America Latina

Fino agli anni '60 il cinema dell'America Latina era stato ristretto alle pellicole di bassa qualita` prodotte in Messico (con epiche rievocazioni della rivoluzione), in Argentina (storie di gauchos) e in Brasile. Negli anni '50 pero` si erano gia` avuti fenomeni artistici come i film di Bunuel in Messico e quelli di Cavalcanti in Brasile.
Quest'area aveva lungamente patito l'instabilita` politica e le frequenti restrizioni del diritto di espressione, che in praticxa avevano lasciato crescere il cinema soltanto per iniziative personali. Nella piatta mediocrita` delle dittature latino-americane spiccano alcuni eventi importanti: la rivoluzione messicana del 1911, che fece del paese l'area piu` progressista dell'intero continente; Gatulio Vargas nel 1930 mise fuori legge tutti gli estremisti brasiliani e varo` una serie di riforme; il demagogo Juan Peron nel 1946 conquisto` il potere in Argentina, ma le sue riforme furono di scarsa efficacia. I paesi minori giunsero alla ribalta delle cronache soltanato quando le sinistre minacciarono seriamente di rovesciare la dittatura: la guerriglia di Fidel Castro fu la prima (nel 1959) ad averla vinta (e a scatenare anche la crisi di Cuba del 1962); i tupamaros dell'Uruguay vennero sterminati; il partito comunista cileno (guidato da Salvator Allende) giunse al potere democraticamente ma venne poi estromesso dal colpo di stato di Pinochet del 1973; i sandinisti presero il potere in Nicaragua dopo una decennale guerra civile ma persero la prima elezione democratica. Questi movimenti insurrezionali (sinceri o ipocriti che fossero) ebbero l'effetto di creare consapevolezza sociale nelle masse.
In Brasile esercitarono Mauro, Cavalcanti, Lima Barreto, Pereira, Guerra, Deandrade, Hirszman, Jabor, e i tre grandi registi della maturaita`, Diegues, Rocha, Babenco.
Humberto Mauro diresse Ganga Bruta (1933), film romanzesco ma diretto con stile d'avanguardia (elementi industriali come allusioni erotiche), e Favela de Meus Amores (1934), dedicato alle favelas in cui vivono i ceti meno abbienti.

Alberto Cavalcanti diresse film d'avanguardia in Francia negli anni '20 e documentari in Inghilterra negli anni '30. Nel dopoguerra tento` di rinnovare il cinema brasiliano con O Canto Do Mar (1953), documentario sui baraccati.

Lima Barreto dedica O Cangaceiro (1953) alla miseria del sertao.

Joaquim Andrade sfoga il suo spirito rivoluzionario in Macunaima (1969), biografia ironica di un eroe nazionale.

Mario Peixoto diresse Limite (1931), la tragedia di tre naufraghi nella tempesta.

Walter Khouri diresse film di acuta psicologia come O Gigante de Pedra (1953) e Na Garganta Do Diablo (1960).

Gustavo Dahl e` un esponente del cinema verite`. O Bravo Guerriero (1968) descrive la crisi di un intellettuale fino al suicidio. Uira (1974) racconta di un indio che lascia il villaggio decimato da una malattia portata dai bianchi e si avvia verso le terre civilizzate, ma, dopo molte disavventure, sulla via del ritorno, si lascia morire in un fiume.


Nelson Pereira con Riouo Graus (1954) inizio` il cinema novo in Brasile, primo tentativ o di evitare i canoni commerciali attraverso opere realiste e d'attualita`. "Rio zona norte" (1957) segue la vita di un abitante della stessa citta`. Dal cinema-verita` urbano passo` al populismo del sertao con Mandacaru Vermelho (1961), un romanzesco moderno. Vidas Secas (1963) racconta le disavventure di una famiglia di contadini costretta a emigrare dalla miseria e dalla siccita`. Recupero` poi i riti religiosi della macumba. Il protagonista di O Amuleto de Ogum (1975) e` un cantastorie cieco che narra ai tre ladaruncoli che lo hanno circondato in un vicolo immondo la leggenda di un bandito reso invulnerabile da una magia che, attraverso omicidi e lotte intestine, divenne il boss della malavita: alla fine della storia i ragazzi aggrediscono il cantastorie, ma anch'egli e` invulnerabile. O Justicero (1968) abbandona il neo-realismo per descrivere l'esistenza vana di un playboy.
Ruy Guerra
Glauber Rocha
Hector Babenco
Raoul Ruiz
Alejandro Jodorowsky