Gordon Mumma (1935), co-founder of Ann Arbor's ONCE festival with Ashley, crafted the
dense and apocalyptic sonic masses of his electro-acoustic sculptures
Megaton (1963), a mixture of improvised action-music and tape collage,
the pioneering multimedia show Space Theatre (1964),
and another angst-ridden experiment with collage and electronics, Dresden Interleaf (1965).
This article was originally written for an Italian-language book.
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Co-fondatore dello Once e pioniere dell'arte multimediale fin dagli anni
Cinquanta, Gordon Mumma (nato nel Massachussetts nel 1935) e' una delle
personalita' piu' in vista dell'avanguardia.
Appena arrivato all'universita' di Ann Arbor, si mise in luce per le
straordinarie colonne sonore che componeva per le piece teatrali dei
compagni di scuola.
Dopo i primi esperimenti in area gestuale,
come Meanwhile del 1961 (il cui spartito contiene i gesti che gli
esecutori dovranno compiere per produrre il suono), Mumma
incontro' Ashley e l'artista Milton Cohen, con i quali allesti' uno
spettacolo multimediale destinato ad evolversi nello "Space Theatre",
una pietra miliare dei "light show" elettronici. Mumma nel frattempo
componeva musica per festival d'avanguardia e manifestazioni varie, in gran
parte servendosi di modulazioni di frequenza.
Con gli amici fondo` il Cooperative Studio for Electronic Music (uno dei
primi al mondo) e lo ONCE Festival of Contemporary Music.
Tipica degli spettacoli dello ONCE e'
Megaton (1963), la sua opera piu' monumentale, quaranta minuti di
assordante frastuono elettronico prodotto da cinque musicisti alle tastiere
e da un nastro a sei tracce: in totale l'uditorio e' bombardato da un impianto
deca-fonico. Dopo quattro minuti di monotono plumbeo lavaggio del cervello
tramite un ronzio assordante, le
luci illuminano la scena: al centro, in mezzo all'uditorio, i musicisti,
distanti l'uno dall'altro, e muniti di cuffie tramite le quali si possono
sincronizzare, sono alle prese con una scultura elettro-acustica, che
aggrediscono disordinatamente producendo suoni scomposti, mentre sulle loro
teste sfrecciano lungo fili d'acciaio oggetti abbaglianti, i quali
contribuiscono al rumore generale con il naturale stridore metallico,
opportunamente amplificato. Mumma dirige le operazioni impartendo ordini nelle
cuffie e si occupa del montaggio del suono. Le luci si affievoliscono e dal
buio emerge il ronzio delle squadriglie aeree; il sibilo degli aviogetti
sale di intensita' fino a diventare un rombo cupo e insopportabile che sovrasta
un crepitio dirotto e un vociare confuso.
Una musica da film squarcia il documentario sonoro; in un angolo sotto una luce
radiosa un uomo batte calmo e indifferente i suoi tamburi. La sovrapposizione dell'action-music improvvisata dai musicisti sul palco e del collage di effetti
pre-registrati produce un'atmosfera altamente drammatica. In questa piece Mumma
riesce a fondere un ampio spettro di esperienze e tecniche in una possente
visione sonora dell'apocalisse.
Lo Space Theatre, presentato nel 1964 alla Biennale di Venezia, e' uno
spettacolo della durata di un'ora, composto di proiezioni, sculture, danza e
musica. Il suono di Mumma insegue le
immagini astratte che corrono lungo le pareti della sala. La sezione centrale
e' un pezzo di borbogliante musica concreta, chiuso fra un blocco di sibili
e uno di cigolii. Conclude l'opera un cerchio di vibrazioni discrete,
pulsazioni aliene in silenzio irreale, segnali Morse dall'interspazio.
Storicamente e' un brano importante, perche' raccorda i vecchi stili "concreti"
e gli stili piu' trascendentali emersi durante i primi anni Sessanta.
Altrettanto sconvolgenti risultano gli ascessi sonori di
Dresden Interleaf (1965),
requiem in memoriam dei bombardamenti della seconda guerra mondiale che
riproduce elettronicamente il clima sinistro e il sottofondo sonoro delle
squadriglie in avvicinamento, degli allarmi anti-aerei e della pioggia di
ordigni.
Poi, lasciata Ann Arbor, si aggrega alla compagnia di Merce Cunningham (per il quale nel 1966 compone
Mesa, un'improvvisazione "cybersonic" per David Tudor al bandoneon e Mumma stesso alla console elettronica, e per cui lavorera` fino al 1974) e
partecipa a due produzioni (Ear Heart e Echo) del Portland Dance
Theatre.
Interstice (miscela di bozzetti orchestrali, sintetizzatori e fuochi
artificiali) e Schoolwork (per concertina, sega e una specie di piccolo
liuto) sono parte degli spettacoli.
Hornpipe (1967) nasce dall'interazione fra il performer, un mezzo
cibersonico e la risonanza della sala di esecuzione: al corno francese e'
collegata una console che si sintonizza sul feedback della sala e reagisce
ai suoni emessi dallo strumento.
Pontpoint (1980) is another cybersonic improvisation (this time for
badoneon and multi-stringed zither.
Fwyyn is a fragment of Fwyynghn (1979), a hour-long theater
piece for two bandoneons (no electronic processing).
Il culmine delle sue esperienze gestuali e' rappresentato dalle
Cybersonic Cantilevers (1973): il pubblico offre musica o
rumori qualsiasi in sacrificio a una macchina "cibersonica" che rigenera secondo
un dato processo di mutazione acustica la materia che riceve in input.
Mumma e' il Wagner del gestualismo. La sua opera raggiunge livelli
terrificanti di drammaticita', impiegando al massimo grado espressivo i
pochi mezzi di cui si serve. Mumma e' anche l'unico che abbia sempre
scritto musica a programma, anche quando la provocazione dadaista sembrava
prevalere sull'ispirazione musicale. I suoi poemi sinfonici sono fra le
conquiste piu' puramente artistiche del movimento.
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