Quando vennero alla luce,
i Cro-Mags erano dei punk hardcore capitanati da un adepto hare krishna,
John Joseph, e con due chitarristi, Doug Holland (ex Kraut) e Parris
Mitchel Mayhew, e un bassista, Harley Flanagan, innamorati dei Deep Purple.
Nel 1986 il loro primo album, The Age Of Quarrel (Rock Hotel), fece
scalpore per la capacita` di fondere gli eccessi punk
(il ramalama isterico di Johnny Rotten in We Gotta Know,
la slamdance piu` sfrenata e sarcastica in By Myself,
il thrash piu` lapidario e veemente in Street Justice)
e il manierismo hardrock
(le cadenze gotiche dei Black Sabbath in Seekers Of The Truth,
il passo di carica dei Deep Purple in Face The Facts,
con un mezzo pow-wow pellerossa in It's The Limit).
I riff galoppanti di Ritchie Blackmore erano un po' dappertutto.
Best Wishes (Profile) usci` soltanto tre anni dopo, con la formazione
rimaneggiata per la partenza del cantante (Flanagan al canto e il nuovo Pete
Hines alla batteria), un'atmosfera ancor piu` truce e sinistra,
e, ridotta l'influenza dei Deep Purple, un sound molto piu` originale. I brani
sono soltanto otto,
piu` lunghi ed elaborati. Le chitarre sono in primo piano, spesso
lanciate in assoli spericolati, e la batteria rimbomba e tuona come la voce
di un dio pagano: esemplare Death Camps.
Persino i loro testi, ispirati ancora allo spiritualismo orientale e con
un'enfasi particolare sul tema del dolore universale, contrastano
vivacemente con il brutale nichilismo dell'hardcore.
Cio` non toglie che poi, per sfogare quella rabbia esistenziale, si lancino a
rotta di collo in Days Of Confusion e ancor piu` in Crush The Demoniac.
Ma in The Only One, una sofferta sceneggiata degna dei Led Zeppelin,
in Fugitive, una ballata al ritmo staccato di Blackmore,
e nel grido sconnesso di Age Of Quarrel (sottolineato da
continui cambiamenti di tempo) il gruppo da` una voce piu` nobile
alla propria malinconia.
Passano ancora tre anni prima che esca il terzo disco,
Alpha-Omega (Century Media),
disco frastornante e aggressivo come si conviene agli antesignani del
genere "crossover", che, se non e` all'altezza di Best Wishes, rimane pur
sempre una spanna sopra i tanti imitatori che sono spuntati nel frattempo.
Ancor piu` sinistro (o, meglio, esoterico), e ancor piu` complesso, il sound
dei Cro-Mags tende piuttosto a diventare una citazione
di se stesso: ne guadagnano i singoli musicisti, piu` in evidenza che mai,
ma ne perde l'effetto d'assieme.
Propulso da un inno guerrigliero alla MC5, See The Signs, magniloquente
e truculento come tradizione, il disco si configura come una serie di comizi
furiosi (Eyes Of Tomorrow, sorta di rap-metal immerso in un paesaggio
cupamente cyberpunk) e di psicodrammi ultra-depressi (The Other Side Of
Madness e la monumentale Changes) oltre i quali esiste soltanto il suicidio
per overdose.
Su tutta l'opera aleggia un clima da catastrofe incombente e ineluttabile:
Apocalypse Now, il cui riff a passo marziale potrebbe davvero essere la
colonna sonora del Giudizio Universale, e` appropriatamente intitolata.
Assieme a Holland brilla anche il batterista, Dave DiCenso.
Lo stesso virtuosismo stilistico anima gli otto saggi punkmetal di
Near Death Experience (Century Media, 1993), ma il linguaggio hardcore non e`
stato adeguatamente rimpiazzato da un altrettanto originale linguaggio
speedmetal: meno spettacolare e forse meno essenziale, la musica
dei Cro-Mags ricicla su se stessa senza trovare nuove vie.
I Cro-Mags rappresentano il punto terminale di un'evoluzione dell'hardcore
newyorkese iniziata con gli Agnostic Front e che, in fondo, scimmiotta quella,
ben piu` importante, avvenuta in California con i Black Sabbath.
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