Summary:
Frank Black, the new alias of former
Pixies'
vocalist Charles "Black Francis" Thompson, now relocated to Los Angeles, indulged in his trademark "scream of consciousness" on his solo albums Frank Black (1993) and Teenager Of The Year (1994), still characterized by erratic structures and reckless melodies.
If English is your first language and you could translate my old Italian text, please contact me.
Scroll down for recent reviews in English.
|
Kim Deal e Black Francis, i due geni dei Pixies,
si separarono dopo Trompe Le Monde (Elektra, 1991), ultimo di una
serie di splendidi album che avevano cambiato per sempre la faccia della
musica rock.
Se ai tempi Charles Thompson (vero nome di Black Francis),
inventore dello "scream of consciousness" (una variante del
"flusso di coscienza" per seguaci di Iggy Stooge) e degno erede
dell'esistenzialismo criptico di Michael Stipe.
sembro` essere il protagonista di quell'avventura, le loro
carriere parallele lasciano dubbi su chi di due abbia avuto le idee migliori.
Ribatezzatosi Frank Black e trasferitosi a Los Angeles
(sua citta` natale, ma che aveva lasciato adolescente per Boston),
Thompson pubblico` l'album Frank Black (Elektra, 1993), con il quale
trovo` un nuovo (e forse definitivo) equilibrio nei panni di
tardo rocker decadente alla Lou Reed o Iggy Pop.
Quantomeno Black e` al culmine la sua abilita` di arrangiatore:
dopo aver decollato con
un hardrock di maniera, Los Angeles sfodera un inserto orchestrale,
cambia improvvisamente tempo e libra una melodia soffice da baritono country, e
infine al ritmo di una marcetta funebre si lascia sommergere da un mellotron
alla Moody Blues. Il ritornello folk alla Richman (introdotto con gran pompa
dalle chitarre) di I Heard Ramona Sing si avvale di un accompagnamento da
musica leggera orchestrale finche' il pianoforte non intona una figura solenne,
in modo che Black possa cambiare ottava e farsi il controcanto.
Il synth-pop di Hang On To Your Ego poggia su una cadenza da cabaret e da
discoteca, una forte distorsione e soprattutto un ritornello orecchiabile, il
piu` contagioso del disco.
Per quanto condotte nel caratteristico tono da ubriaco, sono composizioni
ardite, in cui trionfa la sua arte di collage di eccentricita`, l'andamento
sempre imprevedibile.
Non a caso al fianco di Black c'e` Erid Drew Feldman, che ha militato nella
band di Captain Beefheart e nei Pere Ubu,
due delle esperienze piu` importanti della storia del rock.
Black sfoggia persino un piglio da narratore atmosferico, alla Stan Ridgway,
in ballate country adattate ai ritmi ballabili come Fu Manchu (degna di
Jeff Lynne) e
Adda Lee; ma sempre con sovratoni comici.
Poco alla volta, pero`, le canzoni si assestano su dei canoni piu` prevedibili
e monocolori: l'organetto surf e il passo ska di Two Spaces, la cadenza
voodoo di Ten Percenter, e cosi` via.
Innocui e insignificanti, i trucchi da vecchio mestierante che infarciscono
questi brani e lo strumentale Tossed, hanno perso del tutto la verve di
un tempo, ma conservano i caratteri (le metamorfosi continue, la stratificazione
di effetti, il senso di auto-parodia) del suo istrionico dadaismo.
Si ha la sensazione che il cantante, come quasi
tutti i rocker quando invecchiano, stia cercando di usare la sua forma per
esprimere contenuti piu` profondi e universali; e nel tentativo riveli pero`
un limite fondamentale della sua musica.
Teenager Of The Year (Elektra, 1994) continua in questo programma di
canzoni dalle costruzioni astruse e convolute, ma che riescono sempre a far
emergere una melodia spericolata.
Abstract Plain e Two Reelers costituiscono le
naturali eredita` dei Pixies.
Cio` che cambia rispetto ai Pixies e` ancora una volta il tono, non piu`
leggero e stranito, ma pensoso e preoccupato.
Dal punto di vista del melodismo Black e` anzi progredito, pervenendo a
Headache (una delle sue canzoni piu` orecchiabili di sempre) e
Whatever Happened To Pong, anche se ancora lontano
dalla felice serenita` dei Breeders.
Un ammiccamento a Lou Reed (Ole Muholland) e uno a Dylan (Superabound)
fanno capire che, pur con tutte le sue eccentricita`, questo sound nasce da
una conoscenza enciclopedica delle radici.
Il disco, anche se inferiore al primo,
e` felicemente compatto e coesivo, come forse non gli accadeva da anni.
Causa l'assenza di Feldman,
The Cult Of Ray (American, 1996) risulta arrangiato in maniera piu`
spartana, e in particolare privo di tastiere.
The Marsist ruba il riff di chitarra dalla Pretty Woman di
Roy Orbison, Men In Black sferra un riff martellante di power-pop,
Punk Rock City riechieggia il boogie perverso di Stooges e Lou Reed,
Jesus Was Right gongola nel rock and roll trascinante dei New York Dolls,
e You Ain't Me combina un lamento sconsolato e un riff epico di chitarra
come piacerebbe a Tom Petty. Naturalmente Thompson infioretta tutto dei suoi
capricci dissonanti e primitivisti. I due brani migliori, anzi, potrebbero
essere i due strumentali: Mosh Don't Pass The Guy, una scorribanda
al limite dell'heavymetal con tinte country-punk alla Gun Club, e
The Adventure and the Resolution, bislacca fuga stonata a meta` strada
fra Bach e Hendrix.
Se musicalmente l'album lascia a desiderare, filosoficamente e` una
rivelazione. Da un lato e` un'opera che, fitta di riferimenti a generi e miti,
riflette intensamente sull'arte stessa della canzone rock.
Dall'altro e` un'opera autobiografica fino alla paranoia, anche quando ricorre
alle sua preferite metafore, tratte dalla fantascienza e dai fumetti.
Black sputa veleno e attacca il suo mondo, un mondo che non riesce piu` a
controllare come quando era alla testa dei Pixies.
Mentre l'ex compagna Kim Deal continua a inanellare hit con i suoi progetti,
Black e` sempre piu` emarginato. Alla testa dei Catholics
(Spinart, 1998), un gruppo di veterani comprendenti Rich Gilbert (ex Human
Sexual Response e Concussion Ensemble) e David MacCaffrey
(Miracle Legion)
Black continua a rinsanire, a discapito dell'eccentricita`.
Quello di All My Ghosts e` power-pop per chitarra virulenta e foga
punk, tipico dei vecchi Pixies ma che adesso sembra copiato dai Green Day.
Do You Feel Bad About It e` una generica canzone melodica alla
Marshall Crenshaw o Jules Shear. L'inno rock and roll di
Suffering suona pertanto un po' ipocrita, privo della rabbia di cui
avrebbe bisogno. I momenti migliori sono, tutto sommato, i piu` anomali:
Dog Gone, una ballata con accenti un po` Neil Young e un po' Billy Joel,
e I Gotta Move, uno splendido spunto di garage-rock con un ritornello
degno degli Heartbreakers e un frentico ritmo di chitarra alla Venus.
Si tratta pero` di un altro uomo. Il ribelle scapestrato dei primi Pixies
non esiste piu`. Esiste un animo tormentato che continua a muguginare sulle
proprie vicende private con la testardaggine e il fatalismo di tanto
blue-collar rock.
Pistolero (Play It Again Sam, 1999) prosegue nell'idea di registrare
in studio dal vivo in tutta umilta`, questa volta con maggior convinzione e
forse maggior affiatamento dei Catholics.
I Love Your Brain,
Bad Harmony, So Hard To Make Things Out e
I Want Rock And Roll sono brani ruvidi e intricati che benedicono
l'eterna eccentricita` del leader.
Ma il cuore del disco batte in Western Star e You're Such A Wire,
due brani in cui Thompson sfoga le sue solite nevrosi in maniera ancor piu`
criptica del solito.
Black rimane il massimo erede del rock d'avanguardia inaugurato dai Pere Ubu, un
genere che mescola i toni leggeri del surrealismo e quelli cupi
dell'espressionismo in un sapido alternarsi di umori e suoni. Black ha la
statura dell'autore di prima grandezza, anche se, dopo il primo album solista,
non ha piu` saputo esprimersi a livelli eccelsi.
A nuocergli e` soprattutto l'insicurezza psicologica, una sottile nevrosi che
nei Pixies, amministrata dai soci, diventava arte sublime, ma che nei suoi
dischi solisti dilaga semplicemente come un virus.
|