Mychael Danna, nato a Winnipeg, in Canada, nel 1958, ha dedicato la sua
vita alla musica: dal 1978 al 1984 ha insegnato pianoforte e composizione, dal 1980 al 1983 è
stato organista in una chiesa cattolica, dal 1984 al 1986 ha scritto musiche per i teatri locali, nel 1986 si
è laureato in composizione all'Università di Toronto, dal 1987 al 1990 è stato il
compositore ufficiale del locale Planetarium.
Danna iniziò suonando con il compagno di scuola Tim Clement un
complesso di rock progressivo che si ispirava alla musica dei complessi italiani (Banco, PFM, Orme).
Portando alle estreme conseguenze quel romanticismo sinfonico i due pervennero a una musica
strumentale basata sul mellotron, lenta, atmosferica, vellutata. Vinto il concorso indetto da una stazione
radio locale per la registrazione di un disco, realizzarono la prima opera.
Tre anni dopo Danna trovò i fondi per incidere un altro disco,
Elements, con cui si aprì realmente la sua carriera. Ogni movimento era dedicato a uno
dei quattro elementi alchemici. L'anno successivo fu la volta di Electronic Orchestra, suonato da
otto musicisti, tutti al sintetizzatore, che eseguivano adattamenti di brani classici.
Sarebbero passati quattro anni fra quel disco e il successivo. La nuova
occasione di registrare un disco venne quando ritrovò l'amico. Clement, ormai affermato
polistrumentista e produttore del Quebec, si era ritirato nel nord disabitato del Canada per stare a contatto
con la natura e aveva iniziato da solo a studiare i suoni delle foreste e delle pianure. I due misero insieme
le loro competenze e forgiarono una musica "ambientale elettronica" fra le più intense della new
age. Ci vollero in realtà due anni (dal 1982 al 1984) per mettere insieme il materiale e trovare una
casa discografica disposta a pubblicarlo.
Nel disco, A Gradual Awakening, protagonisti sono i suoni
naturali del paesaggio canadese: gorgoglii d'acqua, ronzii d'insetti, versi di uccelli, ululati di lupi e
così via. L'elettronica è lussureggiante, ma senza mai deprimere/opprimere l'atmosfera
pastorale. Sintetizzatori, chitarre, arpe e flauti accompagnano questi poemi di suono-verità.
L'anno successivo i due realizzarono Summerland, nuovamente
composto e registrato in gran parte nel luogo dove vive Clement, in mezzo alla natura, nuovamente
immerso in un universo di uccelli, insetti, onde, gabbiani e campane. Dedicato all'estate, è tutto
giocato su un tempo languido. Il primo brano, intitolato A Gradual Awakening, culla dolcemente
l'ascoltatore nel mondo fiabesco del duo.
Summerland indulge in nenie vagamente orientali, lente e dolci volute
di musica ambientale. Stars And
Spells, non meno lenta e rarefatta, sdipana melodie di flauto sul tintinnio ipnotico delle tastiere. E'
un'arte di riflessi sull'acqua più che di affreschi monumentali; di sensazioni episodiche
più che di pensieri razionali.
Domina l'opera la suite di ventiquattro minuti To The Land Beneath
The Waves, quasi "documentaria" nel suo sfruttare i suoni del mare, anche se verso la fine
l'elettronica, per la prima e unica volta, alza per un attimo la voce.
Best Of Danna & Clement (Oasis, 1999) contiene quasi tutto
Summerland.
Danna e Clement completarono poi la terza parte della loro trilogia,
Another Sun, che risultò anche la più folk e la più realista.
Ridimensionando il loro naturalismo ambientale, i due sperimentarono con le musiche etniche.
Si tratta di una raccolta di ritmi tribali, di suoni naturali e di temi celtici. Il
duo impiega una dovizia di strumenti esotici (soprattutto percussioni africane) e cerimoniali in genere,
pervenendo qua e là (Hyenas) a rievocazioni sonore del ritualismo pagano in linea con l'ideologia
musicale di Jon Hassell. Una forte dose di sequencer in qualche caso (Sunrise West) porta a una
forma di minimalismo esotico al confine con Kitaro e Schulze; ma in generale l'armonia è sempre
quella ipnotica ed eterea che contraddistingue il duo, con l'obiettivo di contemplare e riprodurre un
paesaggio naturale. L'apice del descrittivismo viene forse toccato nel rombo surreale e minaccioso di
Aurora Borealis.
Another Sun fu la continuazione di quel programma all'insegna di
un suono piu sinfonico e corale, come nella maestosa Antiphon.
L'impiego al Planetarium mise fine alla collaborazione. Danna divenne una
sorta di Bach di Toronto. Nacquero così diverse colonne sonore, fra cui quelle riportate su disco:
Planets Stars And Galaxies e Mars: The Journey Begins. A queste vanno aggiunte
quelle per il cinema, una quindicina, fra cui quelle per il regista Atom Egoyan.
Sirens fu in pratica il vero esordio di Danna nei panni del
compositore fine a se stesso. Nelle sue canzoni strumentali si sente l'eco della musica di Corelli, della sua
armonia briosa, fresca, gioviale.
Il formato di Sirens è quello di languide ballate
strumentali. Attorno al tema unificante delle qualità misteriose dello spirito femminile, esplorate
attraverso miti e leggende del passato, Danna ha modo di costruire le sue atmosfere magiche e fiabesche
attraverso una musica languida fino al deliquio, che sa centellinare sapientemente gli ingredienti melodici
e ritmici, i timbri più nostalgici del pianoforte, i contrappunti sinfonici delle tastiere elettroniche.
I gorgheggi eterei di Sirens, la melodia struggente di Deidre Of The Sorrows, l'apoteosi
sinfonica di Phoenix Anastasis, che prende lo spunto dal soffio del vento, sono le tappe
più solari di questa passeggiata nel tempo e nello spazio.
L'arte di Danna eccelle soprattutto nell'architettare armonie sognanti e
surreali, sospese in vuoti immensi, dotate di una qualità psicanalitica: esemplari la breve
Selene e la più complessa A Feather For Your Soul, avvolta in trame fragili e
soffuse, intessuta di trepide dissonanze elettroniche e di lenti rintocchi di chitarra. E' un crescendo di
emozioni raffinatissime, fino al capolavoro dentro il capolavoro di Visions Of Bernadette, un
mini-concerto per pianoforte e orchestra elettronica che è un incantesimo di bisbigli e tintinnii
melodici.
Skys, nato sei anni prima di essere pubblicato, in gran parte
acustico, suonato con strumenti classici (originariamente concepito per un'orchestra), è un'opera
grigia, malinconica, crepuscolare, monocroma.
Frutto maturo di una stagione complessa e controversa del musicista,
attanagliato da una profonda crisi esistenziale, la suite eponima di "minimalismo romantico orchestrale
per archi digitali, pianoforte, flauto, oboe, clarinetto, tromba e violoncello" è quanto di più
pittorico e descrittivo Danna abbia mai realizzato: prima i violini ripetono una figura fissa che rende l'idea
del vento, poi i violini, il pianoforte e il violoncello intonano un altro tema ripetitivo che fa pensare ai
lenti movimenti di uno specchio d'acqua, e il terzo movimento, con un tenerissimo assolo di tromba
accompagnato da lenti rintocchi di pianoforte, sembra uscire da una sinfonia pastorale dell'Ottocento.
Il sesto movimento, sempre all'impronta di questo sound sinfonico ma
sommesso, tenue, malinconico, è una melodiosa serenata. Il settimo movimento, dominato dagli
archi in un saliscendi continuo di frasi melodiche ed eseguito come se un ensemble barocco stesse cadendo
dal sonno, fa pensare a Nyman, ma in un contesto più onirico, quasi da cabaret decadente. E se
verso la fine la "sinfonia" si perde in un languore eccessivamente naturalistico (arrivando a simulare i
rumori di un temporale), rimane comunque un geniale tentativo di suite astrale in forma orchestrale.
Al ritorno da un viaggio in Estremo Oriente è uscito North Of
Niagara, di nuovo in coppia con Clement. Il tema è questa volta quello di un viaggio
attraverso il più lungo sentiero del Canada, che dalle cascate si spinge dentro l'Ontario attraverso
boschi e praterie incontaminati. Il languore trasognato del disco non ha virtualmente precedenti. Lungi
dal descrittivismo bucolico che solitamente prende la mano in questi casi, Danna e Clement sembrano
invece osservatori distratti, anziani saggi assorti in crucci esistenziali, per i quali la natura è
soltanto il teatro di uno spettacolo più importante, quello del destino umano.
Si spiegano così l'atmosfera tragica di Mount Nemo, a cui
partecipa persino un organo lugubre, L'uso discreto dell'elettronica favorisce l'introversione più
acuta, le emozioni più nitide, con apice forse nella sonata per fisarmonica di Remember
Summer. Raramente (Headwater Trail, Silent Lake) i suoni della natura rubano la
scena. Più spesso (Cootes Paradise, Lookout Point) il vero protagonista di queste
passeggiate nei boschi è il pianoforte, suonato in uno stile quasi puntillista, in modo che ogni nota
della melodia squilli su uno sfondo incolore di suoni dimessi (acustici, elettronici o naturali). Il senso di
incubo in cui è immersa Old Mail Road è quella che rappresenta questa maniera
nel modo più intenso. La raccolta (Crook's Hollow, Avening, Green River
Formation) eccelle sì nell'impressionismo, ma è un impressionismo della
varietà "ambientale" di Brian Eno, levigato ed evanescente, privo di ritmo e di melodia. Il tempo
lentissimo di queste composizioni esprime l'immanenza e la trascendenza, non certo la lussureggiante
bellezza o la terrificante potenza, della natura.
Ancora inedito è l'album Paradiso, coevo di
Skys.
Danna è uno dei musicisti elettronici più misurati e
profondi della new age, incapace forse delle cavalcare cosmiche di altri, ma capace di ardue (e,
cionondimeno, graziose) meditazioni che nessun altro ha anche solo tentato.
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