Mannheim Steamroller (ovvero Chip Davis) era un umile compositore di
commercial radiofonici a Omaha, in Nebraska, che si trovò coinvolto in un tour nazionale al
seguito di una star della musica country che era stata lanciata proprio dai suoi commercial, C.W. Mc Call
(alias Bill Fries, l'autore dei commercial). Davis divenne famoso quando ebbe l'occasione di scrivere la
colonna sonora del film "Convoy".
Fu allora che, stanco dell'ambiente del country, decise di imbracciare le
tastiere elettroniche ed ebbe la visione di una musica classica dell'era elettronica, che avrebbe battezzato
"Fresh Aire".
Il Fresh Aire I si ispira al rock sinfonico britannico in una sequenza di
imitazioni senza pudore di saltarello (Saras Band), adagio (Fresh Aire), rondò e
passacaglia. I due lati complementari dell'arte romantica di Mannheim Steamroller sono rappresentati
dalla melodia struggente di Sonata e dall'incedere trascinante e orecchiabile di Chocolate
Fudge. Il disco è ancora un po' sfocato e dispersivo, ma gli elementi della sua musica leggera
per tastiere elettroniche e piccola orchestra acustica sono già tutti presenti. Il primo volume di
Fresh Aire inaugura anche la serie degli "interludi", brevi e dimesse divagazioni per pianoforte
che fungono da cerniera fra i brani maggiori e che verranno raccolti nel 1981.
Il Fresh Aire II contiene quello che rimane forse il suo
capolavoro, la lunga e spettacolare Fantasia in nove movimenti, che ruba sonorità e
schemi alla musica medievale, rinascimentale, barocca e romantica, immettendoli nelle ritmiche
trascinanti della musica rock. Le sue vibranti melodie al sintetizzatore sono cresciute alla scuola di Keith
Emerson, Alan Parsons e Rick Wakeman, ma i suoi arrangiamenti orchestrali sono reminescenti
soprattutto delle orchestre leggere di Richard Clayderman e affini. Un esercito di musicisti partecipa alle
registrazioni di questo album.
Lo schema di maggior successo è quello di Door 2: il brano
si apre con un passo marziale, sul quale si innesta una progressione melodica in crescendo, mentre le
tastiere intessono un'armonia barocca (in questo caso con tanto di squillo epico di tromba e coro
gregoriano). Il metodo trionfa in incalzanti cavalcate sinfoniche come Door 5, che riciclano di
fatto l'arte della fuga di Bach in un formato più pomposo e grintoso. Marcette militari scandite dai
pianoforti e contrappunti solenni degli ottoni sono i trucchi più comuni per aumentare il pathos
(come in Door 3). Door 4 ben rappresenta l'altro versante, quello sentimentale: un adagio dei
violini, un tema struggente al sintetizzatore, un contrappunto di clavicembali.
Il III volume propende per la song e i madrigali rinascimentali,
sulla falsariga del Toota Lute che compariva sul disco precedente. La realizzazione non è
però sempre all'altezza delle ambizioni. Per una briosa Toccata (rigorosamente in cinque
parti, come da canone del sedicesimo secolo) ci viene propinato anche il balletto pomposo di Mere
Image, con tanto di orchestra sinfonica. Il pop trascinante e classicheggiante per cui Davis è
diventato famoso fa capolino soltanto in The Cricket e Midnight On A Full Moon.
Anche il IV parte dalla musica antica, con la G Major
Toccata, la fuga barocca di Four Rows Of Jacks, la danza rinascimentale di Red
Wine, sempre a gran ritmo, ma finisce poi per fare l'occhiolino all'avanguardia con due esperimenti
elettronici: la spettrale Crystal e la minacciosa Dancing Flames. Sempre con il vezzo del
sensazionalismo, ovviamente.
Per diversificare il V Davis ricorre addirittura ai Cambridge
Singers e alla trama di un viaggio sulla Luna. A trionfare sono come sempre i travolgenti ritornelli
sinfonici di Escape From The Atmosphere e Chant, ma Davis è abilissimo
nell'anteporre al primo e apporre al fondo del secondo l'effetto di un coro: il contrasto è
elettrizzante. Tutta la parte che descrive l'arrivo sulla Luna è invece un imbarazzante aborto di
musica sinfonica sentimentale.
Il VI volume salpa verso l'antica Grecia, per mettere in musica
una sequenza mozzafiato di visioni mitologiche con l'aiuto di un'orchestra sinfonica e di un coro
classico.
Anche il VII sfrutta il coro e specula sulle ricorrenze del numero
sette, dal calendario alla medicina orientale, dalla fisica dei colori all'astronomia.
A quel punto Chip Davis era ormai diventato il Walt Disney della new age:
un imprenditore che metteva il proprio marchio su una serie di prodotti fabbricati da altri, fra cui, quasi
per caso, anche dell'arte. Negli anni '90 Davis ha dato vita a una singolare iniziativa: un CD per ogni
momento della giornata, accompagnato da un relativo articolo-regalo (confezioni di caffè, biscotti,
articoli da party, champagne).
Ma proprio allora Davis ha sentito il bisogno di comporre un disco
più personale, Impressions, che di fatto è la sua prima opera solista. Fra i suoi
massimi successi si contano anche gli album natalizi, il terzo dei quali è anche uno dei suoi dischi
più vivaci (Joy To The World e Angels We Have Heard su tutte).
Mannheim Steamroller è il classico dei classici della new age
sinfonico-elettronica. Alla fine del 1994 aveva venduto diciotto milioni di dischi.