If English is your first language and you could translate my old Italian text, please contact me.
|
Gli Hula vennero formati a Sheffield da Ron Wright sotto l'influsso dei secondi
Cabaret Voltaire, quelli delle discoteche alla moda. Rispetto ai maestri del compromesso commerciale, gli
Hula sfoggiavano anche un basso davvero funky (quello di John Avery).
I primi album, Cut From Inside (Red Rhino) del 1983 e
Murmur (Red Rhino) del 1984, misero in luce velleita` sperimentali che per meta` riprendevano
la lezione pagana ed esoterica dei 23 Skidoo e per meta` indulgevano in ipnosi melodiche alla Eno. I
singoli erano tutt'altra cosa: propulsi da cadenze epidermiche e ancestrali, alimentavano danze tanto
invasate quanto sinistre. Psicoticamente tribale in Fever Car, oniricamente jazz in Freeze
Out, atmosferico e melodico in Black Wall Blue, il sound degli Hula compiva miracoli di
fusione in brani come Get The Habit, fra fratture hip hop, marce africane e fanfare funky.
Dissonante e malato in Big Heat, industriale e festoso in Mother Courage, ipnoticamente
ossessivo in Walk On Stalks Of Shattered Glass, tragico e funereo in Tear Up, il loro ballo
elettronico vanta uno sprettro espressivo molto ampio e assomiglia poco a quello degli altri gruppi di
Sheffield.
A partire dal doppio 1,000 Hours del 1986, per meta` dal vivo, aveva
pero` avuto inizio una rapida parabola discendente: dopo la colonna sonora di un'esibizione d'arte
Shadowland, uscirono Voice, con la trascinante Poison, e Threshold,
sempre piu` avari di esperimenti.
|