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Adattando il genere epico per eccellenza allo
humour iconoclasta del Mississippi, John Hartford, uno degli ultimi grandi
eccentrici della musica folk, ne ha anche dischiuso potenzialita' inesplorate.
John Hartford arriva a Nashville da St Louis (Kansas) alla meta` degli anni '60
per aggregarsi al rigoglioso revival dell'OTM. Dopo quattro album piu` o meno
ortodossi si traferisce a Los Angeles, dove scrive la Gentle On My Mind
(1967) portata al successo da Campbell; miete un paio di premi importanti (in
quanto banjoista virtuoso) e incide sette album, nei quali si manifestano
i primi sintomi della bizzarria che lo cogliera` piu` tardi:
Looks At Life (RCA, 1967),
Earthwords And Music (RCA, 1967),
The Love Album (RCA, 1968),
Housing Project (RCA, 1968),
Gentle On My Mind (RCA, 1968),
John Hartford (RCA, 1969),
Iron Mountain Depot (RCA, 1970).
Al principio dei '70 Hartford si stabilisce su un battello che naviga
il Mississippi, cambia casa discografica, e intraprende un solitario eretico
progetto di umorismo country.
I suoi dischi, soprattutto Aereo-plain (Warner, 1971),
con Tut Taylor al dobro, Norman Blake alla chitarra, Vassar Clemens al fiddle
(un quartetto che fara` epoca), e il successivo
Morning Bugle (Warner, 1972),
sono raccolte di capricci e di caricature che rifuggono la retorica, il patetico
e il kitsch di Nashville.
Su Aereo-plain Hartford canta le lodi del suo habitat (Steamboat Whistle Blues
e Steam Powered Areo Plane) e lancia i primi segnali di incipiente
follia (la filastrocca Up On The Hill, la travolgente Symphony Hall Rag e il nonsense Holding).
Dopo Morning Bugle (Warner, 1972)
Hartford torno` a lavorare sulle sue amate steamboats. Torno` sulle scene
dopo quattro anni, con
Nobody Knows What You Do (Flying Fish, 1976).
Diede allora (39enne) il suo capolavoro, Mark Twang (Flying Fish, 1976),
dedicato al suo ovvio ispiratore, Mark
Twain. La sua eccentrica personalita` eccelle in un ciclo di canzoni che si
avvalgono del solo accompagnamento del battito del piede:
Austin Minor Sympathy, sorta di sonata da camera country per solo fiddle,
le stravaganze percussive di Trying To Do Something, per guancia gonfia,
palato e similia, stornellate demenziali come Skippin' In The Mississippi Dew,
bluegrasse scoppiettanti come Julia Belle Swain,
blues strascicati come Long Hot Summer Days e gag vocali come
Don't Leave Your Records To The Sun.
Usci` anche una collaborazione con i fratelli Dillard,
Dillard-Hartford-Dillard (Flying Fish, 1977), contenente la sua
Bear Creek Hop. Quella collaborazione avra` un seguito su
Permanent Wave (Flying Fish, 1980).
I dischi successivi, soprattutto
All In The Name Of Love (Flying Fish, 1977),
quello meglio arrangiato, con la marziale filastrocca texmex di
Cuckoo's Nest e il roco Boogie,
e l'altra opera solista, intrisa di
apatia e misticismo,
Headin' Down Into The Mystery Below (Flying Fish, 1978),
con Mississippi Queen, Mama Plays The Calliope,
Natchez Whistle,
il blues Miss Ferris e il gospel On Christmas Eve,
proseguono il suo tributo arguto e anti-retorico alla mitologia del Mississippi,
ultimi classici lo yodel Slumberin' In Cumberland su
Slumberin' On The Cumberland (1979),
You And Me At Home su
You And Me At Home (Flying Fish, 1980),
la galoppante Good Old Electric Washing Machine su
Catalogue (Flying Fish, 1981),
il gospel epilettico Way Down The River Road
su Gum Tree Canoe (Flying Fish, 1984).
Amante della stravaganza e del paradosso,
chiaramente debitore dei grandi umoristi della zona, Hartford
e` uno degli ultimi artigiani della musica popolare bianca americana.
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