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Fra i firmatari del Manifesto di Öberhausen vi era
Alexander Klüge, che esordì nel 1965 con Abschild von gestern, biografia
godardiana di una ragazza ebrea e profuga dall'Est, incapace di integrarsi, ora ladra ora truffatrice ai
danni del padrone-amante, ora pupilla di un uomo politico che la mette incinta e la liquida con un po' di
denaro, che alla fine va volontariamente a costituirsi. La sua vita è del tutto negativa, vittime delle
ingiustizie e delle ipocrisie sociali.
Die artisten in der zirkusküppel (1967) è ancora l'odissea
di una donna, figlia del proprietario di un circo sfracellatosi durante un numero di equilibrismo, che
vorrebbe rifondare l'arte del circo e, ereditata un'ingente somma da un'amica, riesce a portare a
compimento il sogno, ma solo per rendersi conto del fallimento dei suoi principî e che, dopo
un'infelice tentativo con la televisione, si dà alla carriera politica, il tutto all'insegna della teoria
di Adorno sull'impotenza dell'arte nella società capitalista. Moderno Wilhelm Meister
sull'utopia dell'arte, estende il godardismo del precedente ad un brechtismo epico-saggistico:
discontinuità, straniamento, ellissi, inseriti documentari. Film aperto nell'accezione di Resnais, la
cui trama narrativa è incompleta.
Willi Tobler (1971) attacca l'economia capitalista sul piano della satira.
Il protagonista è un ambizioso senza scrupoli che, per fare carriera, accetta di collaborare alla
repressione dei disordini che stanno affliggendo l'intera galassia e cambia bandiera ogni volta pur di stare
sempre con i più forti, ma, restaurato l'ordine, non gli sarà perdonato l'ultimo
voltagabbana.
Il grande caos di questo e degli altri film di fantascienza di Klüge lascia
molto spazio all'improvvisazione (le tecniche di finzione si ispirano a Meliès).
Gelegenheits arbeit einer shlavin (1973) ritorna alla biografia femminile
con un'altra vittima dell'idealismo: una giovane casalinga, piena di entusiasmo anche se un po' goffa,
nonostante le avversità la costringano a procurare aborti illegali e nonostante l'attività
politica in fabbrica venga spezzata dal licenziamento del marito. Straniamento e surrealismo, paradosso e
sarcasmo, anticapitalismo e filo-femminismo e, soprattutto, il montaggio eterogeneo sono la costante del
cinema di Klüge; i suoi eroi sono positivi, sono malati di fantasia e di utopia, inesorabilmente
destinati ad ogni piè sospinto.
In gefahr und grosster (1974) è un virtuosismo di montaggio che
sovrappone diverse sequenze documentarie e due storie a soggetto, un collage che disgrega il materiale; la
teoria critica di Klüge professa un cinema pubblico che nasca dall'incontro fra la
realtà sociale e la finzione individuale.
Der starke Ferdinand (1976) è un apologo grottesco sul
capitalismo avanzato: il capo dei vigilantes di una fabbrica (peraltro un corrotto vizioso) applica
metodi militari con l'efficienza di un tecnocrate e va tanto in là con la sua dedizione al dovere da
proporre la chiusura della fabbrica come stato di suprema sicurezza; licenziato, organizza un attentato
contro un ministro per dimostrare la validità delle sue tesi; la sua fanatica crociata per l'ordine
assoluto è una satira del mito dello zelo germanico, ma anche un avvertimento sulle
contraddizioni del capitalismo.
Die macht der gefuhle (1983) è un film-saggio sullo spettacolo
come fabbrica dei sentimenti: episodi che parafrasano la cronaca nera sono mescolati a sequenze
documentarie e a interviste a protagonisti dello spettacolo.
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