Obituary


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Slowly We Rot (1989), 7/10
Cause Of Death (1990), 6.5/10
The End Complete (1992), 6/10
World Demise (1994), 5/10
Back From The Dead (1997), 4/10
Frozen In Time (2005), 5/10
Xecutioner's Return (2007), 4/10
Darkest Day (2009), 4/10
Inked in Blood (2014), 4/10
Obituary (2017), 5/10
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If English is your first language and you could translate my old Italian text, please contact me. Gli Obituary furono protagonisti della scena death-metal della Florida. L'album Slowly We Rot (Roadrunner, 1989) li presento` come "il complesso piu` pesante del mondo". E' certo che John Tardy e` un cantante magistrale di "death metal", in quanto il suo registro roco e grave impersona la voce di un morto tornato dall'Oltretomba. Il disco rappresenta la quintessenza del "grindcore" e del "death metal", nel bene e nel male. Nel mucchio di aberrazioni per mitragliatrici e martelli pneumatici la title-track e` l'unica a conservare un contegno musicale. Dopo un po' lo schema di Intoxication e delle altre frustate sonore del disco diventa invece ripetitivo: introduzione a ritmo supersonico, grugnito al ralenti`, lungo ponte strumentale, assolo galattico di chitarra, coda catastrofica. L'attrazione principale rimane Tardy, che sembra ripetere il cerimoniale di immedesimazione compiuto nel cinema da Lon Chaney.

La chitarra di James Murphy (ex Death) impreziosisce il secondo Cause Of Death (Roadrunner, 1990), che peraltro, piu` lento e calcolato, non ha quasi nulla del fascino selvaggio del precedente. Tardy e Murphy intonano comunque alcune delle odi piu` sinistre del genere (Infected, Chopped in Half, Find the Arise). L'album e` meglio suonato e meglio prodotto del precedente, ma rimane il dubbio se il death-metal abbia bisogno di migliore destrezza e produzione piuttosto che verve infernale.

The End Complete (1992), con il vecchio duo di chitarre (Allen West e Trevor Peres), migliora i riff e il cantato, ma deteriora ulteriormente il sound originario.

Con World Demise (1994), album che sperimenta con campionamenti e cambi di tempo, il gruppo tento` di rinnovare un sound che si stava sclerotizzando. Il meglio, comunque, rimane nella musica brutale di canzoni come Don't Care.

Murphy formera` poi i Disincarnate e registrera` con loro l'album Dreams Of The Carrion Kind, all'insegna di un "death metal" puro, esaltato dai suoi assoli tetri e desolati.

Gli Obituary torneranno sulle scene con Back From The Dead (Roadrunner, 1997).

Frozen In Time (Roadrunner, 2005), their first studio record in eight years, delivers the goods with no frills, referencing their past work but in a somewhat more professional manner. On the Floor and Blindsided sound like songs from their first album re-recorded in high fidelity.

Xecutioner's Return (2007), instead, made a 180-degree U-turn, back to old-school death-metal, but with Ralph Santolla on guitar, and his contribution is evident in songs such as Evil Ways. Santolla is, in fact, the main reason to listen to Darkest Day (2009), which otherwise is as derivative and monotonous as the genre can get.

Inked in Blood (2014) was the first album with a new lineup, having replaced Ralph Santolla with Kenny Andrews and longtime bassist Frank Watkins with Terry Butler (Death, Massacre, Six Feet Under).

The live album Ten Thousand Ways to Die (2016) also contains two new songs, Loathe and Ten Thousand Ways to Die.

Obituary (2017) gave a more prominent role to bassist Terry Butler and guitarist Kenny Andrews, and the result was a better revival of old-school Obituary.

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