Jean Eustache


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7.3 The Mother and the Whore (1973)
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If English is your first language and you could translate my old Italian text, please contact me. Regista isolato e ascetico, intrigante e "maudit", Jean Eustache diresse documentari e film per la TV, fra i quali La rosière de Pessac (1969), acuto ritratto-verità della provincia francese e La maman et la putaine (1973), kammerspiel tour de force di 3.5 ore bianco e nero sarcastico sulla crisi generazionale di monologhi, dialoghi, storie che dipinge eroi e vittime della rivoluzione socio-sessuale del '68, con al centro un triangolo sessuale, emblematico dell'ansietà e dell'alienazione causati dalla nuova libertà.

Il lunghissimo La Maman et la Putain/ The Mother and the Whore (1973), uno dei capolavori della nouvelle vague anche se usci` quando la nouvelle vague era gia` finita, e` il penetrante ritratto di un giovane arrogante e presuntuoso che non ha nulla da fare. Il film non usa colonna sonora musicale ma soltanto i suoni degli ambienti in cui si svolge la scena.

Alexandre e` invaghito di una studentessa, sua ex ragazza. Sia lui sia lei adesso hanno un'altra relazione. Lui le professa il suo amore, ma lei esita e lui si spazientisce. Si reca in un caffe` a leggere il giornale con un amico e vi fa la conoscenza di una donna. Tornato a casa, non esita a confessare alla sua ragazza con naturalezza di aver abbordato una sconosciuta. Alexandre telefona a Veronika e le da` un appuntamento al caffe`. L'amico ha rubato una carrozzella a un invalido. Sono giovani cinici e senza scopo, privi di ambizione e privi di morale. Al caffe` A incontra la sua ex ragazza, che gli comunica di aver deciso di sposare il suo ragazzo. Ma lui non si arrende e tenta ancora di farle cambiare idea con un delirio carico di stizza e un po' folle. Veronika invece non si fa vedere. Si presenta all'appuntamento successivo. Alexandre parla in continuazione di se`. Ogni tanto fa riferimenti alla storia del cinema. E` anche geloso: quando riceve la telefonata di un uomo che cerca la sua ragazza Marie, le fa una scenata pretendendo di essere indifferente. A Veronika invece mente, fa finta di essere libero. Si vanta che la noia e` l'unico senso della sua esistenza. Veronika non e` da meno: e` ossessionata dal sesso, che distribuisce con disinvoltura a tutti coloro che gliene chiedono. Sembra che si psicanalizzino a vicenda. Rassicura Marie, che comincia a essere gelosa, di non avere intenzione di fare l'amore con la sua nuova amica. Le presenta Veronika prima dell'ennesima "date", ma cio` aumenta soltanto la gelosia di Marie (oltre a rivelare la verita` a Veronika). Approfittando di un'assenza per lavoro di Marie, Alexandre diventa l'amante di Veronika. Veronika da` sempre del "voi" ad Alexandre. Marie torna, intuisce l'accaduto ma non si arrabbia per nulla. Un'amica di Alexandre e` ricercata per omicidio Ogni incontro e` costellato da lunghi monologhi di Alexander, spesso infiorettati con "ricordi" inventati sul momento. Continuano la tresca nell'umile appartamento di Veronika. Marie tollera in silenzio, sempre innamorata di lui. E lui si concede a notti alterne alle due. Una notte pero` Veronika irrompe in casa di Marie, ubriaca e gelosa, e si infila nel letto fra Marie e Alexandre e bacia persino Marie. Ma, mentre Marie tollera tutto, Alexandre non e` disposto a tollerare che lei inviti un amico a cena con loro. Le due donne in compenso diventano quasi amiche e per qualche ora se lo condividono a letto. Ma appena Alexandre e Veronika cominciano a fare l'amore sotto i suoi occhi, Marie li caccia. Entrambe lo amano, per motivi misteriosi. E lui e` incredibilmente egoista e, come gli dice Veronika, narcissista. Le due donne fanno la pace. Veronika dice di essere felice di essere con loro ma piange mentre racconta delle sue facili relazioni, dei suoi mille amanti, di come il senso abbia perso qualsiasi senso per lei. Alexandre accompagna Veronika a casa. Marie mette un vecchio disco e piange. Alexandre chiede a Veronika di sposarlo. Tutti i personaggi raccontano parabole in continuazione (quelle di Alexandre sono forse troppo lunghe ed estenuanti).

Mes petites amoreuses (1974), il suo film più convenzionale, straniante reportage sull'educazione sessuale di un ragazzino di provincia che la madre separata toglie al paradiso rurale della nonna e porta con sé a convivere con un amante e a fare l'operaio; Une sale histoire (1977), 50 minuti. Si è suicidato nell'81],

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