Robyn Hitchcock


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Black Snake Diamond, 7/10
Groovy Decay, 5/10
I Often Dream Of Trains, 6.5/10
Fegmania, 7/10
Gotta Let This Hen Out, 5/10
Element Of Light, 6/10
Invisible, 4/10
Globe Of Frogs, 5.5/10
Queen Elvis, 5/10
Eye, 5/10
Perspex Island, 4/10
Respect, 5/10
You And Oblivion, 4/10
Moss Elixir, 5/10
Greatest Hits, 5/10
Storefront Hitchcock , 5/10
Jewels for Sophia , 6/10
A Star From Bram , 5/10
Robyn Sings, 3/10
Luxor (2003), 4/10
Spooked (2004), 4/10
Ole Tarantula (2006), 6.5/10
Goodnight Oslo (2009), 5/10
Propellor Time (2010), 4/10
Tromso, Kaptein (2011), 5.5/10
Love From London (2013), 5/10
There Goes The Ice (2013), 5/10
The Man Upstairs (2014), 5/10
Robyn Hitchcock (2017), 5/10
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Ex-Soft Boys vocalist Robyn Hitchcock created his own musical universe. Black Snake Diamond (1981) was basically Underwater Moonlight without Kimberley Rew (not a negligible detail), but the real Hitchcock was perhaps better represented by the mostly acoustic I Often Dream Of Trains (1984), which wed the ethereal and surreal style commonly associated with Syd Barrett and an intimate tone that was uniquely his own. With his new band, the Egyptians, he embraced a fuller sound on Fegmania (1985), his most eclectic work, and the heavily-arranged Element Of Light (1986).
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Lasciati i Soft Boys (e il genio rock di Kimberly Rew), Robyn Hitchcock trascorse gli anni '80 alla ricerca di una poetica surreale, lirica e intimista, nella tradizione dei grandi eccentrici britannici.

In prospettiva il suo sembra lo sforzo di un guitto del musichall che tenta di trasformare il suo umile mestiere in arte aristocratica. La psichedelia, che costituiva la base armonica dei Soft Boys, e` ormai soltanto un puro pretesto; in realta` cio` che attrae Hitchcock a certi suoni piuttosto che altri e` soltanto la loro efficacia drammatica. Spesso accostato a Syd Barrett, Hitchcock ne condivide soltanto in parte la vena distaccata e bislacca.

L'altalenarsi di opere geniali ad opere banali, di opere barocche a opere spartane e` coerente con la psiche tutt'altro che equilibrata del cantautore.

La carriera solista di Hitchcock comincio` con il singolo Man Who Invented Himself (1981), un rhythm and blues a passo di marcetta vaudeville in stile Kinks con il soffio esistenziale di Dylan.

Il primo album solista, Black Snake Diamond (Armageddon, 1981 - Yep Roc, 2008), contiene una serie di dediche eteree ed astrali, tenere e folli, come Lizard (a Morrison), una litania sensuale al ralenti`, e Acid Bird (a Barrett), un jingle-jangle onirico e marziale che si annovera fra i suoi i capolavori; nonche' cupe ballate iper-realiste come City Of Shame, serenate "dilatate" come Love e boogie demoniaci fatti di pulsazioni e progressioni lisergiche: la sinistra e tribale Brenda`s Iron Sledge (altro classico), l'epilettica I Watch The Cars (uno dei suoi incubi piu` tetri) e il power-pop anthemico di Meat. Opera geniale per quanto naif, Black Snake Diamond inaugura un canzoniere introverso che sa impiegare stilemi deja vu in architettura semplici e spontanee, ricche di pathos e di feeling e immerse in un universo surreale.

Groovy Decay (Albion, 1982), poi ripudiato, attenua grinta ed ironia, tentando persino la strada della disco music (Grooving In An Inner Plane, America e soprattutto Cars She Used To Drive), ma conservando ancora qualche momento di geniale eccentricita` in un paio di voodoobilly da infarto (Young People Scream e soprattutto 52 Stations) e in un paio di music-hall demenziali (How Do You Work This Thing e When I Was A Kid).

Nel 1983 Hitchcock scrive canzoni per il musichall punk di Captain Sensible e si ritira in eremitaggio nel suo cottage del Sussex. Il risultato della catarsi e' I Often Dream Of Trains (Midnight Music, 1984 - Yep Roc, 2008), disco prevalentemente acustico, interamente auto-eseguito con devozione quasi paranoica. Povero e scarno, il disco si rifugia nel ritornello psicotico e cadenzato (lo spiritual dixieland Furry Green Atom Bowl, il blues a passo di marcia This Could Be The Way), con addirittura due notturni per pianoforte, un inno da Salvation Army (Ye Sleeping Knights Of Jesus), due deliqui a cappella (fra cui Uncorrected Personality Traits) e serenate di tenera follia (Flavour Of Night e I Often Dream). E` la teoria di Madcap Laughs eretta a prassi. Il folklore americano nero e bianco impregna di umori populisti e ritualistici le filastrocche naive di Hitchcock. Le gag piu` esilaranti (il blues spettrale di Sounds Great When You're Dead e il lied "brechtiano" I Wish I Was A Pretty Girl) sono nenie demenziali con accompagnamento dissonante che rimarranno fra i classici del suo repertorio. E` questo il disco in cui meglio si esprime la sua personalita` eccentrica, e non a caso rimarra` anche la sua opera piu` crepuscolare e al tempo stesso la piu` sperimentale.

Una svolta fondamentale nella sua carriera e` rappresentata dall'album Fegmania (Midnight Music, 1985), accreditato a una nuova formazione rock, gli Egyptians, che di fatto sono la nuova incarnazione dei Soft Boys senza Rew. Il sound acquista grinta, classe e disordine, flirtando con world-music e punk-rock. Lo humour di Hitchcock, che riesce a fondere il comico e il tragico dell'esistenza umana, si avvantaggia di questi arrangiamenti sofisticati, In un crescendo di inventiva sregolata si susseguono la cantilena hawaiana di Egyptian Cream, il tenero jingle-jangle di Another Bubble (una delle sue melodie piu` felici), la ballata angelica con testi criminali di My Wife And My Dead Wife, il tribalismo sinistro di Man With The Lightbulb Head, l'esilarante polka-beat a rotta di collo di Strawberry Mind, la celestiale allucinazione a ritmo frenetico funk-caraibico di The Fly e infine la serenata folk-rock d'intensita` quasi religiosa Heaven, una serie mozzafiato di gag eccentriche degne di Underwater Moonlight.

Il gruppo si scatena anche sull'album dal vivo Gotta Let This Hen Out (Relativity, 1985).

Element Of Light (Relativity, 1986), uno dei suoi dischi piu` complessi e corposi, ha il solo difetto di indulgere troppo nel morboso solipsismo di questo anti-eroe post-hippie. Gli arrangiamenti sono forse eccessivi quando tentano di vendere il suo folk-pop con produzioni "disco" (la marcetta di Somewhere Apart), heavy metal (If You Were A Priest), AOR (Raymond Chandler Evening), and retro (Somewhere Apart), ma altrimenti funzionano (Lady Waters ha la classe di Underwater). Dubbia anche l'efficacia delle ballate eteree impostate su armonie vocali in tre e quattro parti (Winchester, Airscape, The Leopard).

Invisible (Relativity, 1986) raccoglie scarti e inediti.

Globe Of Frogs (A&M, 1988) e` contrassegnato da una produzione ancor piu` commerciale. Disco piu' disteso e ottimista del solito, in parte ispirato all'umorismo dei Monty Python, non ha molto da aggiungere a un discorso che e` gia` stato ripetuto fino alla nausea: il pow-wow indianeggiante della title-track, l'ennesima imitazione di Syd Barrett (Vibrating), etc. Pete Buck degli REM da` una mano in Chinese Bones e Flesh Number One (soprattutto la seconda). Rubano la scena brani insolitamente incalzanti, come se Hitchcock volesse recuperare il brio dei primi Soft Boys: Tropical Flesh Mandala, Unsettled, Sleeping With Your Devil Mask, che e` quasi un rockabilly, e soprattutto il motivetto effervescente di Balloon Man, uno dei suoi migliori tributi al sound spensierato degli anni '60. Nello stesso anno esce come retro di un singolo Legalized Murder, una ballata pianistica di protesta.

Queen Elvis (A&M, 1989) continua la progressione verso un sound sempre piu` arrangiato alla Julian Cope. Gli arrangiamenti oscurano la sua nitida scrittura surrealista al punto da rendere irriconoscibili Devil's Coachman (sembrano gli XTC), One Long Pair Of Eyes (una ballad di AOR), Wax Doll (a due passi dal country di Nashville). A redimere questi obbrobri di produzione sono Madonna Of The Wasps (in un tripudio di sonorita` power-pop e jingle-jangle), la nervosa Freeze e le armonie vocali di Veins Of The Queen Buck collabora a ben quattro canzoni. Hitchcock non e` mai stato cosi` radiogenico, non e` mai stato cosi` poco se stesso. Come retro di un singolo esce Ruling Class, che e` persino un boogie da saloon cantato in un baritono da cowboy con tanto di coro di falsetti.

Dopo queste prove un po` monotone, Hitchcock pensa bene di tornare allo spirito e al sound ascetici di I Often Dream Of Trains (che forse rimane il capolavoro della sua carriera solista) con l'album Eye (Twin/Tone, 1990 - Yep Roc, 2008). Altrettanto acustico e introverso, il disco ha dalla sua una delicatezza che il modello (ancora immerso nell'esuberante ed eterodossa filosofia psichedelica) non aveva.
La sua specialita` rimangono le tristi ballate amorose come Cynthia Mask (filastrocca di pianoforte e armonie vocali alla Soft Boys) e Executioner; ma l'album rigurgita di blues (Flash Cartoons), boogie (Clean Steve), rockabilly (Beautiful Girl), folk (Raining Twilight Coast, raga (Glass Hotel, uno dei suoi vertici) e pop (Satellite) per sola chitarra, arrivando a lambire il parlato comune in Linctus House. Sono brani in cui perfezione e nudita` diventano sinonimi, rasentando lo zen del rock in Queen Elvis. E` una miscela che mescola parti eguali di Syd Barrett, Bob Dylan, Nick Drake e Leo Kottke. Nessuno sa come lui trasformare in musica emotivamente immediata delle meditazioni solenni sulla condizione umana come queste impiegando soltanto dei mezzi tanto semplici.

Perspex Island (A&M, 1991) compie un'altra virata di centottanta gradi: arruola di nuovo gli Egyptians e prova un'altra volta a fare di Hitchcock un cantante pop falsamente intellettuale alla John Lennon. L'hit e` So You Think You're In Love, un'altra piccola gemma del suo catalogo di ballate innocenti, seguito da brani rock come Oceanside (chiassosa e psichedelica) e Ultra Unbelievable Love, relegando in secondo piano l'ode alla solitudine di Birds In Perspex, la fiaba incantata di She Doesn't Exist, e Ride, ballad intonata nel registro sentimentale di John Lennon. Buck domina il disco, ma non e` un vantaggio (vedi gli eccessi di Earthly Paradise). Hitchcock racconta storie toccanti che raramente la musica accompagna con la dovuta serieta`.

Fedele all'altalena a cui ha abituato i suoi fan, Respect (A&M, 1993) e` il suo album "elettronico". Gli arrangiamenti non sono necessariamente commerciali, ma sono piu` pesanti ancora. E talvolta il risultato e` di riaccendere il folletto surreale che sembrava definitivamente spentosi. Hitchcock indovina Driving Around, a meta` strada fra il bubblegum piu` orecchiabile e le gag psichedeliche dei primi Pink Floyd, e The Yip Song, strimpellata in maniera frenetica come un bluegrass, ma poi si lascia trascinare di nuovo nello stesso equivoco: la produzione delle canzoni piu` facili da consumare (Railway Shoes) ne penalizza il lirismo, e gli arrangiamenti delle canzoni piu` complesse (Serpent At The Gates Of Dawn e The Wreck Of The Arthur Lee) sono un misto non troppo originale dei Beatles di Penny Lane e della Band di Big Pink. L'"altro" Hitchcock si prende la sua rivincita con When I Was Dead, Arms Of Love. Meglio ancora il requiem-serenata di Bright Fresh Flower, per organo e chitarra acustica, che esce come retro di un singolo coevo.

Peccato che Hitchcock si faccia prendere dal panico e pubblichi una serie di scarti registrati fra il 1981 e il 1987, You And Oblivion (Rhino, 1995), che rappresentano un nuovo momento di fiacca.

Riporta alle sue atmosfere piu` tipiche invece il singolo I Something You (K).

Moss Elixir (Warner Brothers, 1996) ritorna al formato solista, che meglio gli si addice, ma la triste riflessione autobiografica di Man With A Woman's Shadow, la cupa meditazione filosofica di Filthy Bird, la satirica accusa di Devil's Radio non hanno ne` mordente ne` orecchiabilita`. Le canzoni che hanno nerbo (Sinister But She Was Happy, I Am Not Me) non hanno storia. In piu` punti Hitchcock sembra rifare il verso ai Beatles, che non e` mai un buon segno (The Speed Of Things, Beautiful Queen sembra un omaggio a Penny Lane). Il disco si risolleva verso la fine con qualche eco del suo passato (l'incalzante De Chirico Street e Alright Yeah, forse la migliore, se non altro una buona imitazione dei Byrds). E` il quinto o sesto tonfo consecutivo, a confermare che Hitchcock si sta trasformando da Syd Barrett in John Lennon.

Il Greatest Hits (A & M, 1996) assembla materiale del periodo che va dal 1988 al 1993.

Hitchcock soltanto sporadicamente e` riuscito a far scoccare la scintilla del suo genio musicale. Forse la vera anima dei Soft Boys era Kimberley Rew.

Grazie a uno humour tipicamente britannico, Hitchcock e` il naturale erede di Barrett. Ed e` con Partridge e Costello una delle intelligenze piu` lucide della new wave britannica. Oltre a Barrett, Hitchcock deve qualcosa anche a Lennon e a Davies, tracce dei quali vengono a galla di quando in quando nel suo canzoniere. Nei ritornelli paradossali di Kingdom, Acid Bird, Heaven, Another Bubble, nei boogie demoniaci di Underwater Moonlight, I Wanna Destroy, Cars She Used, Brenda, Lady Waters e nelle gag criminali di My Wife, Sound Great, I Wish I Were e Uncorrected Personality Traits Hitchcock condensa in effetti l'intera scuola britannica della melodia umoristica.

The Jonathan Demme soundtrack, Storefront Hitchcock (Warner, 1998), contains mainly terrific live renderings of old favorites and two new classics, Where Do You Go When You Die and 1974, that betray a melancholy resignation to middle age.

Leaving behind the somber moods of the 1990s, and possibly thanks to collaborators Kimberley Rew (after an 18-year hiatus), Peter Buck (of REM) and Grant Lee Phillips (of Grant Lee Buffalo), plus three quarters of Young Fresh Fellows, the upbeat and bouncy, guitar-driven Jewels for Sophia (Warner, 1999), sounds like a return to form, and specifically to Black Snake Diamond Role. Except for Mexican God, the sinister storyteller is gone and the weird serenader (You've Got a Sweet Mouth on You Baby) and psychedelic rocker (The Cheese Alarm) are back. Viva! Sea-Tac, Nasa Clapping and Elizabeth Jade all match witty lyrics to musical rave-ups the way the young artist used to do.

Compared with its verve, A Star From Bram (Editions PAF, 2000) sounds more like a demo than an album. However, Hitchcock's assett has always been the lyrics, not the music. It's the words that make Daisy Bomb, I Saw Nick Drake, 1974, Adoration Of The City and I Wish I Liked You the near-epics they are. Music matters only in a few atmospheric songs, like The Green Boy. Mostly, this is a man who happens to use a guitar but could as well cut spoken-word records. Kimberley Rew has returned, but his guitar is barely a factor. Only 1974 and We Are The Underneath have a peppery quality that would greatly enhance most of Hitchcock's laid-back litanies.

(Translation by/ Tradotto da Milena Ferrante)

La colonna sonora di Storefront Hitchcock (Warner, 1998), diretto da Jonathan Demme , contiene piu' che altro superbe versioni live di vecchi "hit" e di due classici piu' recenti, Where Do You Go When You Die e 1974, che tradiscono una malinconica rassegnazione alla mezza eta'.

Rinunciando al mood tenebroso degli anni 1990, e anche grazie alle collaborazioni di Kimberley Rew (ritrovato a distanza di 18 anni), Peter Buck (dei REM) e Grant Lee Phillips (dei Grant Lee Buffalo), piu' tre quarti dei Young Fresh Fellows, Jewels for Sophia, gioioso e vivace, incentrato sulle chitarre (Warner, 1999), suona come un ritorno alla forma dei bei tempi, e in particolare a Black Snake Diamond Role. Eccetto che per Mexican God, il sinistro cantastorie e' scomparso per lasciar posto all'eccentrico cantore di serenate di(You've Got a Sweet Mouth on You Baby) e al rocker psichedelico di(The Cheese Alarm). Viva! Sea-Tac, Nasa Clapping e Elizabeth Jade sposano l'intelligenza delle liriche ai trip stranianti tipici del suo periodo giovanile.

Paragonato alla sua verve, A Star From Bram (Editions PAF, 2000) suona piu' come un demo che come un disco vero e proprio. Comunque, il punto di forza di Hitchcock sono sempre stati i testi, non la musica. Sono le liriche che rendono Daisy Bomb, I Saw Nick Drake, 1974, Adoration Of The City e I Wish I Liked You gli pseudo-poemi che sono. La musica conta solo in alcuni pezzi d'atmosfera, come The Green Boy. Perlopiu' si tratta di qualcuno che si trova a comporre con la chitarra ma i suoi potrebbero benissimo essere dischi di spoken-word. E' tornato Kimberley Rew, ma la sua chitarra non sembra un fattore cosi' determinante. Solo 1974 e We Are The Underneath possiedono quella brillantezza che renderebbe molto migliore gran parte delle pesanti litanie di Hitchcock.

Robyn Sings (Editions PAF, 2002) is two CDs of Hitchcock performing Bob Dylan songs.

Luxor (PAF, 2003) is a collection of sparse acoustic folk that sounds as sincere as outdated.

Spooked (Yep Roc, 2004) continues Hitchcock's quite depressing artistic decline. Gillian Welch and David Rawlings and many more (acoustic) instruments than usual try to compensate the weakness the material. Folk-pop songs such as Television are hardly original, interesting or relevant.

Obliteration Pie (Oak Tree, 2005) collects new versions of old songs, covers, live versions.

Ole Tarantula (Yep Roc, 2006) debuted Hitchcock's new band, the Venus 3, featuring Scott McCaughey on bass (Young Fresh Fellows, Minus 5), Peter Buck on guitar (R.E.M.), Bill Rieflin on drums (Ministry). The album also features Kimberley Rew (Soft Boys), Chris Ballew (Presidents Of The USA), Sean Nelson (Harvey Danger), old British glory Ian McLagan (Faces), etc. In the process, Hitchcock rediscovers his talent at painting tiny frescoes of melancholy surrealism (Museum Of Sex) at the sound of classy garage-rock a` la Soft Boys (Adventure Rocket Ship, Underground Sun) with intermezzos of gentle psychedelia (the six-minute Belltown Ramble, Red Locust Frenzy) and catchy choruses (Cause It's Love ).

Shadow Cat (2008) is a collection of rarities from the 1990s. I Often Dream Of Trains In New York (Yep Roc, 2009) is a compilation of old material that includes a DVD of live performances.

The five-disc set I Wanna Go Backwards (Yep Roc, 2008) collects Eye, I Often Dream Of Trains and Black Snake Diamond plus rarities.

Goodnight Oslo (Yep Roc, 2009), the second album with the Venus 3 (Peter Buck, Scott McCaughey, and Bill Rieflin), is sheer routine. None of the songs sounds particularly original, nor do the diligent arrangements cause more than a slight state of awareness. The Venus 3's Propellor Time (2010) was actually recorded in 2006.

Tromso, Kaptein (Hype City, 2011) contains a spartan version of Raining Twilight Coast and new songs like Erasing Your Life, Living Blue Afternoon, August In Hammersmith, and especially Dismal City.

Love From London (Yep Roc, 2013) featured a new band (bassist Paul Noble, cellist Jenny Adejayan and vocalists Lizzie Anstey, Jenny Marco, Lucy Parnell and Anne Lise Frokedal) performing new songs in the style of the Soft Boys like Love and Death, Strawberries Dress, My Rain, and the six-minute closer End of Time.

The double EP There Goes The Ice (Yep Roc, 2013) collects his five "phantom 45's" including There Goes The Ice (with KT Tunstall on backing vocals), Twitch For Sam Surfer (with Green Gartiside of Scritti Politti on backing vocals) and especially Comme Toujours (with Jenny Adejayan on cello).

The Man Upstairs (Yep Roc, 2014) was produced by veteran producer Joe Boyd, who probably influenced the choice of covers (The Doors' The Crystal Ship, Roxy Music's To Turn You On, the Psychedelic Furs' The Ghost in You). A new original stands out: Trouble in Your Blood (besides a reprise of Comme Toujours).

After moving to Nashville, he recorded Robyn Hitchcock (Yep Roc, 2017), influenced by country-rock (I Pray When I'm Drunk, 1970 in Aspic) but still excelling at his quirky pop (Detective Mindhorn).

(Translation by/ Tradotto da xxx)

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