Turtle Island String Quartet
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Darol Anger: Fiddlesticks (Kaleidoscope, 1979) **
Darol Anger: Jazz Violin Celebration (Kaleidoscope, 1980) ** with Balakrishnan
Darol Anger: The Duo (Rounder, 1981) *** with Mike Marshall
Darol Anger: Gator Strut (Rounder, 1982) ** with Mike Marshall
Darol Anger: Tideline (Windham Hill, 1982) *** with Barbara Higbie
Darol Anger: Live At Montreux (Windham Hill, 1984) ** with Barbara Higbie
Darol Anger: Chiaroscuro (Windham Hill, 1985) *** with Mike Marshall
Darol Anger: Psychograss (Windham Hill, 1993) ** with Mike Marshall
Darol Anger: Heritage (Six Degrees, 1997) **
Mike Marshall: The Duo (Rounder, 1981) *** con Darol Anger
Mike Marshall: Gator Strut (Rounder, 1982) ** con Darol Anger
Mike Marshall: Chiaroscuro (Windham Hill, 1985) *** con Darol Anger
Mike Marshall: Psychograss (Windham Hill, 1993) ** con Darol Anger
Montreau: Sign Language (Windham Hill, 1987) ****
Montreau: Let Them Say (Windham Hill, 1989) ****
Montreau: Retrospective (Windham Hill, 1993) *** anthology
Turtle Island String Quartet (Windham Hill, 1988) ****
Metropolis (Windham Hill, 1989) **
Skylife (Windham Hill, 1990) ***
On The Town (Windham Hill, 1991) *
Spider Dreams (Windham Hill, 1992) ***
Who Do We Think We Are (Windham Hill, 1994) **
By The Fireside (Windham Hill, 1995) *
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Il Turtle Island String Quartet, formato da Darol Anger e David Balakrishnan con il violoncellista Mark Summer e con la violista Irene Sazer, nacque per interpretare con austerità classica gli standard della musica popolare, in particolare jazz.

Balakrishnan è però anche compositore in proprio e alle sue musiche il Quartet deve un posto nella storia dei nuovi ensemble jazz. Il suo primo quartetto (sul primo album registrato nel luglio 1987) è arioso e incalzante, pieno di citazioni etniche (indiane, mediorientali e slave) e di gag armoniche al limite della dissonanza che servono a propellere il ritmo. Così anche, in piccolo (su Metropolis), Sunny August, mentre Julie-O è uno scherzo al violoncello di Summer e Street Stuff, composto da Anger, è un turbolento movimento a metà fra classico e jazz degno di Gershwin. Dotati di un gusto raffinato e di fantasia armonica da vendere, i quattro avvicinano la world-music ai conservatori, come una Penguin Café Orchestra della new age.

Skylife porta a compimento la loro maturazione con la rapsodia blues di Skylife, il funk swingante di Gettysburg, la litania depressa di Tremors e l'aria sentimentale di Ensenada.

On The Town è interamente dedicato ai grandi della canzone americana. Spider Dreams corona le ambizioni di Balakrishnan con una suite per orchestra d'archi jazz. Poi Balakrishnan abbandona però il quartetto. Who Do We Think We Are comprende anche qualche composizione originale, ma ancora una volta il quartetto è tutto concentrato sugli arrangiamenti di standard del jazz, disperdendo in tal modo il talento in manieristiche esibizioni di tecnica collettiva.

Nonostante le cadute di tono degli ultimi anni il Turtle Island String Quartet rimane una delle novità più importanti dell'ultimo decennio di musica jazz. Il suo modo di fondere musica jazz e musica classica ha creato un nuovo standard di esecuzione. Gli anni trascorsi da Anger al seguito di David Grisman e poi nei Montreux stanno pagando moneta sonante.

Avviato alla carriera di musicista acustico bluegrass, Anger ebbe la fortuna di venire reclutato da David Grisman per il suo leggendario Quintet, che sperimentava con tutti i generi e flirtava apertamente con il jazz. Nell'arco di sei album (dal 1974 al 1984), al fianco di musicisti sempre straordinari, Anger acquisì tecnica, erudizione e umorismo, le tre doti fondamentali della sua futura carriera solista.

L'esordio in proprio avvene alla fine degli anni '70 con l'album Fiddlesticks (december 1978). Quest'opera naif contiene in embrione la sua particolare concezione di musica da camera jazz (in particolare la lunga Megatones per quintetto di strumenti a corda), anche se l'intento è prevalentemente goliardico. Anger si mette subito in luce per lo stile, memore delle rivoluzioni stilistiche di Joe Venuti e Jean-Luc Ponty, che trasformarono il violino in uno strumento più versatile, e al tempo stesso dei "fiddle players" della musica country, come Vassar Clemens e Byron Berline.

Sul disco suonano quelli che rimarranno i suoi amici/collaboratori preferiti: la pianista Barbara Higbie, il mandolinista Mike Marshall e il violinista Dave Balakrishnan, tutti musicisti dell'area di Grisman. Con essi Anger forma a Berkeley uno dei primi ensemble di musica neo- acustica, i Saheeb.

L'incontro con il giovane Balakrishnan viene celebrato ufficialmente da un disco in coppia, Jazz Violin Celebration; ma i collaboratori principi di Anger rimangono per un po' Marshall, con cui registra The Duo (june 1982), Gator Strut e soprattutto Chiaroscuro, e Higbie, co-titolare di Tideline (february 1982) e di Live At Montreux (july 1984).

Il primo disco con Marshall è in gran parte farina del sacco di questi. Con il senso dello humour che li ha sempre accompagnati, Anger e Marshall si lanciano in un pugno di effervescenti e spettacolari duetti: swingante e folk la Rotagilla a rotta di collo, pervasa di ebbrezza tzigana Wall Of Mando Madness, un po' nevrotica la cavalcata bluegrass di Free D, travolgente la quadriglia per due violini di N.K.F.. Chiude il disco il lungo, spaziale Gator's Dream per violino e mandocello.

Tideline è forse il disco che segna l'inizio del periodo maggiore. Dalla sincopata title-track alla melodiosa ninnananna di Keep Sleeping, dall'esotica Onyame alla swingante Gualala Anger e Higbie dimostrano una padronanza assoluta dell'orchestrazione e una fantasia inesauribile di arrangiamenti. Lifeline testimonia anche della capacità di affrontare partiture più sperimentali.

Chiaroscuro rappresenta un vertice del folkjazz da camera di Anger e di tutti quelli che verranno dopo. L'aria di Beloved Infidel, in cui il violino giostra con l'ensemble (Manring al basso, Higbie al sintetizzatore, Marshall alla chitarra), la briosa carolina di Piacenza, l'incalzante virtuosismo di Coming Back, la toccante ballata di Spring Gesture sono da annoverare fra le pietre miliari della musica acustica. Marshall pennella partiture complesse. Brani come Dolphins sono di una compostezza classica, ma al tempo stesso si lasciano andare a impennate folk, fondendo in tal modo energia vitale e concentrazione erudita. Dardanells innesta in quel reticolo luccicante accenni di arie folk.

ll Live At Montreux è la prova generale dei Montreux, che nasceranno di lì a poco. Marshall è alla chitarra e al mandolino. Il quintetto tratteggia le poesie caraibiche di Egrets e Egypt, ma fa epoca soprattutto per la fluidità con cui fonde elementi jazz e folk, per la formazione a tre voci (chitarra, violino, piano) che non si rubano mai la battuta, per l'eleganza formale dell'esecuzione, per la compostezza delle improvvisazioni, insomma per un approccio alla materia che sa più di musica classica che di musica popolare. La lunga jam di In What Hour ne è il manifesto spirituale e formale. Anger e compagni si ricordano però delle loro eterodosse origini, e del loro senso dello humour, quando si lanciano nell'armonia spericolata e rocambolesca di Near Northern.

Anger, Higbie, Marshall e Michael Manring diedero vita nel 1984 ai Montreux, dei quali uscirono due album. Quel quartetto, che fondeva temi country, jazz, classici e pop, costituì uno degli eventi fondamentali nella storia della musica acustica new age. Qualche anno dopo Anger e Balakrishnan formarono con il violoncellista Mark Summer e la violista Irene Sazer il Turtle Island String Quartet (july 1987), che si spinse ancor più a fondo in quell'operazione di riformulazione del paradigma acustico, secondo uno spirito più erudito e austero.

Anger's Heritage (Six Degrees, 1997) features Bela Fleck, David Lindley, David Grisman, Vassar Clemens, John Hartford, Sam Bush, Willie Nelson, etc performing traditional tunes in a historical context.

Mandolinista cresciuto alla scuola di David Grisman, Mike Marshall ha registrato dischi in collaborazione con il violinista Darol Anger e la pianista Barbara Higbie con cui ha stabilito uno standard per tutti gli ensemble acustici del futuro e si è messo in luce come chitarrista dotato di un "picking" classico. Il suo capolavoro è probabilmente Chiaroscuro.

Il violinista Darol Anger, la pianista Barbara Higbie e il mandolinista Mike Marshall, tutti cresciuti nell'entourage di David Grisman e già autori di una serie di opere soliste, in duo e in trio, nonché titolari di un ensemble di musica neo-acustica, i Saheeb, durato soltanto una stagione, formarono i Montreux con il giovane bassista Michael Manring. Quel quartetto, con la sua fusione di sonorità country, jazz, classiche e pop, costituì uno degli eventi fondamentali nella storia della musica acustica new age.

Il primo album, Sign Language, può essere considerato il manifesto dell'intero genere, un manifesto articolato nei quattro punti fondamentali: la sintesi di elementi provenienti da tradizioni diverse, rielaborati e interiorizzati fino a scorrere in un flusso armonico neutro; la spontanea simbiosi e il misurato individualismo di quelli che sono di fatto altrettanti strumenti solisti; il sapiente puntillismo degli strumenti, che trasforma l'arrangiamento in un'arte a se stante; e la vena melodica che permea ogni brano.

L'ouverture Skywriting (di Marshall), una delle loro sigle, ariosa e incalzante, l'indiavolata danza brasiliana di Jacob Do Bandolin (Marshall), l'esuberante inno gospel di To Be (Higbie), il cantico estatico di Circular Birds (Manring) sono saggi di una musica gioiosa e vitale, che trasuda ottimismo e fiducia da ogni accordo e che si auto-alimenta di continuo.

I debiti verso la tradizione country sono evidenti in brani che conservano lo spirito semplice, genuino ed entusiasta della civiltà rurale, su tutti la festosa e frenetica title-track (di Manring), con il violino di Anger scatenato a tirare il ritmo come in una jam di bluegrass e un frastuono ossessivo di percussioni esotiche e di pianismi martellanti; e in pieno bluegrass si tuffa Grant Wood (Anger), un deliquio di strumenti a corde nella più fiera tradizione delle variazioni su tema.

Ma il quartetto è capace anche di momenti di intenso raccoglimento, di immergersi in emozioni tenui e toccanti, come nella ballata pianistica Sweet Intentions (di Higbie), che il violino e la chitarra decorano di lamenti. Al repertorio vanno anche aggiunti acquerelli impressionisti come In The Shadow Of The Blimp, fatto di improvvisazioni free form, di progressioni raga e di velate dissonanze, nonché Just Walking, la jam più jazzata, in cui il violino di Anger prende il ruolo del sassofono. La musica radiosa dei Montreux apre orizzonti sconfinati agli ensemble acustici.

E' lo spirito soprattutto a distinguere questa musica acustica da quella della musica classica, lo spirito semplice, genuino ed entusiasta della civiltà rurale, trapiantato in un'eleganza e una compostezza tipicamente urbane. Il virtuosismo dei quattro musicisti non fa che aggiungere emozione all'emozione, grazie alla raffinata scelta degli impasti timbrici.

Il loro metodo di improvvisazione collettiva moderata e rilassata culmina nell'ultimo album, Let Them Say. Marshall vi trionfa come compositore di temi orecchiabili, come nella title-track, contrassegnata da un incalzante duetto di mandolino e violino, nell'elegante Mandolin Rising, nel delicato madrigale di October Wedding, per il solfeggio sottovoce di Higbie, nella dimessa, assorta, sentimentale romanza di Road To Vernazza e nella cavalcata free- jazz di Free D (che era già sul Duo di Anger e Marshall). Dal canto suo Anger rende omaggio alle sue radici country con la fiabesca King Sod.

Se i due veterani dominano il sound del gruppo, tutti i contributi sono di eccezionale livello: Manring compone un melodioso ritornello western swing, Astronomics, e Higbie scodella una tenera ballata d'atmosfera, Barbara's Dream, e una melodia classicheggiante, Finding Time. La squisita eleganza degli arrangiamenti è davvero il loro metodo. La profusione di linee melodiche e di contrappunti non ha eguali.

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By The Fireside (Windham Hill, 1995) is a far less inspired set of covers. A Love Supreme (2007) is a string-quartet version of John Coltrane's masterpiece.

Mike Marshall recorded Uncommon Ritual (Sony, 1997) in an acoustic string trio with double-bassist Edgar Meyer and banjoist Bela Fleck that performed originals inspired by bluegrass, jazz, blues and world music. Live Duets (2003) documented mandolin duets with Chris Tile. He then delved into Brazilian music, first with Brazil Duets (1996), then with his Choro Famoso (2004) and finally with New Words (2007), a collaboration with Brazilian bandolin player Hamilton DeHoland.

Woodshop (2007) is a collaboration between Darol Anger and Mike Marshall.

Big Trio (2009) was a collaboration with violinist Alex Hargreaves and bassist Paul Kowert.

Have You Ever Been (2010) was the Turtle Island Quartet's foray in rock music, a set of Jimi Hendrix compositions reinterpreted as improvised jams plus the four-movement Tree Of Life, an original Balakrishnan composition inspired by Hendrix but dedicated to Charles Darwin, whose beginning and ending rank among the composer's best. By now the quartet consisted of Mads Tolling and David Balakrishnan on violin, Mark Summer on cello and Jeremy Kittel on viola.

(Translation by/ Tradotto da xxx)

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