- Dalla pagina su Tristan Perich di Piero Scaruffi -
(Testo originale di Piero Scaruffi, editing di Stefano Iardella)
L'artista del suono newyorkese Tristan Perich (1982) ha fatto notizia con la sua musica elettronica "one-bit", una forma di paesaggio sonoro digitale in cui ogni suono può essere rappresentato con un solo bit di informazione, la rappresentazione digitale più concisa che sia possibile nel mondo dell'audio.
L'edizione su CD di 1-bit Music (Cantaloupe, 2005) in realtà non era un CD ma un chip elettronico che riproduceva musica a un bit: tutto ciò che l'ascoltatore doveva fare era collegare una cuffia. Il risultato, ovviamente, suona come un synth-pop molto amatoriale (Dumb, On The Mayflower) o musica classica eseguita su tastiere giocattolo (il Bach-iano Repeat Her, la galoppante aria Rossini-ana Fall Front Fast). Oppure una sveglia che non si ferma più e/o un cellulare che continua a squillare. Just Let Go è forse la "canzone" più orecchiabile.
Allo stesso modo, il suo 1-bit Symphony (Cantaloupe, 2010) era una "composizione elettronica in cinque movimenti su un unico microchip".
Ha inoltre composto: Interface (2007) per quartetto d'archi ed elettronica a un bit, Active Field (2007) per 10 violini ed elettronica a un bit, Telescope (2007) per due clarinetti bassi, due sassofoni baritoni ed elettronica one-bit, All possible Paths (2008) per clarinetto, chitarra acustica, violoncello, contrabbasso, marimba, pianoforte ed elettronica a un bit, Between the Silences (2008) per nove corde ed elettronica a un bit, 1/4 Revolution (2008) per tre viole ed elettronica a un bit, Observations (2008) per due serie di crotali ed elettronica a un bit, Qsqsqsqsqqqqqqqqq (2009) per tre pianoforti giocattolo e toni a un bit, Dual Synthesis (2009) per clavicembalo ed elettronica a un bit, Impermanent ( 2010) per campane tubulat ed elettronica a un bit, Interference Logic (2010) per quartetto di chitarre ed elettronica a un bit, ecc.
Perich è anche membro dei Loud Objects, assieme a Kunal Gupta e Katie Shima.
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