- Dalla pagina sugli MC5 di Piero Scaruffi -
(Testo originale di Piero Scaruffi, editing di Stefano Iardella)
In Breve:
Gli MC5, guidati dal leader dei White Panther John Sinclair e dal chitarrista Wayne Kramer, rappresentavano l'ala rivoluzionaria delle rivolte studentesche e utilizzavano il rock and roll come potente strumento agit-prop. Il loro suono incarnava la rabbia e il sarcasmo degli estremisti, i loro testi sfidavano tutti gli standard morali. I loro spettacoli dal vivo erano orgasmi collettivi e selvaggi in cui la band riversava una furia mostruosa e caotica sul pubblico. Kick Out The Jams (1969) rimane uno degli album più orgiastici, terrificanti e viscerali mai pubblicati, un grottesco baccanale di abilità musicali atroci e primitive, un formidabile assalto alla realtà, l'equivalente rock'n'roll di un'esplosione nucleare, a tal punto da sunare come se il free-jazz e l'acid-rock fossero stati selvaggiamente sbranati all'interno di un acceleratore di particelle. Il fatto che il suo seguito, Back In The USA (1970), fosse così inferiore è la prova che il capolavoro era dovuto allo spirito di un'intera epoca e non a un particolare gruppo di musicisti.
Bio:
Gli MC5 nacquero a Detroit nel 1964 come diretta emanazione delle
White Panther di John Sinclair ("il rock and roll è la grande forza
liberatrice della nostra epoca"). Suonarono ai raduni rivoluzionari della
comune Trans Love Energies e perfino nel bel mezzo dei disordini di Chicago.
Rappresentavano il ceto degli operai bianchi immigrati dal Sud e degli studenti
beatnik che gravitavano attorno alla Mayne State Univeristy. Il loro rock
"rivoluzionario" era basato sulla violenza sfrenata degli strumenti e su una
potente amplificazione.
Le loro esibizioni erano orgasmi collettivi, ubriacature
selvagge, valanghe di suono scaricate alla rinfusa sul pubblico, traboccanti di
oscenità e slogan.
I primi singoli uscirono per piccole etichette locali, e verranno raccolti
postumi su Babes In Arms (ROIR, 1983 - Danceteria, 1990).
'66 Breakout (Total Energy, 1999) documenta le prime registrazioni
del gruppo (compresa una Black To Comm di 17 minuti).
I cinque membri del complesso, capitanati dal primo grande chitarrista heavy,
Wayne Kramer, nonche' dalla sua degna spalla Fred Smith, e da un cantante
pazzo e feroce come Rob Tyner, si tuffavano a capofitto nei riff elementari dei
loro brani, vomitando urla (strumentali e vocali) a tutto spiano e a tutto
volume, forti del loro credo musical-politico: “fratelli e sorelle, voglio
che ciascuno di voi faccia rumore... voglio sentire la rivoluzione!”.
Tutt'altro che incompetenti, erano in realtà consci dell'altra rivoluzione,
quella apportata alla musica occidentale dal free-jazz di Coltrane e Coleman.
La loro influenza maggiore era però Chuck Berry, seguito da Tamla Motown,
mentre le parentele con altri gruppi "heavy" della stagione psichedelica, come
Blue Cheer, e con altri gruppi politicizzati, come i
Fugs, erano casuali.
Kick Out The Jams (Elektra, 1969) è uno degli album più importanti,
influenti e creativi della musica rock, benché fosse nato come prodotto
anti-artistico e volutamente mal suonato.
Registrato dal vivo alla fine dell'anno, è effettivamente un grottesco
bailamme di atrocità e primitivismo musicali, ma anche un formidabile
esempio di potenza devastante e di musica del cuore.
Pochi complessi possono vantare
un commando d'assalto di brani atomici come
Kick Out The Jams, Come Together, Rocket Reducer N. 62, I Want You
Right Now. La matrice blues viene disintegrata dall'energia dirompente
in un esagitato sabbah d suoni abominevoli. Una percussività sfrenata
crea tensioni spasmodiche che poi esplodono fragorosamente in caotiche
sarrabande strumentali. Gli assoli barocchi delle suite psichedeliche
sono stati annientati dalla furia devastatrice dell'improvvisazione
collettiva.
A tante incitazioni alla violenza si mescolano però anche digressioni di
ordine metafisico, quando si professa la fede in una religione cosmica
che raccoglie in sè il significato di tutte le rivoluzioni. Così l'album
si conclude con una spaventosa versione di Starship (Sun Ra), spasmodicamente
tesa verso l'infinito, un delirio schizofrenico di otto minuti, un'orgia
allucinante di esplosioni galattiche, di cantilene paranoiche, di sibili,
di voci sperdute, di silenzi assordanti, di follia cosmica.
Altre dieci epilessi sonore sfrecciano su Back In The USA (Atlantic, 1970). Questa volta c'è meno sperimentazione. Le canzoni oscillano fra gli inni depravati degli Stones e le distorsioni continuate dei psichedelici, alcune abbastanza sferzanti da costituire un degno corollario al rock apocalittico del primo disco, Looking At You in particolare. Ma soprattutto gli MC5 si scoprono parenti stretti, loro che sventolavano mitra e bombe a mano, del Mersey-beat più naive e anthemico (Teenage Lust, High School, Call Me Animal).
Coinvolti nella generale crisi del Movement, dopo High Time (Atlantic, 1971), un album di bizzarro rhythm and blues (fiati, coro, banda della Salvation Army, Sister Anne), gli MC5 si sciolsero, chi finendo in carcere (Sinclair nel 1969, per detenzione di stupefacenti, Kramer nel 1976 per una brutta storia di droga e di mafia), chi dandosi al giornalismo, chi ingrossando le fila dei reduci del Movement (John Sinclair dirigendo un centro jazz, Wayne Kramer sbarcando il lunario in match "combinati" contro Ted Nugent). Fred Smith sposerà la diva punk Patti Smith e morirà nel 1994 di attacco cardiaco, all'età di 46 anni.
The Big Bang (Rhino, 1999) è un'ottima antologia dei tre dischi e dei primi singoli. Dopo la riscoperta del gruppo, verranno pubblicati dischi a valanga di inediti e live.
Wayne Kramer suonò brevemente con Johnny Thunders e scrisse un musical con Mick Farren dei Deviants, Who Shot You Dutch (Spectre, 1987), una collaborazione continuata su Death Tongue (Curio, 1991).
Wayne Kramer venne resuscitato negli anni '90 da
The Hard Stuff (Epitaph, 1995), album zoppicante che pure annovera
canzoni esistenziali come Edge Of The Switchblade,
Hope For Sale, Crack In The Universe,
Realm Of The Pirate Kings e Sharkskin Suit.
I Clawhammer lo accompagnarono sul successivo
Dangerous Madness (Epitaph, 1996), ma il
terrorista di Detroit era finito a suonare un rock and roll melodico
più adatto forse a un dominatore delle classifiche di vendita
(spesso vengono in mente Bob Seger e John Mellencamp)
che al suo passato (Rats Of Illusion).
Entrambi i dischi sono ulteriormente sabotati da pezzi spoken-word che
servono soltanto a dimostrare come Kramer fosse più che un semplice
portavoce per Sinclair.
Citizen Wayne (Epitaph, 1997) vira chiaramente verso il funk e il rhythm'n'blues, ma il materiale è debole (a parte Stranger In The House).
LLMF (Epitaph, 1998) è un album dal vivo, e forse funziona meglio degli album in studio.
Beyond Cyberpunk (Music Blitz, 2000) è una sorta di tributo da parte di un cast stellare.
Human Being Lawnmower (Total Energy, 2002) raccoglie performance dal vivo.
Adult World (2002) segna un ritorno alla forma, o almeno un ritorno ai suoi temi preferiti di violenza (Brought A Knife To the Gunfight), sesso (What About Laura) e decadenza urbana (Nelson Algren Stopped By Last Week).
Purity Accuracy (2005) è un cofanetto di sei CD di rarità e materiale dal vivo.
Il bassista degli MC5 Michael Davis è morto per insufficienza epatica nel 2012, all'età di 68 anni.
In seguito alla sua morte il gruppo si è definitivamente sciolto.
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