Summary.
Dinosaur Jr, formed by
guitarist Joseph Mascis and bassist Lou Barlow, set the "noise-pop"
standard of the 1990s (a merger of distortion and melody), and acted as the
link between Sonic Youth and grunge. Mascis' Neil Young obsession
(via the Meat Puppets) surfaced on Dinosaur (1985).
Layers of loud feedback permeated each note of
You're Living All Over Me (1987). Each song sounded like
a languid acid-rock ballad grafted onto hard-rock spasms.
Mascis unleashed unabashed pop melodies over orgiastic and fetishistic
guitar noise.
Bug (1988), the last album with Barlow (who went on to form Sebadoh),
capitalized on that invention, that soon became one of the most abused
stereotypes in rock music. Green Mind (1991), that was de facto Mascis'
first solo album and a more accessible one, and
Where You Been (1993), featuring new bassist Mike Johnson and delving
into introspective melodrama, became mere routine.
If English is your first language and you could translate my old Italian text, please contact me.
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I Dinosaur Jr vennero alla luce durante gli anni in cui il dogma dell'hardcore
si stava indebolendo. Lungi dal militare con i reazionari alla Smiths, i
Dinosaur Jr presero ispirazione dall'estetica del punk (minimale,
amatoriale, irriverente), ma inventarono un nuovo sound per quell'estetica,
un sound altrettanto straccione e sguaiato, ma di tutt'altra natura: un sound
basato sulle distorsioni della chitarra. Il chitarrista Joseph Mascis suonava la
chitarra in maniera apparentemente trasandata e frastornate,
nel modo meno virtuoso possibile (in realta` a sua volta un nuovo genere di
virtuosismo). Dietro quegli strati di rumore si nascondevano canzoni
malinconiche che erano in perfetta sincronia con lo zeitgeist della loro
generazione. Il binomio "rumore + melodia" divenne uno dei temi fondamentali
degli anni '90 e cambio` per sempre il corso della musica rock.
Il cantante e chitarrista J Mascis e il bassista Lou Barlow, reduci
dai Deep Wound del cantante Charles Nakajima (poi Gobblehoof),
il cui EP Deep Wound (Radiobeat, 1983), con Mascis alla batteria, anticipava
il grindcore,
formarono con il batterista Murph i Dinosaur Jr a Boston nel 1985.
Quello di Dinosaur (Homestead, 1985) era un country-punk psichedelico
nella vena dei Meat Puppets (Cats In A Bowl), che mostrava una
predilezione per la ballata depressa e nevrotica di Neil Young
(soprattutto in Severed Lips). I brani piu` originali pero` lambivano
l'acid-rock piu` trascendente (Forget The Swan e Repulsion)
e coniavano una forma di ballata piu` psicotica (Leper e Mountain Man).
You're Living All Over Me (SST, 1987 - Merge, 2005) continuo` proprio in quella
direzione: un genere di ballata languida innestato sulla violenza
dell'hard-rock.
E' soprattutto la chitarra di Mascis a seminare lo scompiglio.
Anemiche melodie acid-rock (Little Fury Things, uno dei loro vertici) e
lamenti alla Neil Young
(Raisans) vengono sommersi in un frastuono di riff distorti.
I brani piu` innocui (In A Jar) hanno la prerogativa di esplodere
all'improvviso in sequenze di accordi maniacali. Una litania alla
REM come Kracked muta in un tornado di distorsioni alla Helios Creed.
Un country-punk come Lung diventa
un'epica galoppata nell'hard rock.
Il brano meglio riuscito e` forse
Sludge Feast, che annovera una specie di duetto fra accordi heavymetal di
una chitarra e fraseggio addolorato di un'altra.
Il rumore assordante di questa musica sembra avere come obiettivo un colossale
esorcismo dell'insicurezza che ottenebra il protagonista.
La carica selvaggia non basta sempre a giustificare un metodo che consiste
sostanzialmente nell'annegare la melodia in orge di distorsioni (talvolta
gratuite). A lungo andare il sound puo` risultare semplicemente banale.
Nonostante questo limite, il disco esercitera` pero` un'influenza enorme
sulla generazione successiva, stabilendo uno standard sonoro con cui si dovranno
misurare tutti i gruppi del "grunge".
A trasformare lo stile di Mascis in uno stereotipo fu Bug (SST, 1988 - Merge, 2005),
che e` al tempo stesso la quintessenza della sua arte e un nauseante esercizio
di ripetitivita`. La forma della loro ballata trova finalmente un equilibrio
in Freak Scene, un piccolo capolavoro di
arrangiamento: mentre la melodia si sdipana lineare, la chitarra cambia solfa
di continuo, dallo schitarrare "jingle-jangle" del folkrock alla distorsione
pura, dal riff di heavymetal a delicati accordi acustici, e la batteria alterna
un tribalismo da tam-tam una cadenza marziale.
L'album vanta delle canzoni con un ritornello che val la pena di
ascoltare e accompagnamenti professionali.
La loro "maniera" rumoristica sortisce risultati piu` atmosferici del solito
nella spigliata They Always Come (con un onirico intermezzo strumentale
e un finale di cascate di accordi psichedelici), nella tesa The Post
(un "lento" con i riff piu` feroci ed epidermici), e soprattutto
nell'apocalittica Don't,
un sabba di wah-wah devastanti, rumori elettronici e grida disperate,
l'unico brano della loro carriera a lambire la grandezza "aliena" dei Chrome.
E Mascis pare finalmente credibile nella parte del "guitar hero".
Ma ancora una volta meta` del disco e` pieno di pretesti, non di canzoni.
Lo stile debole e litanico di Repulsion e` sempre in agguato dietro le
scariche di adrenalina (per esempio in Yeah We Know).
Questo approccio "catastrofico" trasforma un album (e forse
un'intera carriera) in un unico lungo spasimo di pop deflagrato da decibel
ostili. A salvare il disco sono soprattutto la prima e l'ultima canzone, l'una in grado
di re-inventare il pop e l'ultima degna erede di tre decenni di rock
estremista.
A quel punto Barlow decise di dedicarsi ai Sebadoh, mentre
Mascis e Murph si unirono brevemente a Don Fleming e Jay Spiegel.
Mascis continuo` per un po' a suonare con i Velvet Monkeys e i Gobblehoof,
poi finalmente riformo` i Dinosaur Jr, registrando praticamente tutto da solo
Green Mind (Blanco Y Negro, 1991 - Sire, 2006).
L'album segna l'apice stilistico e la maturita` artistica del personaggio,
capitalizzando sulle invenzioni e le ripetizioni dei dischi precedenti.
The Wagon tenta di ripetere il successo di Freak Scene sfruttando piu` o
meno gli stessi trucchi e in generale tutto il disco e` una versione del
precedente adeguata alle necessita` del rock commerciale. Mascis ha smesso
di biascicare nenie e finalmente canta melodie. L'accompagnamento non fa
piu` rumore gratuito, ma contrappunto. Dopo tanti anni di caos armonico,
vige ora un ordine quasi scontato nella dinamica di queste canzoncine.
La malinconia folk di Flying Cloud (con qualcosa dei Led Zeppelin piu`
mistici) e il blues filosofico di Thumb (con flauto pastorale da rock
progressivo) sono quanto di meglio Mascis riesca a grattare dal fondo del
barile. La grinta di un tempo si riascolta soltanto in
How'd You Pin Down That One On Me.
Se e` migliorato come cantante e come chitarrista, Mascis rimane un mediocre
compositore e pertanto la qualita` del suo repertorio e` ancora il suo handicap
principale.
Mascis si scoperse cantautore all'antica con
l'album Where You Been (Sire, 1993), registrato con Mike Johnson
al basso e il fido Patrick Murphy alla batteria (e arrangiamenti che comprendono
chitarra acustica, sezione d'archi e organo).
Il calvario di Mascis, che ama proiettare nelle sue liriche l'immagine di
apatico, incompreso, solitario e disilluso, prosegue con immutata intensita`
melodrammatica, ma questa volta l'enfasi e` proprio sul calvario, non sulla
coreografia sonora. E` un artista che apre il cuore, non un guerrigliero
che scaglia granate.
Ancora una volta l'opera e` monocromatica, dominata dal falsetto trepidante
(a volte quasi agonizzante) di Mascis che pero`, a differenza del suo modello Young,
e` un lamento incapace di levarsi in grido epico a combattere contro i
mulini a vento, bensi` destinato a spegnersi in lunghi rantoli psichedelici,
imitando tutto sommato il feedback della chitarra.
L'eccezione e` Drawerings, che trova il "passo" di Harvest.
La sua e` in fondo una ballata folk, con meno genio narrativo ma piu`
genio introspettivo dei folksinger che imita. E di questi Young e`
certamente il piu` influente, in particolare nei brani in sordina
(Not The Same), quasi bisbigliati in quel registro sognante e psicotico,
in cui il cantante diventa languido e struggente fino a rasentare le tonalita`
piu` cupe e le atmosfere piu` espressioniste (What Else Is New).
La parte di Freak Scene la fa questa volta Get Me, con una melodia e un
fraseggio davvero epici e uno dei suoi migliori gracchi (un registro che e`
diventato negli anni un po' l'alter ego del suo falsetto).
Se Out There, On The Way e soprattutto Hide (i riff piu` trascinanti)
ripropongono le stesse ambiguita` (e in definitiva le stesse debolezze) di
Green Mind, gran parte della nuova raccolta esprime invece un anelito di
rinnovamento, se necessario anche rifacendo il verso a Lou Reed
(Start Choppin, cadenzata e vigorosa, forse il meglio del disco)
e Bob Dylan (Goin' Home, con organo alla Al Kooper).
Mascis e` un figlio della grassa borghesia (suo padre e` un affermato dentista,
suo fratello un avvocato di grido) ed esprime il senso di inutilita` che quella
classe sociale deve superare per continuare a sopravvivere.
Nel complesso Where You Been e` la seconda pietra miliare di Mascis;
senza piu` la violenza catastrofica di You're Living All Over Me, ma con
una vera musicalita`.
The EP of Out There (1993) contains one of Mascis' best solos in Keeblin.
Without A Sound (Sire, 1994) ricalca invece cosi` da vicino il proprio stile
da far pensare a una laconica routine.
Una produzione cristallina e chiassosa mette in luce senza pieta` i limiti di
Mascis, quelli di un anonimo epigono di Neil Young che non ne ha ne` la voce
agonizzante ne` la chitarra satanica.
La grazia formale di I Don't Think So e
Feel The Pain (che assomiglia a I Melt With You dei Modern
English ma ha anche un maestoso assolo)
sono in realta` prove di una musica che e` sempre piu` malinconica routine
e sempre meno
emozione, stampi di un sound premeditato fino al tedio.
Per lo piu` Mascis
si limita a ripetere stancamente la stessa apatica solfa in falsetto e gli
stessi assoli da pensionato.
Grab It e Get Out Of This
passano sonnolente senza lasciare il segno. Due ballad acustiche, Outta Hand
e Seemed Like The Thing To Do, lasciano invece il segno, mostrando l'uomo
alle prese con le sue contraddizioni e forse con la coscienza di aver esaurito
un filone fin troppo fortunato.
Il perenne sonnambulismo
di Mascis ha forse raggiunto il punto di non piu` ritorno, il coma terminale.
Anche al cospetto di opere riuscite come i suoi due capolavori,
Mascis fu uno dei musicisti piu` sopravvalutati del suo tempo:
in fondo non fece altro che portare all'estremo la tecnica di Neil Young,
contrappuntare la linea melodica con un chitarrismo nevrastenico e adattare
quella tecnica al sound di successo dei Jesus And Mary Chain. In questo modo
invento` comunque uno stile che divenne uno stereotipo dell'era "grunge".
Per diversi aspetti il feedback della sua chitarra "e`" il sound degli anni '90.
Il bassista Mike Johnson ha anche avviato una carriera solista.
Mascis invece
pubblica un album acustico a suo nome, Martin And Me (Baked Goods, 1996),
registrato dal vivo in un piccolo club.
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