Holy Modal Rounders
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Holy Modal Rounders (1963), 6/10
Holy Modal Rounders (1964), 6/10
Indian War Whoop (1967), 8/10
Moray Eels Eat (1969), 7/10
Good Taste Is Timeless (1971), 6/10
Alleged In Their Own Time (1976), 6/10
Last Round (1978), 5/10
Goin' Nowhere Fast (1981), 5/10
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The Fugs' fellow conspirators, the Holy Modal Rounders (11), came into their own during the psychedelic season, coining a unique, drunk form of acid-folk on their two masterworks, Indian War Whoop (1967) and Moray Eels Eat (1969).
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Gli Holy Modal Rounders inventarono un nuovo genere, l'"acid-folk", un genere che suonava musica country e folk con lo stile di un branco di ubriachi o di un gruppo di "stoned". Almeno uno dei loro dischi e` uno dei capolavori dell'epoca, al tempo stesso creativo e spassoso (un'accoppiata che e` riuscita a pochi).

L'idea fu del violinista Pete Stampfel, un diverso del Greenwich Village certamente dotato nel campo della tradizione western ma bacato da una corrosiva carica ironica. Stampfel fu l'eminenza grigia di gruppi leggendari dai nomi demenziali (Temporal Worth High Steppers, Swamp Lillies, Strict Temperance String Band Of Lower Delancey Street) a gli albori del decennio. Nel 1962 formo` gli Holy Modal Rounders in compagnia di Steve Weber. I due, coadiuvati da amici e sessionmen, imbasticono un'abietta forma di folk music amatoriale che sembra piu` che altro documentare una serie di sbornie e sballi collettivi. I traditional si susseguono, debitamente massacrati, all'insegna del buon tempo andato, di feste goliardiche, di parodie con canto nasale e di barzellette da music-hall.

I primi due dischi, intitolati semplicemente Holy Modal Rounders (Prestige, 1963 e 1964), riediti come Stampfel & Weber (Fantasy, 1972), sembrano grottescamente amatoriali, ma in realta` gettano le basi per tutta la musica rock indipendente a venire. Stampfel e Weber si aggregarono poi ai Fugs, complesso dell'intelligentsia underground. In tal modo persero anche il poco ritegno che avevano conservato e scoprirono l'efficacia del sarcasmo e della satira.

Quando i due riorganizzarono gli Holy Modal Rounders, il sound era diventato ancor piu` caotico e approssimativo, e con un amaro tono politico, come se insultando le sue tradizioni musicali i due insultassero tutto cio` che c'era di sbagliato nella societa` americana. La loro era un'eresia senza eguali nel campo del revival, oltre che essere la musica piu` originale del momento. Their demented cover of Hesitation Blues, from Holy Modal Rounders (1964), was the first song to use the term "psychedelic" ("...I got my psychedelic feet/In my psychedelic shoes/Oh lordy momma/I got the psychedelic blues...")

The Electric Newspaper Collage (ESP, 2013), originally recorded in august 1966 and credited to the East Village Other, was a loose cooperation of New York-based writers, artists and musicians including Allen Ginsberg & Peter Orlovsky, Ed Sanders, Ishmael Reed, Tuli Kupferberg & Ken Weaver, the Holy Modal Rounders' Steve Weber, the Velvet Underground, Marion Brown, Ronald Shannon Jackson and Andy Warhol.

Abbandonati banjo e mandolino per far posto alla strumentazione elettrica (chitarra e organo), come comandato dalla rivoluzione "dylaniana", l'album Indian War Whoop (ESP, 1967), con il futuro drammaturgo Sam Shepard alla batteria, sfoggia un sound sempre piu` sboccato e irriverente. Le voci, in epilessi permanente, deformi come in un "trip", intessevano splendidi cori anfetaminici, l'esatto opposto delle angeliche armonie vocali di Beach Boys e Beatles.
Il violino elettrico dissonante di Stampfel squarcia la gia` pestilenziale armonia con stilettate maniacali e incivili, ma il farnetico della batteria (vedi il loro fantastico duello in Soldier's Joy, una delle loro epilessi piu` sgangherate) e i catastrofici sincronismi vocali (vedi le voci maschili stravolte, da far invidia al Frank Zappa piu` incanaglito, di Sweet Apple Cider) riescono a farlo passare quasi in second'ordine. Cio` nonostante i suoi assoli ubriachi, le sue cieche sbandate, i turpi indemoniati sabbah, le cardiopatie galoppanti, lo pongono tra i piu` grandi artisti dello strumento (vedi la dissonanza ubriaca di Sky Divers, degna del concerto per violino di Berg).
Le acrobazie vocali del gruppo culminano nelle intonatissime stonature, con rutti, miagolii e imitazione di scacciapensieri, nelle lunghe altissime vocali per coscienze ultra-dilatate, di quel monumentale ascesso di pazzia che e` Radar Blues (scritto da Michael Hurley): dieci secoli di armonie vocali vengono disintegrati senza pieta'.
La media degli altri brani e` su quel tono blasfemo e incompetente: la vergognosa sceneggiata indiana della title-track (danza della guerra in falsetto strabuzzando gli occhi e pestando come degli ossessi sui tamburi), la sciagurata IWW Song (scatenata quadriglia tutta d'un fiato facendo ressa con un mucchio di "la-la-la" e "da-da-da" assolutamente fuori tempo da far rivoltare nella tomba generazioni e generazioni di pionieri), la satira viscerale e l'inno grottesco di Football Blues.
Ormai la parentela con il folk-rock e` un fatto puramente burocratico, essendo la musica arrangiati secondo un'ispirazione psichedelica che ha pochi eguali (i Red Crayola piu` che Bob Dylan).

Moray Eels Eat (Elektra, 1969) sfodera un'altra parata di sketch allucinati, con il complesso che non si ferma davanti a nessuna aberrazione armonica; teatrini rag degli anni '20 (Take Off Artist Song), monologhi licantropi che scimmiottano muezzin e mantra (Werewolf), inni marziali per organetto di strada (Interlude), jam sconnesse di blues elettrico alla Captain Beefheart (Half A Mind), ballate per tam-tam, violino stonato e voce trattata (Duji Song), orge di bizzarrie ritmiche (Mobile Line), filastrocche da manicomio (STP Song), e persino una sonata per clavicembalo (One Will Do For Now).
Il disco va in gloria con Bird Song, uno dei piu` appassionati canti di liberta` della storia della musica, un lungo volo ubriaco con il cuore in mano. Il brano (rifacimento di Ray Price's You Done Me Wrong e poi incluso nella colonna sonora di Easy Rider) e` in sintonia con l'umore del disco, che pare ripiegare in una malinconica e solitaria pazzia laddove il precedente si dava a una pazza e goliardica gioia.

Stampfel e` in realta` uno dei maghi del periodo: dietro le madornali dissonanze, si nasconde un'intelligenza musicale deviante che forse non ha eguali nella storia del rock. Dietro ogni errore di sintassi si nasconde una geniale revisione della semantica tutta.

Good Taste Is Timeless (Metromedia, 1971) segno` pero` la fine dell'esperimento. Molto materiale di quell'epoca e` rimasto inedito. Il duo torno` sulle scene con Alleged In Their Own Time (Rounder, 1976), e naturalmente Stampfel capeggia gli Unholy Modal Rounders sul leggendario Have Moicy (Rounder, 1976) di Michael Hurley. Last Round (Adelphi, 1978) e Goin' Nowhere Fast (Rounder, 1981) furono gli ultimi album del gruppo. I Make a Wish for a Potato (Rounder, 2001) e` un'antologia di questo periodo.

Stampfel torno` a suonare musica country con i Bottlecaps (primo album omonimo nel 1986 per la Rounder), sempre con un piglio un po' burlone, ma senza la grinta dissacratoria dei due capolavori. Il suo geniale artigianato era vent'anni in anticipo sui tempi: bisognera` attendere la generazione di Butthole Surfers e Camper Van Beethoven per ascoltare qualcosa di simile.

Pete Stampfel e i suoi Bottlecaps si fanno vivi ogni due o tre anni con un nuovo catalogo di nonsense del country "acido": The People's Republic Of Rock'n'Roll (Homestead, 1989) e` forse l'album piu' "normale" della sua carriera. You Must Remember This (Gert Town) e` una raccolta di musiche d'altri tempi arrangiati con una piccola orchestra di strumenti imbarazzanti e cantati, ovviamente, da quella voce piu` unica che rara.

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