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Boyd Rice (nato nel 1956, piu` noto come Non) e` un musicista d'avanguardia di Los Angeles
che e` stato dagli anni '80 uno degli esponenti piu` radicali del rumore.
Per quanto gran parte della sua opera sia superflua, fu uno dei primi ad usare
il giradischi come uno strumento creativo e a incidere dischi che si possono
ascoltare a qualsiasi velocita`.
Boyd Rice si fece le ossa negli ambienti dell'avanguardia elettronica.
La fama gli giunse dalle sue posizioni neo-fasciste piu` che dalle sue
sinfonie cacofoniche. Queste, comunque, erano spesso di una banalita`
imbarazzante.
Rice e` un musicista fondamentalmente limitato nei suoi mezzi espressivi, che
ha riciclato all'infinito le sue poche (e non particolarmente brillanti) idee.
In un ambiente (come quello dei punk) in cui le innovazioni tecniche
dell'avanguardia classica non erano note ha potuto pero` esercitare una certa
influenza.
Alla fine si e` ritrovato compagno di cordata dei non meno prolifici e
mediocri musicisti ex-industriali della Gran Bretagna.
Tutto sommato la sua e` stata una carriera all'insegna dell'ambiguita`
e dell'approssimazione.
Per qualche anno la sua opera
rimase relegata a quei cenacoli di intellettuali, e di essa sono testimonianza
soltanto alcuni 45 giri (Mode Of Infection/ Knife Ladder del 1977
e il leggendario Pagan Muzak del 1981),
caratterizzati dal fatto che non usano strumenti convenzionali
e che possono essere ascoltati a qualsiasi velocita`.
Il suo primo disco, Boyd Rice (Mute),
noto anche come Black Album,
viene pubblicato nel 1981, ma
era stato registrato nell'inverno del 1975. E' un'opera
radicale di rumori elettronici senza trama
che ha l'unico scopo di shockare l'ascoltatore.
Rice fu uno dei primi musicisti a usare il giradischi come uno
strumento ed e` un esperto smaliziato di "tape loop": nei suoi brani mette
a frutto queste e altre tecniche devastanti.
Sono esperimenti molto liberi di riverberi ossessivamente ripetuti per indurre
la trance, di strati di dissonanze di uno spessore quasi sinfonico,
di collage casuali di rumori metallici.
Lontano dalle scosse telluriche di Foetus
e dagli incubi psicanalitici
dei Throbbing Gristle, Rice e` semplicemente un dilettante del genere
che indulge nel suono fine a se stesso.
Physical Evidence (Mute, 1982), pubblicato sotto lo pseudonimo di Non,
raccoglie sostanzialmente i brani che erano rimasti esclusi dal primo disco,
dal 1976 in poi.
Nel 1981 Rice registra un disco con Frank Tovey (che vedra` la luce soltanto
tre anni dopo), Easy Listening For The Hard Of Hearing (Mute, 1984),
che indulge
nell'uso di rumori, ma bisogna aspettare il 1987 per ascoltare il suono
piu` attuale di Boyd Rice: Blood & Flame (Mute, 1987), di nuovo a nome di Non, e probabilmente il migliore.
Il tardivo boom della musica "industriale" riporta in auge l'opera
di questo solitario quanto radicale sperimentatore, che adesso sembra anche
lungimirante. Agli inizi degli anni
'90 escono cosi` Music, Martinis and Misanthropy (Bad, 1991),
raccolta di materiale inedito,
Easy Listening For Iron Youth (Mute, 1990), raccolta di materiale edito,
e il live a tiratura limitata Sick Tour (Staaltape), testimonianza di
performance del 1985.
I sedici brevi estratti di Easy Listening For Iron Youth (cinque provengono
da Blood And Flame e uno dal primo disco)
sono dedicati a una galleria di personaggi sinistri, da Charles Manson
a Vlad l'Impalatore, da Nerone a Jack lo Squartatore. Rice indulge in
un'apologia del massacro che la musica in realta` non sostiene. In generale
si tratta infatti di un'altra terapia d'urto, corroborata da
bombardamenti terrificanti di frequenze ultrasoniche.
Per lo piu` continua a valere il principio amatoriale che un brano e` un'idea,
o anche soltanto un frammento di un'idea:
la nube sonora densa ed angosciosa di Cruenta Voluptas,
il crescendo orgasmico di Fire In The Organism,
il concerto per scratch di giradischi Carnis Vale,
il ronzio minaccioso e marziale di Sunset,
i sibili stridenti di Defenestration,
le urla agghiaccianti di Rise,
comunicano il terrore dell'irrazionale attraverso "segni" che non sono
comprensibili nel codice musicale, neppure in quello dell'avanguardia
(nulla potrebbe essere piu` lontano da un lavoro d'arte che una "composizione"
di Rice).
I brani piu` complessi tentano di sviluppare queste intuizioni, di dare loro
una sceneggiatura: cosi` Predator/Prey e` una vertigine stordente di
fruscii assordanti e di tonfi metallici; Father's Day e` otto minuti di
trance industriale;
Conflagration e` una messa nera che prende corpo poco alla volta in un
groviglio di rumori, versi di animali e rumori afoni.
Il meglio di Rice si trova in Embers, in cui loop e rumori assortiti sono
messi al servizio di un'incalzante sequenza melodica, punteggiata da rintocchi
di campane e ripetuta meccanicamente come un carillon d'epoca.
Pur non essendo molto originale, la musica di Rice (come quella contemporanea,
ma meno registrata, di Monte Cazazza) influenza piu` di un musicista rock.
Music, Martinis and
Misanthropy, con la collaborazione di membri dei Current 93 e dei Death In
June, e` un lungo delirio nazista durante il quale inneggia ai
suprematisti bianchi, agli omicidi di massa e agli psicopatici. La Costituzione
degli USA concede a tutti il diritto di rendersi ridicoli.
Non molto meglio gli riescono In The Shadow Of The Sword (Mute, 1992),
con Total War, e
Ragnarock Rune (WSB).
Nel 1994 Rice ha avviato una carriera piu` musicale negli Spell, con Rose
McDowall (ex Strawberry Switchblade).
Seasons in the Sun e` un disco di kitsch gotico e, come sempre,
un po' pretenzioso.
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