Dambuilders


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A Young Person's Guide, 5/10
Geek Lust, 6/10
Islington Porn Tapes, 5/10
Encendedor, 6/10
Ruby Red, 6/10
Against The Stars, 5/10
Brilliantine: Vainglory (1997), 4/10
Brilliantine: My Life And The Beautiful Game (1999), 4/10
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I Dambuilders si formarono alle Hawaii alla fine degli anni '80 quando gli Exactones di Dave Derby e Eric Masunaga cambiarono nome. Il nuovo complesso esordi` con l'album A Young Person's Guide (Cuacha, 1989). Erano: Dave Derby al canto e al basso, Eric Masunaga alle chitarre elettriche, Tryan George alla chitarra acustica, Daniel Glass alle percussioni.

Le loro canzoni mettevano in luce un facile melodismo tinto pero' di un grigio esistenziale, che incespica spesso in "ponti" strumentali senza capo ne' coda, dissonanti, free-form, improvvisati. La varieta' e' il loro forte: in God Wear Glasses e I'm A Bum (i brani piu' vivaci) sembra di ascoltare i Clash in versione da musichall; e Joan ruba il riff al brioso soul-rock degli anni Sessanta; ma dagli stessi solchi si levano il folkpop psichedelico di Kevin Keegan, il saltarello medievale di Rose Vitta, la ballata "autostradale" di Radio Is King, che dipingono uno scenario tutt'altro che giulivo e aggressivo.
In realta' lo svolgimento di queste canzoncine ha un effetto disarmante, in quanto fa si' che esse si svuotino proprio di svolgimento. Ne risulta una musica epigrammatica, che affida il messaggio a un ritornello e un accompagnamento spartano; un melodismo atmosferico e ipnotico all'incrocio fra Cure, Costello e Smiths (Love Is All Around You, I Hate Weekends) che raramente (The Night I Fell) si impenna in gridi tragici. Sempre leggiadro e disinvolto, anche nelle peripezie armonie piu' spericolate, il rock dei Dambuilders vive in una nicchia di tempo senza tempo.

Dopo il singolo Pop Song (Puppethead, 1991), e un altro disco di quella fattura, Geek Lust (Cuacha, 1993), con Fur, e i piu` sofisticati Islington Porn Tapes (Cuacha, 1993), Derby e Masunaga si trasferirono a Boston e arruolarono il prodigioso Kevin March alla batteria e Joan Wasser al violino. Accentuando le inflessioni pop, i Dambuilders riuscirono finalmente ad attirare l'attenzione del pubblico, che pote' ascoltare una sequenza di singoli, fra cui Smell (Pop Narcotic, 1992), New Jersey (Rockville, 1992) e Shrine (Spin Art, 1992), e un EP, Tough Guy Problem (SpinArt, 1992), con le tre gemme Louisiana, Dose e Heather, degne del loro miglior repertorio. Senza rinunciare agli arrangiamenti tenuemente dissonanti, ma al tempo stesso scimmiottando gli Squeeze, Derby e compagni alimentano il rinnovamento della canzone rock.

I Dambuilders hanno coniato un folkrock tanto umile quanto audace, tanto provocatorio quanto dimesso.

Lo strumentale Copsucker che apre Encendedor (EastWest, 1994) all'insegna di una violenza chitarristica degna dei Sonic Youth testimonia del momento di transizione, conteso fra sperimentazione e classicismo . L'album fa ancora perno su chicche melodiche come Delaware, ma ballate accorate e "sporche" come Smell e Slo-Mo Kikaida hanno la forza dei Soul Asylum e molte canzoni suonano convolute e spigolose. Masunaga domina le partiture con il suo chitarrismo quasi heavy metal, ma e` soprattutto la tastierista, violinista e cantante Joan Wasser ad animare le armonie con i suoi petulanti contrappunti. Il loro misto di pop, hardrock e ballad ha il solo difetto di essere troppo intelligente. L'album contiene molto materiale dei dischi precedenti.

Continuando la progressione iniziata con quel disco, i Dambuilders si ri-inventano un sound e una missione su Ruby Red (EastWest, 1995). Smooth Control, veemente canzone d'apertura, Special Ed, Cosmonaut, con i loro riff brucianti, i loro ritornelli cantati in coro e le cadenze power-pop, conservano ben poco delle velleita` sperimentali che avevano nobilitato i dischi precedenti, Ballate passionali come Teenage Loser Anthem e Down li avvicinano sempre piu` ai Soul Asylum, e qualche brano (Bending Machine) ammicca pericolosamente all'AOR. Il ritmo febbricitante di Velocidad e qualche arrangiamento surreale di violino sono gli ultimi residui di sperimentazione.

A due anni da quel lavoro, che li ha liberati dall'anonimato in cui erano stati a lungo ingiustamente relegati, i Dambuilders di Dave Derby (canto), Eric Masunaga (chitarra), Joan Wasser (tastiere, violino) e Kevin March (batteria) tornano con Against The Stars (East West, 1997), un disco ancor piu` professionale. Purtroppo cio` significa, in primo luogo, che il sound e` assordante, pesantemente ancorato ai riff di chitarra e alle progressioni della sezione ritmica (sfido a chiunque a notare nel mix il violino, che un tempo era il loro marchio di fabbrica). Quella di Digitize e` una musica rock e non folk, tutta sincopi, martellamenti e mitragliate. La melodia pop di You Might Want Me Around (degna del repertorio dei Replacement) e la power ballad I Was Wrong rappresentano gli ultimi anelli di congiunzione con il passato. Facendo vagire la ragazza e prendendo lo spunto dal vecchio disco-punk di Blondie e dal funk tribale dei Talking Heads,i Dambuilders pennellano una Discopolis che potrebbe aver aperto nuovi orizzonti per la loro carriera. Non stupisce pertanto che New Wave rubi il riff a Rapture e che Luster sia construita attorno al canto sensuale di Wasser. Sembra di ascoltare un altro gruppo.

Dave Derby formed Brilliantine and released Vainglory (Hepcat, 1997) and My Life And The Beautiful Game (Deep Reverb, 1999).

Relocating to New York, the Dambuilders' violinist Joan Wasser formed Joan As Policewoman that released the elegant Real Life (CLR, 2007) and the mediocre To Survive (2008).

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