The Cocteau Twins gave
psychedelic-rock yet another spin. Their "dream-pop" relied on sublime
melodies, but delivered by an ethereal contralto
(Elizabeth Fraser, one of the most influential vocalists of the decade)
and wrapped in layers and layers of oneiric guitar and keyboard lines
(both penned by Robin Guthrie). Vocals (and female vocals) ruled, not guitars
on their first, tentative album, Garlands (1982).
The sound was, at the same time, mellow and thick.
The shimmering filigrees of Head Over Heels (1983) blended
celestial singalonds, middle-eastern psalms, majestic spirituals, vibrant
melismas, tinkling guitars and neo-classical keyboards. Cocteau Twins' songs
exhibited the levity and grace of madrigals but also the gloom and pomp
of requiems.
Dream-pop shared the contemplative quality and the passion for textures with
shoegazing, but diverged
from shoegazing in both narrative development and emotional intensity.
In fact, it was fundamentally post-gothic (post-Siouxsie) sensational rock.
The pieces released on EP, such as Hitherto (1983),
Spangle Maker (1983), Pearly-dewdrops Drops (1984) and
Pepper-tree (1984), were perhaps even more elegant and lush.
The addition of bassist and keyboardist Simon Raymonde, coupled with
Fraser's more conscious appropriation of Joan LaBarbara's and
Meredith Monk's experiments (voice as the original instrument),
completed the magic on Treasure (1984), an album of sonic
vertigoes imbued with medieval spirituality.
The artistic zenith of these two albums also marked the beginning of a
self-serving mannerism:
the austere and sophisticated Victorialand (1986), instead, downplayed
both electronics and percussions, relying on acoustic guitar for enhancing
Fraser's acrobatics, while Blue Bell Knoll (1988) returned to their
original recipe but in a relaxed mood that evoked lounge-music (not
psychedelia). Heaven Or Las Vegas (1990), a collection of
regular songs, completely abandoned the experiment.
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I Cocteau Twins non hanno soltanto il merito di aver composto alcuni dei dischi
piu` originali degli anni '80: hanno anche inventato uno dei generi piu`
influenti degli anni 90, il dream-pop.
Lo schema delle loro canzoni e` quasi sempre lo stesso. Prima di tutto ci sono
i gorgheggi eterei di Elizabeth Fraser, piu` vicini al sussurro che all'acuto,
e spesso lasciati fluttuare lungo suggestive escursioni di registro.
Il canto viene poi immerso in partiture strumentali che evocano
atmosfere surreali, oniriche, magiche: accordi cristallini, melodie soffici,
cadenze languide, tastiere sinfoniche. La musica non segue un percorso lineare,
bensi` si limita a intessere una brillante filigrana di suoni. La novita` sta
appunto nella sua orizzontalita`, invece che verticalita`: alla struttura
narrativa del rock classico, contrappone una struttura statica, quasi
contemplativa.
La prassi ricorda ed e` certamente figlia del rock psichedelico, ma l'effetto
e` diverso: invece che "espandere" la mente o inoltrarsi in "viaggi"
lisergici, la musica suggerisce impenetrabili paesaggi interiori.
Semmai la parentela piu` ovvia e` quella con il gotico di quegli anni,
con l'allucinata crisi esistenziale dei Joy Division e con le
visioni spettrali e pompose di Siouxsie. Cio` che
rende unici i Cocteau Twins e` da un lato la forma (una minore aderenza alla struttura tradizionale della
canzone) e dall'altro il contenuto (un'infatuazione per l'elemento magico e spirituale dell'esperienza
umana).
il dream-pop nacque con il singolo Peppermint Pig (4AD, 1982),
preludio all'album Garlands (4AD, 1982), che fece subito epoca.
Il modello di Siuxsee e` ancora tangibile nell'incalzante e distorta Wax And Wane,
Head Over Heels (4AD, 1983) si assesta subito in un territorio
molto piu` personale con gli uragani di sincopi e
distorsioni di Musette And Drums,
In The Gold Dust Rush,
In Our Angelhood e con la frivola Sugar Hiccup.
L'alto lamento tragico di Five Ten Fifty Fold, l'elegia funebre e
marziale di When Mama Was Moth, il coro mantra su poliritmi da discoteca di Tinderbox
scandiscono la progressiva evoluzione verso uno spiritual pan-etnico e dissonante.
I Cocteau Twins compiono esperimenti ancor piu` arditi sugli EP del periodo,
laddove la musica tende davvero verso una liederistica da camera
trascendente per soprano e piccola orchestra
(in questo caso il tastierista e arrangiatore Robin Guthrie).
Hitherto (1983) e` un altro solenne spiritual,
arrangiato con ritmo disco, dissonanze psichedeliche,
melismi vibranti e tastiere classicheggianti.
Spangle Maker (1983) libra una cantilena mediorientale su un
battito tribale.
Pearly-dewdrops Drops (1984) e` una ninnananna cullata da onde cicliche.
La progressiva rarefazione dell'armonia culmina nella dilatazione lisergica e nei gorgheggi celestiali
di Pepper-tree (1984). Gli arpeggi soprannaturali della chitarra, le cadenze da suspence della
batteria, le note lugubri delle tastiere non fanno comunque che affrescare sfondi per i primi piani
intessissimi di Fraser.
I primi singoli verranno raccolti su Pink Opaque.
Il bassista e tastierista Simon Raymonde si affianca a Guthrie e Fraser a partire da
Treasure (4AD, 1984).
Le ambizioni di Fraser aumentano con questo disco di grande fattura stilistica.
La cantante sembra piu` consapevole degli esperimenti sul canto di musiciste
d'avanguardia come Meredith Monk e Laurie Anderson.
Intrisa di miti medievali, l'opera
accoppia infatti alle ossessive cadenze ipnotiche del dark punk un campionario di recital canori. Dalle
semplici danze orientali di Ivo e Beatrix alle complesse e frastornanti danze moderne di
Persephone e Cicely i Cocteau si esprimono con una grammatica eterodossa di suoni e
voci, sprofondando in abulie alla Tim Buckley (Otterley) e innalzandosi in laudi gregoriane
(Donimo), lambendo il barocco nelle architetture piu` ricercate (Lorelei, overdub di vagiti
eterei, motivetti infantili, bisbigli di fata e canticchiare di strega su una delle loro discomusic piu`
torrenziali, e Pandora, riflessi sfocati di gorgheggi graziosi che fluttuano leggiadri su un ritmo
jazzrock).
Fraser abbaglia come una fata morgana. Guthrie e Raymonde amplificano quella
visione in una miriade di riflessi.
Lorelei indovina una cadenza e un solfeggio, quintessenza
delle loro subdole vertigini armoniche, che esprimono nel modo piu` lirico il tono metafisico e al tempo
stesso naif di questa musica. Il grossolano Gran Guignol di Siouxsee viene corroso da una fiamma di pura
follia onirica, che alimenta trasfigurazioni e stilizzazioni sempre piu` surreali. Lo spiritismo da baraccone
diventa cosi` spiritualita` da monastero.
In realta` Treasure attenua gli esperimenti armonici dei dischi
precedenti. Le canzoni sono meno lieder e piu` rock. Il suo successo sta
semmai nell'innestare quegli esperimenti nell'ambito di strutture rock.
I brani editi sui due EP nel 1985, Tiny Dynamite e
Echoes In A Shallow Bay,
e cioe` Aikea-Guinea (filastrocca delicata
con solfeggi in crescendo), Plained Tiger (mini-messa per eco stratificate a passo di flamenco),
Pale Clouded White (nenia circolare a passo di pow-wow), confermano la tendenza verso un
vocalismo virtuoso ed avvolgente incastonato in un tenue involucro elettronico. Atmosfere esotiche e
medievali permeano le loro solenni (e un po' decadenti) litanie. La psichedelia sognante e arcana che
porta tracce della sacerdotessa rock per antonomasia, Nico, si sfalda in stasi e ipnosi trascendenti.
Il gruppo ha ormai raggiunto l'apice dei propri mezzi tecnici e puo` concedersi
orchestrazioni sempre piu` ambiziose.
Victorialand (4AD, 1986) si chiude addirittura in un'austero e
raffinato suono acustico, eliminando quasi del tutto i sintetizzatori, e concedendo piu` spazio a chitarre,
fiati, e voci.
Il delicato ed elegante madrigale di Throughout The Dark Months, con
il controcanto di una filastrocca da bambina, o l'evanescente Whale Tails, in cui il canto-respiro di
Fraser viene rifratto da infiniti echi, rallentano ulteriormente l'incedere del loro sogno ad occhi aperti.
Lazy Calm e` il brano piu` complesso: un'introduzione di jazz da ore piccole, una tipica
ninnananna di Fraser, un canto che si sviluppa per brezze di bisbigli e un controcanto che e` fatto di
vortici di gorgheggi, cadenze oniriche di tintinni di chitarra. Alla ricerca di un sound sempre piu` magico
e sublime, i Cocteau Twins prendono ispirazione da Kate Bush (Oomingmak), dal misticismo
orientale (Feet-like Fins), dalla canzone francese (How To Bring A Blush), dalla musica
religiosa (The Thinner The Air).
Suonato quasi interamente senza percussioni, sostituite dagli arpeggi e dai
tintinni della chitarra, e` l'album piu` soffice ed etereo della loro carriera, ai confini con la new age.
Il limite di questa musica e` semmai che rischia di diventare un semplice
accompagnamento per gli esercizi canori di Fraser (lo stesso dicasi delle
liriche, praticamente inesistenti). E`
piu` o meno come guardare una brava pattinatrice che si allena per le Olimpiadi.
Registrato con Harold Budd, Moon And Melodies (4AD, 1986) dimostra
invece i pericoli di quella musica: una volta che il ritmo venga rallentato,
e gli arrangiamenti si riducano alla pura atmosfera, uno si ritrova in mano
una mediocre variante della musica new age.
Blue Bell Knoll (4AD, 1988) non risolleva le quotazioni del gruppo, ma ne
rinnova in parte l'immagine grazie a un sound piu` solare e cadenzato.
Blue Bell Knoll e` un raga per vagiti mediorientali.
Athol Brose si perde in un'ipnotica vertigine.
La maggioranza dei pezzi affoga pero` in un jazz da cocktail lounge per nulla nobilitato dal blaterare
sfocato di Fraser. I gorgheggi piu` astrusi rivelano tutt'al piu` una maggiore influenza dell'espressionismo
tedesco e della chanson di strada parigina (Carolyn's Fingers), degli acuti eccentrici di Kate Bush
e del folklore slavo (Itchy Gloubo Blow).
Questi ultimi album sono alquanto soporiferi e rischiano di passare
semplicemente come muzak di sottofondo.
Il gruppo se ne rende conto e
Heaven Or Las Vegas (4AD, 1990) introduce due significative innovazioni:
Fraser canta dei testi in inglese corrente (invece che blaterare le sue solite
affabulazioni astratte) e il sound e` cadenzato da una batteria di percussioni.
Ne risultano canzoni piu` regolari, con meno spazio per le evoluzioni
acrobatiche del canto di Fraser. Al tempo stesso,
abbandonando le mascherate intellettuali degli ultimi dischi, i Cocteau Twins si
espongono alla crudele realta` di una musica che ha pochissimo da dire:
Iceblink Luck, Cherry-Coloured Funk,
Fotzepolitic, Frou-Frou Foxed In Midsummer Fires
sarebbero dei brani minori su qualsiasi disco di Kate Bush, e altri brani
rasentano la musica da ballo piu` commerciale.
Il disco accresce il dubbio che, una volta limitata la verve canora di Fraser,
quella dei Cocteau Twins e` essenzialmente "muzak" moderna, appena piu` creativa
di quella che si ascolta nei supermercati.
Il fatto che a cantarla sia una prodigiosa interprete come Fraser, discepola di
Meredith Monk e di Laurie Anderson, non induce all'entusiasmo, bensi` al
rammarico.
Four-Calendar Cafe' (Fontana, 1993) toglie anche quel poco di ritmo
che il disco precedente aveva provato a immettere nell'anemico sound degli
adulti Cocteau Twins. Gli arrangiamenti sono di nuovo evanescenti come su
Victorialand.
Qualche buon numero pop (Bluebeard, Squeeze-wax,
Evangeline) immerso nella solita, e sempre piu` stucchevole, nebbia ipnotica, e qualche spunto vocale
(Oil Of Angels) non bastano a risollevare le sorti del disco. L'EP Twilights non induce
all'ottimismo sul futuro del gruppo.
L'EP Twilights (Capitol) e` impostato sul pianoforte,
e l'altro EP Otherness (Mercury) contiene una sequenza di
metamorfosi ambientali (suggestive
Violaine e Seekers Who Are Lovers), segno che il gruppo
rincorre ambizioni di musica seria.
Quegli esperimenti culminano con Milk And Kisses (Capitol, 1996), anche
se il gruppo perde nel confronto con le nuove generazioni di complessi
ambientali e trip-hop.
Fra vignette surreali (Half-Gifts, che si "ispira" a
Suzanne di Leonard Cohen) e metafisiche
(Rilkean Heart), alla fine prevale Serpent Skirt, che e` un
brano all'antica.
Il punto di forza del gruppo rimangono le vocals di Fraser, stratificate e
iterate fino a costituire uno strumento di enorme forza emotiva.
Se la storia li giudichera` sulla base delle loro "canzoni", ben poco
rimarra` di questo trio. Ma la tecnica di produzione (le manipolazioni del
canto, gli
accordi di chitarra che sembrano sprizzare fuori dallo stereo) e la coesione
fra canto e strumenti hanno svolto un ruolo pivotale nel riportare in auge
l'"etereo".
Fraser rimane il vero fenomeno del gruppo.
Le composizioni dei Cocteau Twins si situano a fianco di quelle di Laurie Anderson fra le
divulgazioni piu` riuscite del vocalismo d'avanguardia. Il fresco soprano di
Fraser sa distendersi in modo
armonioso e trepidare oscillando fra le modulazioni gutturali degli indiani, i gorgheggi acuti delle
giapponesi e un colloquiale piano. La qualita` onirica della sua musica ne fa al tempo stesso una delle
grandi discepole di Tim Buckley: anche il canto di Fraser e` stato educato ai melismi dello spiritual e alle
"cantillazioni" delle liturgie orientali, e anche il sound dei Cocteau Twins si ispira alla libera
improvvisazione della psichedelia e del jazz.
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