Sting
(Copyright © 1999 Piero Scaruffi | Legal restrictions - Termini d'uso )
The Dream Of The Blue Turtle, 6/10
Nothing Like The Sun, 6/10
The Soul Cages , 6.5/10
Ten Summoner's Tales, 5/10
Mercury Falling, 4/10
Brand New Day, 5/10
Sacred Love (2003), 4/10
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Sting (Gordon Matthew Sumner), ex cantante e bassista dei Police, e` diventato una star internazionale grazie a un inconfondibile falsetto soul e a doti telegeniche. I suoi dischi sono pero` la quintessenza del disimpegno musicale. Nel migliore dei casi, aggiornato semplicemente la vecchia musica leggera agli stili di produzione degli anni '90. Nei casi peggiori sono raccolte pompose di muzak da supermercato. Sting si atteggia a intellettuale, ma raramente le ambizioni artistiche hanno sortito risultato cosi` scadenti.

La sua carriera solista e` stata improntata alla sua passione per il jazz. The Dream Of The Blue Turtle (A&M, 1985), registrato con veterani della scena jazz, mostro` in maniera impietosa i limiti del suo monotono falsetto. Fra filastrocche filosofiche come Love Is The Seventh Wave e canzoni umanitarie e cosmopolite come If You Love Somebody, si fa largo un ultimo rigurgito di progressione melodica alla Police, Fortress Around Your Heart. Il lied da camera di Russians (musica di Prokofev) non basta a redimere il disco dal tono medio soporifero.

Sting diventa comunque uno dei personaggi piu` richiesti agli eventi mondani dell'epoca (film, serate di beneficenza e battaglie sociali).

Il doppio Nothing Like The Sun (A&M, 1987), che diminuisce l'enfasi sul jazz e assorbe elementi di musica Ispanica, e` la quintessenza del suo stile pedante, che musicalmente vale quanto un qualsiasi cantante di musica leggere degli anni '50, ma che si atteggia a compositore moderno. Con le sue canzoni d'autore sofficemente melodiche e teneramente solenni, Sting si protende invano a imitare il Peter Gabriel di So e il Paul Simon di Graceland. In realta` il disco non ha altro fine che quello di glorificare chi canta. Nei momenti migliori (come nel reggae Englishman In New York), quello di Sting e` semplicemente un easy listening senile.

Abbandonata la politica, e influenzato da una produzione di Kurt Weill a cui ha partecipato, Sting da` il suo album migliore, The Soul Cages (A&M, 1991), meno teatrale dei precedenti e piu` vicino al pop dei Police a cui deve la sua fama. Il disco e` praticamente una raccolta di lieder classici imperniata attorno a un trittico di lunghi poemi allegorici (Island Of Souls, The Wild Wild Sea e When The Angel Falls). Sting si concede al vizio commerciale di sempre soltanto nel riff epico di All This Time.

Il suo talento non e` pero` aumentato e il pop da pensionato di Ten Summoner's Tales (A&M, 1993), nonostante la solenne Fields Of Gold, l'atmosferica If I Ever Lose My Faith In You e la "brasiliana" Shape Of My Heart.

Mercury Falling (A&M, 1996) sperimenta goffamente con la bossanova da camera di La Belle Dame Sans Regrets, il madrigale rinascimentale di Valparaiso e il jazz-rock di I Was Brought To My Senses, spaziando per il resto fra country, soul, gospel, folk e world-music.

La stessa smodata presunzione mina alla base Brand New Day (A&M, 1999), che peraltro sfodera una delle sue composizioni piu` suggestive, A Thousand Years, e una delle sue ballad piu` romantiche, Desert Rose.

Gli ultimi, patetici, album lo consegnano definitivamente al museo delle mode effimere che i media hanno gia` dimenticato.

Sting's soul music for senile yuppies in love reached new lows on Sacred Love (2003), whose ballads are so trivial that they occasionally makes Julio Iglesias sound creative (Send Your Love, Whenever I Say Your Name, Never Coming Home).

Symphonicities (2010) offer symphonic versions of his hits.

25 Years (2011) is a multi-disc career retrospective.

Sting composed the musical "The Last Ship" and then returned to rock music with 57th and 9th (2016).

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