- Dalla pagina su Fred Frith di Piero Scaruffi -
(Testo originale di Piero Scaruffi, editing di Stefano Iardella)
Nel frattempo Frith, il compositore d'avanguardia, ha collaborato con Bob Ostertag (elettronica) e Charles Noyes (batteria) ai caotici collage di Getting A Head (giugno 1980 - Rift, 1980).
Voice Of America (agosto 1981 - Rift, 1983) fu un'altra collaborazione con Bob Ostertag (al synth) tranne che questa volta al duo si è unito anche il cantante Phil Minton.
Si tratta di musica concreta in qualche modo politicizzata, con suoni elettronici (spartiti di droni, picchi improvvisi di sibili alieni, selvagge distorsioni psichedeliche), campionamenti di voci (folle casuali, una canzone tradizionale latinoamericana, discorsi politici, spot pubblicitari, l'inno della USA e così via) e suoni di chitarra atonale (un repertorio incredibilmente vasto). Se il secondo lato è autoindulgente e per lo più ridondante, il primo lato è considerato una delle opere più toccanti dell'epoca della musica improvvisata dissonante.
Cheap At Half The Price (Ralph, 1983) riprendeva invece il programma frammentato di Gravity: registrato nel suo studio di casa utilizzando una pletora di strumenti (alcuni dei quali self-made), è stato anche il primo in cui cantava.
Live In Japan (Recommended, 1982 - ReR, 2010) rappresentò l'apice della dissonante musica da camera di Frith per chitarra ed elettronica. Frith aveva già posizionato e suonato la chitarra sul pavimento per Guitar Solos (soprattutto nel secondo volume), ma queste esibizioni dal vivo hanno spinto quell'idea al limite fisico. Il primo pezzo, Osaka I è di fatto un concerto per corde di chitarra pizzicate, voci distorte e rumore graffiante in cui l'eredità di John Cage, Pierre Henry e Keith Rowe si incontrano e interagiscono. A tratti sembra di camminare in una giungla abitata da specie extraterrestri che emettono richiami di animali incomprensibili. Verso la fine del pezzo Frith si abbandona ad alcuni bordoni, ma prevale sempre l'approccio estremamente fratturato e cerebrale.
Le prime registrazioni da solista di Frith avevano esplorato uno stile "frammentato" che semplicemente testava le possibilità di una musica che si pone al confine tra folk, rock e jazz. Lo stesso tipo di "frammento" è al centro dei due album registrati sotto lo pseudonimo di Skeleton Crew: Learn To Talk (Rift, 1984 - ReR, 2005), un duo con il violoncellista Tom Cora, e The Country Of Blinds (Rec Rec, 1986 - ReR, 2005), un trio con Cora e l'arpista Zeena Parkins.
Que Viva, di sette minuti, è emblematico della capacità del duo di sposare musica folk e neoclassica, in un modo simile alla Penguin Cafè Orchestra, tranne per il fatto che la seconda parte aggiunge musica concreta e musica swing a quel mix. We're Still Free è un'altra combinazione intrigante, che giustappone la stessa struttura neoclassica/folk con il canto straniante degli Art Bears e persino accennando al dance-pop in voga all'epoca. Echi di Art Bears emergono anche nella danza pseudo-surf di It's Fine. L'influenza di Frank Zappa è ancora visibile nel frenetico, atonale, in continua evoluzione The Way Things Fall e nel pop-parodistico Learn to Talk (la canzone melodica più diretta dell'album). Il momento più affascinante di Frith arriva proprio alla fine, quando la sua chitarra atonale scrive la strumentale Zach's Flag, una sorta di danza di piazza pop-industrial. Il lato più sperimentale dell'arte di Frith è rappresentato qui dalla breve vignetta astratta Victoryville, che è pura scultura sonora. E The Washington Post incolla insieme campionamenti mutilati di una banda musicale e un tamburo caotico. L'unico inconveniente di queste scenette sofisticate e affettuose è un permanente senso di fragilità.
The Country Of Blinds (Rec Rec, 1986 - ReR, 2005) degli Skeleton Crew inizia come finiva l'album precedente: con Frith che delizia il pubblico con The Country of Blinds, quattro minuti di dissonanze atmosferiche. Ma il resto è molto più “musicale”. Tastiere e batteria aggiungono un feeling più da "grande banda" a The Border, mentre le armonie maschili-femminili in tono punk rimandano alla new wave, nonostante il contrappunto folk del violoncello: il riferimento non è più Frank Zappa, ma i Talking Heads.
L'enfasi si sposta verso il sofisticato accumulo di dettagli, per esempio il ritmo tribale abbinato all'organo soul distorto di The Hand that Bites (immaginate l'assolo d'organo di Light My Fire dei Doors suonato con un giradischi difettoso), minimalistici pattern di pianoforte jazz e voci simili a mantra di The Birds of Japan, o l'orgia caotica di timbri vocali e strumentali di Man or Monkey. Parkins alla fisarmonica scrive la romantica strumentale Foot in Hole. L'ensemble è più compatto, ma il prezzo pagato per questa coesione è una perdita di creatività da parte di Frith e soprattutto di Cora.
Nel frattempo erano usciti altri dischi dal vivo: Live In Prague (Re, 1983), con Chris Cutler, French Gigs (AAA, 1983), con Lol Coxhill, 20000V (Nux, 1990), con Null dei Zeni Gev, Live in Moscow, Prague and Washington (Rec Rec, 1991), Live Improvisations (Woof, 1992), con Tim Hodgkinson.
The live Angels On The Edge Of Time (may 1992) featured Lindsay Cooper on soprano sax & bassoon, Fred Frith on guitar, violin & radio, Gianni Gebbia on alto & soprano sax & bird calls, and Lars Hollmer on accordion, melodica & keyboard.
Fra le collaborazioni del periodo si contano: Live Love Larf And Loaf (Rhino, 1987) e Invisible Means (Demon, 1990) con Richard Thompson, John French e Henry Kaiser; Nous Autres (Victo, 1987), con Rene` Lussier.
Alla fine degli anni '80 Fred Frith aveva già iniziato a comporre colonne sonore per la danza, il teatro e il cinema. Alcuni di essi furono raccolti in due doppi album, Technology Of Tears (Rec Rec, 1988 - ReR, 2008) e Step Across The Border (Rec Rec, 1991). Ulteriori lavori su commissione apparvero in seguito su The Top Of His Head (Crammed, 1990) e Helter Skelter (RecRec, 1993).
Il lavoro in tre movimenti Technology Of Tears (febbraio 1987), originariamente concepito per un balletto, comprende i 13 minuti di Sadness Its Bones Bleached Behind Us, i 19 minuti di You Are What You Eat e i dieci minuti di Laughter The Technology of Tears. Sadness inizia in una modalità alla Frank Zappa con Frith che estrae semplici melodie da un sinclavicembalo e un violino prima di perdere la prpria logica in un caos percussivo e in un duetto vocale insensato con Tenko. Un ritmo slavo propulsivo avvolto in toni orchestrali ripristina l'ordine nella coda finale. You Are What You Eat utilizza tecniche ripetitive per ottenere una marcia spasmodica della polka. Dopo un paio di intermezzi comici, si conclude con un fervore simile a un gamelan. The Palace of Laughter è un'incessante fantasia di temi di ispirazione folk che deve molto ai campioni di Christian Marclay, spinti dal ritmo frenetico di Frith. I 18 minuti di Jigsaw (ottobre 1986) si aprono in grande stile con un costrutto di ripetizione minimalista su un'imitazione della musica da camera, ma poi ritorna alle danze popolari postmoderniste nella loro forma più selvaggia. La versione su CD non contiene la suite in 14 movimenti Propaganda.
Le sue composizioni più austere includono Long On Logic (1988) per il Rova Saxophone Quartet, Disinformation Polka per Guy Klucevsek, e l'opera rock Dropera (agosto 1989 - Rec Rec, 1991) con Ferdinand Richard dei francesi Etron Fou Leloublan.
Allies (RecDec, 1996) raccoglie musica per balletti (con Joey Baron, George Cartwright e Tom Cora), mentre Middle of the Moment (RecRec, 1995) e Eye to Ear (Tzadik, 1997) raccoglie altra musica per film.
La lista delle collaborazioni è infinita: Death Ambient (Tzadik, 1995), con Kato Hideki (basso) e Ikue Mori (batteria), un progetto continuato su Synaesthesia (Tzadik, 1999) e su Drunken Forest (Tzadik, 2007); Art of Memory (Incus, 1995), con John Zorn, Art of Memory II (ReR, 2008) che raccoglie sessioni inedite con John Zorn del 1983 e del 1985 (la solita follia cacofonica e infantile di eventi pseudo-musicali, dal rumore dadaista anarchico/umoristico allo straziante rumore espressionistico, culminante con una spudorata marcia di ubriachi).
Improvisations (Transes Europeennes, 1997), con il percussionista Jean-Pierre Drouet, Reel (Rectangle, 1997), con il chitarrista Noel Akchote, Etymology ( Rarefaction, 1997), con il violoncellista Tom Cora (95 brani brevissimi), ovvero un ritorno degli Skeleton Crew, Meridien (Maso, 1998), con Percy Howard, Charles Hayward e Bill Laswell, Dearness (agosto 1998) con Anne Bourne e John Oswald, ecc.
Quartets (1993) contiene String Quartet #, che è, naturalmente, suonato da un quartetto d'archi, e The As Usual Dance Towards The Other Flight To What Is Not, che è suonato da una quadriglia di chitarre.
Sounds Of A Distant Episode (Sub Rosa, 1994), un album a metà col chitarrista Marc Ribot, contiene due composizioni di Frith: Solo Acoustic Guitar e Second Nature.
Con The Previous Evening (june 1996 - ReR, 1998) Frith si concede un concerto per piccolo ensemble, strutturato in tre movimenti corrispondenti ad altrettanti tributi ad altrettanti guru dell'avanguardia americana (Cage, Feldman e Brown). I movimenti sono stati composti e registrati fra il 1993 e il 1996. La prima parte e` colma di eventi sonori miscelati con aculato ingegno e fa pensare a un balletto piu` che a un concerto. Il sottofondo e` popolato di rumori spiccioli, di onde elettroniche e di urla da muezzin, mentre in primo piano si alternano assoli abulici di clarinetto e baccanali di percussioni. Per lunghe fasi non esiste altro che lo sfondo. Il secondo movimento e` dominato dagli accordi sparuti e deprimenti del pianoforte, che sembrano ispirati piu` a Webern che a Feldman o Cage. Il clarinetto si limita a fungere da flebile eco del pianoforte. Il terzo movimento continua su quella falsariga, con appena un po' di brio in piu`, e ruba qualche nota a una sonata di Schumann e alla Gran Partita di Mozart. Frith non ha pero` la statura del compositore classico e talvolta lo spartito pecca semplicemente di infantilismo.
A partire dalla seconda metà degli anni '90, Frith ha perfezionato la sua arte musicale, una giustapposizione collagistica di jam improvvisate e schegge di musica composta; peccato che Frith si limiti a ripetere le stesse idee in contesti differenti.
Il Fred Frith Guitar Quartet è composto da Frith, Rene
Lussier, Mark
Stewart e Nick Didkovsky dei Dr
Nerve.
Ayaya Moses (Ambiances Magnetiques, 1997) è un claderone di
suoni chitarristici
che raramente si coagulano in una struttura organica, ma almeno la
title-track,
firmata a Lussier, riesce a creare qualche dramma dinamico.
Altri pezzi inediti del Fred Frith Guitar Quartet si trovano su
Upbeat (Ambiances Magnetiques, 1999).
Pacifica (Tzadik, 1998) è una sinfonia di 46 minuti suonata da un'ampia orchestra.
Stone Brick Glass Wood Wire (Dischi di Angelica, 1999) raccoglie musica creata per eventi artistic tra il 1986 e il 1996.
Un nuovo trio, questa volta col contrabassista Marc Dresser e il percussionista Ikue Mori, registra Later (Victo, 2000), e un altro ancora (con Louis Sclavis e Jean-Pierre Drouet) registra I Dream Of You Jumping (Victo, 2001), che contiene il brano di 48 minuti There Are Great Stories.
Traffic Continues (Winter & Winter, 2000) contiene due pezzi. La title-track è una composizione quasi classica con l'aiuto dell'Ensemble Modern. La seconda è una rivisitazione della musica di Tom Cora, suonata da Frith, Ikue Mori, Zeena Parkins l'Ensemble Modern.
Maybe Monday è un trio formato con Miya Masaoka al koto e
electronics
e col sassofonista Larry Ochs del Rova Saxophone Quartet.
Saturn's Finger
(Buzz, 1999) contiene tre lunghe improvvisazioni, che sono per lo
più
ambient e esotiche, sebbene si possa avvertire la sottostante
tensione "industriale":
nei 33 minuti della title-track, i 18 minuti di Helix e nei
13 minuti
di Beyond The Hard Darkned.
I Maybe Monday diventano un quartetto su Digital Wildlife (Winter & Winter, 2002), dato che a Frith, Ochs e Masaoka si unisce Joan Jeanrenaud al violoncello.
Two Gentlemen In Verona (Re, 2000) è un album live con Cutler (stranamente di musica melodica e ben strutturata).
Fred Frith ritorna all'improvvisazione chitarristica con Clearing (Tzadik, 2001).
Accidental (Rer, 2001) contiene brevi assolo registrati nel 1995, tutti composti e suonati da Frith.
Freedom In Fragments (Tzadik, 2002), una inusuale suite frenetica e nevrotica (15 brevi pezi più i 10 minuti di T Square Park Lark), è stata scritta per e suonata dal Rosa Saxophone Quartet.
Prints (ReR, 2003) è una raccolta.
Rivers And Tides (Winter & Winter, 2003) è una colonna sonora per un documentario sull'artista Andy Goldsworthy, anche uno dei lavori di Frith più accessibili, melodici, quieti e diretti.
La doppia antologia That House We Lived In (ReR, 2003) documenta i Keep The Dog, un supergruppo asse,blato da Frith durante gli anni '90 con Jean Derome (sassofoni e flauto), Charles Hayward dei This Heat (batteria), René Lussier (chitarra e basso), Bob Ostertag (sampling) e Zeena Parkins (accordion, arpa, tastiere).
Il doppio CD Eleventh Hour (Winter & Winter, 2005) raccoglie varie composizioni per archi: String Quartet #1 Lelekovice (1991) in nove movimenti di trenta minuti, che è anche il più tradizionale nella struttura, Tense Serenity (1997) per trio d'archi e trombone, una piece altamente dinamica, Allegory e Fell per chitarra elettrica e quartetto d'archi, e il minimalista Stick Figures, per chitarre elettriche multitraccia.
The Happy End Problem (ReR, 2006) consiste di due brani dance del 2003 per basso, chitarra, violoncello, clarinetto, gu zheng, percussioni, violino (Carla Kihlstedt), elettronica (Patrice Scanlon) e laptop (lo stesso Frith): Imitations e The Happy End Problem.
Il concetto di Imitations riguarda una serie di nove variazioni (o, meglio, "imitations) dello shakuhachi. In particolare la seconda, un'elegia straziante guidata dal violino. The Happy End Problem è una suite di 21 minuti che, secondo quanto riferito, incorpora frammenti di Firebird Suite di Igor Stravinsky. Inizia in modo un po' pastorale ma poi si tuffa in un incubo di droni bassi, suoni della foresta e pianoforte dissonante. Questo stato d'animo pensieroso è sottolineato dalle campane clericali e dallo stridore del violino. Prende il via un pattern orchestrale ostinato, interrotto da un'interazione cacofonica. Il finale è un altro insieme minaccioso di droni senza direzione.
La suite da 56 minuti Impur (maggio 1996 - ReR, 2006), per "100 musicisti, grande edificio e pubblico mobile" (letteralmente eseguito e improvvisato da 100 musicisti in un grande edificio per un pubblico incoraggiato a meravigliarsi) si apre con tutti gli strumenti impegnati a produrre un bordone angoscioso, quasi un "om" cosmico, per poi tuffarsi in una caotica jam afro-tribale perlustrata da strumenti dissonanti. Mentre il paesaggio si svuota, le loro "note" agonizzanti si impegnano in dialoghi animaleschi. Frammenti melodici emergono e competono per l'attenzione. Una sequenza di staccati orchestrali fa risorgere le percussioni africane con rinnovata enfasi e la melodia allungata di un sassofono. Negli ultimi 15 minuti regna il caos assoluto, nonostante i tentativi di creare un'armonia orchestrale.
Impur Part II (maggio 1996 - ReR, 2009) documentava la seconda parte della composizione, eseguita in circostanze diverse. La musica spazia da fanfare confuse a ripetizioni collettive isteriche a passaggi esotici carichi di suspense fino alle interazioni teatrali tra voci e strumenti.
Back to Life (Tzadik, 2008) raccoglie altra musica da camera di Frith eseguita da altri musicisti.
Unsquare (Intakt, 2008), di Monday, è forse un esperimento in cui i tre musicisti (Frith, Masaoka, Ochs) improvvisano in stanze separate.
Frith ha collaborato con Evelyn Glennie alla colonna sonora Touch the Sound (2003) e ai suoi avanzi, The Sugar Factory (2008).
What Leave Behind (S.K., 2005) era un concerto per chitarra elettrica e orchestra giocattolo.
Frith ha collaborato con un quartetto di sassofoni per Still Urban (2009) e The Big Picture (2009), entrambi registrati nel gennaio 2008.
Nowhere/ Sideshow/ Thin Air (ReR, 2009) raccoglie tre pièce teatrali: Nowhere in otto movimenti (presentato in anteprima nel novembre 2000), per Carla Kihlstedt al violino e Frith alla chitarra, tastiere, basso, percussioni, computer e voce, un lavoro di intensa iterazione e tensione drammatica; Sideshow in otto movimenti (presentato in anteprima nel febbraio 2002) per Kihlstedt al violino, Fred Giuliani ai campioni e Frith al computer e vari strumenti, la cui forza risiede negli assoli di violino frastagliati e sconnessi; e Thin Air in sei movimenti (presentato in anteprima nell'ottobre 2007) per violino, violoncello e Frith al computer e strumenti, che si apre con un inquietante contrappunto di pianoforte, chitarra e violino (primo movimento) e contiene un danza surreale della chitarra sincopata (quarto movimento).
Fred Frith ha formato il quintetto dei Cosa Brava con Carla Kihlstedt (violino, nyckelharpa, basso armonica e voce), Zeena Parkins (fisarmonica, tastiere, foley e voce) e Matthias Bossi (batteria, percussioni, sruti box e voce).
I Cosa Brava hanno debuttato con Ragged Atlas (dicembre 2008).
Eye To Ear III (2010) raccoglie colonne sonore risalenti al 2003 e al 2004.
Clearing Customs (Intakt, 2011), registrato a novembre e dicembre 2007, documenta musica improvvisata per settetto: Anantha Krishnan Mridangam (tabla), Wu Fei al guzheng, Marque Gilmore (batteria ed elettronica), Tilman Müller (tromba) e il duo Patrice Scanlon/Daniela Cattivelli all'elettronica.
Long As In Short, Walk As In Run (Ninth World, 2011 - novembre 2010) è stata una collaborazione tra il chitarrista elettrico Fred Frith e la pianista Annie Lewandowski.
The Letter dei Cosa Brava (registrato tra giugno 2010 e agosto 2011) vede la partecipazione di Carla Kihlstedt (violino, basso armonica, voce), Zeena Parkins (fisarmonica, tastiere, foley, voce), Shahzad Ismaily (basso, voce), Matthias Bossi (batteria, percussioni, caos, voce) e William Winant (grancassa da concerto).
Tempted To Smile (novembre 2002) è stata una collaborazione con la bassista Joelle Leandre e il violinista Jonathan Segel.
Frith era ancora iperattivo: Live at Cafe OTO (luglio 2012), una jam live con Christian Marclay (dischi e giradischi); Backscatter Bright Blue (agosto 2007), una collaborazione con il bassista Barry Guy pubblicata sette anni dopo i fatti; Edge Of The Light (luglio 2010), una collaborazione con la compositrice e sassofonista danese Lotte Anker del Copenhagen Art Ensemble; The Natural Order (ottobre 2009), una collaborazione con il sassofonista John Butcher; ecc.
It Rolls (luglio 2014) è stata una collaborazione con la pianista Katharina Weber e il batterista Fredy Studer, inclusa la versione da 15 minuti di It Rolls.
Il live Hello I Must Be Going (214 maggio - Victo, 2015) è stato una collaborazione tra Fred Frith (chitarra elettrica) ed Evan Parker (sax tenore e soprano).
Fred Frith/Michel Doneda (febbraio 2009) documenta duetti dal vivo con il sassofonista Michel Doneda, tra cui i quasi 17 minuti di Cut And Run, i quasi 16 minuti di Allure Au Plus Près e i 13 minuti di The Devil And The Deep Blue Sea.
Field Days (ReR, 2015) raccoglie quattro brani composti per spettacoli di danza, con la partecipazione di Lotte Anker (sax), Karla Kihlstedt (nyckelharpa e violino), William Winant (percussioni), Daan Vandewalle (pianoforte), Kiku Day (shakuhachi), un quartetto d'archi e un quartetto di sassofoni.
Il quartetto MMM (Mills Music Mafia), con Joelle Leandre (contrabbasso), Fred Frith (chitarra elettrica), Alvin Curran (piano, sintetizzatore, campioni) e Urs Leimgruber (sassofono tenore e soprano) ha pubblicato Live At The Metz' Arsenal (novembre 2009) e l'altro live Oakland & Lisboa (agosto 2014).
Lock Me Up Lock Me Down (marzo 2010) documenta una performance dal vivo con Cenk Ergün all'elettronica e Sudhu Tewari alla "spazzatura recuperata".
Everybody's Somebody's Everyone (dicembre 2014) è una colonna sonora composta con il trombettista di San Francisco Darren Johnston.
Another Day In Fucking Paradise (gennaio 2016) è stata una collaborazione con Jason Hoopes (elettrico e contrabbasso) e Jordan Glenn (batteria, percussioni) e ha segnato la nascita del Fred Frith Trio, che è tornato due anni dopo con Closer To The Ground (gennaio 2018).
You Are Here (aprile 2016) documenta le improvvisazioni con Hans Koch (clarinetto basso, sax soprano e tenore, spiedo).
A Day Hanging Dead Between Heaven And Earth (settembre 2017) documenta una collaborazione tra Fred Frith e Hardy Fox dei Residents, originariamente registrata nel 1991.
Nel 2013 Frith, Philip Greenlief (sax contralto e tenore) ed Evelyn Davis (organo a canne) formano il Drone Trio, che debutta con Lantskap Logic (febbraio 2013 - Clean Feed, 2018), contenente due lunghe improvvisazioni.
Il triplo disco All Is Always Now (Intakt, 2019) raccoglie musica registrata durante i concerti, tra il 2006 e il 2016.
Unexpected Twins (novembre 2016) è stata una collaborazione con Bruce Ackley al sax soprano, Henry Kaiser alle chitarre elettriche e acustiche e Aram Shelton al sax alto, inclusa una versione di 20 minuti di Curling di John Zorn.
Woodwork (novembre 2018) documenta una performance dal vivo da solista, soprattuto i 41 minuti di Stillness The Dancing.
A Mountain Doesn't Know It's Tall (gennaio 2015) documenta i duetti tra Fred Frith (strumenti fatti in casa, vari giocattoli e oggetti, chitarra elettrica) e Ikue Mori (elettronica per laptop).
Il doppio disco Road (2021) documenta un'esibizione dal vivo del 2019 di un trio con Jason Hoopes (basso) e Jordan Glenn (batteria), più gli ospiti Susana Santos Silva (tromba) e Lotte Anker (sassofoni).
Il doppio disco live Free Dirt (Klanggalerie, 2021) raccoglie performance inedite degli Skeleton Crew del 1982-86, alcune con l'arpa, la tastierista, fisarmonicista e cantante Zeena Parkins e Dave Newhouse dei Muffins sl clarinetto basso, sax contralto, tastiere e percussioni.
La piece da 42 minuti di Laying Demons To Rest (agosto 2021) è una jam improvvisata dal vivo tra Fred Frith (chitarra) e Susana Santos Silva (tromba).
Something About This Landscape (Sub Rosa, 2023) contiene la suite orchestrale di 23 minuti Something About This Landscape (composta nel 2019) e due improvvisazioni di 10 minuti con l'ensemble Musiques Nouvelles.
Dancing Like Dust (ottobre 2021) raccoglie improvvisazioni con Nuria Andorra alle percussioni.
I Lantskap Logic (Frith, Greenlief e Davis) sono tornati con Hidden Danger Lets Me In (maggio 2022 - Clean Feed, 2023), contenente i 15 minuti di The Sail Makers.
There Or Here And That (novembre 2018) documenta le improvvisazioni con il violoncellista turco Anil Eraslan, la cantante Clara Weil e il batterista Tom Malmendier.
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