Elvis Costello (Dedan McManus) e` il massimo teorico del kitsch.
La mitologia kitsch, in auge in tempi di revival e di graffiti,
viene accuratamente catalogata e riprodotta dall'occhialuto sosia di
Buddy Holly, ma quella sintassi primitiva e corriva viene poi piegata a servire
le istanze sociali del periodo o sfoghi confessionali dell'artista.
Figlio d'arte (suo padre, un trombettista jazz del dopoguerra, bazzicava i
cabaret e i locali psichedelici della Londra post-swinging), cresciuto nella
storica Liverpool del Cavern (proprio nel tempio fece amicizia con Lowe nel
lontano 1974), e fatto apprendistato (quando ancora lavorava come programmatore)
nei pub di Londra, Costello non ha difficolta` a racimolare di volta in volta
scorie di soul, rockabilly, doo-wop, country, swing, easy-listening,
marce militari, musica da circo, per forgiare la sua eterogenea miscela retro`.
Nell'album My Aim Is True (Stiff, 1977), immerso in un controllato pub-rock da
intellettuale, lo spettro di generi esplorati e` gia` sterminato:
boogie (Miracle Man), beat (No Dancing), rhythm and blues
(Blame It On Cain), folk-rock (Red Shoes), rock and roll
(Mystery Dance), jump-blues (Waiting For The End Of The World, con
tam-tam di guerra).
Tanta varieta` di mezzi viene messa al servizio delle istanze sociali e
politiche dell'artista:
Less Than Zero, che era stato il singolo di debutto (aprile 1977),
e` un rabbioso e marziale attacco contro il leader del fascismo inglese;
Alison e` una tenera serenata nella quale compaiono i primi sintomi
della sua acuta nevrosi;
I Am Not Angry e` una dura invettiva che oscilla fra country and
western, boogie e beat;
Watching The Detectives e` un reggae stralunato, passionale, quasi
morboso, che amalgama gli effetti psichedelici di un mellotron.
Con quest'opera, i cui testi entrano negli annali del rock come i piu`
efferati al di fuori del punk, Costello si conquista la fama di
"angry young man" della new wave e la reputazione di miglior cantautore
della sua generazione.
In realta` il
suo induscutibile talento musicale non e` un mezzo di espressione artistica
ma una specie di alibi per i suoi complessi emotivi, per la sua profonda
e tetra insicurezza.
This Year's Model (Radar, 1978 - Rhino, 2002) e` un album
meglio prodotto, che si avvale di un vero complesso rock di accompagnamento.
I classici di questo periodo sono
Chelsea, un twist sincopato che rivela appieno le sue paranoie erotiche,
e Night Rally, altro atto d'accusa contro il neo-nazismo inglese.
Sull'album, che e` immerso in un'atmosfera meno claustrofobica ma ancora
nervosa, Costello ricama un sound dal sapore Sixties (grazie soprattutto
all'uso di un Farfisa), mentre le sue arringhe si avvalgono ora anche di
ritornelli grintosi, come No Action e Hand In Hand,
e di cadenze travolgenti, come Pump It Up e You Belong To Me.
Il collasso emotivo di Lipstick Vogue, con uno dei testi piu` feroci di
sempre e ritmo epilettico, conferma la sincerita` di certi incubi misogini
ricorrenti.
La veemente Radio Radio, con un ritornello tanto lineare
quanto sarcastico, lo ritrae al culmine del suo stato di "angry young man"
solo contro tutto e tutti (qui l'ambiente discografico: "I want to bite the
hand that feeds me").
Oliver's Army, una canzone melodica arrangiata alla Abba (e il suo unico
n.1), Party Girl, il suo secondo capolavoro nel campo della ballata
cortese, la marcetta da music-hall di Senior Service e il ritornello
trascinante di Accidents Will Happen sono i gioielli dell'era
Armed Forces (Radar, 1979), il terzo album,
il suo disco piu` politico e al tempo stesso quello con gli arrangiamenti piu`
accattivanti (organetto da spiaggia, ritmi da rave-up, coretti di
contrappunto, arrangiamenti psichedelici). Il sarcasmo piu` feroce si trova pero`
nel reggae Two Little Hitlers, mentre l'hard-rock tetro e minaccioso di
Big Boys e la filastrocca marziale e tragica di Goon Squad
inalberano gli inni piu` rabbiosi.
E non mancano tempi piu` ballabili, in puro stile adolescenziale,
come Chemistry Class e Green Shirt.
Armed Forces rimarra` il suo capolavoro.
Costello si auto-pubblicizza come il cantautore piu` letterato della new wave
inglese, molto preciso nel descrivere se stesso; e anche un
dizionario vivente di rock music, con un senso della melodia scopiazzato dagli
artigiani di Tin Pan Alley e qualche ipocrita velleita` filo-proletaria.
Dietro la scorza nostalgica/ caricaturale
questi piacevoli detriti sono altrettante stazioni di un lungo e tormentato
vagabondaggio interiore nei labirinti della malinconia esistenziale.
Il suo flebile vibrato esprime un senso di angoscia e di impotenza che starebbe
bene ai personaggi di Kafka, e i suoi testi descrivono la vita come un incubo
continuo, privato e pubblico, dal quale non e` possibile districarsi.
Piu' che un attacco contro il totalitarismo di alcuni aspetti della societa'
britannica, Costello finisce per sferrare un attacco contro il "welfare
state" (di ispirazione marxista) della societa` occidentale, un sistema
che puo` trascendere in un terrificante "1984".
A questo punto pero` Costello, colto da scrupoli di coscienza, decide di
prestare piu` attenzione all'aspetto musicale delle sue composizioni.
Ha inizio con Get Happy (Columbia, 1980) la fase matura, che eccelle
in canzoni soul
(King Horse, Temptation, High Fidelity, Possession)
ricche di pathos (Big Tears, Tiny Steps, Motel Matches),
una
fase che, dopo la parentesi di Trust (Columbia,1981), album duro e
diretto come i
primi con il lamento infiammato di Clubland, il martellante ritmo alla
Bo Diddley di Lover's Walk, lo spiritual organistico di
Watch Your Step e la sua miglior canzone politica,
New Lace Sleeves, approda con Imperial Bedroom (Columbia, 1982)
ad uno stile orchestrale a meta` strada fra il
crooning leggero di Tin Pan Alley e il soul-jazz da cocktail lounge
(Kid About It e Beyond Belief, Man Out Of Time);
un pop anacronistico che su Punch The Clock (Columbia, 1983) e`
infarcito di ballate politiche (Pills And Soap),
motivetti intimisti (Every Day I Write The Book)
e di ibridi dei due (la Shipbuilding nostalgica, eterea
e anti-militarista).
Il nervosismo degli inizi fa posto a un'amarezza via via piu` concentrata,
come in Peace In Our Time e Only Flame In Town,
su Goodbye Cruel World (Columbia, 1984),
ancorate a sonorita` adulte, da anni '50.
Country, folk e blues (la base della musica popolare americana) sono gli
ingredienti di King Of America (1986), album contrassegnato da un sound
mellifluo e disadorno e da un tono amaro, vicino all'umore dei folk-singer
degli anni '50.
Un romanticismo tanto rigoroso (ovvero programmatico) quanto incisivo
(ovvero istintivo) infonde vita alle sue parabole e credibilita` alle sue
meditazioni, dal folk proletario di Indoor Fireworks
al blues dimesso di Poisoned Rose, dalla serenata tex-mex di
Brilliant Mistake al rockabilly spettrale di Lovable.
Il suo stile vocale e` allo zenith: dotato di un baritono limitato, Costello
riesce a farne uno strumento duttile e sofisticato grazie a un elegante
fraseggio quasi jazz.
King Of America e` l'unico album degli anni '80 a far concorrenza
ai suoi primi tre.
Il ritorno alle origini si completa con Blood And Chocolate (Columbia,
1986),
intriso di garage sound e di citazioni Sixties come ai bei tempi, che fa
rintoccare le corde del sentimento
nello psicodramma sessuale I Want You (sette minuti),
nel tribalismo di Uncomplicated,
nel folk "dylaniano" di Tokyo Storm Warning,
nel finale accorato di Poor Napoleon.
American Without Tears e Blue Chair ben rappresentano l'umore
agrodolce del disco.
Girls Girls Girls (1989) is an anthology of the early years.
Spike (WB, 1989) lo ripropone anche nelle vesti di reporter rock dal
fronte
dell'alienazione, ma soprattutto segna un ritorno allo stile adolescenziale:
dal rhythm and blues alla Alain Toussaint di Deep Dark Truthful Mirror
al rockabilly degradato alla Waits di Pads Paws And Claws,
dal beat di Veronica, filastrocca romantica con trombe e organetto,
al vaudeville psichedelico alla Sgt Pepper di Miss Macbeth,
dallo strumentale swing Stalin Malone alla ballata folk
Tramp The Dirt Down, Costello
riprende la cronaca generazionale, anche se la dovizia di collaboratori
illustri (persino McCartney) non si confa` all'emarginato di un tempo.
Ma soltanto Veronica ha una chance di essere ricordata.
Baby Plays Around lascia intuire i disastri soul-pop che verranno.
La carriera incostante di Elvis Costello e` stata insomma contrassegnata
negli anni '80 da alti (Trust, King Of America) e bassi,
certamente piu` i secondi che i primi.
Costello e` fondamentalmente un "performer" noioso, petulante, poco intelligente
e poco creativo, che ha soltanto avuto la fortuna di capitare al posto giusto
nel momento giusto, con gli appoggi giusti. Il suo canto nasale farebbe
addormentare un epilettico, e le sue melodie sono talmente ripetitive e
derivative da dare la nausea. Qualunque sia il pretesto intellettuale che
tiene desto l'interesse della stampa per l'iniziativa di turno, Costello
rimane fondamentalmente un artista mediocre, incapace di esprimere altro
che una fortuna sfacciata.
Il nuovo decennio si apre con Mighty Like A Rose (Warner
Bros, 1991), che scimmiotta il se stesso di dodici anni prima e si salva
soltanto nei due ritornelli piu` orecchiabili, Other Side Of Summer e
Georgie And Her Rival. In fondo e` cio` che ha sempre saputo fare meglio:
comporre canzoncine pop senza pretese. Il resto sono grossolani e soporiferi
incubi di musica leggera (So Like Candy per tutte), con l'unica eccezione
della tesa, cadenzata e dissonante Hurry Down Doomsday.
Tecnicamente, il disco coniuga gli arrangiamenti lussureggianti di Imperial
Bedroom all'eclettismo di King Of America.
Nel 1993, forse non del tutto ignaro di "On Wenlock Edge" (ciclo di lieder per
tenore, pianoforte e quartetto d'archi composto da Vaughan Williams) e del disco
del 1957 di Frank Sinatra con l'Hollywood String Quartet, Costello prova poi
a registrare venti canzoni arrangiate per il Brodsky Quartet, le
Juliet Letters (Warner Brothers, 1993), alcune composte dai membri del quartetto.
Il risultato, per la verita', e` piu` vicino alle operette di Gilbert e
Sullivan (Damnation's Cellar e This Offer Is Unrepeatable)
che ai quartetti di Sostakovic (la specialita` del Brodsky);
cio` nonostante le arie sono spesso degne dei suoi idoli di Broadway
(Jacksons Monk And Rowe, For Other Eyes, Taking My Life In Your Hands),
gli arrangiamenti (ovviamente) impeccabili, con l'eclettismo che
contraddistingue tutte le sue ultime opere,
e i testi (finalmente) mozzafiato (sono tutte lettere immaginarie sritte
in risposta a lettere indirizzate a Giulietta Capuleti).
Esemplare di questi piccoli lied da camera e` The Birds Will Still Be Flying.
Non nuoce al suo carattere anarchico e (un tempo) svampito questo severo
esercizio di timbri, quasi un ritiro spirituale per lui.
Persino il suo tenore adrenaloide diventa uno strumento accordato in maniera
precisa e disciplinato alla logica della composizione.
E` un disco che Van Morrison forse avrebbe voluto fare.
Costello compone anche le canzoni per l'album solista di Wendy James
(ex Transvision Vamp):
Now Ain't The Time For Your Tears (DGC, 1993).
Anticipato in un certo senso dalle musiche scritte per l'album di Wendy James,
Brutal Youth (WB, 1994)
e` invece un ritorno alle sue origini "garage-rock" in compagnia
degli Attractions (in particolare l'organista Steve Nieve), ma ancora una volta
le canzoni
non esprimono il suo talento, esprimono il fatto che lui ha (o pensa di avere)
talento. Fatto in se` equivalente a prendere un potente sonnifero.
Bisogna aspettare 13 Steps Lead Down per risvegliarsi.
Cio` che e` certamente sempre di superiore qualita` nei suoi dischi e` la
parola, i testi, le immagini evocate dalle sue canzoni.
Il problema e` che bisogna sopportare il suo
crooning romantico (Still Soon To Know, All The Rage),
i suoi manierismi melodici (Pony St), e adesso anche le sue imitazioni
di se stesso giovane (Clown Strike, Just About Glad,
London's Brilliant Parade).
Le piu` agitate (Sulky Girl, forse la migliore, Kinder Murder) sono indubbiamente
efficaci, drammaturgicamente parlando.
La raccolta di cover Kojak Variety (WB) testimonia delle sue
(peraltro controverse) ambizioni di interprete, non certo del suo buon gusto.
Costello sente anche il bisogno di immergersi di nuovo in un progetto rischioso
e registra con il chitarrista jazz Bill Frisell un disco di duetti,
Deep Dead Blue (Nonesuch, 1995), che ha le carte in regole per rimanere
il piu` noioso della carriera di Frisell. Costello sceglie un repertorio
quantomeno bizzarro, che spazia da Mingus ai musical di Broadway.
All This Useless Beauty (WB, 1996) e` quasi interamente composto con
o da altri. Il grosso e` composto da ballate pianistiche che fanno rimpiangere
il peggior Elton John (la title-track, I Want To Vanish).
Poor Fractured Atlas ruba il tema della "Patetica" di
Beethoven.
Costello costringe poi i critici all'umiliante ascolto di un atroce cofanetto
di cinque dischi dal vivo, Costello & Nieve (WB).
Painted From Memory (Mercury, 1998) e` il suo tributo personale al
suo maestro Burt Bacharach, e, al cospetto di Costello, persino quel pover uomo
di Bacharach sembra un gigante della musica moderna.
Tutto sommato gli anni '90 hanno confermato che Costello e` stato uno dei
grandi bluff degli anni '80, un personaggio perfetto per piacere alla critica
intellettuale e per essere programmato alle radio alternative, certamente
dotato come scrittore di canzoni (nel senso di Tin Pan Alley) ma raramente
originale e mai geniale.
Del primo periodo si salvano certamente tante delle sue canzoncine punk, ma
cosi` come se ne salvano migliaia di quell'epoca. Per il secondo periodo...
la sua musica leggera di terza mano puo` far concorrenza soltanto a Paul
McCartney.
Nonostante le lodi sperticate della critica, Costello rimane uno dei musicisti
piu` sopravvalutati della storia del rock.
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The most celebrated (and possibly over-rated) musician to emerge from this
generation was Elvis Costello (2).
The quintessential "angry young man" of the new wave, in 1977 Costello matched a
Buddy Holly-ian "look and feel" with a slightly neurotic delivery and a
vast spectrum of styles (the anthemic Less Than Zero,
romantic ballad Alison, eccentric reggae Watching The Detectives).
The early singles (add the erotic twist of Chelsea and
the angry rant of Radio Radio in 1978) led to the
competent and varied pub-rock of This Year's Model (1978) and to the
Sixties camouflage of Armed Forces (1979). These albums were typical
of Costello's ambiguity: subtly attacking the Establishment while openly
endorsing its soundtrack. It wasn't a caricature, it was a full-hearted
endorsement of Tin Pan Alley's aesthetic (or lack thereof),
lounge soul, easy-listening orchestras, etc.
Slowly but steadily, Costello's retro` ideology moved to the back and his
passion for sophisticated arrangements came to the forefront,
to the point of arranging an entire collection of songs with a string quartet.
If English is your first language and you could translate the Italian text, please contact me.
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