Blue-collar Rock


Storia del Rock | 1955-66 | 1967-69 | 1970-75 | 1976-89 | Anni '90 | 2000
Musicisti del 1955-66 | 1967-69 | 1970-76 | 1977-89 | Anni '90 US | Anni '90 non-US | Anni 2000
Torna alla pagina di musica
(Copyright © 2002 Piero Scaruffi )

Indice dei capitoli originali del volume 3 della Storia del Rock

Indice del volume 3
Il rock futurista
Free-rock
Kosmische Musik
Country-rock
I cantautori
southern-rock
Pop Muzak
Reggae & Funk
Il rock decadente
Heavy-metal
Disco Music & Hip Hop
Blue-collar rock
Le scuole nazionali Volume 4


Blue-collar rock

Folk urbano

Verso la fine degli anni '70 il movimento dei cantautori comincia a perdere consistenza. I temi si ripetono in maniera sempre piu` scontata, il sound e` debole e poco coinvolgente. Gli stessi fruitori non si riconoscono piu` nelle storie cantate dai folk-singer. La nuova generazione e` molto piu` presa dalle discoteche e dagli amusement-park che non dai viaggi in autostop e dalle avventure sentimentali.

Il folk si urbanizza rapidamente, adeguando i temi ad una popolazione giovanile ben diversa. I giovani che ascoltano ancora la musica rock non sono quelli felicemente inseriti nel mondo del business, ne` i neri degli slum. Sono quelli che non hanno frequentato il college e si devono accontentare di lavori manovali. Sono i cosiddetti "blue-collar", contrapposti ai "white collar" in giacca e cravatta. Sono loro i frequentatori dei bar e dei night-club di periferia, e sono loro gli unici ad aver conservato un minimo di emotivita'. La loro vita non e` particolarmente eccitante, ed il grande merito del nuovo folk e` proprio quello di saperla trasformare in epica. La sotto-cultura dei blue-collar e` fatta delle cose di tutti i giorni: l'appartamento in una grande citta`, la girl-friend che fa la cameriera, il lavoro in uno stabilimento, eccetera.

I testi poetizzano ed esaltano questo quotidiano mediocre, ma la musica deve anche riuscire ad intrattenere giovani tanto rozzi e concreti. Il vecchio folk deve percio` farsi piu` maschio e virulento. Piu' che di folk si dovrebbe in effetti parlare di soul bianco, un soul passato attraverso gli esperimenti di Van Morrison e ripreso direttamente dai soul-rocker degli anni '50, un soul rivisto nell'ottica di complessi proletari come Grand Funk Railroad e Doobie Brothers.

E` comunque una forma di rock piu` adulto, che affronta temi post-adolescenziali (il lavoro, la famiglia, la politica) e che si affida a ritornelli e ritmi meno immediati. E` la colonna sonora dell'era della crisi di identita' che l'America attraversa dopo la fine della guerra del Vietnam. Presidenti anonimi e mediocri (Ford e Carter) e la prima crisi economica in vent'anni hanno mutato le condizioni di vita del proletariato e della piccola borghesia rurale, portando in molte case una ventata di realismo. La "Reaganomics" che il nuovo presidente lancia nel 1980 acuisce la poverta` dei poveri per ridare slancio alla ricchezza dei ricchi, e, se due anni dopo comincera` a dare i suoi frutti, inaugurando uno dei piu` lunghi boom economici della storia, per qualche tempo l'era Reagan assomigliera` alla famigerata Depressione degli anni '30.

La provincia, la fabbrica e gli slum

Il fenomeno si sviluppa soprattutto nella provincia, e in particolare nelle zone piu` metallurgiche. Non a caso il primo eroe e` Bob Seger, a Detroit. E` lui a coniare il modello di cantante proletario del Midwest, enfatico e incalzante. Lui e i suoi imitatori realizzano la fusione fra testi realisti e ritmi da intrattenimento.

Il migliore dei discepoli del suo soul bianco e` un californiano, Huey Lewis (Hugh Anthony Cregg), attivo come armonicista blues fin dai primi '70 e balzato alla ribalta con una serie di rhythm and blues ballabili (I Want A New Drug, 1984; Heart Of Rock And Roll, 1984; Stuck With You, 1986; Working For A Living, 1987), coronati dall'anthem Power Of Love (1985).

Il proletariato della provincia trova il suo profeta in Bruce Springsteen, che e` il capo carismatico ("the boss") di quell'ideale movimento di moralizzazione del folk-singer che segna di fatto anche il passaggio al "power folk-singer" grintoso e ringhiante con banda elettrica di accompagnamento. Il suo insegnamento si rivela il piu` influente sulle nuove generazioni, a partire da (Little) Steven Van Zandt, suo chitarrista, e da John Cafferty, titolare di una bar-band del New England che plagia il maestro (On The Dark Side, 1984).

Southside Johnny (Lyon), vicino di casa del "boss" (Ashbury Park, nel New Jersey), interpreta le sue composizioni (Fever, 1976; Heart Of Stone, 1978) con una delle piu` belle voci "nere" del decennio e un arrangiamento di fiati virili e chitarre roventi.

Nel Midwest il verbo springsteeniano viene divulgato da John Hiatt, e nella stessa zona un'importante variazione sul tema sara` quella del populismo di John Cougar Mellencamp, che si ispirera` al movimento "grass-roots" piuttosto che al soul, e del suo discepolo James McMurtry (il talking-blues Song For A Deck Hand's Daughter, 1989), altro bardo del vuoto morale, del fallimento e della solitudine.

Sono questi i cantori della vita proletaria. Come tutti i grandi poeti americani, sono alla ricerca di un ego collettivo, ma nel loro caso si tratta di quello della classe lavoratrice.

Un altro habitat "disadattato" e` il sobborgo della metropoli. Rispetto alla vita di cittadina la vita di sobborgo vanta soltanto piu` violenza e piu` miseria. Il realismo, e cosi` il sound, e` piu` crudo e volgare.

Nils Lofgren ha il merito storico di aver sposato la figura del folk-singer a quella del rocker, un'equazione fondamentale per avvicinare entrambi al pubblico proletario. Personaggi come Garland Jeffreys e Mojo Nixon completeranno l'evoluzione adottando stili piu` popolari.

Southside Johnny: Having A Party (Epic, 1979) (antologia)
Huey Lewis: Sports (Chrisalys, 1984)