Summary
San Francisco-based Negativland
(Mark Hosler, Richard Lyons, David Willis, Don Joyce)
opted for a satirical urban documentary on
Negativland (1980) and Points (1981),
breakneck-speed parades of sonic fragments (found sounds as well
radio broadcasts, conversations, musical pieces) that also stood as
grotesque celebrations of the consumer society.
Their audio collage was the equivalent of a hike in a junkyard.
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Artigiani auto-didatti della musica rumoristica sono anche i Negativland,
Mark Hosler, Richard Lyons e David Willis
(tutti e tre ai tapes, electronics, loops, rhythms)
attivi dal 1980 nella zona nord-est della Bay
Area, fra San Francisco e Sacramento.
Le loro suite sono mosaici tumultuosi nei quali
si susseguono a rotta di collo muzak, rumori elettronici, melodie
pop, jam da garage, slogan politici, improvvisazioni di free jazz,
musica da camera, suoni dal vero.
Ogni suite e' una grottesca celebrazione della civilta'
consumista, e al tempo stesso uno spaccato allucinante di mondo suburbano.
La quantita' di frammenti, gag, citazioni, e strumenti fa il paio con
le confezioni estrose e programmatiche dei dischi.
Il primo album e' una sarabanda esuberante e goliardica di questa maniera.
In alcuni punti una voce disserta e ironizza sarcastica su un sottofondo di
musica di intrattenimento, e sembra di sentire una versione ri-mixata dei
Residents. In altri si assiste a un concerto d'avanguardia ispirato ai
lavori piu' rigorosi di Cage, Stockhausen, Varese, con ogni sorta di
pasticci armonici. In altri ancora si precipita negli abissi della
musica cosmica e della psichedelia piu' "freak out".
Danze popolari a ritmi devoluti (1),
schitarrare country in ronzio di elettrodomestici (2),
guaiti di sax e di cani (4),
orchestre macellate da intermittenze spaziali (5),
collage robotici di voci, elettronica e organo (9),
fanfare di hard-rock demoniaco (11),
elicotteri alieni (12),
duetti di chitarre scordate (15),
scrosci d'acqua (17) si susseguono freneticamente.
E' una gloriosa apoteosi della cultura junk, soprattutto del quotidiano
dei piccolo-borghesi suburbani, costruita per analogia con il flusso
dissonante di informazioni di un qualsiasi medium: la contrapposizione di suoni
fra di loro slegati, ma ciascuno in se' perfettamente compiuto, riproduce
il mezzo di comunicazione primario della societa' dell'informazione, quell'accavallarsi
convulso e apparentemente insensato di notizie, spettacolo e reportage.
Points, il secondo reperto di quest'arte inorganica che si puo'
far risalire a fonti quali la pittura astratta,
l'arte pop di assemblaggio, il teatro dell'assurdo, il montaggio del cinema
futurista, il collage umorisitico zappiano, e' invece strutturato a brani
in modo piu' tradizionale:
ragtime d'altri tempi (The Answer Is, il pezzo piu' musicale della loro
carriera),
deliri psichedelici brulicanti di eventi sonori (The Scolding Box),
concerti "concreti" caotici e disarticolati (Babac D'babc),
balletti meccanici (A Nice Place To Live),
ottuse mini-sinfonie elettroniche per brusii subsonici (Potty Air).
Suite come Big 10-8 Place, che annovera anche Don Joyce,
sono peraltro sequenze di infiniti frammenti di suoni e rumori
del loro ambiente (commercial televisivi, discorsi, traffico, registri di cassa,
notiziari radiofonici, filastrocche per bambini, porte, acqua, disc-jockey),
alternati a esibizionismi altrettanto dispersivi di elettronica astratta.
E' il festival della piccola
comunita' americana, di un quotidiano astratto che e' apparentemente armonioso
e sicuro, ma che in realta' si fa sempre piu' terribile e minaccioso,
claustrofobico e sconnesso.
I due musicisti hanno tutte le qualita' dei
predicatori e dei folk-singer, una volta che all'eloquenza retorica
si sostituiscano i media elettronici e ai grandi ideali la nevrosi.
Molto piu' parlata e disorganica delle precedenti, l'opera perde in efficacia
cio' che acquista in documentarismo.
Escape From Noise (SST, 1987),
registrato da un quartetto con Mark Hosler,
Don Joyce, Chris Grigg e David Wills (piu` Richard Lyons al "canto"),
sfrutta l'arsenale cacofonico per costruire meticolose parodie di canzoni pop.
Il gruppo si ricorda di Wild Man Fischer nella
narrazione isterica di Car Bomb,
nella acoustic folk ballad di Nesbitt's Lime Soda Song con una coda di un bambino che canta Over The Rainbow a cappella.
Massicce drum-machine (l'imitazione di Michael Jackson,
la danse macabre di Christianity Is Stupid,
il caos sincopato di You Don't Even Live Here)
trasformano parte del disco in un incubo synth-pop.
Purtroppo le parti conversazionali
(eccetto il dialogo surreale di Yellow Black And Rectangular)
castrano gran parte della verve delle canzoni-collage.
Helter Stupid e' un'insolita satira dei media realizzata
elaborando in studio gli articoli pubblicati e i reportage teletrasmessi
in seguito a un loro falso scoop (fecero credere che un loro brano fosse
indiziato di omicidio colposo!).
Rispetto alle altre rotte della musica sperimentale californiana,
le piece dei Negativland risultano
piu' personali e integrate nella realta' sociale del loro tempo.
Rispetto ai Mnemonists, sono meno colti e meno jazz, piu' vicini,
nello spirito e nel vocabolario, al mondo degli adolescenti suburbani.
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