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Il legittimo erede di Sjostrom e Stiller, Alf Sjoberg, fu relegato al teatro dalla crisi cinematografica svedese degli anni trenta; le sue raffinate rappresentazioni di drammi scespiriani erano influenzate dal teatro ebraico (l'habima). Nel 1940 diresse due film d'analisi psicologica che lo posero immediatamente in primo piano. Nel 1942 riuscì a fondere la scuola naturalista (il misticismo folclorico sjostromiano)e le sue concezioni teatrali (il fiabesco mitologico tragico) in Himslapeletq/ Strada di Ferro (1942): una giovane domestica, accusata di aver provocato un'epidemia, viene arsa al rogo come strega; il suo fidanzato parte alla ricerca di Dio, e lungo il tragitto passa tutta la vita, commettendo un omicidio a Gerusalemme e sposando una ereditiera, ma alla fine si ritrova solo e ancora disperatamente innamorato del suo ideale; si addormenta e si risveglia in paradiso, al suo fianco. L'ossessivo Hets/ Torment/ Spasimo (1944), sceneggiato da Bergman e interpretato da Mai Zetterling) diede la misura delle doti psicologiche e allegoriche del regista: un insegnante perverso e autoritario sevizia la sua classe, in particolare un allievo, ed ha una relazione con una commessa totalmente succube di lui; l'allievo perseguitato si innamora proprio di lei e, quando un giorno la trova morta a fianco del malvagio, non esita a denunciare l'omicidio; ma la giovane si è suicidata e comunque l'insegnante fa buon gioco nel ritorcere le accuse contro lo studente; il preside capisce però la verità e il malvagio, sentendosi perduto, si lascia andare a una disgustosa confessione. Nel film ricorrono vecchi temi dell'espressionismo (il mostro, lo studente, il rapporto padrone-schiava) e nuovi temi dell'esistenzialismo (l'erotismo, la violenza psicologica, la donna vittima). La doppia faccia del decoro borghese è al centro anche dei film successivi, soprattutto in Bara en Mor/ Solo Una Madre (1949) segue la tormentata esistenza di una donna sedotta da giovani e tradita da moglie, che si trascina lentamente verso una fine miseranda, Sista paret ut (1956), sceneggiato da Bergman)rovista un'ultima volta nelle pieghe dell'ipocrisia borghese, ma di fatto con questo film Sjoberg cede il cursore a Bergman, e nello strindberghiano Froken Julia/ Miss Julie/ Notte del Piacere (1951), trasposto a flashback opprimenti in un'atmosfera allucinata: l'orgia e il suicidio di Giulia nel castello scaturiscono da una tensione angosciosa al limite della seduta psicoanalitica (il fantasma dell'infanzia che penetra nel corpo adulto di Giulia, il rapporto sado-maso fra il brutale domestico e l'insicura padrona). |
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