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Jonathan Richman e` un cantautore di Boston che venne alla luce ai primordi
della new wave, e a quella venne associata. In realta` la sua musica (un folk
gioviale e spartano che narrava storie di adolescenti) aveva poco o nulla in
comune con il chiasso e la rabbia del punk-rock o anche soltanto con le
pose intellettuali della new wave.
Nel corso degli anni Richman impose una "maschera" di ragazzo timido e
complessato che osserva i suoi contemporanei e se stesso con il piglio del
giullare satirico.
Richman e` l'erede piu` diretto della "cronaca" di costume inaugurata da
Chuck Berry, in cui il cantante rock prende lo spunto da un fatto piu` o meno
banale, lo trasforma in una parabola che vale per la sua intera generazione
e lascia che sia questo valore metaforico ad intrattenere il pubblico. In
questa stagione Richman, molto isolato, non trova pero` il giusto
accompagnamento musicale.
Richman e` rimasto in disparte nella scena della musica rock, arroccato
attorno alla sua estroversa vena satirica, al suo candido ottimismo da
provinciale, e alla sua dedizione per il folklore urbano.
Passato per le officine di John Cale e Kim Fowley, e per le piazze di Boston,
Richman giunse al disco alla testa dei
Modern Lovers (Beserkley, 1976 - Rhino, 1986), un complesso (con Jerry
Harrison alle tastiere e David Robinson alla batteria) che da cinque anni
riproponeva lo stile ipnotico ed angoscioso dei piu` acidi e metropolitani
Velvet Underground. Alcuni nastri prodotti anni prima da John Cale
vennero alla luce dopo l'esplosione del punk rock e consacrarono la banda
fra i classici della rinascenza.
Altri inediti verranno alla luce anni dopo su
Original Modern Lovers (Bomp, 1981) e
Precise Modern Lovers Order (Bomp, 1994).
Il primo spiega come lo stile originale (quello curato da Fowley nel 1972)
fosse ancor piu` brutale di quello pubblicato nel 1976 da Cale.
Roadrunner ha l'incedere cinico e freddo dei bassifondi, con un ritmo
stentoreo attizzato da ipnotiche fitte d'organo.
Pablo Picasso e` un marziale boogie pianistico su cui si leva il
recitato grigio e distaccato di Richman.
She Cracked e` un ritornello psichedelico propulso da un martellante
ostinato di fondo.
Nell'insieme essi riproducono le atmosfere cupe e desolate dei night-club
underground e stanno con i reperti piu` allucinati della civilta` punk.
Ma l'originale concezione musicale di Richman emerse soltanto quando,
con singolare e improvvisa trasformazione, il cantante decise di arroccarsi
attorno a una grottesca poverta` strumentale e vocale (fino al suono acustico e
al canto senza inflessioni) in uno dei piu` clamorosi casi di regressione
infantile.
Jonathan Richman & The Modern Lovers (Beserkley, 1977)
e` un gioiello di bizzarria e di
spensieratezza adolescenziale, in cui convivono mirabilmente paradosso e
futilita`, un David Peel dal faccino pulito e un Todd Rundgren afono.
Ne scaturirono straordinarie caricature di teenage-music, melodie rock and roll
che si ispirano alle filastrocche dell'infanzia e che raccontano con sarcasmo
scene di vita giovanile di tutti i giorni, canticchiate con voce nasale
da un sorridente giovanotto dai capelli corti:
New England, un gioviale doo-wop che rimarra` la sua satira piu` pepata,
Hey There Little Insect, tribale e scoppiettante, la funerea e marziale
Lonely Financial Zone, l'altra grande satira
di Abominable Snowman In The Supermarket cantata con la foga naif di
un David Peel, lo shuffle di strada
Here Come Tha Martian Martians, la swingante Rockin' Shopping Center,
l'altro, piu` romantico, doo-wop Important In Your Life,
e la South American Folk Song,
bell'incrocio fra Ennio Morricone e un complessino reggae.
Sempre a meta` strada fra il rimpianto della spensieratezza degli anni '60
e la satira giullaresca (nella parte dell'idiota che e` piu` intelligente di
coloro che ridono di lui), Richman specula sul buffo e sul kitsch, maestro
della finzione e dell'inganno; e vive come Alice in un paese delle meraviglie
popolato di piccoli insetti, piccoli aeroplani, piccoli dinosauri.
Rock And Roll (Beserkley, 1977) acui` la crisi psicofisica,
spolpando del tutto il suono, fino
al limite del solo parlato, e mischiando ninnananne, doo-wop e folk di
strada con foga ancor piu` bambina. Canzoni-barzelletta come
Ice Cream Man, il suo doo-wop piu` melodico e scanzonato (con tanto di
campanello da gelataio),
Dodge Veg-o-matic, ancora uno shuffle di strada alla David Peel,
con sapori dell'era beatnik, grancassa da Salvation Army, colpi di gong
egiziani, coristi ubriachi, il famigerato riff di La Bamba
e un canto/recitato degno del bebop,
Rockin' Leprechauns, un rock and roll sgangherato per ensemble da
sottoscala,
Afternoon, un reggae flamenco con cori da music hall, e
la novelty canora di Roller Coaster By The Sea sono ritornelli minimali
accompagnati da un complesso-farsa,
degni corollari al programma di musica etnica per picnic all'aperto;
il quale complesso e` pero` capace di cesellare pezzi strumentali come il grande
comicissimo Egyptian Reggae.
In essi Richman proclama la sua fede in un rock che sia appena bisbigliato, per
cogliere anche le minime sfumature della sensibilita` adolescenziale (in
concerto Richman arriva spesso a zittire il pubblico con un canticchiare quasi
impercettibile).
Il Live del 1978 aggiunse al canzoniere tre inediti: I'm A Little
Airplane, un rock and roll alla Berry, I'm A Little Dinosaur, altro
doo-wop alla Dion, e il country-reggae My Little Kookenhaken.
Back In Your Life (Beserkley, 1979) insiste nell'equivoco,
con Morning Of Our Lives, tema da musical alla Tea For Two che
inneggia ad una filosofia di vita reminescente del trascendentalismo del
suo conterraneo Ralph Waldo Emerson,
My Love Is A Flower Me, ballata acustica con coretto anni '50,
la gioviale Party In The Woods, la gag surreale di Nature's Mosquito,
la triste e delicata Affection, suo testamento morale,
e un altro esilarante sketch
da music hall pan-etnico, Abdul And Cleopatra.
Trasferitosi a Berkeley (California),
dopo un periodo di esilio volontario dalle scene artistiche, Richman fa
ritorno, su Sings (Sire, 1983), con la massima naturalezza e semplicita`,
senza essere cambiato di una virgola, anzi essendo progredito in eloquenza e
humour:
This Kind Of Music potrebbe essere un rock and roll degli anni '50,
Give Paris One More Chance un rhythm and blues con sassoono "honking",
That Summer Feeling una nostalgica ballata folk (forse la piu` grande
della sua carriera) e Those Conga Drums un'ennesima novelty doo-wop.
La frivola mondanita` dei suoi doo-wop caricaturali ne fanno il trobadour
gnomico piu` importante dell'era (Not Yet Three e` una canzone di protesta
che esprime il punto di vista sugli adulti di un bambino).
Rockin' And Romance (Twin Tone, 1985) e` ancor piu` casual e minimale (ma con ben otto
coristi!) e pone l'accento sull'autobiografia comica:
il cantautore piu` mondano e naif del rock contempla i propri jeans
(My Jeans), loda la spiaggia (Beach), rievoca vacanze esotiche
(Down In Bermuda), fra un'altra ballata nostalgica (Fenway) e
un'altra melodia doo-wop (Vincent Van Gogh), piccolo San Francesco
del mondo post-puberale.
In realta` Richman ha smesso da tempo di cantare gli "happy days" degli anni
'50. Le sue liriche sono un campionario di saghe adolescenziali degli
'80. E' sempre l'innocenza ad impensierire il buffo menestrello di Boston,
ma l'innocenza (presente) dei piu` giovani, non quella (passata) dei piu`
anziani. Con David Thomas e` l'intellettuale piu` sereno e ottimista della
new wave.
Il canzoniere si arricchisce cosi` di anno in anno.
It's You,
lo strumentale Yo Jo Jo, il piu` aggressivo della sua carriera, e
l'ode anti-consumista Corner Store
su It's Time For (Upside, 1986);
la canzone erotica Gail Loves Me,
la novelty surreale When Harpo Played His Harp,
il rock and roll alla Holly Dancing Late At Night e
il garage-rock California Desert Party
su Modern Lovers 88 (Rounder, 1987);
un'ode alla Fender Stratocaster e la filastrocca comica di
I Eat With Gusto
su Jonathan Richman (Rounder, 1989), il piu` primitivo e spartano in assoluto.
Richman ha sfruttato fino alla nausea la bubblegum music, resa con un
monotono e anonimo canto nasale, e ne ha fatto
un veicolo, volutamente improbabile e inadeguato, per il suo tenero,
adolescenziale, romantico minimalismo.
Nell'insieme filastrocche e strumentali costituiscono un raro campionario
di musica fuori moda e di nonsense
del quotidiano. Giocattoli o capricci che siano,
questi brani si inseriscono di diritto con i film dei fratelli Marx e i
romanzi di Vonnegut sul podio delle piu` comiche inutilita` della
civilta` americana,
ma con un'attenzione per l'uomo qualunque degna del naturalismo.
Negli ultimi tempi Richman ha dato segni di stanchezza: dopo due
album spartani che non avevano aggiunto brani significativi al repertorio
e un'incursione nel country,
Jonathan Goes Country (Rounder, 1990),
l'eccentrico bostoniano registra dal vivo
Having A Party (Rounder, 1991), con un altro rosario di confessioni
comiche iper-realiste, in gran parte dedicate alle sue disavventure
matrimoniali (When She Kisses Me, Just For Fun),
che ormai appartengono al genere del
soliloquio comico piu` che al rock (l'accompagnamento musicale e` veramente
minimo).
I, Jonathan (Rounder, 1992)
conferma quell'umore un po' nostalgico e un po' paranoico, mascherato
dalle solite gag narrative (I Was Dancing In The Lesbian Bar,
Parties In the USA, Velvet Underground) e da almeno
una riuscita anomalia armonica (A Higher Power).
Se Richman fosse sincero con il titolo di
You Must Ask The Heart (Rounder, 1995), smetterebbe di
incidere dischi. Ha nauseato anche i fan piu' accaniti con questa sequela
di copie identiche una all'altra. A ripensarci anche i primi dischi non
e' che fossero il massimo dell'originalita'. Quando si imposta la propria
arte attorno a uno scherzo, bisogna anche ricordarsi che uno scherzo e'
bello finche' e' breve.
Anche le migliori,
To Hide A Little Thought e Let Her Go Into The Darkness, sono
osservazioni adulte che hanno poche del brio di un tempo.
Surrender To Jonathan (Vapor, 1996) contiene piu` che altro versioni
meglio arrangiate di un paio di suoi classici.
My Little Girl's Got A Full-Time Daddy Now,
Not Just A Plus One On The Guest List Anymore e
Surrender sono simpatiche ma, ancora una volta, appartengono piu` alla
filosofia che alla musica.
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