Cobra Verde
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Viva La Muerte , 7.5/10
Egomania , 6/10
Vintage Crime, 7/10 (EP)
GEM: Hexed , 5/10
Nightlife, 6/10
Einstein's Secret Orchestra: Witch Disco (SwampRadio, 1999), 6/10
Easy Listening , 5/10
Copycat Killers (2005), 4/10
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If English is your first language and you could translate my old Italian text, please contact me. I Death Of Samantha furono probabilmente uno dei gruppi rock piu' intellettuali della loro generazione, e anche in questo seguirono le impronte dei Pere Ubu.

Dopo cinque anni di silenzio, il chitarrista John Petkovic rimise insieme il nocciolo della formazione, ovvero il bassista Dave Swanson (ora alla batteria) e l'altro chitarrista Doug Gillard, per formare i Cobra Verde. Se lo spunto di Viva La Muerte (Scat, 1994) e' ancora quello di una fusione eclettica di garage-rock e new wave, un appropriato maquillage fa si' che il risultato sia questa volta un "grunge" melodico da rozzi sottoproletari.
Al centro delle armonie e' rimasto il fraseggio ora nervoso e singhiozzante e ora petulante e spaziale del chitarrista John Petkovic, a cui si devono le infinite citazioni da Hendrix, Cream, Rolling Stones e tanti altri. Emblematiche Was It Good, il cui ritornello anthemico e` propulso da sincopi dissonanti e trafitta da un baccano sporco, e Already Dead, il cui riff e` bruttissimo. L'ispirazione resta sempre in quei paraggi blues, oscillando tutt'al piu' fra l'estremo truculento degli ZZ Top (Gimme Your Heart) e quello strascicato dei Rolling Stones (Montenegro, Debt); ma l'esecuzione e' talmente brillante che nulla risulta scontato, tanto meno l'hard-rock fragoroso e ubriaco di Despair o il soul-rock veemente e scoordinato di Cease To Exist. Il ritmo e` sostenuto dall'inizio alla fine.

L'EP Vintage Crime (Scat, 1995), con Every God For Himself, fa seguito a due singoli di gran classe, il rhythm and blues febbricitante di Leather (Scat) e il pop nevrotico di One Step Away From Myself (Subpop), e aggiunge altre sei turgide canzoni al repertorio di John Petkovic. L'idea e' di stravolgere ritornelli e armonie vocali del Merseybeat con armonie e ritmiche fuori misura, all'insegna di un hard-rock molto irregolare. Portando alle estreme conseguenze la prassi degli Who (ringhio melodico e riff sferzante) nasce Catalogue. Un ruggito da shouter e un ritmo da pellerossa deragliano ancor piu' Wish I Was Here.

I Cobra Verde sono diventati il gruppo d'accompagnamento della stagione migliore di Bob Pollard (ovvero Guided By Voices) quando esce Egomania (Scat, 1997), una raccolta di inediti e di singoli. Il disco lascia l'impressione di un gruppo di scatenati ragazzini, che eccellono nel ruggire il rhythm and blues di Leather a passo di bayou e nel mitragliare il bruciante punk-rock di A Story I Can Sell. L'armonia atmosferica e sperimentale di Still Breaking Down riporta all'epoca del rock psichedelico (quello soffice degli Spirit). E` la canzone piu` commerciale, Everything To You, a deludere, con le sue progressioni ritmiche il suo stridulo ritornello mutuati da David Bowie. Se la raccolta non regge il confronto con il primo album (che era davvero un album), testimonia comunque delle eccezionali doti del gruppo.

Doug Gillard a sua volta si unisce al batterista dei Prisonshake, Scott Pickering, al chitarrista Tim Tobias, e al bassista Jeff Curtis (My Dad Is Dead) per registrare a nome di GEM l'album Hexed (Restless, 1995) all'insegna di un pop semplice e lineare che sembra rinnegare l'intera scuola dei Death Of Samanthas. Sheep si apre con un riff travolgente e un ritmo da carica, Your Hearoes Hate You scopiazza un boogie lascivo dei T.Rex, ma poi l'album scivola nel pop melenso dei Raspberries (Only A Loan e Suburban Girl). I Hate It riecheggia gli Who e Little Star riecheggia Neil Young. Gillard non e` molto ispirato una volta privato della guida di Petkovic.

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Following Swanson's and Gillard's departures, John Petkovic reinvented the Cobra Verde as a six-piece for Nightlife (Motel, 1999). Two members (Ched Stanisic and Chas Smith) play keyboards (notably, a theremin), but the sound can hardly be defined electronica: Cobra Verde's is still guitar-rock. The keyboards' role is similar to Ravenstine's role on Pere Ubu's rockier songs: a quirky decoration. Much greater is the impact of Ralph Carney's saxophone. The maverick session-man is the most distinctive voice on the record, even if he's not credited as a band member.
Without the solid backing of his old partners, Petkovic's passion for emphatic glam-rock overflows, and every other song is a deranged call for decadent intemperance, whether an Ultravox-style punk-rock attack (One Step Away From Myself) or an ironic vaudeville sketch (What Makes A Man A Man, Pontius Pilate), whether a manic, operatic, hard-rock attack a` la Who's Quadrophenia (Heaven In The Gutter) or a lusty, Rocky Horror Picture Show-class anthem (Don't Let Me Love You).
Far from indulging in "Bowiesque" poses, the band careens with noisy and driving songs such as Crashing In A Plane, a Roxy Music-soundalike thanks to pounding rhythm and wild sax noises, and the loud, angry boogie of Casino.
Nonetheless, the Petkovic's true calling is music for performance, for the visual arts and the theater. The rock-and-roll heart of the band stopped beating when Gillard left.
The album also includes an old EP track, Every God For Himself, and the old single One Step Away From Myself.

Cobra Verde keyboardist Chas Smith leads the Einstein's Secret Orchestra. The instrumentals on Witch Disco (SwampRadio, 1999) are mostly improvised ambient pieces.

Easy Listening (Muscletone, 2003) is Cobra Verde's most undemanding album, split between crunchy power-pop numbers and soulful folk-rock ballads.

Doug Gillard debuted solo with Salamander (Pink Frost, 2005).

Copycat Killers (Scat, 2005) is Cobra Verde's collection of favorite covers.

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