Il synth-pop fu una delle grandi invenzioni dei primi anni '80, ma ci volle
Annie Lennox perche' quell'invenzione trovasse un volto e una voce.
I vari Depeche Mode e Soft Cell portarono l'elettronica melodica nelle
classifiche di vendita, ma furono gli Eurythmics a sposare quel genere
(un genere di studio, non di palcoscenico)
al vocalismo di classe. Il duo di Annie Lennox e Dave Stewart, formato
sulle ceneri dei Tourists, esordi` con
In The Garden (RCA, 1981), ma trovo` l'equilibrio giusto con
i singoli del 1983-1985.
Quelle degli Eurythmics erano
canzoni poetiche ed esotiche, melodicamente avvincenti e superbamente
arrangiate da Dave Stewart, sulla voce maschia e penetrante di Annie Lennox,
capace di passare dall'edonismo disincantato di Sweet Dreams (1983) alla
malinconia autunnale di Here Comes The Rain (1983).
I numerosi album di quel periodo sono indegne accozzaglie di brani minori, ma
Sweet Dreams (RCA, 1983) contiene il loro primo timido hit,
Love Is A Stranger (1982),
oltre naturalmente alla title-track.
Touch (RCA, 1983) ha la
cantilena mediorientale di Who's That Girl, oltre a
Here Comes The Rain.
1984 (RCA, 1984) contiene nove canzoni discretamente anonime.
Be Yourself Tonight (RCA, 1985) e` il primo album a mostrare una
personalita`, grazie al gospel sfrenato di
Would I Lie To You, con tanto di fiati
rhythm and blues e chitarre taglienti, e
Sisters Are Doin' It For Themselves,
miscela ancor piu` viscerale di gospel, soul e funk
(con Aretha Franklin).
Revenge (RCA, 1986) e` forse il migliore, per via di
Thorn In My Side (che innesta il piglio di Chrissie Hynde (Pretenders)
su un jingle-jangle alla Byrds e un sassofono che sembra uscire dai dischi
di Phil Spector), di
When Tomorrow Comes (una melodia altisonante alla Jim Steinman), e di
Missionary Man (in cui gli accenti gotici della loro versione
"sintetica" della black music rompono gli argini in un lago di rumori).
Savage (RCA, 1987) e We Too Are One (RCA, 1989) sono raccolte
di soul generico da cocktail lounge.
La loro fama e` quasi interamente affidata a due singoli d'eccezione come
Sweet Dreams (battito robotico, vagiti da disco-diva, cantilena vagamente
esotica, e un "bridge" di sfrenata decadenza)
e Here Comes The Rain (con quell'attacco quasi barocco di
sintetizzatori e il bisbiglio desolato, quasi funereo, di Lennox, i rintocchi
orchestrali che sembrano annunciare l'apocalisse).
Il tono fatalista di quei due singoli fu una delle espressioni piu` emblematiche
dell'intera epoca delle discoteche post-disco e pre-techno.
Tutt'altro che estatiche, evocavano l'anteprima dell'inferno ma imbevute di un
romanticismo quasi patetico.
Lennox ha poi intrapreso la carriera solista con
Diva (Arista, 1992), all'insegna del soul e del funk,
ma il singolo Why e altre ballad da cocktail lounge (Stay By Me,
Gift, Cold). Semmai e` Walking On Broken Glass a dimostrare
le sue doti di cantante. Cio` che manca sono le canzoni. Cosi` il successivo
Medusa (Arista, 1995) si limita a interpretare brani altrui.
Dave Stewart, che era stato la vera anima del gruppo, ha invece abbandonato
il synth-pop per tentare una carriera come chitarrista rock su
Lily Was Here (Eligible, 1989) e
The Spiritual Cowboys (Arista, 1990).
Vegas (RCA, 1992) e` un duo con Terry Hall
degli Specials.
Greetings From The Gutter (East West, 1994) e` un altro disco di
mediocre soul-rock.
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