La desegregazione
( Linda Brown, James Chaney, Jonathan Daniels, Ronald Davies, Angela Davis, Dwight Eisenhower, Medgar Evers, Orval Faubus, Andrew Goodman, Jimmie Lee Jackson, Martin Luther King, Ku Klux Klan, Herbert Lee, Viola Liuzzo, Huey Newton, Rosa Parks, Lotte razziali, James Reeb, Bobby Seale, George Wallace, Malcom X, Bob Moses, Mickey Schwerner)
Il 17 maggio del 1954 a Topeka, in Kansas, ebbe inizio (pacificamente) il
processo che avrebbe desegregato l'America. Linda Brown vinse la causa contro
la scuola locale che era chiusa ai neri. La Corte Suprema in persona dichiaro'
inconstituzionale ogni forma di segregazione nelle scuole pubbliche.
Fu un processo lungo e doloroso, che passo' attraverso una serie di
innumerevoli episodi di intolleranza e di connivenza delle autorita'.
La disobbedienza civile di Martin Luther King prese il via dall'arresto di Rosa
Parks nel dicembre del 1955 su un autobus di Montgomery, in Alabama (un'umile
sarta nera si era rifiutata di cedere il posto a un passeggero bianco).
A Little Rock, in Arkansas, due anni dopo, nel settembre del 1957, una scuola
media si rifiuto' di accettare nove ragazzi di colore.
A fronte dell'ingiunzione della Corte Suprema e della tensione che i razzisti
suprematisti
(vedi) avevano creato, il governatore dell'Arkansas, Orval Faubus, forse
piu' vile che malvagio, prima le truppe a bloccare gli studenti di colore.
Il giudice Ronald Davies gli intimo' di rispettare la Costituzione e,
all'ennesimo rifiuto, il presidente Eisenhower invio' le truppe federali
a scortare i ragazzi a scuola.
Per tutta risposta Faubus sospese le lezioni per tutto l'anno scolastico.
Il primo febbraio 1960 gli studenti di Greensboro scesero in sciopero e tennero
un sit-in che scateno' dimostrazioni a catena in tutto il Sud.
Nello stesso anno in una chiesa assediata dai razzisti l'epica voce di
King intono' "We shall overcome", che da quel giorno divenne
l'inno dei neri. Il 4 maggio 1961 si costituirono i "Freedom Riders", autobus
agit-prop che girarono gli stati del sud per protestare contro la
discriminazione razziale.
Il 20 settembre 1962 l'Universita' del Mississippi venne obbligata dalla Corte
Suprema ad ammettere il primo studente di colore, James Meredith, che divenne
un eroe per il suo popolo. Un anno dopo nelle stesse zone venne assassinato
uno dei piu' celebri attivisti, Medgar Evers.
Sempre nel 1963 l'Alabama fece resistenza in maniera molto piu' violenta, al punto
che l'11 giugno il governatore stesso, George Wallace, ando' a picchettare di
persona l'Universita' dell'Alabama per impedire l'ingresso agli studenti neri.
Durante la prima grande marcia pacifica su Washington, il 28 agosto 1963
King pronuncio' il celebre discorso "I have a dream".
La risposta al suo "sogno", venti giorni dopo, fu la bomba che causo' una
strage in una chiesa nera di Birmingham (sempre in Alabama) strapiena di
bambini. Cio' nonostante le autorita' continuarono a infierire non sui razzisti
ma sui militanti (nel 1964 King veniva arrestato per la sedicesima volta).
Durante la "Mississippi Freedom Summer" del 1964, in gran parte organizzata
ad Harlem (New York) dallo "Student Non-Violent Coordinating Committee" di
Bob Moses per difendere il diritto dei neri a votare, tre attivisti,
Andrew Goodman, Mickey Schwerner e James Chaney, vennero uccisi dal Ku Klux
Klan (nessuno venne mai arrestato), Herbert Lee, il primo nero a richiedere la
sua cartolina elettorale, venne ucciso da un ufficiale pubblico (mai
condannato), 35 chiese nere furono oggetto di attentati e qualche migliaio
di persone vennero picchiate e arrestate.
Nel 1965 un gruppo di contestatori che rivendicava il diritto dei neri di
votare compi' in tre giorni una marcia di ottanta chilometri
attraverso l'Alabama, da Selma a Montgomery, sfidando il divieto del
governatore Wallace: Jimmie Lee Jackson, ucciso a bruciapelo dalla
polizia di stato, fu il primo martire della campagna, seguito da James Reeb,
Jonathan Daniels e Viola Liuzzo, tutti periti durante la marcia o durante
il ritorno.
Le chiese soprattutto divennero vulnerabili alla violenza dei razzisti.
Negli anni '50 le chiese era diventate i veri custodi dei movimenti per
i diritti civili (sia l'SCLC di King sia il NAACP) e la ragione era molto
semplice: le chiese erano le uniche istituzioni di cui i neri avevano il
controllo.
Il pacifismo un po' antiquato di King venne allora scavalcato a sinitra
dalle frange violente del movimento, quelle, come i "Black Muslims",
che si rifacevano a Malcom X (vedi), il discepolo nero di Lenin,
che incitava alla violenza per "internazionalizzare il problema nero".
Venne ucciso, in circostanze tuttora misteriose, il 21 febbraio 1965, durante
un comizio nel ghetto di Harlem.
Nell'agosto 1965 a Watts, il ghetto di Los Angeles, si
contarono 34 morti dopo undici giorni di disordini causati dall'uccisione di
un passante da parte della polizia.
Nell'ottobre del 1966 a Oakland, in California, Huey Newton, Bobby Seale,
Angela Davis fondarono il Black Panther Party, forti del motto "Black Power".
Nel 1967 si verificarono in tutto il paese 164 sommosse, con 26 morti nel
ghetto di Newark, alla periferia di New York, e 43 in quello di Detroit.
Le vittime di questa seconda guerra civile (e di
quest'epopea degna dei martiri cristiani) si fecero sempre piu' illustri,
fino al 4 Aprile 1968, quando venne assassinato King in persona.
Ci volle quel sacrificio (e la successiva orgia di violenza, con insurrezioni
in 125 citta' e 46 morti) per mettere fine alla resistenza. Negli anni seguenti
entrarono in vigore legislazioni a livello federale che obbligarono tanto il
Sud reticente quanto il Nord a garantire i pieni diritti civili ai cittadini
di colore. Programmi come quello
dell'"affirmative action" (che favorisce le minoranze nelle assunzioni
dei posti statali) e l'intervento dell'esercito per imporre la desegregazione
delle scuole disinnescarono progressivamente la rabbia dei neri.
Le ferite hanno impiegato una ventina d'anni a rimarginarsi
(nel 1972 Wallace, il simbolo della resistenza razzista, rimase a sua volta
paralizzato da un attentato), ma oggi l'ostracismo nei confronti dei neri
si e' indubbiamente molto ridotto.
Negli anni '60 l'ottimismo generale era stato costruito attorno a un modello
di riferimento ben preciso, quello del WASP, il bianco protestante anglosassone,
che tutti invidiavano e che, piu' o meno tacitamente, consideravano come il
deus-ex-machina economico, culturale, politico.
L'ottimismo degli anni '80 dipende unicamente da un modello economico, non da
un modello etnico.