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Ernst Lubitsch
nacque a Berlino nel 1892 da una famiglia ebraica. La sua esistenza si condusse squallidamente in
una delle tante bottegucce del ghetto, dove le meraviglie dell'epoca guglielmina arrivavano sotto forma di
leggenda. A sedici anni cominciò a bazzicare il music-hall, a diciassette entrò nel mondo
del cinema come generico, a diciannove entrò nell'entourage di Max Reinhardt, il quale lo forma
come attore. Parallelamente mette al servizio del cinema il personaggio comico inventato nel
varietà: un ebreo ottuso e sordido, una macchietta caricaturale pregna di antisemitismo. Con
queste comiche iniziate nel 1913 e proseguite fino al 1919 Lubitsch diventa un attore celebre, e abbandona
il varietà.
Iniziato alla regia già nel 1914, per il suo primo film,
Schuhpalast Pinkus/ Shoepalace Pinkus (1916), si
servì dello sceneggiatore Hans Krauss, iniziando una collaborazione che sarebbe durata a lungo.
In quella commedia two-reel Lubitsch interpreta un personaggio tipico dell'era pre-nazista: quello del
ragazzo ebreo pieno di spirito e di ingegno che fa fortuna.
Das Fidele Gefaengnis/ The Merry Jail (1917)
fu il suo primo tentativo di trasporre l'operetta nel cinema muto.
Henri Meilhac's and Ludovic Halevy's play "Reveillon"
Diresse il suo primo melodramma in costume nel 1918 per compiacere l'amica e collega Pola Negri.
Die Augen der Mumie Ma/ The Eyes of the Mummy Ma (1918)
mette in scena insieme Pola Negri, nella parte di una ragazza egiziana, e
Emil Jannings, in quella del fanatico sacerdote che la obbliga ad animare il volto della mummia per
spaventare i turisti.
un giovane pittore la libera, la porta in Europa, la sposa e ne fa una ballerina,
nonostante il sacerdote tenti in ogni modo di ucciderla.
Esotismo, costumi, romanticismo, sfarzo, e la
figura della giovane incontaminata che viene esposta all'eleganza infida del bel mondo, la pulizia delle
riprese e la linearità della trama, costituiscono il tocco personale del regista.
Qualità subito ribadite da Carmen/ Gypsy Blood (1918), variazioni in forma di flashback della tragica vicenda
della zingara di Merimee, con scenografia mastodontica alla Max Reinhardt.
E cristallizzate nel film
storico standard per Pola Negri e Emil Jannings:
Madame Dubarry (1919), il film che lancio` la moda della biopic;
il super-spettaccolo "reinhardtiano"
(masse, scenari, palcoscenici mobili, luci) si avvicina al kolossal italiano (Pastrone) e al melodramma
scandinavo (Stiller) ma con la differenza di umanizzare i personaggi storici.
Il tocco di Lubitsch consiste
nel fondere la storia e il sentimento, il pubblico e il privato: la corte di Versailles e la vita di una
cortigiana, la rivoluzione e la sua morte. Una giovane francese (Pola Negri) non sa scegliere fra un poeta
povero e un marchese ricco; il suo destino viene totalmente affidato al caso: per decidersi conta i bottoni
del suo corsetto, ma poi il suo segnale d'intesa diretto al marchese viene intercettato da Monsieur Dubarry,
del quale diventa in breve legittima consorte; tanti piccoli eventi accidentali fanno la storia, il cui
potenziale mitico viene così repentinamente disinnescato. Di questo passo la cortigiana
giungerà fino sulle ginocchia del re Luigi XV (Emil Sammings), sensualmente e spudoratamente
profittatrice del caso (arrivista passiva). Ma allo stesso modo rotolerà giù fino alla
ghigliottina, e questa volta sarà invece la storia a trasferirsi in tanti piccoli eventi accidentali. La
storia si tramuta così, da gioco inoffensivo, in rullo compressore, un divoratore inarrestabile di
vite.
Disumanizzare la storia ma umanizzarne i protagonisti, estraendo il moto interno dell'uomo dal moto
collettivo dell'umanità. In "Immerum", spettacolo di Reinhart tratto dalle fiabe delle "Mille e una
notte", è Lubitsch stesso a interpretare il buffone gobbo innamorato della favorita dello sceicco; il
dramma raggiunge tinte orride (vengono assassinati sia la ragazza sia il suo amante sia lo sceicco), ma si
conclude con il buffone che torna dal suo pubblico.
Nella fiaba la storia è annullata; nel baraccone anche l'uomo è annullato. Il
nichilismo assoluto della pantomima resterà un punto fermo dell'opera di Lubitsch, anche quando
il sofisticato gioco delle parti stenderà una patina di polvere luccicante sullo squallore della
vita.
Avviati con questi quattro film il filone "serio" della sua opera, Lubitsch può tornare con
maggior consapevolezza al filone "comico". Accantonata la slapstick e la rozza aggressività da
music-hall, cioè la comicità proletaria, Lubitsch sceglie una comicità borghese,
distaccata e qualunquista, elegante e superficiale. Il cliché dell'intrigo, dell'equivoco,
dell'inseguimento, calati in ambienti da cartolina, come la Parigi della belle époque e la Vienna
dell'operetta, sottendono l'atmosfera delle commedie di Lubitsch.
Die Austernprinzessin/ The Oyster Princess (1919)
mette in scena gli stereotipi fondamentali di Lubitsch: il dandy scapolone
e la zitella furba; il film è sensibile alle proposte delle avanguardie teatrali: il labirinto di
pavimenti, scaloni, stanze e lampadari del palazzo, lo sdoppiamento del principe, la figura amorfa e
sovrumana del miliardario (circondato da nugoli di segretarie e di servi, osservatore invisibile di tutto
ciò che accade), lo stesso tono di crudeltà e degradazione, costituiscono il debito naturale
nei confronti dell'espressionismo. La figlia di un miliardario americano, per non essere da meno della sua
amica, vuole sposare un nobile europeo e sceglie un principe squattrinato, che però, non avendo
nessun desiderio di sposarsi, si fa sostituire da un servo. Tutti e tre i protagonisti del ménage (la
zitella capricciosa, il miliardario che combina il matrimonio, e il servo che ne approfitta) sono personaggi
volgari e grotteschi: lei è una ninfomane soggetta a violente crisi di isteria, il vecchio è un
egoista sconsiderato morbosamente attaccato al suo impero, il servo è abietto, meschino e un po'
folle. Tutti e tre pensano unicamente a soddisfare il proprio desiderio (sangue blu, soldi, cibo), indifferente
all'esistenza degli altri. Lubitsch spalanca le gabbie e ritrae le belve a zonzo per lo zoo.
Die Puppe/ The Doll (1919) si apre col regista stesso nelle vesti di burattinaio che monta la casetta sulla collina
del racconto di Hoffmann e dispone due bambole sulla scena, di cui quella maschile rotola in una
pozzanghera e si anima; si rivolge alle nubi e al sole, che lo accontentano; tutto è disegnato sulla
carta, gli oggetti sono umani, e l'uomo è una marionetta; fiaba romantica e incubo espressionista
si mescolano a oltranza: obbligato a sposarsi dal vecchio e ricco zio, e assillato da un esercito di nubili a
caccia di un buon partito, il giovane preferisce isolarsi in convento; lo zio offre un premio a chi
saprà ritrovarlo, e lui, per aiutare i frati, si presenta di persona a ritirare quei soldi;
dopodiché si assoggetta alla volontà del vecchio, ma a modo suo, facendosi costruire un
automa da un magico burattinaio; questi gli prepara una copia perfetta della sua brava figliola, ma il suo
assistente la rompe accidentalmente, e la generosa fanciulla si offre di sostituirla; e il giovane ignaro
finirà per sposare proprio lei. La doppia creazione (Lubitsch crea i personaggi, uno dei personaggi
crea la bambola), lo sdoppiamento e la meccanizzazione della ragazza, si mescolano con la commedia
degli equivoci (lo scambio di persona, i vecchi avidi e dissoluti che contrastano i giovani timidi e allegri) e
con il pretesto fiabesco dell'eredità.
Tre koinè vengono asservite da Lubitsch e riplasmate
secondo la sua poetica comica (qui tutto è per ridere, anche la resurrezione dello zio) e volgare
(tutti sono attaccati istericamente al cibo, dai frati all'assistente). Il "Die puppe" è la versione
leggera del cupo "Calegari" (posteriore); "Kohlhiesel totcher", variazione bavarese sul tema della bisbetica
domata, è una parodia dello "studente di Praga": le due figlie gemelle di un oste, una bella e
brava, l'altra brutale e antipatica, possono sposarsi soltanto tutt'e due contemporaneamente; per poter far
sua la prima, il suo innamorato deve perciò trovare un corteggiatore all'altra; ma, non riuscendo
nell'intento, deve prestarsi egli stesso all'ingrato compito; equivoco-espediente causa di due matrimoni
male assortiti, ma i due innamorati si adatteranno senza traumi al rispettivo coniuge.
Lo svolgimento
lineare che prende lo spunto da un pretesto fiabesco, introduce un trucco di ascendenza espressionista, lo
trasforma in equivoco, e procede con ritmi e geometrie da balletto verso il lieto fine, costituisce lo
scheletro anche della quarta farsa del periodo tedesco, e altra collaborazione con Negri,
Die Bergkatze/ The Mountain Cat/ The Wild Cat (1921), "grotesque in four acts", operetta di satira militare in
un regista a cui fu unita in numerosi film storici, sia drammatici (Madame Dubarry) sia
stile liberty, ambientata in una fortezza sperduta fra i monti.
Soldiers wake up in a fortress in the mountains led by a grotesque commander
who has a spoiled daughter, Lilli.
Tjey are ex[ectomg a new officer, the handsome
Alexis who is extremely popular with the girls of his town.
(To clear the road of the delirious girls when he drives by, the police have
to release mice).
In the same mountains there hides a savage bandit,
but it is the bandit's daughter Rischka (Pola Negri) who really scares the
natives. She leads the gang to attack and rob the officer, but, instead of
killing him, she falls in love with him.
Released by the bandits, the officer reaches the fort on foot wearing only his underwear.
However, the officer behaves himself heroically in a battle against the bandits (in
which Rischka again spares his life) and the commander rewards him by giving
him his daughter Lilli.
Rischka and her bandits enter the fort during a party. They steal uniforms
and clothes and mix with the party, the men dressed like officers and the
girl dressed like a lady. Alexis recognizes her and chases her around the fort,
until he catches her and kisses her.
Rischka leaves the fort carrying her give drunk bandits on a wheelbarrow.
Learning that Alexis is to marry Lilli,
Rischka accepts to marry one of the bandits.
But they are both unhappy, and they both escape. They meet in the snow and
they frantically hug. The officer takes her to the fort, where she also meets
the distressed Lilli.
Rischka realizes that she doesn't belong there and returns to her bandit,
who is crying (literally) a river of tears for having lost her.
The main attraction of the farce is the surreal and rococo-style scenography
and the camera work (frequently observing the action from keyholes of different
shapes and sizes).
Il film è condotto all'insegna delle allusioni erotiche e
del balletto. Il sesso debole della sposina petulante (che succhia la canna di una pistola) e il sesso forte
della banditessa virile (che frusta gli uomini sul di dietro) sono al centro di una goliardica sagra del sesso,
che espone cannoncini dentro feritoie a forma di vagina, che è animata da torme di ragazzine
deliranti e di matrone aggressive, che è costellata di episodi boccacceschi. La degradazione
dell'ambiente (aristocratico, borghese, montanaro, militare) giunge al suo culmine: il caso e il caos
naturali uniti all'innato egoismo umano deturpano anche le ultime vestigia del decoro. Il caos, trasformato
in battaglie e inseguimenti, origina altrettanti meticolosi balletti. In questa parodia è portato
all'estremo anche il ruolo dei padri; come sempre a ogni protagonista è assegnato un padre, che
ne decreta l'avvenire, e qui i padri si scontrano direttamemte, per difendere le proprie figlie.
Scenografia e costumi espressionisti.
Lubitsch directed Negri in two more movies:
Sumurun/ One Arabian Night (1920), starring also Paul Wegener and Lubitsch himself,
and Die Flamme (The Flame (1922).
The lavish
Das Weib des Pharao/ The Wife of the Pharaoh/ The Loves of Pharaoh (1922) was his last German movie.
Lubitsch e Krass si trasferiscono nell'autunno del 1922 a Hollywood,
assunto dall'America come rievocatore ufficiale del mondo mitteleuropeo elegante e raffinato; mentre
Stroheim, realmente vissuto a Vienna, non può separare la leggenda dalla turpe verità di
una società in via di putrefazione, Lubitsch, che è stato nel suo ghetto anch'egli soggetto
al mito, può facilmente raccontare Vienna e Parigi agli americani come essi vogliono che siano.
Attenuando il volgare impeto tedesco che ha sino ad allora animato le sue allucinazioni comiche, Lubitsch
può distillare una commedia sofisticata, senza sesso e senza brutalità, che conserva gli
...(?) originari senza offendere i puritani, più consona inoltre alla nuova
sensibilità, meno volgare del cinema. La stilizzazione comica (imposta da Chaplin) prevede
recitazioni germaniche (fino all'auto-parodia), ambientazioni in immaginari reami di cartapesta,
tipizzazione da music-hall (il marito, la vamp, il viveur...). Frivole e briose, le prime commedie americane
di Lubitsch sono mosaici di dettagli allusivi, dove ogni nuovo dettaglio svela un altro po' della vicenda, di
per sé piuttosto scarna.
Anna Boleyn (1920) fu la sua seconda biopic.
Per il burattinaio Lubitsch
The Marriage Circle (1924), adapted from Lothar Schmidt's play "Only a Dream",
consiste soltanto nel mettere in moto il meccanismo ingranaggio dopo
ingranaggio e nel distruggerlo poi in modo altrettanto metodico.
Non succede praticamente nulla.
It is a rather slow and tedious film, certainly not a comedy at all.
It is not funny at all, and Lubitsch simply does not know how to end it.
Thus it drags on way too long.
Josef is very disappointed in his marriage with Mizzi.
Mizzi in turn feels that Josef is being cruel to her.
Mizzi receives a letter from her friend Charlotte who recently married and
wants to see them soon,
but Josef has no interest in it. Mizzi, on her way to visit Charlotte, meets
a handsome man in a taxi cab.
Josef sees them from the window and smiles: all he wants is
a pretext to file for a divorce. Mizzi and Charlotte are at the opposite
extremes of the married life: Charlotte is happy with her husband Franz,
who turns out to be precisely the handsome man of the taxi cab.
Josef hires a private detective to collect evidence about Mizzi that could be
used to file a divorce.
Mizzi is so attracted to her best friend's husband that she fakes an illness
and tries to seduce him.
Franz is merely annoyed by the acting.
In the meantime Franz's colleague Gustav tries to seduce Charlotte, who,
while flattered, gracefully shows his the door.
Mizzi visits Franz and tries one more time.
Gustav sees Mizzi hugging Franz, while Charlotte is waiting outside, and,
thinking that Franz has an affair, keeps his wife busy until it's safe.
When they are preparing a dinner, Charlotte comes to suspect her husband
because she sees him switch the places of Mizzi and their friend Pauline.
Franz does not want to sit near Mizzi, but Charlotte interprets as if Franz
wants to sit near Pauline. She soon becomes convinced that Franz is having an
affair with Pauline. So she has the brilliant idea to ask Mizzi for help.
The misunderstanding is such that Franz almost accepts Mizzi and Charlotte
almost accepts Gustav.
Rejected one more time, Mizzi contemplates suicide and then goes back to her
husband as a loving wife. Josef is touched. But the private detective comes in,
bringing evidence that Mizzi is having an affair with Franz. Josef now has the
pretext he was looking for. Josef ponders
what to do, and then coldly tells his wife to start packing.
Josef then confronts Franz, who tells him the truth. Josef believes him,
but also realizes that noone would believe them.
Charlotte is still hurt and even more hurt when she finds out that Franz's
affair was with her best friend Mizzi. Franz proves his innocence to Charlotte
with a letter written by Mizzi herself in which she mentions that he, Franz,
does not love her. Franz begs her to forgive him. To castigate him, Charlotte
tells him about Gustav. Franz laughs at the idea that his best friend
would try to seduce his wife, and Gustav denies it too. But Franz, thinking
that his wife is trying to make him jealous, nods at Gustav to "lie": thus
Gustad admits to loving her and visiting her. Franz still thinks they are
making a joke out of Charlotte's jealousy and thanks Gustav for cooperating.
Gustav leaves Charlotte's house, meets Mizzi who smiles at him from a car
and starts running after her car.
So This is Paris (1926) is a remake of Das Fidele Gefaengnis.
Lady Windermere's Fan (1926) is an adaptation of
Oscar Wilde's 1892 play.
All'altro estremo
Three Women, ambientato in America, trasferisce nel Nuovo Mondo la belle-époque,
rappresentata dal solito dandy, da una casta fanciulla, una madre esperta e una dama di mondo.
The Patriot (1928)
Eternal Love (1929)
Monte Carlo (1930)
The Smiling Lieutenant (1931) is a musical comedy, based
on the operetta "Ein Walzertraum", by Felix Dormann and Leopold Jacobson,
which in turn was based on the novel "Nux der Prinzgemahl" by Hans Mueller.
Austrian lieutenant Niki (Maurice Chevalier, with a strong French accent)
is invited by a married friend to watch a show by a pretty violinist, Franzi
(Claudette Colbert) and falls in love.
A king from a neighboring country is traveling in the royal train with his
simple, plain-looking daughter, princess Anna.
Lieutenant Niki is in charge of commanding the guards that welcome the visiting
royalty. He winks at Franzi, who is across the street, just when the carriage
with the king and the princess are passing by, and Anna thinks that he
laughed at her ugliness. The king, furious, threatens war. In order to save
his life, Niki has to apologize to the king and "confess" to the crime: he
pretends he fell in love with Anna when he saw her passing, knowing that
both Anna and her father would love the news.
The problem is that Anna falls in love for him, and he has to marry her and
follow her to her kingdom. He refuses to have sex with her.
Franzi follows Niki. The two lovers have an affair behind the princess'
back. When Anna finds out the truth, both women cry and become friends. So
Franzi decides to teach her how to conquer Niki, and then returns to Vienna.
The story is quite simple, and the humour is barely passable.
The music is truly awful.
Broken Lullaby (1932), based on Maurice Rostand's stage play "L'Homme que j'ai Tue'" (1930),
was the only dramatic film Lubitsch ever directed,
the story of a man who feels guilty about the soldier he killed during the war.
This was Lubitsch's unlikely contribution to the genre started by
All Quiet on the Western Front.
World War I ended a year ealier. There is a parade in the street to commemorate
the anniversary of the victory but there are reminders of the horrors of war everywhere.
A former French soldier, Paul, feels remorse for killing a German soldier,
Walter, who had just finished a letter to his girl Elsa in which he was
describing the horror of having to kill the Frenchmen he had always admired.
Paul decides to travel to Germany to apologize to Walter's father.
Walter's father, doctor Holderlin (Lionel Barrymore), still hates the French and
tries to instil the same hatred into the hearts of the new generation.
A sleazy man, Schulz, wants to marry Elsa, the girl who was engaged to
Walter. He tries to ingratiate Walter's father by telling him that his name
is Walter too. However, Elsa is just not interested.
One day Elsa meets Paul, a stranger, laying flowers on Walter's grave, but
Walter simply walks away. Paul asks to see Walter's father but then doesn't
have the courage to tell him the truth. When Elsa sees him and recognizes him,
he admits that he knew Walter, but still can't get to telling that he is the
killer. They welcome him as a friend of their son. To make them happy, Paul
tells them that he had fun with Walter.
And so the family basically adopts him as a substitute for Walter. Elsa goes
out with him, and the whole town gossips that they are in love.
The men of the town are no less suspicious: they wonder why he carries a
violin case but never pulls out a violin, and wonder if he might be a French spy.
Walter's father rebels against their prejudice: he now realizes that he was
wrong to cheer when their boys were going to war, he realizes that it was a
senseless massacre.
When Schulz confronts him, Paul realizes that he is not welcome in Germany.
He decides to bid farewell to the family. In order to convince him to stay,
Elsa starts reading him Walter's last letter. Paul can't resist and starts
reciting the letter: he knows it by heart. Then he confesses to Elsa that he
is the soldier who killed Walter.
Elsa, however, not only forgives him but also tells him that they should not
tell Walter's parents. Walter's parents want to hear that Paul will remain
with them forever. And that's what Elsa tells them.
Walter accepts: that's the way he will make amend.
He finally pulls out his violin and plays a melody that Walter used to play.
One Hour with You (1932) is a remake of his
The Marriage Circle (1924) as a musical comedy.
One Hour with You (1932) divaga allegramente sulla vita di due coniugi innamorati fra i quali s'infiltra una maliziosa amica: è la vicenda di Marriage Circle trasferita a Parigi e infiorettata di romanze, scenette comiche e dialoghi effervescenti.
The Merry Widow (1934) è la personale disincantata e a tratti dissacrante
rivisitazione dell'operetta di Lehar. La vedova di Lubitsch è una ricchissima cittadina del regno
che non vede l'ora di smettere il vedovato, nauseata da tutto il nero che la circonda; il regno è
un'isola bucolica sovraffollata di militari in cui si paga ancora in natura; il re sa di essere cornuto, ma si
preoccupa soltanto delle apparenze. L'intreccio stesso è reso nel modo più improbabile: il
conte Danilo emerito donnaiolo decide di corteggiare la vedova perchè le altre "prede"
della sua vanità sono troppo facili, e la vedova lo scaccia perché è troppo facile
innamorarsi di lui. I personaggi stessi complicano un caso di per sè abbastanza condiscendente.
Danilo viene condannato all'ergastolo per non essere riuscito a sposarla e a salvare così le finanze
del regno, e la vedova lo raggiunge in prigione. Squisiti i dialoghi (infiorettati di gag) e le coreografie
(fotografate con grande sensibilità cromatica), il film si abbandona languidamente all'utopia di un
regno in cui tutto finisce sempre bene, in cui la felicità è inevitabile perfino quando gli
uomini la fuggono per capriccio. Con questo film Lubitsch cancellava dalla faccia dell'Europa i volti truci
di Hitler e Mussolini.
Con l'avvento del sonoro
però Lubitsch ha finalmente la possibilità di cimentarsi nei generi attorno ai quali ha
sempre ruotato la sua cinematografia: l'operetta e il balletto. Il montaggio del suono diventa altrettanto
accurato del montaggio dell'immagine. Sono i migliori adattamenti di operetta
Forbidden Paradise (1924),
e Student Prince In Old Heidelberg (1927), musiche di Sigmund Romberg.
The Love Parade (1929)
è una sequela di tocchi di classe, di omaggi al buon gusto, di riprese discrete (sonore e
visive), di pallide infrazioni al codice etico: un reame europeo è sull'orlo della crisi e per salvarsi
necessita di un prestito dall'America; ma l'operazione rischia di non riuscire a causa degli screzi fra la
regina (una bisbetica da domare) e il principe (un dandy parigino); parallele a questa si svolgono altre due
storie d'amore, con funzione chiaramente caricaturale, una fra i due servi personali dei sovrani, l'altra fra
i loro cani. Il principe, il valletto e il cane bastardo contro la regina, la cameriera e la cagnetta (il maschio
e la femmina addirittura triplicati); il gruppo di turisti americani annoiati dalla bellezza del regno ma
costernati dal costo del palazzo reale: sono due segni della satira ai feticci americani del sesso e del denaro
che trapunta la monotona spensierata superficialità dell'operetta.
Trouble In Paradise (1932),
la più frizzante delle sue sophisticated comedy, è ambientato
nell'albergo di lusso di una Venezia di cartone; il tipico vaudeville locandiero è sbriciolato e
ricomposto con cura, protagonisti un ladro e una ladra in abiti da sera che si derubano a vicenda ciascuno
convinto di essere alle prese con un esponente dell'alta società e che poi decidono di mettersi in
società, facendosi assumere come segretario e dattilografa di una miliardaria; alla lunga la
riccastra s'innamora del suo premuroso segretario e suscita la gelosia della ragazza, che costringe l'amato
a compiere subito il furto.
Il film è tempestato di gag dall'inizio alla fine, alcune satiriche (il ladro
smascherato dall'amministratore smaschera a sua volta la truffa continuata dell'amministratore), altre
metaforiche (la collana di perle che passa dalle tasche di lui alla borsetta di lei e viceversa all'infinito),
altre ancora psicologiche (il continuo slittamento dai gioielli al sesso intesi come ...? ...? e
amplesso e indietro nei dialoghi fra la miliardaria e il suo nuovo segretario). Il finale, lieto ma malizioso,
in cui al di sopra di ogni cosa, anche dell'amore, trionfa il vizio, il peccato originale, troppo piacevole per
rinunciarvi; Lucifero fa capolino nel Paradiso di Lubitsch. Il film è un continuo gioco di specchi, e
i due protagonisti stessi possono essere semplicemente due riflessi di un'unica persona, e il loro amore
imperfetto un approfondimento del Doppelgänger.
Design for Living(1933), da Noel
Coward, in piena depressione, ha per protagonista la povertà in cui vivono due bohémiens
parigini, uno scrittore e un pittore, che si dividono la stessa ragazza; lei, incapace di scegliere fra i due,
sposa un americano ricco e va a vivere con lui una monotona vita fatta soltanto di party, ma viene salvata
dai due amici, che la riportano in barba ai lussi borghesi nell'umile soffitta di Parigi. Alla trasgressione
consistente nel perseverare nel proprio vizio (in questo caso il ménage à trois), si aggiunge
la trasgressione rappresentata dalla connotazione anti-borghese del Paradiso Lubitschiano (la soffitta).
Rinuncia invece al suo vizio di rubare la ladra (M. Dietrich) di
Desire (1936), che alla
frontiera franco-spagnola ha abusato della fiducia di un ingegnere in vacanza (Gary Cooper) per riuscire a
far passare la refurtiva dell'ultimo colpo e che finisce con l'innamorarsi, con il pentirsi e col restituire la
collana rubata.
6) La commedia psicologica
Angel (1937)
è Marlene Dietrich, moglie trascurata di un diplomatico inglese, la quale si reca a Parigi da una
vecchia amica, ora direttrice di un casino di lusso; scambiata per una delle ragazze dal solito miliardario
di passaggio, se ne innamora realmente; i due si incontrano di nuovo a Londra, sotto gli occhi del marito
ignaro, e, quando questi antepone di nuovo il lavoro alla moglie, tornano insieme a Parigi. La psicologia
finissima della moglie sola passa in secondo piano di fronte al freddo cinismo, mitigato appena da un filo
d'ironia, con cui Lubitsch condanna il laborioso e onesto marito al tradimento; anche se ancora una volta
Lubitsch, reticente davanti al rapporto peccaminoso, alla fine fa tornare la moglie pentita al focolare
domestico. Trionfa qui il metodo di narrazione indiretta, portato ai suoi estremi più astratti: la
cinepresa non è sempre sul posto, si limita soriona, a suggerire cosa sta accadendo, perlustra la
scena da angolazioni insolite, penetrando attraverso le porte nelle stanze private dei protagonisti; il
dialogo poi completa l'opera, svelando quel che la cinepresa non osa mostrare.
Sul filo della slapstick corre invece
Bluebird's Eighth Wife (1938),
un bisticcio amoroso condotto a ritmo vertiginoso: lui
è un pluri-miliardario pluri-divorziato, lei la figlia di un nobile spiantato che dapprima lo evita,
poi lo sposa e lo tiranneggia col suo carattere da bisbetica; ottenuto il divorzio e un ingente indennizzo, e
risollevate così le sorti della famiglia, la giovane si rende conto di essersi innamorata dell'ex-
marito, il quale ora però la evita in tutti i modi; non le resta che comprare la clinica in cui lui si
è rifugiato e imporgli la camicia di forza. Le lotte all'ultima gag fra la mogliettina intraprendente
e l'allampanato terrorizzato Gary Cooper costituiscono uno dei massimi risultati comici ottenuti da
Lubitsch, nonostante il messaggio sia limitato alla trita rivisitazione del contrasto fra la moglie
prevaricatrice e il marito esautorato e il classico lieto fine, con annessa doma della bisbetica, attenui la
portata del cinico matrimonio a scopo di lucro.
Ninotchka(1939) è una sorridente Greta Garbo, zelante
commissario sovietico in gonnella inviata dal partito a Parigi col compito di controllare l'operato dei tre
agenti incaricati di vendere un tesoro agli occidentali; il tesoro era però stato sottratto a una nobile
russa che risiede proprio a Parigi, consolata da un amante indigeno, e che accampa ovviamente dei diritti
sulla merce; tramite l'amante ha già corrotto i tre agenti, ed ora lo stesso giovane tenta di sedurre
la bella commissaria; ma tra i due sboccia l'amore, e la nobile, tornata in possesso dei suoi gioielli, li
baratta con l'amante; Ninotchka non se la sente di tradire il suo popolo e torna in patria, ma non ha
rinunciato al giovane, che ritrova poco dopo a Costantinopoli, territorio neutrale. Se la Garbo è il
polo melodrammatico del film, i tre goffi emissari in colbacco ne sono il polo comico, sicché il
film può essere letto anche come condanna sentimentale e satira politica del comunismo; ma
invece il comunismo è soltanto un'occasione per mostrare un tipo credibile di donna-maschio
domata.
Ninotchka è maschio finché resiste alle barzellette del
corteggiatore, si arrende al suo ruolo di donna mansueta nel momento in cui scoppia a ridere (quando lui
cade in terra); e da quel momento è semplicemente felice.
Ancora una volta si parte da una situazione innaturale, con la donna in posizione
preminente, e si approda a un lieto fine che consiste nel rovesciare la situazione di partenza, nel
normalizzare, cioé nel sottomettere, la donna. Satira dei provincialotti sovietici e
dell'intransigenza comunista ma anche dei nobili cinici e arroganti.
The Shop Around the Corner (1940), adapted from
Miklos Laszlo's play "Parfumerie", is the quintessential romantic comedy.
A group of clerks are waiting in front of the novelty shop for the shop owner
to come and open. They chat and gossip. When the owner arrives, they are all
intimidated, except the young salesman Kralik
(James Stewart). Kralik confides to senior clerk Pirovitch that he is
corresponding with an uknown girl after reading her personal ad in the
newspaper. Kralik is the only one who dares contradict the owner,
and the owner does listen to you. An employed girl, Klara, walks into the
store looking for a job, but business is slow and the owner has no intention
of hiring anyone. She wins the owner over when she manages to sell a musical
box that Kralik thought unsellable. Once hired, she displays her contempt
for Kralik. Kralik ignores her: he is madly in love with her pen friend,
and is even considering marrying her, even if he has never seen her. The only
one who know about this story is the ageing clerk. Kralik tells him that,
finally, he has an appointment to meet his mysterious lover.
One day, six months later, both Kralik and Klara are impatient to leave early
in order to get in time to an appointment.
The clerks spend most of the day cleaning
and reorganizing: there are more clerks than customers. But that day the owner,
who is in a bad mood because his wife spends too much, wants everybody to
stay till late. This causes an argument with Kralik, who used to be his
favorite employee, and Kralik gets fired.
It is not easy to find jobs: the other employees are shocked and the farewell
is heartbreaking. The owner dismisses all the employees and receives the visit
of a private detective. The real reason he fired Kralik is that he suspected
him of being his wife's lover: it turns out the traitor is another clerk.
The owner is devastated and tries to shoot himself. Luckily an employee comes
back just in time to stop him.
Kralik does not want to meet his pen friend anymore, but the good friend
Pirovitch convinces him to go to the appointment. What little motivation he
had disappears when he realizes that his date is... Klara.
Then he decides to go ahead and approach Klara. But Klara is still hostile
and arrogant towards him. Despite Kralik's insistence, she refuses to have
a conversation with him, convinced that her date may show up any minute.
The following day the shop owner, now hospitalized for the nervous
breakdown, calls Kralik, confesses his stupid suspicion and asks him to
resume his work at the shop and, in fact, to manage it on his behalf.
Klara faints when she sees that Kralik has been promoted to manager.
To make her recover from her depression, Kralik writes her another letter
as her anonymous lover.
Kralik proves to be an excellent manager and on Christmas' Eve, when the
shop owner comes to check on them, the store posts its record sales.
Kralik's career is now assured.
The shop owner, on the other hand, has become more humane.
Finally, Kralik reveals himself to Klara, who accepts him for what he is.
Due giovani, che lavorano come commessi nello stesso negozio di pellerie,
senza saperlo si amano per corrispondenza,
anzi litigano di continuo.
Soltanto quando lui viene licenziato per un malinteso si incontrano, ma quando
lui capisce di chi si tratta, non ha il coraggio di rivelarsi, visto che dopo il licenziamento lei non
può che disprezzarlo.
Il padrone, dopo aver tentato di suicidarsi perche' la moglie lo
tradisce e dopo aver ingiustamente sospettato di lui, lo nomima direttore e lui può affrontarla.
Peraltro ormai lei lo ama davvero, e, sorpresa a parte, è sua; è una simpatica
rappresentazione del mondo degli impiegati durante la Crisi, con il terrore di perdere il posto, e degli
innamorati pudichi e sognanti.
That Uncertain Feeling (1941), a remake of his own
Kiss Me Again (1925), in turn
inspired by the Victorien Sardou's "Let's Get a Divorce", is a very mediocre
comedy.
Jill Baker is a frustrated housewife who has developed an odd case of hiccups.
A psychoanalyst thinks that Jill's hiccups correspond to crisis in her marriage.
And, sure enough, Jill does have a problem: her husband Larry is a busy
insurance salesman who neglects her for his business.
The woman bonds with another patient of the psychoanalysis, neurotic pianist Sebastian, and her husband becomes jealous.
He decides that the best tactic is to grant her a divorce, in order to make
her desire him again. The tactic works, as she grows tired of the eccentric
pianist, but the husband invents a lover who doesn't exist and, when the
wife finds out, she also realizes that her husband truly loves her.
And the hiccup is gone.
Ben lontano dalla retorica della propaganda bellica, durante la seconda
guerra mondiale Lubitsch dirige una parodia dell'invasione tedesca della
Polonia: To Be Or Not To Be (1947). Invece di rappresentare i nazisti
come i soliti meccanici disumani, Lubitsch li traveste da comici di
varietà, sicché l'invasione si trasforma in un'irriverente
slapstick.
Adolf Hitler shows up in a middle-class neighborhood of the Polish capital...
The film is a long flashback that explains how that happened.
Attori stanno interpretando una commedia sul nazismo. Uno degli attori
impersona Hitler. A causa di un diverbio con il regista, decide di scendere
in strada e dimostrare che il suo travestimento e` perfetto (la scena
iniziale), ma invece una bambina lo riconosce subito come il celebre attore.
Il capocomico di una compagnia di teatro e` infastidito da un ufficiale che
lascia il teatro ogni volta che lui inizia il celebre monologo dell'Amleto.
In realta` l'ufficiale va a trovare proprio sua moglie, in camerino.
La donna lo lascia fare, compiaciuta, ma fedele al marito.
La commedia su Hitler viene cancellata, perche' potrebbe offendere il
dittatore.
La Polonia viene bombardata e invasa da Hitler. Le truppe tedesche impongono
una dittatura assoluta. L'ufficiale, che e` riuscito a fuggire,
si unisce alla resistenza in esilio.
Un illustre professore, che e` in teoria un agente della resistenza,
si fa dare l'indirizzo dei parenti degli ufficiali con il pretesto di
portare loro i saluti. I superiori sospettano che si tratti in realta` di
una spia al servizio dei nazisti, che intende consegnare l'elenco di nomi ai
nazisti in modo che possano ricattare gli ufficiali.
L'ufficiale viene incaricato dai suoi superiori di volare a Varsavia e
intercettare la spia.
Appena arrivato a Varsavia,
l'ufficiale chiede rifugio all'attrice mentre il marito e` assente. ma
la spia e` gia` arrivata a Varsavia e convoca proprio la celebre attrice,
a cui chiede di collaborare con il nazismo.
Il marito sorprende l'ufficiale che sta riposando nel suo letto, ma la donna
arriva con la rivelazione che la spia e` in citta`, e la scenata di gelosia
del marito deve aspettare. Il marito improvvisa anzi un piano per recuperare
il prezioso documento.
La donna accetta l'invito a cena della spia e si reca al suo hotel, con
l'obiettivo di procurarsi un suo autografo che servira` per inscenare il
suicidio della spia stessa. Mentre la donna e la spia stanno discutendo,
un falso ufficiale nazista si presenta e comunica alla spia che e`
convocato dalla gestapo. La spia prende i preziosi documenti
e si avvia. La donna scrive una lettera di suicidio e lascia la camera.
Le guardie pero` non le permettono di lasciare l'hotel senza l'autorizzazione
della persona che l'ha invitata.
Il professore viene portato in una fasulla
la sede della gestapo, improvvisata dentro il
teatro. Gli ufficiali nazisti sono i commedianti
che erano soliti indossare costumi nazisti per la loro satira politica. Il
colonnello della gestapo e` altrettanto falso: si tratta del marito
dell'attrice, che si fa consegnare i documenti. Il piano era di uccidere la
spia dopo aver ottenuto i documenti, ma la spia fa menzione di averne una copia
in hotel.
L'attore deve intrattenere la spia mentre gli altri studiano come
penetrare nell'hotel e avvertire la donna.
L'attore apprende cosi` che l'ufficiale aveva mandato dall'esilio un
messaggio a sua moglie: "essere o non essere", e capisce la tresca.
Ma al tempo stesso la sua gelosia lo tradisce: la spia intuisce che si tratta
di un inganno, tenta di fuggire e deve essere ucciso (sul palcoscenico del
teatro).
La donna intanto e` prigioniera dell'hotel, presidiato dai veri nazisti.
Il marito, per liberarla, e per sottrarre i documenti, deve
impersonare la spia e tornare all'hotel. Sottrae il documento e
libera la donna, ma scopre che il professore
e` stato davvero convocato dal vero colonnello. L'attore viene pertanto
scortato, suo malgrado, dal vero colonnello della gestapo.
Per prima cosa il colonnello gli comunica che un suo vecchio amico sta per
venire a Varsavia: Hitler in persona.
L'attore si diverte a giocare con il mite e credulone colonnello.
La gestapo, pero`, ritrova il cadavere della vera spia e il colonnello convoca
di nuovo la "spia" (l'attore) per smascherarlo. La donna, che era presente
quando il colonnello ha ricevuto la notizia, non fa
in tempo a fermare il marito che si presenta a un appuntamento con il
colonnello. Il colonnello pregusta l'occasione di smascherarlo davvero, ma
l'attore si toglie dai guai in maniera geniale:
fa credere al colonnello che sia il morto a essere un'imitazione.
Il suo trionfo sul gonzo sarebbe totale se non arrivasse un gruppo di nazisti
a smascherarlo davvero e portarlo via. Se non che' si tratta ancora una volta
dei suoi amici attori che hanno beffato un'altra volta i nazisti.
Hitler e` arrivato e la resistenza ha un altro piano che coinvolge gli attori.
Un'accorta messinscena fa sembrare che Hitler sia oggetto di un attentato
e l'attore nei panni di un ufficiale nazista lo scorta fuori citta`: anche
Hitler e` un falso. L'intera troupe segue il falso Hitler su un aereo e
dirige verso la Gran Bretagna. All'arrivo gli attori e gli ufficiali
vengono accolti come eroi. Il celebre attore polacco viene invitato a
interpretare l'Amleto:
alla frase "to be or not to be" l'ufficiale si alza ed esce come al solito...
La trama sublima il tema del "doppelganger" a livelli inauditi. Il film
sembra a tratti un trattato matematico.
La trama e` un complicatissimo gioco di specchi, grazie alle continue
impersonazioni a cui e` costretto il povero attore, ciascuna delle quali
causa una commedia degli equivoci dentro l'altra.
In pratica gli attori devono continuamente imbastire una messinscena piu`
ambiziosa per tirarsi fuori dai guai in cui si sono cacciati a causa di una loro
precedente messinscena.
Lo strapotente esercito nazista viene sconfitto dal teatro: il film e` anche
un tributo al potere dell'arte sulle volgarita` della politica.
Lubitsch riprende
splendori e miserie del palcoscenico (la cieca enfasi del capocomico, ormai
scoraggiato da quell'ufficialino che abbandona il posto ogni volta che lui
intona "l'essere o non essere", e che in realtà si reca nel camerino di
sua moglie) innalzandolo a estremo oppositore del nazismo, grazie al suo
carattere di finzione lucida e cosciente, non allucinata e inconscia come
quella del Führer.
Soltanto Lubitsch poteva complementare un gioco d'astuzia ai danni del dittatore
con una piccante storia d'adulterio.
Shakespeariana, o Chapliniana, grandiosa fusione di farsa e di tragedia,
To Be Or Not To Be prelude a Heaven Can Wait (1943), autobiografia e
testamento spirituale di un poeta astratto, che, dopo aver immaginato e
allestito paradisi negli studi Hollywoodiani, si cala volontariamente
nell'inferno sotto forma di incorreggibile donnaiolo che rievoca davanti a
Mefistofele le sue scappatelle extra-coniugali e che alla fine viene rispedito
in ascensore al piano superiore, dove potrà ritrovare l'adorata
mogliettina.
Il film è una summa delle suggestioni di Lubitsch, da quelle romantiche
del Faust e del Don Giovanni a quelle espressionistiche del Doppelgänger,
un album di ricordi che trasuda struggente nostalgia, un commovente atto di
impenitenza.
Rampollo viziato dai genitori che stravedono per il figlio unico e dal nonno che
ne apprezza l'istinto scapestrato e impenitente, il giovane cresce fra gioco d'azzardo e donnine,
finché un giorno si innamora follemente di una ingenua provinciale. Saputo che è la
fidanzata del borioso e pedante cugino, non esita a sedurla sotto gli occhi di tutti. Si sposano e vivono
insieme per dieci anni, apparentemente felici. Poi un giorno all'improvviso lei lo lascia e torna dagli odiati
genitori (due beceri che si parlano solo tramite il cameriere negro) nell'odiata casa paterna (una ricca villa
nel bel mezzo della prateria). La verità è che per dieci anni lui l'ha tradita e ora lei non ne
può più. I genitori l'accolgono e l'antico spasimante le si propone di nuovo, ma
l'impenitente, spalleggiato dal nonno, va a rapirla di nuovo, come la prima volta, e nuovamente lei non
gli sa resistere, pur sapendo quanto sia falso. Vivono così altri dieci anni felici, sia pur con
qualche preoccupazione per un figlio che ha preso molto dal padre. Lei però si spegne
all'improvviso. Rimasto vedovo, non perde tempo, e presto diventa la disperazione del figlio, ora posato e
dinamico uomo d'affari. Un ultimo desiderio libidinoso, nei confronti dell'infermiera che lo curava, gli
toglie la vita.
Ha raccontato tutta la storia al demonio. Il demonio lo manda in paradiso, certo che vi verrà
accettato. Il vecchio superbo sale sull'ascensore per salire al paradiso.
Cluny Brown (1946), loosely
adapted from Margery Sharp's novel,
è ambientato in un villaggio inglese,
chiuso nei suoi rituali secolari, che viene disturbato dall'arrivo di un esule polacco e di una cameriera
idraulico, due figure anti-conformiste di emarginati (un intellettuale e una proletaria) che finiscono per
sposarsi, ennesimo sdoppiamento nei due sessi che alla fine si ricompone.
Il tema principale e` quello della distanza delle classi sociali, che devono
vivere in universi paralleli che non comunicano altro che tramite ordini.
Ciascuno deve vivere secondo le proprie convenzioni sociali.
The professor and the maid are the eccentric transgressors who break the
rules and trespass into the other universes.
Hilary is a single man who has invited high-society people to his party.
He has a problem with the kitchen sink and is expecting the plumber any moment.
The first person to arrive looks like a plumber but is instead a foreign
gentleman who is looking for an old acquaintance of his.
The next person to arrive is a polite girl, Cluny, who does not look like a plumber
but turns out to be the niece of the plumber and is up to the task: she does
unclog the sink. Then they start drinking and she gets drunk.
When her uncle walks in, he is disgusted by the scene.
The plumbers finally leave and the guests of the party start arriving.
Two young men, Andrew and Philip, are in love with the vain and superficial
Betty, who finds the foreigner asleep in a room. The men realize that he is a
famous anti-Nazi writer, prof. Belinsky.
Convinced that the writer is in danger, the two men take it on
themselves to protect the dissident and to lend him money.
In the meantime, Cluny is sent by her uncle to work for a family in a country
village. She is terrified that she will be mistreated by her masters.
On the train she meets a charming colonel.
Andrew has rushed to his parents' country mansion to ask them to offer
hospitality to the heroic professor. His parents don't quite share his
sense of urgency, but accept anyway. Minutes after Andrew has left, the colonel
delivers their new maid, Cluny, but Andrew's parents mistake her for a friend
of the colonel and treat her like one of their own (aristocrats). When they
discover that she's just the maid, the kindness disappears. As the ironclad
housekeeper explains to her, she is supposed to serve without being seen or
heard. However, she breaks the rules the very first night, when she serves
dinner and whispers to Andrew's father which piece of meat is best, and then
she screams when she sees the professor she had met before the party.
The aristocrats are ready to fire her on the spot for not being the discreet
and in fact silent maid she's supposed to be, but the professor convinces them
to give her another chance. The other servants themselves are shocked to
see a maid talk to a guest of the masters, as if they were equal. In fact,
the professor consoles and befriends Cluny. He is even jealous that she is
almost engaged to the town's apothecary, Wilson, a most boring but highly
dignified example of middle-class business-man. Wilson too is puzzled that
a guest of the aristocrats would mingle with a maid.
Andrew comes to spend a few days at the country mansion. He is bitter about
Betty when he talks about her to the professor, but then Betty shows up: Andrew
himself invited her, but he thought she would not come after they had a fight.
Betty is a spoiled girl who can drive a man crazy. She and the professor trade
sarcastic remarks. When Cluny needs a night off, the professor asks her if she
can get out of her clothes by herself. Cluny attends the birthday dinner for
Wilson's mother. She ruins the whole thing when she volunteers to fix a kitchen
sink: it is inappropriate for a well-behaved girl to act like a plumber. All
the guests leave the house embarrassed. Wilson is even more embarrassed.
She is humiliated.
In the meantime the professor walks into Betty's bedroom to reproach her that
she is mean to Andrew.
Andrew sees him come out of the room and suspects the worst.
Betty finally accepts to marry Andrew, who has volunteered to the air force in
order to fight the Nazis, and the professor decides that it's time
to leave. Cluny runs to the station (or, better, gets a ride on a man's
bicycle) to say goodbye. She tells the professor how she disgraced herself
by fixing Wilson's plumbing. The professor orders her to get into the train
and leave with him. He proposes to her. They get married. He becomes a
best-selling writer.
Lubitsch morì l'anno dopo. Il cinico burattinaio lasciava alle sue spalle
una delle opere cinematografiche più ambigue; degna della sua personalità cosmopolita
influenzata tanto dall'espressionismo quanto dall'humour anglosassone. I suoi film, costruiti sui
molteplici registri del vaudeville della commedia e dell'operetta, si basano su un canovaccio amoroso
perfettamente (geometricamente) compiuto, con una struttura binaria, con ruoli standard affidati ai due
sessi. Il primo ordine di ambiguità nasce proprio dall'esito della lotta fra il maschio e la femmina,
laddove non si capisce più se la sconfitta non sia una vittoria e la vittoria una sconfitta. Il secondo
ordine di ambiguità riposa nel labile confine che separa il bene dal male, per cui Lubitsch riesce a
far amare i vizi dei suoi personaggi (donnaioli o ladri) sopratutto se il vizio è uno dei due cardini
della società moderna (sesso e denaro). La misura del suo genio comico è data dalle gag e
dalle battute, sovente metaforiche, sempre nitide, essenziali ed eleganti, che costituiscono il tratto
più personale dei suoi film e dai sottintesi, che formano la gran parte delle sue sceneggiature.
Lubitsch riusciva a distribuire una patina uniforme di humour raffinato mediante
due processi complementari di "riduzione" del solenne (puritanesimo, aristocrazia, ricchezza)
e di "sublimazione" del volgare e raggiungeva così un perfetto equilibrio al limite
dell'astrazione contraddistinto da un ritmo sorione e ammiccante.
Lubitsch è un ordinato regista erotico.
Lubitsch died in 1947.
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