I Breathless, sconosciuti tanto in patria quanto negli USA, ma con un fedele
seguito in Italia, non sono mai riusciti a costruirsi una chiara identita`
musicale.
Il complesso
(Gary Mundy alla chitarra, Dominic Appleton al canto e alle tastiere)
si mise in luce a partire con una serie di EP Waterland
(Tenor Vossa, 1984), Ageless e Two Days From Eden, dal quale e`
tratta anche Pride. Lo stile
dell'album The Glass Beads Game (Tener Vossa, 1986)
e del minialbum Nailing Colours To The Wheel, in particolare
Waiting On The Wire,
era un ibrido fra la piu` incantata
psichedelia dei primi Pink Floyd (canto alla Barrett, chitarra alla Gilmour,
organo alla Waters) e la piu` dimessa
ballata gotico/esistenziale dei Joy Division.
Three Times And Waving (1987) ha completato la loro programmatica
fusione di Can, Pink Floyd e Cocteau Twins in un sound melodico e incalzante che
scorre senza fratture. Nessuna canzone e` memorabile, anche se la title-track ha
un minimo di verve e atmosfera in piu`.
Lo stupore melodico di Sold Down The River discende ancora dai Joy
Division e dagli Echo And The Bunnymen. I brani sono soprattutto delle "sculture" barocche, che
assorbono con eleganza elementi decorativi come il crescendo organistico di Working For Space e
i tribalismi scoordinati di Dizzy Life.
Into The Fire e` esemplare di come si possa estrarre un tema orecchiabile
da un impasto di armonie vocali dei Beach Boys e da un coagulo di lente
pulsazioni di grancassa ed esplosioni intermittenti di piatti.
Sono i trucchi della psichedelia degli anni '60 riveduti
all'insegna della magistrale arte di produzione del nuovo pop britannico.
Chasing Promises sfrutta quelle
intuizioni in maniera fin troppo leziosa, fino a diventare (Compulsion, Better Late Than
Never) un semplice saggio teorico di musica atmosferica, talvolta pericolosamente in bilico con l'art-
rock (Sometimes On Sunday).
Soltanto Moment By Moment, e il successivo
singolo I Never Know Where You Are, sono vere canzoni, vivono di vita propria.
Dopo una lunga pausa,
Between Happiness And Heartache (Tenor Vossa, 1991)
e il singolo Don't Just Disappear propongono un sound moscio e
ripetitivo.
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