Summary
Donovan Leitch, better known as simply Donovan, represented the quintessence
of the hippy ideals. The sweet, mellow, bucolic ballads of
Fairy Tale (1965)
evoked a world of peace and love, of communes in the woods.
His experiments with eastern music and jazz, mainly on
Sunshine Superman (1966), predated acid-rock and progressive-rock.
Donovan was Dylan's alter-ego: Dylan was the crude realist, Donovan
was the daydreamer; Dylan belonged to a historical period, Donovan lived in
a transcendent eden; Dylan was the crusader vowed to epic missions,
Donovan was the hermit overwhelmed by nature;
Dylan was the visionary prophet, Donovan was a humble friar.
If English is your first language and you could translate my old Italian text, please contact me.
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Lo scozzese Philip Leitch, noto come Donovan, rappresento` per i giovani
britannici degli anni '60 la quintessenza degli ideali hippie.
Il suo stile dolce e pastorale rifletteva gli ideali di pace e amore.
I suoi esperimenti con la musica orientale riflettevano la passione degli
hippie per le religioni orientali.
Le sue semplici ballate bucoliche stesero un ponte fra il folk tradizionale
e gli anni '60.
Donovan era un po' l'alter ego di Dylan: laddove Dylan era un realista
spietato, Donovan era un sognatore a occhi aperti. Dylan apparteneva
alla sua era, Donovan apparteneva a un paradiso immanente.
Dylan era il crociato votato a missioni epiche, Donovan era un eremita
inebriato dalla natura. Dylan era un profeta visionario, Donovan era
un umile francescano.
La sua carriera segui` comunque quella di Dylan quasi passo per passo,
dagli inizi puramente acustici al periodo elettrico al riflusso country.
Il primo album,
What's Bin Did (Pye, 1965), usci` in UK a maggio
mentre in USA usciva Catch The Wind (Hickory, 1965) con qualche brano
in piu`.
Catch The Wind lo aveva proposto nei panni del cantautore di protesta,
ma il suo retro Why Do You Treat Me Like You Do,
e la canzone-guida dell'album, Josie, proponevano un bisbiglio tenue e
romantico lasciato fluttuare sullo sfondo di paesaggi incantati.
Gli umori hippie sono piu` forti sul suo capolavoro,
Fairy Tale (Pye, 1965), un album che e` ancora fragile e magico, ma
che presenta una controcorrente di nevrosi subdola.
Accanto a gioviali ballate francescane come Colours,
tintinnanti di romantica introversione come Summer Day Reflection Song,
accanto a tenere serenate come The Ballad Of Geraldine e
To Try For The Sun,
e a classiche ballate malinconiche come The Ballad Of A Crystal Man e
Belated Forgiveness Plea,
Donovan dimostra un'abilita` nell'arrangiamento che pochi musicisti dell'epoca
possono vantare, particolarmente in
Sunny Goodge Street, canzone d'atmosfera degli anni '30 (con trombe,
violoncello, contrabbasso, flauto e organetto),
e in
Jersey Thursday, con un chitarrismo sempre piu` complesso e un canto sempre piu` esistenziale,
Il genere tradizionale della ballata e la fioca voce di
Donovan trovano un punto d'incontro al limite estremo del canto in sordina,
illuminato da una strumentazione tanto scarna quanto suggestiva.
Il limite della stasi trascendente viene sfiorato nella delicatissima
Turquoise, che esce su singolo nel gennaio 1966.
Le fragili emozioni delle sue
fiabe acustiche e i limpidi affreschi delle sue visioni medievali sposavano
il candore folk a quello hippie, l'epos panico del primo all'idealismo
sognante dei secondi, l'afflato lirico di un paesaggio naturale
all'introspezione trascendente dei comunitardi, l'indole affettuosa del
ragazzo di campagna all'intimismo contorto degli emarginati.
Il produttore Mickey Most aiuto` Donovan ad arrangiare
Sunshine Superman (Pye, 1966), l'album con cui il menestrello scozzese
abbandono` definitivamente il suo purismo acustico a favore di strumenti
elettrici. Fatto piu` importante, lo stile di Donovan aveva assimilato
anche elementi di jazz e di raga.
L'effetto fu di trasformare le sue odi medievali in piccoli brani da camera
"barocchi", ricchi colori, di sfumature e di deviazioni.
L'anthem lisergico sincopato di Sunshine Superman, fra sonorita`
indiane e cadenze jazz, e il salmo mediorientale con vocalizzi soul di
Season Of The Witch aprono uno spettro armonico vastissimo.
La ballata magica di un tempo e` mutata in
di Legend Of A Girl Child Linda, una lunga delicata fiaba
per flauti, calvicembali e violini.
L'apice del manierismo di questo disco e` la musica per angeli di
Celeste, fluttuante in un fitto contrappunto di clavicembalo, violino,
xilofono.
Puramente raga e`
la parabola di Three King Fishers, per tablas e sitar, mentre da una fusione
di modi medievali e indiani ha origine l'acquarello
cavalleresco di Guinevere.
La civilta` psichedelica di San Francisco ispira The Trip e
l'omaggio ai Jefferson "acidi" di Fat Angel.
Riallacciandosi alla song rinascimentale e al trobadorato medievale,
assimilando jazz e raga nel contesto dell'acid-rock, Donovan getto` le basi
per il progressive-rock britannici.
Il coevo singolo Hey Gyp continua la sperimentazione sul ritmo.
Mellow Yellow (1968) continuo` semplicemente quegli esperimenti,
ma con un'ispirazione ancor piu` psichedelica e con un umore meno estatico.
Donovan si cala anzi in uno spleen dimesso e cupo con gli
incubi afoni di Museum,
Hampsted Incident, House Of Jansch.
Il tema jazz di Mellow Yellow sembra quasi parodiare gli inni
psichedelici dell'era.
In questi primi dischi Donovan uso` spesso musicisti jazz come
Danny Thompson on upright bass, Tony Carr on congas, John Cameron on piano and Harold McNair on sax and flute.
Dell'anno dopo e` il Concert (CBS, 1968),
che trascrive alcuni dei suoi classici
teneri: la poesia celeste di Writer In The Sun e Pebble And The Man,
eterei ritornelli metafisici,
quella rurale di Poor Cow e The Lullaby Of Spring,
la piu` povera ma anche la piu` felice,
temi jazz (Young Girl Blues) e temi latini (il calypso bambinesco di
There Is A Mountain)
che saranno ripresi da altri.
Il doppio A Gift From A Flower To A Garden (Epic, 1967) e` un manifesto
dell'era psichedelica e della moda indiana, ma contiene poco di musicale
(un'altra filastrocca bambinesca, Wear Your Love Like Heaven).
Hurdy Gurdy Man (Epic, 1968)
punto` a un sound piu` duro, come andava di moda quell'anno.
Uno dei punti piu` alti della carriera di Donovan e`
il singolo del maggio Hurdy Gurdy Man, con
un'epica distorsione del chitarrista Alan Parker dei Blue Mink
(erroneamente attribuita a
Allan Holdsworth, Jeff Beck, Jimmy Page e tanti altri).
Ma l'album contiene anche tipiche ballate alla Donovan come
la commossa elegia di It's Been A Long Time,
la tenera serenata Jennifer Juniper,
il mistico cantico di The Sun Is A Very Magic Fellow
e l'inno esotico di Tangier.
Donovan suona la chitarra acustica e tambura.
John Paul Jones (futuro Led Zeppelin) suona al basso,
Clem Cattini alla batteria, e Alan Parker alla chitarra.
Negli anni successivi vennero ancora le tante dolci incantate fiabe di
Lalena, Barabajagal, Atlantis, ma lo stile di
Barabajagal (Epic, 1969) stava diventando sempre piu` pop.
Open Road (1970) segno` invece il ritorno al folk acustico, sempre
seguendo l'esempio di Dylan (Riki Tiki Tavi).
Donovan Leitch (Janus, 1967) e` un doppio antologico del periodo
1965-66 e World Of Donovan (Epic, 1969) e` un doppio antologico del
periodo 1967-69.
Colours e` un'altra antologia.
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