New York's guitarist David Torn, a former member of the Everyman Band (with Martin Fogel on saxophones), bridged Jimi Hendrix and Sonny Sharrock when he coined the space and psychedelic jazz-rock style of the solo Best Laid Plans (july 1984) and the baroque, oneiric and cerebral style of Cloud About Mercury (march 1986), featuring Bill Bruford on drums, Tony Levin on bass and Mark Isham on trumpet (Networks Of Sparks).
He left behind the last vestiges of progressive-rock and jazz-rock on
Tripping Over God (november 1994), an electroacoustic post-rock industrial ambient blues raga crafted by augmenting his guitar with all sorts of sound effects and overdubs, and What Means Solid Traveller? (november 1995), with stronger elements of electronics, world-music, heavy-metal and noise, and almost all digital, electric and ethnic instruments played by himself.
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In linea con Henry Kaiser e Bill Frisell nell'accoppiare Fred Frith,
Jimi Hendrix e Sonny Sharrock, il chitarrista David Torn (1953) di New York
e' uno dei piu' arditi
sperimentatori post-moderni della chitarra.
Appassionato di flamenco e di blues-rock e gregario di Jan Garbarek, Torn fu
membro della Everyman Band dal 1979 al 1985, con la quale accompagno' tanto
Lou Reed quanto Don Cherry. L'ensemble (con Martin Fogel ai sassofoni,
Bruce Yaw al basso e Michael Suchorsky alla batteria) si mise
in luce su Everyman Band (march 1982)
per un assortimento incoerente di estetismi jazz-rock, tempi funk
e atonalita' free-jazz, fondendo e confondendo con naturalezza Soft Machine,
Carla Bley e Ornette Coleman in brani come Fatt Blatt (di Fogel), una
loro tipica fanfara con accenti funk, Nuclear Suite (di Yaw),
che sfoggia un improbabile duetto fra chitarra metallica e sassofono post-bop,
e Lonely Streets (di Fogel), con un lungo delirio psichedelico del leader.
La spontaneita' di quell'esordio si perdera' nella sofisticata erudizione di
Without Warning (december 1984), che peraltro annovera il superbo Multiblue Tonic
Blues (di Fogel), il bel tema melodico di Al Ur (di Yaw),
e l'esperimento minimalista di Trick Of The Wool, in cui
sono sovrapposte due jam per quartetto eseguite a tempi diversi.
Se Patterns Which Connect (Suchorsky) e Huh What He Say
(Fogel) rinvigorivano il loro latin-funk post-colemaniano,
l'album puntava gia' verso nuove direzioni, come dimostrano la trenodia
orientaleggiante dei fiati su Celebration 7 (Fogel) e
il fraseggio fratturato da heavy-metal di Talking With Himself
(Suchorsky).
Torn approfondisce queste intuizioni in Best Laid Plans (1985),
il suo primo album solista e forse il suo capolavoro, un'opera spaziale e
psichedelica fino all'esaurimento nervoso che rivela il suo debito verso
Hendrix e Fripp, dal raga marziale di Before The Bitter Wind
ai rintocchi allucinogeni di Angle Of Incidents, dai lirici e
disperati arpeggi della title-track
ai lugubri e jungleschi lamenti di In The Fifth Direction, dalla
frippertronics di The Hum Of Its Parts al concerto per
scale e armoniche di Two-face Flash, degno di Peter Green.
Con una formazione stellare (Bill Bruford alla batteria, Tony Levin al basso,
Mark Isham alla tromba),
Torn ha poi inciso Cloud About Mercury, un album ancor
piu' cerebrale ed effettistico, conteso fra orientalismi onirici e
contemplativi (Suyafhu Skin), una forma di cool-jazz latineggiante
(Mercury Grid, Three Minutes Of Pure Entertainment),
astrattismi di dissonanze libere (Egg Learns To Walk) e le violente
sonorita' elettriche dei secondi King Crimson (Previous Man),
sempre con grande sfoggio di classe da parte di tutti i musicisti (tanto
che la chitarra-stecca del leader e' spesso secondaria rispetto alle
fanfare metafisiche della tromba e al cicaleccio convulso delle percussioni).
Torn si sfoga nell'intermezzo surreale di Network Of Sparks, un altro
dei suoi vertici.
Door X completa la parabola che lo ha avvicinato progressivamente
al rock e al pop. Il quartetto di Torn (con Mick Karn al posto di Levin) perfeziona in Time Bomb e Door X
una forma-ballata che fonde le sincopi piu' viscerali del funk e le
distorsioni piu' crude della psichedelia.
Al tempo stesso in Lion Of Boaz trova spazio una forma solo strumentale
al confine fra jazz-rock e heavy metal che sembra voler fondere Fripp e
Satriani, una forma che nelle variazioni ipnotiche e marziali di
The Others si esprime in un registro piu' "colto", quasi minimalista,
mentre in Brave Light Of The Sun si tuffa in un piu' rilassato
deliquio orientaleggiante da new age.
Torn prova anche a cantare nel tono pop-world-futurista di Peter Gabriel.
Piu' che il chitarrista e' il compositore a meritare un posto nell'Olimpo
del jazz d'avanguardia, grazie ai suoi spericolati innesti di stilemi
rock ed etnici.
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