- Dalla pagina su Eliane Radigue di Piero Scaruffi -
(Testo originale di Piero Scaruffi, editing di Stefano Iardella)
Eliane Radigue (Paris, 1932), che aveva sposato il pittore Armand Fernandez, ovvero Arman, nel 1953, studiò musica elettroacustica con Pierre Schaeffer e Pierre Henry (del quale fu assistente dal 1967 al 1968). Aveva vissuto negli USA con suo marito e i loro tre bambini fra il 1963 e il 1967, e vi torno` spesso negli anni 70.
Dopo un'esperienza con il sintetizzatore Buchla, Chry-ptus (1971), si dedico` al sintetizzatore ARP, del quale ammirava le tonalita` pure, e che rimarra` il suo unico strumento fino al 2000. La sua prima registrazione di rilievo fu Biogenesis (Metamkine, 1996), risalente al 1973. Il sintetizzatore era ancora una rarita` a Parigi. Laetitia Sonami lo imparo` a lei.
Nel 1975 si converti` al Buddismo e inizio` l'impresa ciclopica di comporre una trilogia di sinfonie elettroniche dedicate a un asceta medievale del Tibel, Milarepa: il doppio album Songs Of Milarepa (Lovely Music, 1998, originariamente un LP del 1983 con solo meta` del materiale), che accoppia le improvvisazioni al synth di Radigue con poesie del guru medievale Milarepa recitate da Robert Ashley in Inglese e dal lama Kunga Rinpoche in Tibetano, strutturato in quattro pezzi di circa 20 minuti ciascuno (Mila's Song in the Rain, Song of the Path Guides, Elimination of Desire e Symbols for Yogic Experience); Jetsun Mila (Lovely Music, 1987), composta nel 1986 (due parti per un totale di 83 minuti); e Mila's Journey Inspired By A Dream (Lovely Music, 1987), una composizione di un'ora del 1984.
Radigue concepisce la musica come una forma di espressione religiosa. Ogni suo brano va pertanto "letto" come una preghiera. La modalità impiegata è quella delle lunghe radiazioni statiche di LaMonte Young, che cambiano di frequenza in maniera impercettibile, che agiscono sulla coscienza in maniera subliminale.
Kyema/ Intermediate States (XI, 1990), composto nel 1988,
e` dedicato ai sei "stati intermedi" che
costituiscono il continuum esistenziale di ogni essere vivente secondo il Libro
Tibetano dei Morti (il cui titolo esatto è "Bardo Thodol", ovvero
"la liberazione attraverso l'ascolto durante gli stati intermedi"). Si tratta
di un'ora di "droni" ininterrotti in una spazialità spettrale.
Kyene è una sorta di accordatura di questo "om" colossale,
che finalmente si mette in moto con Milam. Se la sua lentissima
evoluzione ha ancora una parvenza di melodia, sia pur dilatata nell'arco di
una dozzina di minuti, Samten, in cui sfuma, è soltanto più
un ronzio molto forte.
Per effetto del cambiamento di frequenza il suono sembra scomparire in
una vibrazione fievolissima e sfocata; invece si fa semplicemente più
basso (e quindi cupo) e si leva piano piano nel vortice di Chikai, dentro
il quale sono mescolati alla rinfusa piccoli rumori di fantasmi, un vortice che
assume presto proporzioni quasi sinfoniche (Chikai rende sonoramente i
suoni della decomposizione che si suppone un individuo percepisca subito prima
della morte fisica ed è davvero uno dei brani più terrificanti
della musica elettronica di sempre).
In Chonye il gocciolare meccanico di una nota su un fruscio subsonico
induce una forma di ipnosi; rallenta fino a svanire e lascia a riempire il vuoto
la radiazione cosmica di sottofondo di Sippai. Ogni movimento sfuma nel
successivo, come se scivolasse da un livello a uno più basso.
Kyema e` in realta` soltanto la prima parte della
monumentale Trilogie De La Mort (XI, 1998), finita nel 1993, dedicata a suo figlio, morto
in un incidente stradale.
Le altre due parti sono Kailasha (1991), un immaginario pellegrinaggio al monte
sacro del Tibet, e Koume` (1993), che celebra la trascendenza della morte, il
tema ultimo di tutta la sua opera. Entrambe sono state registrate come due
lunghi flussi di suoni (di circa un'ora ciascuno).
Kailasha si apre con una marea di droni bassi e brutali che riempiono
progressivamente lo spazio acustico creando una tensione esasperante. Le
vibrazioni sono in continuo movimento, ma, non essendo guidate da una logica
melodica o armonica, costituiscono soltanto un inquietante radiazione cosmica.
Koume` e` invece impostata su una terrificante percussivita`, che
fluttua fra stati d'intensita` diametralmente opposta, ma sempre con il
parossismo di un martello pneumatico. A meta` brano, questa percussivita`
muta in un ronzio assordante. Si erge allora imponente un "om" che sembra
spazzolare l'intero universo alla ricerca del nirvana, moltiplicandosi in
violenza e in voci, sovrapponendo infinite copie di se stesso. Una sinfonia
apocalittica si abbatte sul mondo degli uomini. Ma quella violenza si spegne
poco a poco, fino a lasciare soltanto un sibilo sottovoce e infine una
vibrazione bassissima, come se l'entropia avesse raggiunto il massimo e non
fosse rimasto alcun segno di vita.
Il suo strumento preferito dagli anni '70 era il sintetizzatore ARP 2500. Le sue esibizioni erano diventate famose per i pezzi endurance.
Geelriandre - Arthesis (Fringes, 2003 - Important, 2018) raccoglie due pezzi ronzanti composti prima che Radigue iniziasse a concentrarsi sul feedback: Geelriandre (1972), per pianoforte preparato e sintetizzatore, che intreccia il rumore a basso volume simile a un grillo e il ticchettio delle note del pianoforte in un modo altamente ultraterreno, il rumore del sintetizzatore si evolve lentamente per diventare un segnale radio galattico; e Arthesis (1973), un sintetizzatore subminimale rimbomba in movimento che muta lentamente in altri suoni in movimento fino a diventare un orologio da parete che batte il tempo.
Adnos I-III (Table of the Elements, 2002), una nuova trilogia composta tra il 1974 e il 1982, è un'opera monumentale di musica elettronica meticolosamente assemblata che utilizza droni in lenta evoluzione. Poiché la variazione si verifica solo su un lungo periodo di tempo, ciò rende l'ascolto estremamente profondo. La prima parte è stata composta indipendentemente dalla seconda e dalla terza. Si esibì a San Francisco nel 1974 e poi venne introdotta al buddismo tibetano, che ispirò prima Triptych (1978) poi la seconda (1980) e la terza (1981) parte di Adnos, e poi Songs Of Milarepa (1983), Jetsun Mila (1986) e la "Trilogia della Morte": Kyema (1988), Kailasha (1991) e Koume (1993).
L'Ile Re-Sonante (Shiiin, 2005) è una composizione da 55 minuti risalente al 2000.
Il doppio CD Chry-ptus (Schoolmap , 2007) raccoglie quattro versioni di Chry-ptus. La versione originale è stata rivisitata nel 2001 e nel 2006.
Before The Libretto (Quecksilber, 2005) dei Lappetites è stata una collaborazione tra Elaine Radigue (Francia), Kaffe Matthews (Gran Bretagna), Ryoko Kuwajima (Giappone) e Antye Greie-Fuchs (Germania), fondamentalmente un quartetto multinazionale di laptop che spazia dalla settantenne Radigue al giovane giapponese.
Vice Versa, etc.... (Important, 2009) è un album su doppio disco curato da Manu Holterbach che include una delle prime composizioni di Radigue e diversi "remix" di sorta. Il pezzo di Radigue per nastro magnetico Viceversa (1970) veniva fornito con le istruzioni per essere riprodotto a qualsiasi velocità e con qualsiasi durata, all'indietro oppure in avanti. L'album contiene il nastro originale realizzato da Radigue e una serie di variazioni riprodotte al contrario e a velocità diverse.
Jouet Electronique/Elemental I (Alga Marghen, 2011) raccoglie due prime composizioni per feedback, composte e registrate tra il 1967 e il 1968: Jouet Electronique (1967), di 12 minuti, che gioca con suoni puramente elettronici e produce variazioni eleganti e pacate, e Elemental I (1968), in quattro movimenti, che utilizza suoni naturali come fonti e produce effetti molto più vari e violenti (una delle poche composizioni che facciano effettivamente parte della musique concrete).
Elemental II (2005 - Recordings Of Sleaze Art, 2012) documenta una performance dal vivo del 2004 con Kasper Toeplitz.
Ha smesso di scrivere per suoni sintetizzati nel 2001 e ha iniziato a collaborare con il violoncellista Charles Curtis, il fagottista Dafne Vicente-Sandoval, l'arpista Rhodri Davies e il tubista Robin Hayward.
Transamorem - Transmortem (Important, 2011) documenta un'installazione sonora di 67 minuti per sintetizzatore del 1974. Il sibilo assordante e la vibrazione monotona si destabilizzano a vicenda lungo il percorso, ma la differenza richiede davvero un ascolto estremamente "profondo" per essere apprezzata.
Occam I (2011) per arpa sola (progettata per il violoncellista Charles Curtis, che aveva collaborato con LaMonte Young e Marina Zazeela dal 1987) ha iniziato una nuova serie, la serie "Occam Ocean", continuata con Occam II (2012) per violino, Occam III (2012) per birnbyne, Occam IV per viola, Occam VI per sintetizzatore, Occam River I per birnbyne e viola, Occam Delta I per violino, viola e arpa birnbyne, Occam Delta II per clarinetto basso, viola e arpa, Occam V per violoncello, Occam VII per voce, Occam VIII per violoncello, Occam IX (2013), Occam X per tromba, Occam XI per tuba, Occam River II per violino e violoncello.
I pezzi solisti sono intitolati "Occam", i pezzi in duo "River" e i pezzi d'insieme più ampi "Delta".
Feedback Works (2012) raccoglie tre installazioni sonore: Usral (1969), Omnht (1970) e Stress Osaka (1970). Sono rappresentativi della sua "musique sans fin" ("musica senza fine") destinata alla trasmissione ad libitum in una galleria o in un museo, ideale come colonna sonora eterna per una mostra d'arte. Un altro esempio è Labyrinthe Sonore (1970).
Opus 17 (2013) contiene un brano in cinque movimenti eseguito per un evento nel 1970, la sua ultima composizione per feedback, e anche la composizione che interruppe la sua serie "Musique sans Fin".
Psi 847 (2013), originariamente composto nel 1972, è uno dei suoi lavori più importanti, un flusso ipnotico di rintocchi squillanti che viene sminuito da un ronzio violento e stridulo nel corso di oltre 70 minuti di sviluppo organico.
Dopo aver abbandonato la musica elettronica, Naldjorlak (2008), un pezzo di un'ora per violoncello solo, composto nel 2004, presentato in anteprima nel 2005 e registrato in una cappella di Parigi nel 2006, è stato la sua prima composizione interamente acustica.
Il pezzo è nato dalle discussioni con l'esecutore, il violoncellista Charles Curtis. Successivamente è stato ampliato in un'opera per un trio da camera (i suonatori di bassett-horn Carol Robinson e Bruno Martinez accanto a Curtis al violoncello), presentato per la prima volta nel 2009, come documentato sul triplo disco Naldjorlak I-II-III (2013).
Octopus (Bocian, 2019) documenta una collaborazione con Helene Breschand e Kasper Toeplitz.
La serie "Occam" è composta da opere da camera in cui la partitura è sostituita da un dialogo tra compositore ed esecutore, il metodo già sperimentato con Naldjorlak.
Il doppio disco Occam Ocean 1 (2017) contiene Occam River I (14:19), Occam I (29:14), Occam III (16:31), Occam IV (21:11) e Occam Delta II (25:03).
Occam Ocean 2 (2019) contiene Occam Ocean (2015) di 52 minuti per orchestra (cinque clarinetti, tre contrabbassi, due eufoni, tre chitarre, tre percussionisti, fisarmonica, sei sassofoni, trombone, tromba, tuba, due viole, violino e due violoncelli).
Occam Ocean 3 (2021) contiene Occam River II (23:42), Occam VIII (20:34) e Occam Delta III (23:23).
Occam Ocean 4 (2021) contiene: Occam Delta XIX (24:15) per sassofono contralto, viola da gamba e birbyne; Occam XXII (17:34) per baritoni; e Occam River XXII (26:00) per sassofono contralto e clarinetto basso. Occam XXV (2018) è stata eseguita all'organo a canne di una chiesa londinese nel 2018 dall'organista Frederic Blondy, la sua prima composizione per organo a canne.
Per la fine del 2021 c'erano 50 brani solisti e d'insieme scritti per la serie "Occam Ocean".
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