Arto Lindsay's atonal guitar and Ikue Mori's tribal drumming gave DNA the
quality of utter nausea. Their dadaistic maelstroms were reminiscent of
the worst nightmares concocted by Captain Beefheart and Frank Zappa.
The adult career of former DNA guitarist Arto Lindsay focused on a convoluted form of Latin-funk-jazz fusion.
Ambitious Lovers, the combo he formed with Swiss keyboardist Peter Scherer,
penned works such as Envy (1984) and the formally impeccable
Greed (1988) that merged
Brazialian music, disco-music and avantgarde.
This was the boldest experiment in dance music since
Peter Gabriel and Talking Heads.
The ballet music for Pretty Ugly (1990) marked the zenith of this phase,
which soon evolved in a "pop" phase, with Lindsay crooning his Latin roots
in the jungle of orchestral arrangements, as on Lust (1991).
Lindsay ended up wedding the appeal of abrasive,
intellectual noise and the appeal of sensual, languid Brazilian music on
albums such as Prize (2000), which were post-rock's version of world-music.
If English is your first language and you could translate the old Italian text, please contact me.
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Arto Lindsay e` uno degli intellettuali del rock che alla fine degli anni '70
cambiarono l'accezione di "musica rock" facendone un genere musicale astratto
e concettuale.
Lindsay fu infatti uno dei protagonisti della "no wave" di New York,
uno degli asceti che composero musica rock sempre meno orecchiabile
e sempre piu` austera.
Figlio di missionari presbiteriani, Lindsay era cresciuto in un monastero
Brasiliano. Nel 1977 batteva i club alternativi di New York alla testa dei DNA,
con Robin Lee Crutchfield alle tastiere e
Ikue Mori alla batteria.
Tutti tre autodidatti (anzi, pressoche' analfabeti),
crearono un sound che era l'equivalente musicale di un tic nervoso:
la chitarra, suonata in maniera atonale, e` uno strepito ossessivo
alle frequenze piu` irritanti, la batteria e` poco piu` di un tamburo, suonato
in maniera bambinesca e fracassona, vagamente ispirato alle cadenze
del teatro kabuki, e l'organo elettronico ripete all'infinito melodie anemiche,
secondo la teoria sadica di neuro-elettronica dei
Suicide.
Il gruppo esordi` con il 45 giri You And You, ma si affermo` sulla
compilation No New York (Antilles, 1978).
L'ispida fusion dissonante del trio si esprime con
i ritmi cingolati e le urla di titanica disperazione di Not Moving,
con la selvaggia "contorsione" sub-funk di Size,
con il delirio sincopato di Egomaniac's Kiss e soprattutto
con le turbolenze di Lionel, uno strumentale che e` un piccolo capolavoro
di armonia astratta, due densissimi minuti
che alternano folate di radiazioni nucleari a spasimi
di robot epilettici.
Al tempo stesso Lindsay registrava con il compatriota Neto l'EP
Pini Pini, (Ze, 1978), i cui due
brani sono disposti a cavallo delle due facciate. La title-track
e` una storia raccontata a ritmo di samba e con saltuari rumori chitarristici;
Malu e` un brano di brontolii sconnessi in anglo-portoghese e di
scordature chitarristiche, una specie di Sister Ray disossata.
Quando esce l'EP A Taste Of DNA (AmericanClave, 1981),
Crutchfield se n'e` gia` andato e il
sound e` un po' cambiato. Senza il tetro organista l'arte chitarristica di
Lindsay si fa ancora piu` aggressiva e lapidaria, e ben
si avvale di doti canore particolarmente disgustose, del tribalismo
percussivo di Ikue Mori, nonche' del basso pulitissimo del nuovo Tim Wright
(ex Pere Ubu).
Il disco e` ricco di esperimenti rivoluzionari: l'anti-ritmo a perdifiato di
New Fast (un Captain Beefheart bambino in preda a conati di vomito),
il tribalismo pervicace di 5:30, l'incalzante pow wow di
Blonde Red Head, nonche' micro-astrattismi marziali come 32123;
ma a rendere immortale l'opera sono l'incubo dilatato di
Lying On The Sofa Of Life, dove la free-form si fa "blank-form"
e il sound scompare del tutto, polverizzato in entita` sonore prive di
identita`; e ancor piu` New New, nel quale i linguaggi della chitarra
e della voce sono degradati a un concitato vocabolario di crepitii e
scordature (il primo), di sillabe gutturali e balbuzie spastiche (il secondo),
le stecche regnano sovrane e il suono non e` che un ronzio fastidioso sul trotto
disordinato un della batteria. Catalogo di voragini primitiviste e
micro-genetica dell'urlo espressionista,
l'opera dei DNA rimane comunque un'opera
miliare in quel processo di progressiva rifondazione della canzone rock che
da Beefheart porta alle avanguardie.
Per la colonna sonora di Fruit Of The Original Sin (1981) i DNA
eseguono alcuni brani molto meno suggestivi, che indicano come la loro arte
naif possa trasformarsi facilmente in esibizionismo gratuito.
DNA on DNA (No More, 2004) is a compilation that collects all DNA recordings.
Negli anni seguenti Lindsay e` attivo su tutto il fronte della "no wave":
da` una mano alla Love Of Life Orchestra di Peter Gordon, aiuta James Chance
nei Pill Factory, funge da motore dei Lounge Lizards di John Lurie,
suona la samba con un gruppo di brasiliani (Samba Spaceship) nei nightclub
della City, cesella la jazz-fusion dei Golden Palominos di Anton Fier,
si esibisce in duo, prima con il violinista Walter Steding e poi con Fred Frith.
Viene nominato dalla critica new-yorkese il "king of noise".
Il trio vocale degli Ambitious Lovers, con David Moss e Mark Miller,
e` l'esperimento piu` radicale di dissacrazione dei modelli musicali.
Ai tre fondatori si aggiungono presto quattro musicisti brasiliani, e per
un po' i sette terrorizzano la New York alternativa con la fusion sudamericana
piu` sbilenca del secolo. Su Envy (Eg-Jem, 1984) ad essi si aggiungono
l'elettronico svizzero Peter Scherer, con i suoi arrangiamenti di tastiere
stranianti, e Fier. Le dissonanze psicotiche, e le armonie orrendamente mutilate
che furono l'essenza della sua ideologia riduttivista della de-costruzione rock,
si tramutano in un folklore discotecaro subdolamente "deviato", ben
rappresentato da samba devolute come Too Many Mansions,
funk a ritmi industriali come Crowning Roar, disco-soul come
Let's Be Adult e minimalismi funky come Trouble Maker.
Il singhiozzo "negativo" dei DNA si ritrova in strumentali come
Venus Lost Her Shirt e in gag surreali di manipolazione dei nastri come
Nothingness Monstered.
La vorticosa tecno-dance di Locus Coruleus rappresenta la sintesi ultima
del disco.
Nell'ottica del post-moderno Lindsay adotta un crooning pop con inflessioni
brasiliane e un sound di confine fra l'etno-funk alla Byrne e l'easy listening
radiofonico piu` corrivo.
La prosecuzione di questo disco e` Greed (Virgin, 1988), in coppia solo con Peter
Scherer, fra canzoni commerciali (Love Overlap, un rhythm and blues
malvagio e incalzante; Copy Me, un'altra disco-soul),
intermezzi di avant-funk (Omotesando, Too Far, Dot Stuff)
e una forma pan-etnica di ballad che innesta spunti di batucada (King),
samba (Admit It) e bossanova (Caso) sulle convenzioni della musica
da ballo occidentale.
L'esperimento e` maturo per la distribuzione di massa: edonismo tropicale e
anarchia tecnocratica hanno trovato un perfetto punto di equilibrio, e persino
il canto afono e decadente di Lindsay trova una sua logica in questo schema.
La musica degli intellettuali, o degli strateghi, corrode la musica
d'intrattenimento (da club o da discoteca), avendo lasciato intravedere
la meta finale: un breve suono disarticolato, a meta` fra il grido e il
silenzio, che sara` la futura musica d'intrattenimento.
Arto Lindsay riveste una duplice importanza nel panorama della no wave
newyorkese: e` uno degli intellettuali piu` lucidi del movimento (al quale
trasmette alcune delle istanze del "tropicalismo" brasiliano) ed e`
il piu` influente chitarrista atonale.
Gli Ambitious Lovers si sono ridotti a cio` che erano fin dall'origine: un
duo fra il chitarrista atonale Arto Lindsay (brasiliano) e il tastierista
elettronico Peter Scherer (svizzero). Questa coppia di intellettuali "pop"
(nel senso di "pop art") avevano cercato ripetutamente di decostruire e
ricostruire la canzone moderna, abusando anche del folklore sudamericano,
e pervenendo a risultati suggestivi perlomeno in Let's Be Adult e King.
Le musiche composte dai due per il teatro e il balletto sono state raccolte su
Pretty Ugly (Made To Measure, 1990). La suite che da` titolo all'album e`
forse il summa dell'arte strumentale di Lindsay: elettronica e percussioni
vengono usate in maniera tanto innovativa quanto espressiva, fondendo
l'ispirazione che viene dalla metropoli industriale (le cacofonie) e quella che
viene dal mondo rurale pre-industriale (i ritmi sudamericani).
Anche Austere And Hungry (il pezzo piu` sinfonico) e Sirens si situano al
confine fra musica ambientale e musica industriale, mentre Nature Of Slam e
Bold Condensed accentuano le cadenze funky. Gli accordi distorti a grappolo
della chitarra, le percussivita` metalliche, il synth orchestrale sono
reminescenti della musica d'avanguardia europea.
Lust (Elektra, 1991) completa invece la metamorfosi (gia` iniziata nei dischi
precedenti degli Ambitious Lovers) da intelligenza "negativa"
dell'underground a crooner da discoteca. Le armonie di Slippery e Monster
sono sempre piu` improntate a ritmi funky, melodie pop, arrangiamenti
orchestrali.
Marc Ribot (alla "vera" chitarra) e Nana Vasconcelos alle percussioni completano
la formazione di base, alla quale si aggiungono come al solito gli ospiti piu`
svariati. Ma e` Scherer il vero padrone del complesso adesso: e` lui a dirigere
le musiche, a imbastire gli arrangiamenti, a condurre l'orchestra, a riempire le
armonie di contrappunti elettronici.
Di Lindsay e` rimasta l'impronta piu` che
altro ideologica: in un freddo registro "declamatoriale" Lindsay canta liriche
morbose e romantiche, ambigue e metaforiche (alla chitarra si cimenta
raramente). Forse e` proprio la sua abilita` canora la novita` piu` rilevante
del nuovo corso. Che per il resto e` un soul pregno di "saudade", come nella
title-track e in Villain, talvolta di alienazione, come nel dilatato e
narcotizzato lamento di It's Gonna Rain, talaltra di angoscia, come
nell'atmosfera thriller e nelle cacofonie di More Light.
A queste canzoni fortemente concettuali ed atmosferiche fanno da contraltare
il sound piu` ritmato e grintoso di Tuck It In e Half Out Of It, non
lontani dagli esperimenti funky di Peter Gabriel, e quello piu` sereno e
allegro di Make It Easy. La varieta` di umori redime l'uniformita` delle
soluzioni. Il loro e` un pop estremamente raffinato, quasi "da camera",
o una sorta di astrazione del pop.
Sciolto il gruppo, Scherer registra l'atmosferico Very Neon Pet (Metro Blue),
mentre Lindsay da` vita a un trio con il bassista Melvin Gibbs
(della Rollins Band) e il batterista Dougie Bowne (Lounge Lizards) e registra
Aggregates 1-26 (Knitting Factory, 1995), ovvero 26 brani improvvisati.
Con un nugolo di ospiti illustri, Lindsay si trasforma poi in un imitatore di
Caetano Veloso su O Corpo Subtil/ The Subtle Body (Bar None, 1996),
una raccolta di
canzoni romantiche nello stile della bossanova degli anni '50
(l'idea gliela suggeri` Ryuichi Sakamoto).
Sterile e soporifero, il disco
riesce ad addormentare persino gente del calibro di Brian Eno, Bill Laswell,
Ryuchi Sakamoto, Bill Frisell e Marc Ribot.
Eleganza e mistero salvano 4 Skies e No Meu Sotaque.
Lindsay torna alla ribalta con le ballate brasiliane di
Mundo Civilizado (Bar/None, 1997), che approfondiscono quel discorso
con un piglio intellettuale, e tanto basta a farne un caso giornalistico.
Fra cover di Prince, Al Green e Caetano Veloso, si fanno largo
litanie intrise di "saudade" come Complicity,
che si avvalgono di ritmiche inventive e di arrangiamenti stranianti.
Piu` che le orchestrazioni sontuose di Mundo Civilizado conquistano
forse i divertimenti liberi di Q Samba e Pleasure
(la samba come la facevano le orchestrine di Broadway negli anni '50) e
soprattutto i delicati calligrammi melodici di Imbassai, che lo
propongono nei panni del cantautore intimista ma purtroppo rimangono l'eccezione
e non la regola.
Disco di transizione, che tenta di rimediare alla sterilita` del precedente
senza rinnegare la vocazione tropicalista, Mundo Civilizado e` minato
alle basi dall'arrangiamento acustico.
Hyper Civilizado e` un album di remix.
Da anni Lindsay ha abbandonato il ruolo di terrorista del sound per diventare
uno dei portavoce del post-modernismo, ma questi sono dischi mediocri, che
spesso sembrano suonati da un buffo imitatore dei classici della musica
leggera, opere pallidissime al cospetto dei postulati creativi della "no wave".
La terza parte della trilogia brasiliana, Noon Chill (Rykodisc, 1998),
ovvia ai limiti dei precedenti con un arrangiamento ben piu` agguerrito,
spesso giostrato sulle tastiere elettroniche,
che si ispira proprio all'album di remix. Se non altro, si riconosce il punk
di un tempo, nonche' l'abile compositore degli Ambitious Lovers che riusciva
a fondere l'eleganza del pop brasiliano con le nevrosi urbane di New York.
Nana Vasconcelos e Melvin Gibbs costituiscono questa volta l'asse portante
della musica, che oscilla dal ballo feroce di Anything alla
tenera melodia di Whirlwind e culmina forse nella fusion di
Blue Eye Shadow, il brano che piu` ricorda gli Ambitious Lovers.
L'album rappresenta un salto di qualita` notevole nell'ambito del programma
"brasiliano" di Lindsay.
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