Steppenwolf


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Gli Steppenwolf si formarono a Toronto (Canada) sulle ceneri degli Sparrow (in cui milito` anche Bruce Palmer, futuro Buffalo Springfield), che razzolarono nei circuiti blues e dei quali vennero stampati due album postumi. A San Francisco il gruppo cambio` nome in Steppenwolf e, sotto la guida del produttore Gabriel Mekler, potenzio` il sound adattandosi agli standard di Quicksilver e Big Brother. Il cantante e chitarrista John Kay (Joachim Krauledat, esiliato politico della Germania Orientale) domino` il primo album, Steppenwolf (Dunhill, 1968), il cui pezzo forte e` la trascinante Born To Be Wild (scritta da Mars Bonfire, gia` nel repertorio degli Sparrow). Dal vivo alternavano pandemoni strumentali a grintose agonie blues. I testi provocanti corroboravano l'immagine di selvaggi, esaltando il libero amore e le droghe e inveendo contro il Sistema.

Second (Dunhill, 1968) annoverava un altro anthem storico, Magic Carpet Ride, esplicita dedica psichedelica ([] with a colossal organ solo by Goldy McJohn among interstellar guitar noise), ed era un album piu` omogeneo e maturo, gia` lontano dal blues revival. At Your Birthday Party (Dunhill, 1969) consacro` quell'evoluzione con Rock Me, portandoli a uno stile che sarebbe stato chiamato heavy-metal. (D'altronde Born To Be Wild conteneva il verso "heavy metal thunder", che diede virtualmente nome al nuovo genere).

Early Steppenwolf (1969) era in realta` un album degli Sparrow registrato nel maggio 1967 con una versione chilometrica di The Pusher (scritta da Hoty Axton).

L'ambizioso e politicizzato concept Monster (Dunhill, 1969), una sorta di riassunto della storia degli USA dalle guerre indiane a quella del Vietnam, conteneva Move Over oltre la pedante e lunga title-track. Hey Lawdy Mama (1970) fu l'ultimo hit.

Dopo Seven (Dunhill, 1970) e For Ladies Only (Dunhill, 1971) il gruppo si sciolse, ma Kay continuo` a mettere insieme nuove formazioni e battezzarle Steppenwolf. Di tutte queste formazioni si ricorda soltanto una Straight Shootin' Woman (1974).

Born To Be Wild (MCA, 1991) e` un'ottima antologia.

JOhn Kay avvio` poi` una mediocre carriera solista a partire da Forgotten Songs And Unsung Heroes (Dunhill, 1972).

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