Tricky

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Maxinquaye , 6/10
Nearly God , 6.5/10
Pre-Millennium Tension , 7/10
Angels With Dirty Faces , 5/10
Juxtapose , 5/10
Blowback , 5/10
Vulnerable (2003), 4/10
Knowle West Boy (2008), 4.5
Mixed Race (2010) , 4.5/10
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Summary.
Tricky (Adrian Thaws, half Jamaican, a quarter African and a quarter Welsh), a former member of Bristol's Wild Bunch when they mutated into Massive Attack, hired Martina Topley-Bird to imitate Portishead on Maxinquaye (1995), adding a more neurotic dynamics. The album credited to Nearly God (1996) featured guest vocalists such as Bjork, Neneh Cherry and Alison Moyet interpreting or backing up Tricky's "songs". Fullfilling his progression towards a more personal and sincere form of music, the bleak Pre-Millennium Tension (1996) set his depressed toasting against nightmarish soundscapes.
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Tricky (Adrian Thaws, mezzo giamaicano, un quarto africano e un quarto gallese, cresciuto nel ghetto nero), membro dei Wild Bunch di Bristol quando si trasformarono nei Massive Attack, fu lesto a cavalcare la moda del trip-hop. Si affermo` con il singolo Aftermath, registrato nel 1992 ma pubblicato soltanto nel 1994, apice ineguagliato delle sue atmosfere liquide, con un forte passo dub, riff di chitarra blues in lontananza, un flauto jazz che stramazza. Ponderosa, a ritmo di palude equatoriale, accentuo` l'elemento onirico della sua musica.
Maxinquaye (Island, 1995) sembra pero` un pasticcio raffazzonato alla bell'e meglio da un dilettante per sfruttare il momento di popolarita` del genere. Presenta spunti originali soltanto nei brani piu` aggressivi (cioe` meno trip-hop) e brevi, come Brand New You're Retro, che si rifanno alla tradizione dell'hip hop. Overcome e` l'archetipo di tutto il resto, nenie noiose e soporifere arrangiate in maniera minimale. Il sortilegio sinistro di Abbaon Fat Track e il funk per diva da discoteca (l'allora minorenne Martina Topley-Bird) di Suffocated Love non poggiano su molto di significativo. D'altronde, a parte i singoli, l'unico brano davvero interessante del disco e` la Black Steel dei Public Enemy.

Con l'album accreditato a Nearly God (Island, 1996) Tricky progredisce rapidamente su entrambi i fronti, quello della melodia e quello dell'arrangiamento. Pur conservando l'assunto di una musica senza nerbo e senza vere fondamenta armoniche, Tricky scopre l'importanza di "cantare" qualcosa, e non soltanto sussurrare parole vuote, forse anche stimolato dalle partner d'eccezione (fra cui Bjork, Neneh Cherry e Alison Moyet). Al tempo stesso, il suo arrangiamento spartano si fa sofisticato e classico al punto da varare il programma di un ipotetico trip-hop da camera.
La marcia funebre di Poems e` programmatica, non solo del metodo, ma anche dell'umore, davvero nichilista, che sottende le canzoni. Gli arrangiamenti sono sempre impliciti, appena lasciati intravedere. Piu` che di musica, si tratta di accenni di musica. In certi momenti si intuisce un programma post-moderno, di decostruzione dei generi, come nel gospel frammentato e dissanguato di Make A Change o nel rhythm and blues alla Rolling Stones di Together Now. Ma l'operazione di Tricky si spinge fino alla dissolvenza totale, all'obliterazione di ogni segno.
In tal senso le sue cover sono esemplari. Tattoo di Siouxsee Sioux diventa un concerto per violino di Schonberg con contrabbasso jazz. (Judas e Black Coffee le altre). Keep Your Mouth Shut non e` altro che un remix della You've Been Flirting Again di Bjork (tratta da Post).
Quando si lascia andare ai suoi lunghi sermoni introversi, Tricky conia un nuovo genere di musica parlata, al limite dell'assolo teatrale. Quello di I Be The Prophet si avvale di un accompagnamento classicheggiante di archi e del dialogo con il canto femminile.
Il disco e` comunque prima di tutto un disco di duetti, alcuni magistrali (come Yoga, bisbigliato con Bjork), altri un po' scontati. In secondo luogo, e` un disco di effetti sonori. In terzo luogo, e` un disco di confessioni personali. Se invertisse l'ordine, forse diventerebbe un grande.

Tricky ha imparato una lezione importante e la mette a profitto per Pre-Millennium Tension (Island, 1996), il suo secondo album (che riprende materiale dall'EP Presents Grassroots): o la melodia o gli arrangiamenti o il canto, ma almeno una delle tre deve avere qualcosa da dire. L'album e` opera di un professionista smaliziato, che sfrutta al massimo lo studio di registrazione e gli strumenti a sua disposizione.
Su Vent Tricky sciorina cosi` il campionario di mosse vocali dei grandi istrioni blues e soul, da B.B. King a Prince, su uno sfondo di dissonanze da incubo psicanalitico; il suo rauco toasting colora Christiansands, il rosario mormorato a mezza voce in Piano tocca il nadir della sua disperazione, e una solenne recitazione da zombie fa di Ghetto Youth un kammerspiel agghiacciante. Sono lied immersi in un funereo paesaggio ultra-espressionista di suoni disgregati. Poche le eccezioni alla regola: fiochi accordi melodici fanno di Makes Me Wanna Die (cantata da Topley-Bird) la sua versione di una ballad sentimentale; un ritmo serrato propelle Sex Drive fuori dal disco.
La scenografia prevale sull'attore in pochi casi: in Bad Things, fra dissolvenze ambientali, rumori industriali e chitarre blues; in My Evil Is Strong, praticamente un concerto d'avanguardia per dissonanze assortite e rumori trovati. Dove si riconosce la classe del topo di studio e` in piccoli dettagli amplificati in maniera maniacale.
E` anche un album piu` autobiografico, piu` sinceramente personale, piu` legato alle sue esperienze di strada. L'atmosfera e` sempre cupa, colma di paura, ancorata a istinti primordiali di sopravvivenza. Il filosofo (poco credibile) di Maxinquaye e` diventato un perdente maledetto nella miglior tradizione dei film "noir".
Adesso la missione di Tricky appare un minimo piu` chiara. Da un lato c'e` il cantore delle miserie morali dei ghetti britannici, dall'altro c'e` il profeta di un nuovo genere musicale, che riparte da un hip hop stilizzato (sterilizzato?) e da un'house depurata (castrata?) del ballo. In questi panni Tricky rivela la stessa familiarita` tanto con la storia del rhythm and blues quanto con quella del reggae. A fondere le due personalita` e` la voce, tecnicamente ed emotivamente debole, ma Tricky trasforma proprio questa debolezza in fatto artistico. Il suo rauco sussurro e` in fondo l'unica voce che Prince non aveva usato.
Ancora una volta, pero`, i brani migliori sono le cover (Bad Dream e Lyrics Of Fury), e forse non e` una coincidenza.

L'album piu` cupo della sua carriera, Angels With Dirty Faces (Island, 1998), si avvale della solita parata di ospiti d'onore e di una spettro stilistico ancor piu` ampio, dall'ambient all'hard-rock, dal blues (Mellow) al gospel (Broken Homes), per mettere in scena monologhi sempre piu` angosciati dell'urban wasteland (presi di mira soprattutto le gangs, le armi e il business musicale), Money Greedy e Record Companies su tutti. Ha cosi` modo di sfoggiare il suo talento (molto "bianco" e poco "nero") nella decostruzione postmodernista dei generi classici.
Per lo piu` Tricky ondeggia pero` nei meandri psicanalitici della musica pigra e sensuale, viscida e subdola, di canzoni come Analyze Me e soprattutto Carriage For Two, fino alla voragine psichedelica e trasognata di Talk To Me. Tricky ambisce a diventare il Tom Waits del trip hop, il narratore iper-realista e arrangiatore forbito capace di unificare flusso di coscienza privato e storia pubblica.
Il vero eroe di questo disco e` il batterista Perry Melius, un uragano ritmico che trasforma ogni canzone in una festa pirotecnica di funk. E` lui a ingabbiare le canzoni in quell'atmosfera claustrofobica. E` lui a dare un senso alla voce malferma di 6 Minutes e The Moment I Feared. Una volta i bluesman duettavano con la chitarra, ma i rapper hanno imparato a duettare con i ritmi.
Difficile dare un voto a dischi cosi` vuoti di contenuti, cosi` inascoltabili e al tempo stesso cosi` perfettamente al passo con i tempi.

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Tricky' annoying lyrics and clumsy productions obfuscate whatever merits could be found on Juxtapose (Island, 1999), a short, 32-minute, 9-track album that left behind Angels' paranoia. I Like The Girls, Born Born Diggy (riff taken straight from Fugazi's Waiting Room) and She Said are no worse than so much of what he has done before, but luck won't always be on his side.

The EP Mission Accomplished (Epitaph, 2000) marks a shocking shift in the direction of hard-rock and blues-rock, as if Jimi Hendrix met Peter Gabriel and Lee Perry and maybe the Beastie Boys.

One day Costello stopped making music and started making muzak. Maybe Tricky just decided to follow him down that path. Blowback (Hollywood, 2001) is a collection of songs, more or less regular songs, enhanced by an endless list of famous guests: Alanis Morissette for Excess, John Frusciante for Girls, Cyndi Lauper for Five Days, etc. All tracks have their bright spots, and not only because of the guesting star. Evolution Revolution Love, Bury The Evidence and You Don't Wanna (that mimicks Eurythmics' Sweet Dreams) are formally impeccable, but certainly not too original. At least, Something In The Way dares experiment with trip-hop. The history of rock music is full of intellectual acts that one day turned to the song format and deconstructed/reconstructed it (think Ambitious Lovers and Golden Palominos). It takes more than a bunch of famous guests.

Vulnerable (Anti, 2003) is an uninspired divertissment, that surrounds a few catchy numbers (Dear God, Antimatter) and a few chill-out numbers (Car Crash) with amateurish filler.

The same critics who hailed the dismal Blowback and Vulnerable as masterpieces hailed Knowle West Boy (Domino, 2008) as a return to form when in fact it merely marked a return to the mediocrity of Maxinquaye (the uptempo, ska-infected Council Estate being the positive side, Puppy Toy being the negative side with its lame imitation of Barry Adamson's lounge music). The set runs the gamut from rock to trip-hop, but it's all dejavu, and not pretty at all.

On her own, Martina Topley-Bird launched a solo career with confused and derivative collections such as Quixotic (2003), Anything (2004) and The Blue God (2007).

Tricky continued to badly disappoint on Mixed Race (2010), a confusing collection devoid of highlights.

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