La citta' piu' vivibile d'America

Seattle, la "Citta' di Smeraldo", circondata dalle acque di Lake Washington e dalle isole di Puget Sound, crebbe alla fine del secolo scorso per effetto della corsa all'oro, ma poi dovette attendere fino agli anni Sessanta per trovare un altro impulso (la Boeing) e agli anni Ottanta per diventare meta di migrazione nazionale. Oggi, con i suoi due milioni e mezzo di abitanti, la zona metropolitana e' seconda soltanto a Los Angeles e alla Baia di San Francisco fra gli stati a ovest delle Montagne Rocciose.
Recentemente Seattle e' stata teatro, nel suo piccolo, di un melting pot simile a quello della California.
Seattle e' diventata anzi la citta' piu' ambita degli USA. Per quasi mezzo secolo il sogno di tutti i giovani Americani e' stato quello di stabilirsi in California; e milioni di loro hanno realizzato quel sogno, trasformando la California nello stato piu' popoloso dell'Unione. Verso la fine degli anni Ottanta il mito californiano comincia pero' a perdere punti, e la crisi economica, che fa seguito al terremoto di San Francisco del 1989 ed e' seguita dai riot di Los Angeles del 1992, determina per la prima volta un'inversione di tendenza: chi se lo puo' permettere, lascia la California e si trasferisce altrove. Questa volta sono i californiani a dare origine al nuovo esodo demografico, e lo stato piu' ambito dai californiani e' quello del Washington. Il Washington offre la soluzione a tutti i problemi della California: non solo non patisce la siccita', ma e' addirittura uno dei piu' piovosi; non solo non ha mai avuto un terremoto di rilievo, ma e' addirittura esente da tutte le catastrofi naturali; non solo non presenta tensioni sociali, ma e' addirittura a prevalenza WASP; non solo non attraversa una crisi economica, ma alcune sue industrie (come la celebre Microsoft dell'ancor piu' celebre Bill Gates) si contano fra i pochi miracoli finanziari di questi anni. Seattle viene votata da tutti i sondaggi come citta' piu' "vivibile" degli USA.
Seattle ambisce anche a rilevare il ruolo di polo tecnologico che e' stato della Silicon Valley californiana. Gates prende il posto di Steve Jobs (fondatore della Apple) nell'immaginario dei "computer wizard". Lo stato del Washington, con le sue foreste e i suoi grandi fiumi, e soprattutto con i suoi immobili a prezzi piu' ragionevoli, prende il posto della California, con i suoi deserti, le sue siccita' e i suoi immobili carissimi, nell'immaginario delle masse giovanili.
A dire il vero Seattle aveva sempre conteso a Chicago il primato di calamita naturale del Midwest: i giovani cresciuti fra i Grandi Laghi e l'Oceano sono attratti dalle due metropoli che delimitano un po' la zona (recentemente anche Minneapolis e' emersa a contendere loro quel primato, ma in misura inferiore). Dagli anni Sessanta ad oggi, pero', Chicago ha progressivamente perso il suo fascino, diventando sempre meno la capitale finanziaria degli USA e sempre piu' un agglomerato di sobborghi della piccola borghesia. Seattle ha invece compiuto la trasformazione opposta, da citta' fortemente industriale (la Boeing sta a Seattle come la Fiat sta a Torino) a citta' moderna e diversificata. L'Universita' di Chicago, tradizionale serbatoio di intellettuali, sta decadendo, mentre quella di Seattle e' in pieno rigoglio. Chicago e' famosa per i locali di blues e di jazz, Seattle per quelli di rock. Per un adolescente bianco Seattle presenta numerosi vantaggi.
Se gli immigrati ricchi della California portano con se' il capitale finanziario, gli immigrati poveri del Midwest portano a Seattle il loro capitale artistico. Mentre un artista californiano trova facilmente un canale di espressione a San Francisco o Los Angeles, l'artista cresciuto nel Montana o nel Wyoming e' quasi obbligato ad emigrare altrove. In numero crescente scelgono Seattle come destinazione, e contribuiscono in tal modo ad alimentare la scena culturale della citta'.
Nordovest
La storia dell'Oregon (terra di grandi fiumi, foreste, montagne, cascate, canyon, laghi) inizia con la celebre spedizione del 1810 di John Jacob Astor che, alla ricerca di nuovi serbatoi di pellicce, apri' quello che sarebbe diventato l'"Oregon trail", un percorso terrestre che attraversava tutto il continente e arrivava alla foce del fiume Columbia (a quella che oggi e' Oregon City), nella zona dove da decenni gli Inglesi e i Francesi commerciavano in pellicce con gli Indiani Chinook (arrivandoci dal Canada oppure via nave dopo aver circumnavigato il Capo Horn e trasformando posti come le Dalles, un punto di sosta obbligato sulle rapide, in vivaci mercati). Nei decenni successivi centinaia di migliaia di pionieri avrebbero seguito l'"Oregon trail" per spostarsi ad ovest.
E' lungo quel "trail" che ebbe luogo l'epopea del "Far West": carovane di coloni, scout, banditi, indiani, "boom town", Pony Express e cosi' via diedero vita a una delle pagine piu' colorite della storia moderna. L'Oregon fu a lungo terra di nessuno, o, meglio, terra della Compagnia di Hudson Bay, che nel 1821 aveva acquisito tutti i diritti su quei territori. John McLoughlin, il rappresentante della Hudson Bay, fu di fatto per vent'anni il dittatore assoluto della regione ad ovest delle Montagne Rocciose, dall'Alaska fino al Sacramento (oggi Baia di San Francisco). Soltanto nel 1849 gli USA negoziarono i confini con la Gran Bretagna (che governava ancora il Canada), e pochi anni dopo scorporarono il Washington e l'Idaho; ma fino al 1883, quando arrivo' la ferrovia, l'Oregon rimase virtualmente isolato dal resto del mondo, con una popolazione di poche migliaia di anime. All'inizio del secolo la popolazione inizio' a crescere rapidamente, grazie soprattutto all'industria del legname (Eugene).
Questo paese di tagliaboschi ha subito un duro colpo durante gli anni '80, quando i prezzi e la domanda sono crollati: all'inizio del decennio il settore impiegava 90.000 persone, all'inizio di quello successivo erano rimasti soltanto 60.000 di quei posti di lavoro. Non solo l'Oregon e' stato uno degli stati piu' colpiti dalla recessione, ma e' oggi sotto processo dai gruppi ambientalisti, che esercitano pressioni su Washington per limitare d'ufficio la quantita' di foresta che puo' ancora essere distrutta.
Recentemente l'Oregon ha pertanto trovato la motivazione a cercare di industrializzarsi e diversificare la sua economia. In breve Portland, la citta' piu' popolosa, e' diventata meta di immigrazione dalla California, in quanto offre uno stile di vita semplice e tranquillo e un ambiente pulito e idilliaco. E durante gli anni '80, capitanate dall'Intel, le aziende di alta tecnologia hanno scoperto la tranquillita' e la convenzienza immobiliare dell'Oregon, facendo crollare la disoccupazione al di sotto della media nazionale (il 6% nel 1994). La zona attorno a Eugene, dove si sono stanziate Intel e Hewlett-Packard (nonche' stranieri come Sony, Hyundai, Fujitsu e NEC), viene ribattezzata "Silicon Forest" (in contrasto con la "Silicon Valley" californiana).
Rispetto al cosmopolita Washington e alla futuribile California l'Oregon rimane comunque un luogo relativamente isolato, tranquillo e conservatore. Lo stato che ospita meraviglie naturali come Hell's Canyon e Mount Hood rimane comunque relativamente povero, dove persino l'analfabetismo e' ancora un problema serio.
Lo stato del Washington e' diventato la "success story" degli anni Ottanta per molteplici ragioni, principalmente il boom della Microsoft (la societa' di software formata da Bill Gates, oggi l'uomo piu' ricco del mondo benche' non abbia ancora compiuto quarant'anni) e la reputazione di Seattle come citta' piu' "vivibile" degli USA.
Per decenni lo stato fu terra dei cacciatori di pellicce, concentrati attorno a Fort Okanogan (fondato da John Jacob Astor nel 1811), Fort Colville e Fort Vancouver (fondato nel 1824, oggi Vancouver, la citta' piu' antica dello stato). I loro unici rivali erano i missionari, che usarono quei forti (e la St Mary Mission di Omak) come base di partenza per la loro opera di conversione degli Indiani. La ferrovia e la corsa all'oro del Klondike (nel 1897) vivacizzarono la regione alla fine del secolo, trasformando villaggi di pescatori come Seattle in piccole metropoli.
Lo sviluppo industriale degli ultimi anni deve probabilmente molto ai lavori compiuti prima e durante la guerra per aprire l'interno e le sue immense risorse idriche e forestali; in particolare la celebre Grand Coulee Dam (sette milioni di metri cubi di cemento). La Boeing di Seattle (la divisione 747-767) e' diventata il colosso mondiale dell'aeronautica. Nel 1962 e nel 1974 rispettivamente Seattle e Spokane hanno approfittato di grosse mostre internazionali per costruire un'infrastruttura culturale che forma tuttora il cuore della civilta' locale.
La natura costituisce certamente uno dei fascini piu' profondi di questo stato ancora in gran parte vergine. Gli appartengono alcune delle montagne piu' alte degli USA, a partire da Mount Rainier per arrivare al vulcano di Mount St Helens, abbassato di qualche centinaia di metri dall'eruzione del 1980; le pianure di Puget Sound, che allo sbocco dello stretto di Juan De Fuca danno origine a un arcipelago di circa trecento isole (fra cui Whidbey, la piu' estesa degli USA continentali) e un sistema di fiordi e baie su cui si specchiano porti come Tacoma, Olympia (che e' anche una rigogliosa cittadina universitaria) e il pittoresco Port Townsend; Lake Chelan; le gole del fiume Columbia; la Olympic Peninsula (e la relativa foresta); la Wenatchee Valley.
L'inconveniente con cui deve vivere oggi il Washington e' quello che era stato uno dei suoi orgogli: l'immane fabbrica di produzione del plutonio di Hanford (il fiume Columbia e' ricco di plutonio) che rappresento' un sostanziale progresso tecnologico rispetto a quella di Oak Ridge in Tennessee, ma che oggi e' un disastro ecologico in attesa di succedere.