Il Turtle Island String Quartet, formato da Darol Anger e David
Balakrishnan con il violoncellista Mark Summer e con la violista Irene Sazer, nacque per interpretare con
austerità classica gli standard della musica popolare, in particolare jazz.
Balakrishnan è però anche compositore in proprio e alle
sue musiche il Quartet deve un posto nella storia dei nuovi ensemble jazz. Il suo primo quartetto (sul
primo album registrato nel luglio 1987) è arioso e incalzante, pieno di citazioni etniche (indiane, mediorientali e slave) e di
gag armoniche al limite della dissonanza che servono a propellere il ritmo. Così anche, in piccolo
(su Metropolis), Sunny August, mentre Julie-O è uno scherzo al
violoncello di Summer e Street Stuff, composto da Anger, è un turbolento movimento a
metà fra classico e jazz degno di Gershwin. Dotati di un gusto raffinato e di fantasia armonica da
vendere, i quattro avvicinano la world-music ai conservatori, come una Penguin Café Orchestra
della new age.
Skylife porta a compimento la loro maturazione con la rapsodia
blues di Skylife, il funk swingante di Gettysburg, la litania depressa di Tremors e
l'aria sentimentale di Ensenada.
On The Town è interamente dedicato ai grandi della
canzone americana. Spider Dreams corona le ambizioni di Balakrishnan con una suite per
orchestra d'archi jazz. Poi Balakrishnan abbandona però il quartetto. Who Do We Think We
Are comprende anche qualche composizione originale, ma ancora una volta il quartetto è
tutto concentrato sugli arrangiamenti di standard del jazz, disperdendo in tal modo il talento in
manieristiche esibizioni di tecnica collettiva.
Nonostante le cadute di tono degli ultimi anni il Turtle Island String
Quartet rimane una delle novità più importanti dell'ultimo decennio di musica jazz. Il suo
modo di fondere musica jazz e musica classica ha creato un nuovo standard di esecuzione. Gli anni
trascorsi da Anger al seguito di David Grisman e poi nei Montreux stanno pagando moneta sonante.
Avviato alla carriera di musicista acustico bluegrass, Anger ebbe la fortuna
di venire reclutato da David Grisman per il suo leggendario Quintet, che sperimentava con tutti i generi e
flirtava apertamente con il jazz. Nell'arco di sei album (dal 1974 al 1984), al fianco di musicisti sempre
straordinari, Anger acquisì tecnica, erudizione e umorismo, le tre doti fondamentali della sua
futura carriera solista.
L'esordio in proprio avvene alla fine degli anni '70 con l'album
Fiddlesticks (december 1978). Quest'opera naif contiene in embrione la sua particolare concezione di musica da
camera jazz (in particolare la lunga Megatones per quintetto di strumenti a corda), anche se
l'intento è prevalentemente goliardico. Anger si mette subito in luce per lo stile, memore delle
rivoluzioni stilistiche di Joe Venuti e Jean-Luc Ponty, che trasformarono il violino in uno strumento
più versatile, e al tempo stesso dei "fiddle players" della musica country, come Vassar Clemens e
Byron Berline.
Sul disco suonano quelli che rimarranno i suoi amici/collaboratori preferiti:
la pianista
Barbara Higbie, il mandolinista Mike Marshall e il violinista Dave Balakrishnan, tutti
musicisti dell'area di Grisman. Con essi Anger forma a Berkeley uno dei primi ensemble di musica neo-
acustica, i Saheeb.
L'incontro con il giovane Balakrishnan viene celebrato ufficialmente da un
disco in coppia, Jazz Violin Celebration; ma i collaboratori principi di Anger rimangono per un
po' Marshall, con cui registra The Duo (june 1982), Gator Strut e soprattutto Chiaroscuro,
e Higbie, co-titolare di Tideline (february 1982) e di Live At Montreux (july 1984).
Il primo disco con Marshall è in gran parte farina del sacco di
questi. Con il senso dello humour che li ha sempre accompagnati, Anger e Marshall si lanciano in un
pugno di effervescenti e spettacolari duetti: swingante e folk la Rotagilla a rotta di collo, pervasa
di ebbrezza tzigana Wall Of Mando Madness, un po' nevrotica la cavalcata bluegrass di Free
D, travolgente la quadriglia per due violini di N.K.F.. Chiude il disco il lungo, spaziale
Gator's Dream per violino e mandocello.
Tideline è forse il disco che segna l'inizio del periodo
maggiore. Dalla sincopata title-track alla melodiosa ninnananna di Keep Sleeping, dall'esotica
Onyame alla swingante Gualala Anger e Higbie dimostrano una padronanza assoluta
dell'orchestrazione e una fantasia inesauribile di arrangiamenti. Lifeline testimonia anche della
capacità di affrontare partiture più sperimentali.
Chiaroscuro rappresenta un vertice del folkjazz da camera di
Anger e di tutti quelli che verranno dopo. L'aria di Beloved Infidel, in cui il violino giostra con
l'ensemble (Manring al basso, Higbie al sintetizzatore, Marshall alla chitarra), la briosa carolina di
Piacenza, l'incalzante virtuosismo di Coming Back, la toccante ballata di Spring
Gesture sono da annoverare fra le pietre miliari della musica acustica. Marshall pennella partiture
complesse. Brani come Dolphins sono di una compostezza classica, ma al tempo stesso si lasciano
andare a impennate folk, fondendo in tal modo energia vitale e concentrazione erudita. Dardanells
innesta in quel reticolo luccicante accenni di arie folk.
ll Live At Montreux è la prova generale dei Montreux,
che nasceranno di lì a poco. Marshall è alla chitarra e al mandolino. Il quintetto tratteggia
le poesie caraibiche di Egrets e Egypt, ma fa epoca soprattutto per la fluidità con
cui fonde elementi jazz e folk, per la formazione a tre voci (chitarra, violino, piano) che non si rubano mai
la battuta, per l'eleganza formale dell'esecuzione, per la compostezza delle improvvisazioni, insomma per
un approccio alla materia che sa più di musica classica che di musica popolare. La lunga jam di
In What Hour ne è il manifesto spirituale e formale. Anger e compagni si ricordano
però delle loro eterodosse origini, e del loro senso dello humour, quando si lanciano nell'armonia
spericolata e rocambolesca di Near Northern.
Anger, Higbie, Marshall e Michael Manring diedero vita nel 1984 ai
Montreux, dei quali uscirono due album. Quel quartetto, che fondeva temi country, jazz, classici e pop,
costituì uno degli eventi fondamentali nella storia della musica acustica new age. Qualche anno
dopo Anger e Balakrishnan formarono con il violoncellista Mark Summer e la violista Irene Sazer il
Turtle Island String Quartet (july 1987), che si spinse ancor più a fondo in quell'operazione di riformulazione
del paradigma acustico, secondo uno spirito più erudito e austero.
Anger's
Heritage (Six Degrees, 1997) features Bela Fleck, David Lindley,
David Grisman, Vassar Clemens, John Hartford, Sam Bush, Willie Nelson, etc
performing traditional tunes in a historical context.
Mandolinista cresciuto alla scuola di David Grisman, Mike Marshall ha
registrato dischi in collaborazione con il violinista Darol Anger e la pianista Barbara Higbie con cui ha
stabilito uno standard per tutti gli ensemble acustici del futuro e si è messo in luce come
chitarrista dotato di un "picking" classico. Il suo capolavoro è probabilmente
Chiaroscuro.
Il violinista Darol Anger, la pianista Barbara Higbie e il mandolinista Mike
Marshall, tutti cresciuti nell'entourage di David Grisman e già autori di una serie di opere soliste,
in duo e in trio, nonché titolari di un ensemble di musica neo-acustica, i Saheeb, durato soltanto
una stagione, formarono i Montreux con il giovane bassista Michael Manring. Quel quartetto, con la sua
fusione di sonorità country, jazz, classiche e pop, costituì uno degli eventi fondamentali
nella storia della musica acustica new age.
Il primo album, Sign Language, può essere considerato il
manifesto dell'intero genere, un manifesto articolato nei quattro punti fondamentali: la sintesi di elementi
provenienti da tradizioni diverse, rielaborati e interiorizzati fino a scorrere in un flusso armonico neutro;
la spontanea simbiosi e il misurato individualismo di quelli che sono di fatto altrettanti strumenti solisti; il
sapiente puntillismo degli strumenti, che trasforma l'arrangiamento in un'arte a se stante; e la vena
melodica che permea ogni brano.
L'ouverture Skywriting (di Marshall), una delle loro sigle, ariosa e
incalzante, l'indiavolata danza brasiliana di Jacob Do Bandolin (Marshall), l'esuberante inno
gospel di To Be (Higbie), il cantico estatico di Circular Birds (Manring) sono saggi di una
musica gioiosa e vitale, che trasuda ottimismo e fiducia da ogni accordo e che si auto-alimenta di
continuo.
I debiti verso la tradizione country sono evidenti in brani che conservano lo
spirito semplice, genuino ed entusiasta della civiltà rurale, su tutti la festosa e frenetica title-track
(di Manring), con il violino di Anger scatenato a tirare il ritmo come in una jam di bluegrass e un
frastuono ossessivo di percussioni esotiche e di pianismi martellanti; e in pieno bluegrass si tuffa
Grant Wood (Anger), un deliquio di strumenti a corde nella più fiera tradizione delle
variazioni su tema.
Ma il quartetto è capace anche di momenti di intenso
raccoglimento, di immergersi in emozioni tenui e toccanti, come nella ballata pianistica Sweet
Intentions (di Higbie), che il violino e la chitarra decorano di lamenti. Al repertorio vanno anche
aggiunti acquerelli impressionisti come In The Shadow Of The Blimp, fatto di improvvisazioni
free form, di progressioni raga e di velate dissonanze, nonché Just Walking, la jam
più jazzata, in cui il violino di Anger prende il ruolo del sassofono. La musica radiosa dei
Montreux apre orizzonti sconfinati agli ensemble acustici.
E' lo spirito soprattutto a distinguere questa musica acustica da quella della
musica classica, lo spirito semplice, genuino ed entusiasta della civiltà rurale, trapiantato in
un'eleganza e una compostezza tipicamente urbane. Il virtuosismo dei quattro musicisti non fa che
aggiungere emozione all'emozione, grazie alla raffinata scelta degli impasti timbrici.
Il loro metodo di improvvisazione collettiva moderata e rilassata culmina
nell'ultimo album, Let Them Say. Marshall vi trionfa come compositore di temi orecchiabili,
come nella title-track, contrassegnata da un incalzante duetto di mandolino e violino, nell'elegante
Mandolin Rising, nel delicato madrigale di October Wedding, per il solfeggio sottovoce di
Higbie, nella dimessa, assorta, sentimentale romanza di Road To Vernazza e nella cavalcata free-
jazz di Free D (che era già sul Duo di Anger e Marshall). Dal canto suo Anger
rende omaggio alle sue radici country con la fiabesca King Sod.
Se i due veterani dominano il sound del gruppo, tutti i contributi sono di
eccezionale livello: Manring compone un melodioso ritornello western swing, Astronomics, e
Higbie scodella una tenera ballata d'atmosfera, Barbara's Dream, e una melodia classicheggiante,
Finding Time. La squisita eleganza degli arrangiamenti è davvero il loro metodo. La
profusione di linee melodiche e di contrappunti non ha eguali.
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