topazi
    del tuo occhio,
    cerco un segno di me
    a galla nel lago di stelle
    da cui trapela la tua pupilla,
    piu' piccola e bella che mai,
    oasi immensa di sole
    nel tuo corpo di neve,
    passaggio segreto
    nel tempio del senso.



  53. Tu sei il destino
    di tutte le parole
    che ho pronunciato
    nella mia vita.



  54. Nella filigrana delicata
    dei tuoi sorrisi leggo
    la trama che guidera'
    i miei passi fino alla fine
    del labirinto, alla luce
    immensa di domani.



  55. Vengono onde azzurre
    da ogni direzione del cielo
    recando in uno scrigno invisibile
    il suono della tua voce



  56. Non soffiare la tua vita
    nel delirio immane degli astri:
    loro appartengono a te,
    non tu a loro



  57. Un acrobata danza ad occhi bendati
    sul rigo musicale dei tuoi sorrisi.



  58. Mentre avanzo pauroso
    nel buio infinito
    stringo ben salda
    nel mio esile pugno
    la collana di sogni
    che inanelli da sempre
    tu sola per me.



  59. L'alba sapra' forse dirmi
    quale filo di refe svolgere
    nei labirinti senz' uscita
    dei tuoi occhi.



  60. E finalmente respiro
    un po' dei minuscoli fiocchi di cuore
    che spargi nella nebbia incantata,
    nella marea arcaica,
    del destino di ognuno.


    L'offro in pegno
    agli infiniti ruderi
    della morte, che non
    sappia mai il segreto
    di tutto cio' che noi vediamo
    in te, scrosciare incontro
    alle torride vampe di tempo
    prima dell'approdo;
    e ti penso come un' onda
    che ritorna ogni volta piu' pura
    e parla per sempre
    anche a me,
    sorridente eternita'.



  61. Sono stato sull'oceano
    in mezzo agli aquiloni
    in una riga di arcobaleno
    in un fiocco di spuma.
    Ho librato i miei sogni
    dall'alto della scogliera
    tenendo per mano un ricordo
    che ha messo radici profonde.
    Ho sentito la sua voce
    chiamare sottovoce il mio nome
    nel fischio melodioso del vento
    da quel punto meraviglioso
    che non e' piu' oceano
    e non e' ancora cielo.



  62. Incido la mia immagine
    nello specchio del tuo sorriso
    e la osservo vacillare
    dentro le onde che irradii
    nel tempo e nello spazio.



  63. Cammini in punta di piedi
    sotto le arcate del mio cuore;
    respiri piano piano;
    ma io so dove sei.



  64. Un fior di medusa
    scampato al ciclone
    non sara' che il principio
    di nuova vita,
    quale e quanta,
    tenebra insondabile
    o luce infinita ?
    infinita
    come il cielo
    del tuo viso.



  65. Ogni volta ti sogno
    in un oceano di sole.



  66. E adesso che ti ho vista
    splendere
    come l'ultima stella
    prima dell'apocalisse
    sui miei fragili sogni,
    adesso che so
    quanto ti amo,
    non ho piu' il coraggio
    di sognare
    e di amarti.



  67. Laghi e laghi di te
    riflettono all'infinito
    i colori della tua vita,
    l'arcobaleno di giorni
    che un tuo sorriso
    ha impresso per sempre
    nel prisma della mia mente.



  68. All'ancora del sole
    la carezza del tuo viso.



  69. Una bolla di sogni
    soffiata dentro la mia mente
    da un gioco di silenzi,
    otto sillabe d'oro
    incise nel girasole
    di un astro immane.



  70. Correre a perdifiato per l'universo
    a caccia di tuoi sorrisi,
    raccogliere tutta la luce
    che zampilla dai tuoi occhi:
    addormentarsi in un tuo sogno
    e non svegliarsi piu'.



  71. Riscrivo lentamente un' altra volta
    le otto lettere del tuo nome,
    otto lettere d'acqua
    che scorrono nella mia mente
    e tintinnano un ritornello
    senza fine.



  72. Non spezzero' mai
    la ragnatela di sogni
    che hai avvolto in silenzio
    sui miei poveri occhi.



  73. Vivo
    nel fondo di conchiglia
    dove hai nascosto
    il tintinnio della tua voce,
    le parole di cristallo
    che sorgono nella mia mente
    come albe luminose,
    e che non tramonteranno mai.



  74. Ho preso fiato
    per dirti
    con un filo di voce
    che ti amo.



  75. E tutto cio' che ho visto
    d'infinito
    in fondo ai tuoi occhi.



  76. E adesso siamo qui
    a ridere e piangere insieme
    come due bambini sperduti;


    a chiamarci senza posa
    come due onde fra gli scogli;
    a bisbigliarci "ti amo" all'infinito
    come due statue millenarie;
    a rifletterci l'un l'altra
    come il cielo e l'oceano;
    a tenerci per mano
    come due rami di rovo;
    a rincorrerci
    da un capo all'altro del mondo
    come due venti impazziti;
    a dormire abbracciati senza fiato
    come due conchiglie fossili.


    E adesso siamo qui
    a scioglierci in silenzio
    come due fiocchi di neve.


  77. Grazie mia ombra
    di avermi fatto tua ombra.
    Grazie dell'orbita
    che tracci per me.
    E' lo stesso viaggio di tutti
    che ripetiamo anche noi
    per dirci con un segno piccolo
    della mano "ciao amore ti amo"
    dalla parte del cielo
    che abbiamo imparato
    poco a poco insieme
    e che dimenticheremo
    insieme
    quando verra' il momento.


  78. "E' tutto polvere"
    il filosofo sospira (domanda ?)
    "che il vento disperde".
    E gira l'occhio opaco,
    imbevuto di paure,
    dentro la coda di pavone
    di questa citta' insulsa.

    Arcobaleni di tempo fendono
    l'orizzonte dei nostri sogni;
    rugiada celeste gocciola
    sul seme che ho interrato;
    fiocchi di sole si posano
    sul tuo viso addormentato.

    E' tutto vento.


  79. Nella luce violenta
    che si sgretola ai nostri piedi
    come sabbie mobili,
    nella neve cieca
    che piange stremata
    sul ramo acerbo,
    nel fiore che si spappola
    petalo e foglia
    sul tuo palmo,
    in quella febbre di essere
    che grida vendetta,

    abbiamo letto insieme
    un sussurro di vita
    che durera' per sempre.


  80. Che freddo d'inverno
    il sole, il pensiero del tempo,
    che fredda, amore, la vita.

    Basta piangere.
    Basta piangere le lacrime
    che tu non hai mai voluto
    piangere.
    Nel tempio deserto rilegggere
    i ghirigori opachi
    di un codice indecifrabile.
    Sdipanare i ricordi
    dal dolore
    per immergerli in un' altra
    piu' atroce
    prigione.
    Soffiare i gesti osceni
    di questo alfabeto muto
    contro il capogiro di epigrafi
    che il vento scioglie
    nei lampi turchini
    fra nuvole d'argento
    e folate di orizzonti.

    Apro sul mappamondo
    il ventaglio di meridiani
    e mi sporgo senza rete
    sul nome della tua citta':
    se non fossi nella tua vita
    altro che un equivoco ?
    Recito senza dire
    la preghiera del mio sogno,
    le parole magiche del sacramento,
    liturgia dello specchio
    (nello specchio il mio volto
    rigato di lacrime,
    effige e sigillo)
    e del buio
    (il mio nome
    evirato
    e urlo latente nello spazio).

    Sul quadrante divelto
    i riflessi abbaglianti
    di due lancette recise.
    Il riverbero si addentra
    nella tenebra immanente.
    Voglio tornare nel tuo passato.
    Voglio girare la clessidra,
    e lasciare che i granelli di sabbia
    scendano ad uno ad uno
    nel palmo aperto ad aspettarli,
    si adagino stanchi e inermi
    nelle linee della mia pelle;
    e riavvolgere i segni magici
    della meridiana, come la zingara
    che rimescola il mazzo di carte
    prima di leggerti la mano.

    L'abominio del quotidiano
    si celebra
    nell'astinenza dall'apocalisse.
    Che folla di monaci amanuensi
    in tane profonde di limo
    a svolgere dal rocchetto
    il filo spinato di stelle
    da incidere sulla pergamena !
    Un coro di scheletri
    insegue la luna
    e alimenta la notte:
    i loro zoccoli di cristallo
    battono sul selciato rovente.

    Vieni,
    creatura del mio pianto,
    a raccogliere
    i semi insepolti
    che il sole
    non secca,
    che il fuoco
    non brucia.
    Che farne
    altrimenti ?
    Vieni ad ascoltare
    il mare delle ombre
    che recede e scopre
    sulla spiaggia di ciottoli marci
    i pochi granelli brillanti
    incisi dalla furia del ciclone
    in un frammento di conchiglia.

    Immemore,
    io vivo.
    Sono
    rito incommensurabile.
    Sono
    la diga
    cieca e antica
    contro cui si arresta
    l'onda
    di primavere estinte
    della tua vita.

    Sono
    sull'acque gia' quiete
    i cerchi concentrici del vuoto;
    nel centro galleggia esangue
    il braccio di dio;
    e una scia di bolle,
    eterno messaggio,
    il verbo lasciato
    alle sacre scritture
    dell'umanita'.

    Sono sacro.


  81. Finalmente un respiro da questo torace trafitto, una goccia di sangue viva, che non coagulera', da queste stigmate d'argento, lucciole nel chiaro di luna dell'apocalisse, da questi segni di dolore scritti nell'aria del mio corpo; e come per incanto un geroglifico azzurro nei miei occhi, il riflesso arroventato dei tuoi passi sulle scale del mondo; cosi' anche il castello di sabbia del nostro futuro, dei nostri futuri, tangenti al cerchio di cui non si sa il centro, o di cui si suppone il centro a seconda della prospettiva, e la prospettiva, come i ragni, si sposta di notte da una ragnatela all' altra; in questo modo la tana che abbiamo scavato si e' riempita di suppellettili e souvenir, e' diventata un piccolo museo di specchi, un museo di musei, un museo i cui custodi siamo noi e il cui catalogo siamo noi, un museo di se stesso, vietato al pubblico e al cielo (il cielo non e' per noi, e' per quelli "come" noi, e' per le immagini che noi abbiamo costruito per noi, e' per i nostri riflessi; siamo un museo di specchi), aperto alla vertigine del tempo, brivido e senso del viver nostro e loro (delle immagini); da cui l'abisso famelico delle nostre presenze e assenze, ombre le une e le altre inestinguibili, fantasmi di fantasmi; in questo sta l'eroismo del vento, che batte sulle spighe e sulle fronde stellate, sugli altri venti, alti e cupi, interiori, vortici senz' aria, pure astrazioni di venti, che percorrono spazi i piu' vasti, l'eroismo di sollevare la polvere che vela i nostri volti e scagliarci entrambi contro lo specchio assoluto, noi stessi, a leggere nei reciproci tratti i propri tratti; quasi che la fine non fosse in noi, ma dopo di noi, appendice, corollario, alle nostre gesta, come un' epigrafe da apporre a sigillo del nostro primo e ultimo amplesso; e, non certo di esistere nella tua boccia di cristallo, riscrivo il tuo nome su questa rotta disertata da ogni vascello e da ogni pirata, che nel cupido disfarsi delle onde trovera' lo spiraglio per scivolare sul fondale e radicarsi fra i coralli e i forzieri; quel tuo nome che e' scritto anche nel mio, secondo un sofisticato gioco di segni che fu inventato da monaci astrologi in un evo arcaico e il cui segreto e' scritto fin da allora nel tuo nome; in questo dedalo di emisferi, cieli stellati, aurore, eclissi, inondati dal suono di un organo barocco, si aggirano anche i nostri fantasmi, grottesche maschere di luce atrofizzata, manichini di cera divorati dal calore del sole, aquiloni che tu hai costruito e alzato in volo, come i tuoi vecchi aeroplani, per segnare la mia traettoria, un po' come la cometa di natale, al tempo stesso bussola e specchio ustorio, orologio senza lancette il cui ticchettio riempie di echi il quadrante vuoto di questo nostro lento estinguerci in incognito; e non so dirti che il resto, non so dirti che le parole che gli altri non hanno pronunciato per te, non so dirti che nulla, non so che fiatare miele sui lapilli vivi dei tuoi capelli; astro inutile e spento, non so che tracciare il mio di segno, la firma autografa del pazzo, l'impronta sbiadita dell'omicida, l'iniziale d'oro di tutte le parole che ci possiamo dire senza piangere; e forse sara' proprio questo suono di mare prosciugato, che la pioggia rinserra in una gabbia di gocce di occhi, a farmi compiere il primo passo; perche' io non saprei da dove cominciare: siamo invisibili, semi insepolti; siamo giganti di argilla, epici e patetici, che si prendono per mano per non incespicare e vanno a combattere: la guerra e' finita, e forse noi siamo gia' morti, ma noi non lo sappiamo, nessuno ce lo ha detto; ricostruiremo il viso di dio, che abbiamo disordinato per giocare con i cubetti del suo mosaico, e impareremo qualche preghiera dall'alba; il sacrificio verra' consumato senza di noi, pero', e resteremo fuori anche dall'assoluzione: non vogliamo essere perdonati noi, noi vogliamo difendere e' proteggere il nostro peccato, a costo dell'inferno: e' tutto cio' che ci rimane.


  82. Mi hai scorto, ritto in piedi in quella luce magica di fuochi artificiali, alla fine del vicolo cieco in cui ti nascondevi a provare la tua parte; hai sentito la mia voce giungere da lontano, da fili d'erba e acque di ruscello, timida e impacciata; come evocata da un' oltretomba, da un passato remoto, da una soglia gia' varcata; e tu, sottomarina, madreperlacea, assopita nei luccichii sbiaditi di un fondale a scacchiera, portata dai tremiti e dai singhiozzi delle correnti nelle piaghe, nei miraggi sfumati, nelle fronde riverse, in lembi di calcare, in sudari danzanti di alghe, scivolavi liscia e bianca nel cimitero immacolato di domani. Gemelli di orbita, identici nella fine ma diversi nell'inizio, come i raggi riflessi, ci avvolgiamo sul diaframma di rovine che separa il campo di battaglia dalla fossa comune, cerchi infiniti, favole, limiti; voliamo intorno all'uniforme vuota dello spaventapasseri, che sbatte al vento sopra un covone di sole, incapace di scacciare i mulinelli neri che dall'alba imperversano nei solchi, che artigliano semi di zolla in zolla, e incapace di sentire l'odore della primavera scolpito gia' in ogni particella di cielo e di tempo; questo cielo che altro non e' se non l'impronta di un cristallo che si propaga nella materia adiacente e costruisce a poco a poco un ingrandimento di se', un vasto dedalo di tumori brillanti che rimbalzano quel sibilo intermittente di azzurro che e' la sua identita', il suo io; ed esistono incandescenti figure, ombre, tronchi, volti, che si sono aggirati a lungo nel nulla, alla ricerca di una preda, o di un bottino, cacciatori di frodo senz' arma e senza carniere, senza forze, senza nome, senza nulla; numeri di numeri di numeri di numeri ... non esistono che loro, in questa valle di siccita' secolari, di estinzioni di massa, di sismi perenni; loro, protesi verso il perimetro, in fuga; annientati dal proprio esistere, dal proprio essere unici; sotto quel cielo di frammenti, di toppe, di tasselli, si dibattono come cani alla catena, soli e rabbiosi, accecati dai riflessi acuminati del cancello e dal cigolio delle chiavi nella serratura; sotto quel cielo vibrano come lamine arroventate, si appoggiano l'una all'altra, languide ed esauste; e le foglie azzurre del cielo si staccano ad una ad una, precipitano, si disfano, scompaiono nella polvere di tutto, polvere di luce, polvere di loro. Polvere evanescente di te, che loro habno tenuto nel palmo e poi soffiato dappertutto. La vita non e' di noi che cio' di cui siamo fatti, il pensiero di cui siamo carne; riconosco il bianco stemma, l'ideogramma della fiamma spenta, il tatuaggio osceno sull'arco diroccato; quando il dolore sapra' cosa di noi ha ucciso, tornera', piu' forte, a soffiare sulle braci.


  83. Ti ricordo gia', invisibile; eri di la' dal bordo della fotografia, sorridevi in sottoveste la fioca volutta' dei tuoi trent'anni, gli ansimi teneri, il miele ardente di una notte appena incominciata, appoggiandoti allo stipite, in quella camera nuda, la chioma slegata in una miriade di serpenti; il bagliore scomposto dei tuoi occhi penetrava l'obiettivo, e diceva delle carezze voraci di poi, delle parole sciolte nell'abbraccio sulla tua pelle ricamata a stelle, del groviglio di membra pulsanti, del liquido pullulare d'iridi nel tuo viso accesso, delle ombre di delizia lunare che ti cullarono teneramente, dei due respiri incatenati che sbocciarono insieme, delle braccia che ricaddero stremate, di quel corpo che ti cinse per ore e la cui impronta non potrai piu' cancellare. Disperato, ascolto, contro il muro che ci separa; raccolgo le ali, che mai piu' distendero'; e sussurro nel mio logoro nido il tuo nome, e il tuo viso; mi abbandono senza fiato ai turbini di lacrime sospinti nel mio cuore per rotte di labirinto, all'unico orgasmo che mi e' dato, l'angoscia immane dell'amore che ti fa sognare di morire, e di rinascere.


  84. Dal lembo di deserto in cui muoio, ultimo superstite della carovana, esausto e insensato, alla tappa finale del nostro pellegrinaggio nei luoghi della morte, al bivacco che ho trasformato in tempio e mausoleo, nel cerchio di carogne gia' spolpate dagli avvoltoi, da quello scoglio sul nulla che e' la vita, scorro con la punta della lingua il perimetro del calice, e intingo lo sguardo nel nettare rovente del nostro astro comune; riesco a intravedere un giorno del nostro passato, un punto sfocato che vacilla nella filigrana fosforescente: l'alba sorgere come la scia di un razzo che ricadendo si dilati a dismisura, il sole rotolarci incontro ingigantendo dall'orizzonte come una valanga di sabbia incandescente, il sibilo assordante del ghibli incalzare senza pieta' i ruderi arcaici, le impronte sbiadite dei nostri passi sprofondare lentamente nelle dune che abbiamo salito e disceso. Getto le braccia nel vuoto degli spazi che soffoco, uccello piu' grande del cielo in cui volo: rapace e immortale, eroe e giocattolo. Le rondini, le sfingi lunari che migrano verso il polo, si rifugiano nei tuoi sogni, la cui eco perdura nel sepolcro che abitero'. Sulle tue guance notturne hai steso una ghiaia brillante di lacrime. Non solo pianto: nello stampo la colata lucida e muta, la scia che feconda, come nel palmo aperto del cosmo i passi di dio; e penso lo sgomento stupito e feroce di non essere piu' (traboccare sotto una lastra di granito tutte le frasi che non ti ho mai detto, diventare l'assenza di quelle frasi, che nessuno ha mai udito, ma che io sarei stato). Ti seguo, ubriaca di dolore, per i sentieri e le scalinate del cimitero monumentale, per i dedali dove hanno sepolto i tuoi silenzi piu' veri. Non senti i miei brividi negli abissi della tua cicatrice ? Voci: si tendono, stonate, sul loro stesso destino di voci, incise su lapidi non ancora posate. Non ricordo che l'incendio del mio silenzio. I nomadi sono andati via tutti. Solo tu, fasciata di veli, aspetti. Non da molto, peraltro, e non sola. Le presenze di altri sono molte, tutt'attorno. Un groviglio di ombre nella tenebra. Quest'alba che si propaga di orizzonte in orizzonte mi trasportera' come un tappeto magico in un regno incantato. Ci arrivero' senza piu' la forza di portare alle labbra l'acqua di cui ho piu' sete. Quando mi vedrai vagare senza meta per i sentieri ciechi dell'oasi, non venire in mio aiuto, non rispondere al mio richiamo, non pronunciare il mio nome. Quando sara' il momento, camminero' deciso verso l'acqua, piu' limpida e immobile che mai, e, senza fermarmi, mi tuffero'; il mio silenzio si sciogliera' nel filo di vento che scompigliera' soltanto la cima delle palme piu' alte. Quale che sia il nostro destino nell'aldila', innocenti o colpevoli, veri o presunti, non saremo insieme. Il mondo invisibile in cui siamo sempre vissuti insieme esiste innumerevoli volte, ma ogni volta noi non siamo capaci di incontrarci. Odo le pagine ricadere ad una ad una e invano tento di leggere nel libro logoro che e' quasi chiuso: di te sapro' soltanto la fine. Dovremo recidere questi alberi che sanno tacere cosi' bene la loro vecchiaia.


    1982


  85. corro da sempre
    a perdifiato
    dietro i tuoi respiri
    senza tempo
    (poter sognare
    rannicchiato
    nel cantuccio
    piu' azzurro
    del tuo cuore !)
    nei labirinti
    del tuo sorriso
    la sera recita
    versi di vento
    (tutta la luce
    del mondo
    brilla
    nei suoi occhi
    quel granello
    di mondo
    e' tutto
    il mondo)
    e io
    non so piu'
    dove cercarti
    naufrago in cieli
    e cieli
    senza meta
    tenendo per mano
    un brivido
    di quel sorriso
    (tu sei il segreto
    di tutti i miei fantasmi
    sei il segreto
    dei miei silenzi
    le mille cose
    mai dette
    rimaste
    a far baruffa
    con le nuvole
    il fardello di sentimenti
    che porto con me)


    e tu
    sei qui
    la' in fondo
    la cenere che cade
    dal mio pugno riverso
    nella conca del tempo
    sempre piu' tardi
    dove ho passato
    tutta la vita
    a rincorrere
    stelle


    e tu
    sei qui
    la' in fondo
    gli occhietti guizzanti
    ingioiellati di cristalli
    sotto una nuvola
    di ciuffi (un vulcano
    di coriandoli neri)
    il vestito azzurro
    (una briciola
    di cielo)
    sulla pelle di piume
    di fiocchi di zucchero


    e tu
    sei qui
    la' in fondo
    cosi' leggera
    a zonzo nella piazza
    e la tua voce
    (fiotto di luna
    fiato di conchiglia)
    tintinna sul fondo
    del tempo,
    febbre di gioia
    i raggi
    che s' accapigliano
    sul tuo viso
    (in fondo non sei
    che un batuffolo
    di piccoli petali
    rappresi a un filo
    d'ossa, in cima
    a tutto quel cielo,
    una farfalla rannicchiata
    in una bufera di primavere)


    e tu
    sei qui
    la' in fondo
    (comete da ogni parte
    a rosicchiare un po'
    del tuo velo turchino)
    chiudo gli occhi
    e al buio attorciglio
    le braccia al petto
    e stringo forte
    mentre nella testa
    zampillano bisbigli
    e sorrisi di te
    (per un palpito
    di quel cuore !)


    e tu
    sei qui
    la' in fondo
    un soffio di luna
    che disperde
    i sogni a onde
    come aquiloni
    nei fili turchini
    del tramonto
    un tintinno
    di sole caduto
    (quante stelle
    prosciugarono
    per dar luce
    ai tuoi occhi ?)
    come un' eco
    d'infiniti
    che torni
    da paradisi deserti


    e tu
    sei qui
    la' in fondo
    tempo tempo
    chiudo gli occhi
    e grido
    nascosto
    dietro un muro d'azzurro
    piccolo fiore
    di tutte le stagioni
    tempo tempo
    e nulla
    nulla piu' di te
    piccolo angelo
    di vento
    tu
    sei qui
    la' in fondo
    piccolo angelo
    di luce


    non so dove
    seppellirti e' gia' pieno
    il cimitero
    dei miei poveri sogni
    (tutto cadra'
    nella ragnatela
    di quel sorriso)
    dirompe la notte
    (il silenzio
    si avventa
    sul vuoto
    senza fondo
    della mia vita)
    e un altro giorno
    e' passato
    senza che potessi
    respirare un chicco
    di te


    e tu
    sei qui
    la' in fondo
    ho sognato tanto
    i tuoi sorrisi
    che quasi
    non li ricordo
    piu'
    ma penso
    ai sogni
    che tu
    non saprai
    mai


    e quasi
    mi sembra
    di essere
    diventato
    un tuo
    sorriso



  86. Spunti dalla nebbia turchina che avvolge l'isola,
    come un anello di fumo dalla bocca del sole:
    assonnata, la borsa dei libri
    a tracolla, discendi la strada
    con occhi che gocciolano ancora di sogni
    (colano, a brividi, scampati alla notte,
    come foglie lucenti di luna);
    ti accucci in un canto del piazzale
    e tuffi uno sguardo a capogiro
    nella pozza d'ombra ai tuoi piedi.


    La mia vita
    e' sospesa in un tuo sorriso
    (rosicchio, rosicchio:
    e' dolce !;
    rotolo tutto morto,
    briciola,
    in intrichi di ragnatela)
    (il tempo mi cancella,
    e io mi ridisegno:
    naufrago in un buio di sorrisi !).


    Incombe il vento gelido dell'autunno.
    Cadra' anche il tuo viso foglia a foglia al vento ?
    Poso l'occhio decrepito, salmastro,
    prosciugato, nodo di lampi
    estinto da secoli, sul velo di stelle
    che ti cinge la fronte.
    Come varcare il tempo che ci separa ?
    Tremo persino in sogno davanti a quello sguardo,
    immobile sotto un arco di rondini,
    e al tonfo della luna nel fondo di quegli occhi.


    Senza posa m' immergo
    nella matassa di spighe scintillanti,
    nella jungla di cristalli
    che si sparpaglia al vento:
    di te, corolla d'acqua
    toccata da una riga di sole,
    una goccia e un riflesso.
    Ma nel mio nascondiglio e' primavera,
    e petalo a petalo ricompongo in sogno
    il tuo bel viso.



  87. Dalla mia gabbia sbircio nel tuo nido.
    Il tuo nome vortica fra queste pareti
    come la fiamma di un rogo
    da una sera d'autunno di tre anni fa.
    Incollavi al vetro uno sguardo di brina.
    Una punta di buio
    trapassava i sedili gremiti,
    un filo di sangue nero
    colava sulla tua guancia.
    I rami del sole dondolavano inerti
    alla brezza delle insegne e dei fanali.
    Scrutavi le vie o, piu' lontano,
    attraverso le nebbie della memoria
    vecchie storie di paradiso.
    Oppure t'impennavi nel crocchio
    di ragazzine petulanti,
    come un gabbiano che si stacca a volo
    per tuffarsi controluce nell'onda.
    La tua vita imperlava
    la nube dei miei pensieri.
    Nel tuo sorriso ritrovavo
    un sogno di quand'ero bambino
    e credevo alle principessine
    bianche bianche come te.
    Il cuore in sfacelo
    ti aveva riconosciuta subito.



  88. Ti penso all'ombra di un sogno:
    col cuore setaccio la luna,
    intingo un ago di pino
    nella filigrana di brina
    dei tuoi occhi.
    A inverno fondo un' onda rappresa,
    orizzonti aggrediti da altri orizzonti,
    rantoli d'infinito incastonati
    dentro cristalli di bruma,
    sibili intermittenti e fughe
    su grumi di spazio oltre
    le ultime luci del mondo;
    da un pertugio il tuo volto
    girasole notturno
    e un eterno
    respiro.



  89. Sgorghi dal cielo
    e danzi sulle ombre.
    Sono un rudere
    dilaniato dal sole.
    E tu rivolgi i tuoi fiocchi
    a ritroso nel vento,
    artigli di turbine
    che scavano antri giganti
    fra le zolle del mio cuore.
    Con una vampa hai incenerito
    un relitto incatenato
    al vortice dei giorni.
    Le sue radici, sfilacciate,
    tremolano sul fondo
    nella palude del cosmo.



  90. Vado
    all'appuntamento che non sai d'avermi dato
    e a cui non mancherai.


    Riflette la citta'
    il mesto tramonto
    dell'alba.


    Con quella voce
    invoca
    le loro voci


    e io
    la tua.



  91. Ho imparato a voler bene
    in segreto a tante cose di te.



  92. E' la fine
    che da' tanti brividi ?
    sei la fine
    tu ?
    forse tu chiodo
    per la mia croce ?
    tu
    nata da una febbre di primavera
    sei d'inverno
    tu ?


    Il mio cuore si e' incagliato
    in un tuo sorriso:
    scrivere sulla sabbia di stelle
    il tuo nome all'infinito.
    Tu,
    pensiero senza fondo
    che non vale
    pensare;
    che divoro;
    e ignoro.



  93. A un soffio di pioggia
    tuffarmi a fondo
    in ogni filo della tua ragnatela !
    Un lampo t'illumina:
    pendi morta dal cielo.
    E brillerai all'infinito
    senza fiato
    sola.



  94. Dal fondo del mio buio
    colgo una luna appassita
    che si consuma lentamente
    esangue fra le mie dita:
    e' la mia vita !
    basta a riempirmi di spavento
    il pensiero della tua,
    infinita.



  95. Lenti deliri di silenzio i suoi sguardi
    il suo sorriso una brezza
    che scompiglia la mia vita.



  96. Quella bambina ha cambiato l'universo
    e io non sono piu' capace di rimetterlo a posto.



  97. Serbero' quel mucchietto
    di sogni appassiti
    il frammento di stella
    che mi rimarra' di te.



  98. Non ho dimenticato
    l'impronta luminosa
    del tuo corpo alto e magro
    nei fondali del crepuscolo.


    Non ho dimenticato
    l'obliqua striscia d'iride
    che dilagava passo a passo
    per i vicoli deserti e freddi
    di quest'ombra di paese.


    Anche lo sguardo
    che mi condanna
    dove tutti mi assolverebbero
    e' un gioiello prezioso
    da custodire per sempre.



  99. Quel poco che sono,
    sepolto in una nuvola di sogno,
    custodisce nel cuore
    un tesoro di briciole di te.



  100. Non potro' mai dire
    cosa provo
    quando ti penso.


    E' gia' cosi' difficile
    persino pensarti
    tutta in una volta.



  101. Se solo tu non fossi
    cosi' grande nella mia testa ...
    e' troppo lo spazio di me
    che inondi con un respiro.



  102. Quando tutti i mondi sarano ormai
    sepolti per sempre dalla polvere del tempo,
    la vertigine del tuo sorriso
    brillera' ancora, intatta, ultimo sole:
    ultima nota del coro celeste,
    rimasta sospesa per l'eternita'
    a custodire tutta la bellezza dell'universo.



  103. Buon natale
    alla ragnatela di arcobaleni
    dei tuoi occhi
    alla neve silenziosa
    del tuo viso
    buon natale
    al tintinnio delle stelle
    che colano
    dalle tue labbra
    buon natale
    ai raggi che ti riflettono
    nello specchio
    della mia mente.



  104. Il tuo nome
    s' allontana
    nel risucchio
    del tempo.


    Il mio cuore squarciato
    penzola e sanguina
    sul tuo.


    Dove imprimi il piede
    colano i miei sogni .


    Trattengo il fiato
    che tu non senta
    i miei brividi.


    Il sole e' soltanto
    la tua ombra.


  105. 1979


    Tu
    un sorriso lontano
    in una nebbia
    di piccoli soli
    un nome
    appena un nome
    uno sguardo
    che trabocca
    da un oceano
    di cristali


    Tu
    una perla
    che brilla
    in un cantuccio
    di tempo
    luna sospesa
    tra cielo e cielo
    ecco forse
    un cielo bianco


    Tu
    il rintocco
    dei suoi passi
    sotto le volte
    di un paradiso
    il suo cuore
    tintinna
    in fondo
    in fondo
    al mondo


    eppure soltanto
    un batuffolo di vita
    tra la folla
    una voce
    tra le tante
    un respiro
    un soffio appena
    nel vento
    freddo
    dei giorni
    un profumo
    perduto


    un pezzetto
    di meraviglioso
    che si e' staccato
    da una stella
    ed e' caduto
    piano piano
    come un petalo
    da una torre


    una luce grande
    che mi ha abbagliato
    e mi ha lasciato
    solo
    in una strada
    deserta
    sotto una pioggia
    sottile
    a sguazzare
    nel fango
    e sognare



  106. Sgusciando fra le guglie dorate
    l'anima un cencio
    che sventola sulla notte
    si perde sconsolata
    a invetare lei
    sul viso d'ombra
    che pende dal cielo,
    a scrivere sul ciglio dei fogli
    per un posto nei suoi occhi
    e non leggere nulla,
    "non esiste !"
    dietro ogni parola;
    diro' un giorno di lei:
    "fu per me soltanto
    un monosillabo",
    ma non la dimentichero';
    come potro' perdonare
    tutto il male
    che mi faccio ?


  107. di quella donna
    non c'e' piu'
    nulla
    caravella
    sotto l'arco
    su quel mare
    senza sponda


    Quel tuo
    tratto di cielo
    non e' piu' ormai
    che un' unghia
    di buio
    e
    una stilla
    del tuo sangue
    rotonda e cheta
    brilla in fondo
    a un filo
    di luce
    e
    il sole
    vola ancora
    da un estremo
    del cielo all'altro
    gli sei corsa dietro
    per tanto tempo !
    annaspando
    nella bufera
    di giorni
    e
    cosa hai
    scoperto ?
    che il cielo
    e' fumo
    azzurro ?


    • si vive e si muore
      nel nulla

      (Che livido profondo
      sulla gota !

      Quale spina quale lama
      e' strisciata con ferocia
      sulla patina di fata
      per scavare il crepaccio
      in cui muoion i tuoi sorrisi ?

      Anche tu forse
      non ami
      la zuffa idiota
      del vento e del mare,
      del mondo che affoga
      in una ciotola d'acqua

      In uno scorcio di sonno
      vidi sanguinare a fiotti
      i tuoi occhi gonfi e caldi;
      e sentivo tremare
      il grumo dei tuoi anni
      sul palmo della mia mano

      Caro chicco di sole,
      il mio raglio e' fedele
      come l'ombra)


  108. e quanto mi hai indicato
    con l'indice puntato
    e i nembi che hai cacciato via;
    le spighe di perle
    le ciocche d'alghe che m' hai levato di dosso;
    e il getto di lanterna sulle

    favole notturne di cui vissi e vivro'
    torcendomi le mani fissando attonito
    lune fratte sminuzzate, larve barbagli perpetui


    contro il formicolio della vita;

    sorpreso e impaurito da un fantasma
    che affondava dentro i miei occhi
    in tutto il mio vuoto, e che perdo
    piu' s' avvicina tutto roso com' e'
    dal fuoco di un' altr' alba o tramonto,
    scheggia acuminata infissa nel respiro

    e nel sonno


    ma un vento buio disordina i sassolini
    che sparsi per ritrovare la via,
    un ragno s' incide in un rivolo di luna.

    Un corvo ferisce l'ultimo alone.
    Sanguina a fiotti sui pendii.


    Un occhio fioco tremula mano,

    come una lingua che parli in eterno
    dentro la buccia del mondo,
    un' ombra che corra d'eco in eco,
    frugando le sagome e i brividi
    i mille denti delle montagne
    i mille grembi scoscesi e falo',

    scova sparsi all'estremo incanto
    due tre capelli in un dirupo,
    fili biondi e lievi della matassa
    che svolsi entrando nel labirinto
    come un ladro da quel pertugio.

    E' qualcosa che hai saputo penso
    e che non importava sapere;
    e' ruggine a perdita di vista
    ciechi resti d'inverni traditi.
    Non ci sono piu' nevi o fumi ...

  109. Com'e' bello il mondo quando io non ci sono,
    guizzo di piuma che cade senza fretta
    senza l'affanno di chi deve arrivare
    al luogo stabilito e toccare la meta !

    La poltiglia s' inabissa
    come una stagione finita,
    come una salma composta
    e sepolta

    senza nemmeno un affetto
    vero nella fossa nella ruga
    di terra che ha scavato strisciando
    l'ancora

  110. Scintillo, sotto un lembo di arcobaleno,
    bocconi sulla striscia giallastra
    d'un morto atollo alla deriva;

    e parlo col sole, spirito di balena
    in un fazzoletto di cielo,
    anzi gli scrivo lettere, che non spediro'.

    (Incastono coralli nel carcame del cuore,
    e sotterro i frammenti di una conchiglia)

    In altri accartocciati miraggi,
    le sfoglia, col becco, un cigno nero.
    Due pupille bruciano la notte.
    Le canne sussurrano tutte insieme.
    Un frullo d'ali s' avvita nella volta.

  111. E adesso che e' venuta l'estate
    un rimpianto di primavera
    m' assale

    In ogni angolo calano
    ragnatele d'iridi: da uno
    sorgono i riflessi, d'una croce bianca
    col mio nome minuscolo.
    In fondo alla vita che ci si merita
    e' pur sempre una croce

  112. Vado mendicando nel folto della vita
    di volto in volto senza piu' parole
    i sorrisi freschi i tepori


    il celeste delle fiabe

    che coi miei silenzi
    non saprei meritare.

    E giungo a palazzo sul ronzino del tempo,
    m' avevi gia' scorto nel vallone dove romba
    cupo il torrente, e mi sei venuta incontro.


    Le falde del tuo sorriso
    fiatano intorpidite
    sul fianco dei precipizi.


    Prima lacrima del mondo,
    siedi al desco bandito
    dentro l'angusta prigione
    della mia febbre bambina.
    Un lume infranto ti cinge
    d'un soffio greve e pulito.

    su questa pagina che tu

    m' hai dettato

  113. Di rampa in rampa sparendo
    fra la marmaglia in rotti urli,
    strascicando nella polvere
    i miei lamenti, sbiadisco,
    la' sotto il cielo di marzapane.

    A capo chino,
    fuggendo sciami di vie
    col coure roco,
    mezzo sfatto dai rimpianti,
    dietro siepi
    che riparano dal riverbero,

    sento un volo

    che m' insegue nel cielo frusto,
    queste brezze di nulla
    di giorni deserti
    per giravolte di sere
    notti e mattine,
    turbinare, senz' un grido,
    fra i rami sterili,
    e nascere in me
    foglie secche le stelle.

    E sola fra i vuoti contro un muro sola

    quella mia malinconia senza voce,
    mia lunga lacrima unica mia lacrima,

    stanca immensa ombra che scende la guancia scarna,
    come una farfalla sulla soglia
    ch' e' sfuggita per poco alla vita.

  114. Chiudimi gli occhi con un macigno
    che io possa non veder piu' stelle,
    non possa piu' veder te neppure.

    ... voglia di vedere svanire
    un ricciolo di mondo
    sulle ultime rampe,
    davanti alla mia grande

    pupilla morta ...

    Grazie per ogni regalo,
    e su tutto,

    grazie per il sorriso
    dentro tanto cielo intatto

    1978


  115. Noi viviamo
    per un sorriso
    per quel castello
    di sabbia le torri
    e i bastioni
    che la prima onda
    della notte
    abbattera'
    per inseguire la vita
    il caos dei morti
    nel rumore
    di sole chiuso
    d'una conchiglia
    per un sorriso


    la morte
    e' il sorriso
    di tutti


    soltanto
    un fantasma
    nel castello
    una ragazza
    di sabbia
    sfatta
    dalle onde



  116. Brusio di lei
    e di me,
    ginocchioni
    sulla sabbia
    a costruir castelli
    grandi come soli
    con le nostre
    mani piccine;
    granelli
    di sabbia bionda,
    persi da sacche
    di cielo scucite,
    una striscia sottile
    lasciata
    tra il principio
    e la fine;
    il ricordo
    di tanti giorni
    trascorsi aspettando
    l'incantesimo
    di un suo sorriso;


    la voglia di strapparsi il cuore
    dal petto con le unghie
    per metterlo sul palmo
    della sua mano
    e lasciarlo li'
    a fermarsi piano piano


    la voglia
    di rompere il sole,
    e portarle i cocci;
    di camminare ancora
    insieme,
    con la stessa falcata
    e lo stesso silenzio;
    e sbirciare
    come un ladro
    il suo volto
    di nascosto



  117. Ti seguo
    per le spire del vento
    lungo il silenzio
    del sole


    trattengo il fiato
    ascolto il pigolio
    delle nostre voci
    un canto di prigionia
    " "


    sei comparsa
    all'improvviso
    dalla penombra
    di stelle
    (isole
    di luce e tempo
    isole
    di vita rappresa)


    ho frugato
    la tua voce
    su quelle labbra -
    ombre che ignoro
    si stendono sulle rovine
    di questa vita
    ultima per noi
    che non ne vogliamo
    altre
    " !"


    e' vero
    e' questo
    il mondo in cui
    dobbiamo vivere
    e l'esser vivi
    non ci assolve
    " ?"


    il pensiero della vita
    come un gioco
    non e' un ricordo
    il frastuono della vita
    come un nome
    non e' un senso
    " !"


    e' vero
    dobbiamo sopravvivere
    a questi fuochi
    e a queste ceneri
    a queste umili vite
    arse e perse
    nella cadenza degli anni
    e seguitare a nascere
    e morire ogni giorno
    senza pieta'
    " ..."


    io sono qui
    in questo punto
    per tanti anni
    recluso in queste
    notti profonde
    non dormo
    seguo un suono
    che dilaga
    per la memoria


    e scendo le spire
    di questo vento
    tra sole e sole
    le ombre
    ogni ora piu' lunghe
    dei miei passi


    " "
    ho paura
    delle tue vendette
    affiori e
    filtri
    interroghi
    giudice come il tempo
    " ..."
    la pieta'
    come l'ultima stella
    brilla nei nostri sguardi


    " !"
    io non sono niente


    " ?"
    voglio correre a perdifiato


    mi hai fatto sentire
    un uomo
    sbagliato


    ciao
    non e' vero
    che sei piccola
    non e' vero
    non finire mai
    ciao
    piero


    " "


    1977


  118. Brilla brilla
    in fondo al viale
    una scarpina di vetro


    in fondo al viale
    affonda la notte;
    e le pellicce ringhiano
    contro i cancelli
    rinchiusi di la'
    dal fioco ombrello
    di luce dei lampioni


    sono stanco, sono
    solo, sto correndo
    da mille anni
    dietro a un sogno;
    e invece che destarmi
    m' impantano
    in questo fango
    di lacrime e luna,
    luna stenta
    febbricitante, strega
    senza volto che scruta
    le vie ammorbate
    dai fiati residui


    brilla brilla
    la scarpina abbandonata
    in fondo al viale


    corri corri
    forse sei ancora
    in tempo


    corri corri
    c' e' chi canticchia
    dietro l'angolo,
    forse ubriaco
    come te
    di quel nulla
    che chiamano
    infinito.


    Corri corri


    E la notte
    continua.


    1976


  119. sorride contenta al mondo bruciato,
    cammina contenta
    sui bordi luccicanti di uno specchio,
    osserva calpesta poi ride,
    un' esile traccia
    sul suolo coperto di lava;
    e corre salta gioisce,
    annega le cose in mari di cose;
    poi piange, piano ...



  120. "piccolo uomo a cavallo del sole,
    adesso tu giaci nel palmo della mia mano,
    da quanti anni non sai;
    la felicita' corre in tondo,
    i giorni sono grandi sogni scritti in cielo,
    e i miei occhi cavi ti sorridono,
    da quanti anni non sai"


    (cento piccole dita
    mi accarezzano i capelli)



  121. piangi donna piangi
    sulle inutili fiabe
    del tuo misericordioso
    tempo passato


    detta dalle labbra rigonfie
    il seme di saliva
    che vorresti aver seminato
    le altri notti
    quelle piu' lunghe
    sotto le lenzuola mosse
    da mani nemiche
    e quelle minuscole appena
    sfiorate dal chiaro di luna


    piangi donna piangi
    il tempo diventato ricordi
    il terreno percorso scavalcando
    le macerie dell'infanzia
    con un lungo sospiro in fondo
    uccello biondo
    i gemiti avanzati
    dall'ultima volta


    la sera poi il silenzio
    sola le chiavi del tuo appartamento
    piangi donna piangi
    tanto cosi' tanto tempo



  122. il mio nome non conta
    ti sto guardando guardando
    col tempo dalla mia parte


    ti ho sentita
    calcare il mio volto con diffidenza,
    asciugando le poche gocce rimaste
    e ho intravisto la forma
    del tuo segreto:
    ghirigori di stelle
    sul foglio vuoto !
    non e' facile nascondersi
    col tempo dalla mia parte


    tu dici che cerchi qualcosa
    e comunque non sono io
    che ti sollevi ogni volta che cadi
    ma no non sono io non sono io
    prima che la polvere mi penetri
    prima che il cielo esploda
    prima che l'uragano cominci
    a seppellire il mio mondo
    andro' a cercare il motivo giusto
    col tempo dalla mia parte


    ho imparato ad accettarti
    non gettare mai via i diamanti che trovi
    proprio cio' che dici a qualcuno che incontri per caso
    e che poi non avra' il coraggio di gettare via te
    ho imparato a non domandare
    quando non so neppure cosa domando
    ed ora vago triste e senza domande
    con tanta strada da percorrere ancora
    col tempo dalla mia parte


    che qualcuno suoni una canzone per me
    che qualcuno mi seppellisca lontano da qui
    no non posso tornare a casa cosi'
    le parole mi riempiono la mente
    tu non mi perdonerai facilmente
    ma il tempo sta dalla mia parte.



  123. Tu cammini dove la sua salma,
    tre braccia di foglie, sta marcendo.
    Le sue membra immense sono mosse
    appena dal vento: succhia la linfa
    dell'inverno, e il fuoco gelido
    della sua anima alimenta il tempo.
    Io ho bruciato il suo cuore,
    scorgi ancora, sfatto in terra,
    il fuoco con cui l'abbiamo uccisa.
    Puoi raccoglierla, e sollevarla
    con le braccia; e chiederci come
    abbiamo tagliato la legna, e disposto
    i ceppi; e come l'abbiamo acceso.
    Noi ti racconteremo le fiamme,
    che ci hanno insanguinati tutti,
    fino alla fine, e la luce,
    che ci ha accecati, nella vergogna.


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