Killing Joke were less mental and
more physical than other dark-punk bands: the dissonant, tribal, apocalyptic spasms of their
early singles, such as Requiem (1979) and
Wardance (1979), and of their first album,
Killing Joke (1980), were as powerful as Pere Ubu's "modern dance".
Like the rest of the gothic contingent, during the 1980s Killing Joke wasted
their talent setting their visions to a dance beat, but Martin Atkins
eventually revitalized the band with the thundering and barbaric sound of
Extremities, Dirt & Various Repressed Emotions (1990).
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L'influenza esercitata dai Killing Joke sui gruppi degli anni '90,
in particolare quelli della musica industriale e del "noise-rock", non ha forse
eguali negli annali del rock Britannico.
Il rock apocalittico dei Killing Joke puo` essere visto come il punto d'incontro
fra due tradizioni, quello del futurismo britannico, che veniva dalle gelide
piece degli Ultravox, e quello della new wave americana, che veniva dalle
grottesche pantomime dei Pere Ubu. Si tratto` in effetti di una sintesi
di portata storica, che avrebbe stravolto per sempre il significato di
canzone rock (chitarra dissonante, elettronica distorta, canto psicotico).
La loro storia inizio` alla fine degli anni '70, sotto la guida del cantante e
organista Jaz Coleman, con un trittico di singoli.
Il primo Almost Red (1979), con il dub Turn To Red e soprattutto l'incalzante
Are You Receiving, era ancora incerto nei suoi tentativi di scalvalcare
il
punkrock. Ma il secondo e il terzo gettavano di fatto le fondamenta per gran
parte del rock d'avanguardia del decennio successivo.
La forza sprigionata con nonchalance da Requiem (1980) era emblematica dell'efficacia
della tecnica del gruppo: l'incalzante balletto meccanico del basso, la nuvola
fluttuante di distorsioni della chitarra, il canto-urlo angosciato che biascica
un ritornello quasi singhiozzandolo hanno come unico scopo quello di costruire
tensione drammatica. Come nei migliori thriller l'importante e` far intuire
cio` che accadra` senza farlo necessariamente accadere, cosi` nei Killing Joke
il trucco sta nel far percepire la musica che non necessariamente verra'
suonata; sta in quel modo di dilazionare all'infinito lo sviluppo logico del
brano, nell'indulgere voyeuristicamente nei suoni che dovrebbero essere dei
preparativi allo scopo del brano.
Molto piu` aggressiva, di una violenza piu` esplicita, e` Wardance (1980),
strutturata come un macabro pow-wow, con il riff di chitarra ripetuto
ossessivamente, un canto-grugnito diabolico, coro di alieni alla Devo e frasi
miasmatiche di sintetizzatore (suonato da Coleman).
I Pere Ubu in versione catacombale ed oltretombale, insomma.
In questi due brani era gia` riassunta tutta la loro filosofia sonora:
Kevin "Geordie" Walker percuoteva la chitarra ora estraendone delle rasoiate dissonanti,
ora tirando sciabolate quasi heavymetal e ora battendo una cadenza folle;
Jaz Coleman inveiva contro l'umanita', bardo nichilista-futurista dell'era
post-industriale; il batterista Paul Ferguson teneva un tempo tribale e
sinistro, che il basso robotico di Martin Glover trasformava in qualcosa
di gelido e astratto.
Killing Joke (EG, 1980) non fece che mettere per esteso quelle idee
programmatiche ed applicarle a diverse forme sonore. In Tomorrow's World il
synth conficca ad intermittenza una figura melodica di tre note dentro un
andamento alla Siouxsee (molto distorto, ma anche cadenzato lento e pesante,
con cupo incitamento di un urlo da sciamano tenuto in secondo piano).
I Killing Joke espandevano la loro sfera d'influenza sul gotico e sul futurista
che da anni permeavano la musica britannica.
Bloodsport, il brano piu` funky, in cui tutti quelli elementi (tribali,
elettronici, metallurgici, abrasivi) vengono messi al servizio del ballo,
era invece la versione per discoteca del loro metodo, e anticipava di un
decennio soluzioni della musica industriale degli anni '90.
The Wait (Malicious Damage) assimilava anche il chitarrismo crepitante
e incalzante dell'heavymetal, immergendolo in un contesto molto ritmato, con
batteria e basso impegnati a tenere una cadenza forsennata, che all'improvviso
deragliava in maniera dissonante, per poi riprendere di nuovo ineluttabile la
sua "danse macabre"; su tutto si ergeva un grido epico di Coleman, colmo di
angoscia e disperazione
All'universo sonoro dei Pop Group si riallacciava Change, forte di un ritmo
sincopato da macchinario pesante, di dissonanze-clangori di chitarra e
di un urlo riverberato come nel dub.
La piu` sperimentale di tutte era $.0.36, che dal caos riesce a costruire una
cadenza da rituale esoterico, nella linea tracciata dai Cabaret Voltaire.
Il disco si chiudeva appropriatamente con Primitive, praticamente soltanto
una lunga "attesa" del ritornello che non verra', mentre la sezione ritmica e la
chitarra continuano implacabili a ripetere gli stessi ottusi suoni.
Questi inni dell'apocalisse, magniloquenti ed enfatici, definirono una volta
per tutte come mescolare chitarra, tastiere, sezione ritmica e canto,
ovvero la polifonia, nel dopoguerra punk.
Il secondo album, What's This For (EG, 1981), omologo` quel sound per il mondo della
discoteca, pur sacrificando relativamente poco del suo impeto sinistro.
Persa per strada era soprattutto la foga frenetica ed esagitata del punkrock.
I brani valevano piu` per i "marchi di fabbrica" che per lo svolgimento:
il terrificante chiasso chitarristico che dilania The Fall Of Because a ritmo
frenetico di tam-tam (e l'urlo di Coleman sembra a quel punto davvero perdersi
in una caduta a precipizio dentro una voragine);
la rielaborazione dei concetti-base del dub in Madness, trasformata in lunga
e allucinata danza di guerra;
la fusione di funky, africanesimo e heavymetal in Tension, per coniare
una nuova forma di ballabile;
il rombo incessante della sezione ritmica in Unspeakable.
la compenetrazione di ritmo, elettronica e riff in Exit , dando origine a
qualcosa di ipnoticamente anti-armonico.
L'unica canzone che potesse valere in quanto tale era Follow The Leaders,
in cui l'incedere ballabile (uno dei piu` veloci, assordanti e poliritmici)
era messo al servizio di un horror futuribile.
Revelations (EG, 1982) confermo` pero` le carenze di immaginazione del gruppo,
che si stava arroccando attorno ai trucchi del proprio mestiere.
La virata verso il ballabile frutto` comunque il primo hit, Empire Song.
Dopo quella prova sbiadita il bassista (Youth) abbandono` il gruppo.
Con Paul "Raven" Vincent al basso uscirono prima il singolo Birds Of A Feather
(1982) e poi il quarto album, Fire Dances (EG, 1983). Questo e` praticamente un
festival della batteria di Ferguson, che domina dall'inizio alla fine,
propellendo la filastrocca marziale di Rejuvination, conducendo la selvaggia
quadriglia di Frenzy,
La produzione ha per la prima volta attenuato i toni cupi, e qualche raggio
di sole illumina finalmente la penombra. Ne risultano canzoni molto piu'
convenzionali (e melodiche) come Feast Of Blaze e Let's All Go.
Night Time (EG, 1985) conferi` decisamente piu` spazio e preminenza ai ritornelli
orecchiabili (in particolare Eighties e Love Like Blood, i loro unici veri
hit) che ai brani all'antica.
Su Brighter Than A Thousand Suns (EG, 1986)
ormai contano soltanto le frasi atmosferiche
del synth e il battito metodico della rhythm-machine. Sanity e` l'hit di
turno, Adorations il brano piu` paranoico. Ma, dopo altri cambiamenti di
formazioni e un ultimo album, Outside The Gate (EG, 1988),
Coleman e Walker decisero di sopprimere il gruppo.
Nel frattempo alla batteria era subentrato Martin Atkins (ex P.I.L.).
Fu proprio lui l'animatore della nuova formazione (un quartetto con
Coleman, Walker e Raven) che registro`
Extremities, Dirt & Various Repressed Emotions (Noise International, 1990).
Il suo tempestoso "drumming" puntella uno dei sound piu` violenti e
travolgenti della loro carriera, maelstrom di accordi laceranti e di
Coleman non ha perso il vizio di cantare (invece che limitarsi ad urlare come
faceva all'inizio), ma in compenso Walker ha scoperto Jourgensen (Ministry)
e ha imparato la lezione.
Per ogni predica didascalica come Age Of Greed, c'e` un incubo massiccio,
a velocita` stratosferica, come Money Is Not Our God;
per ogni brano teatrale e ad effetto come Inside The Termite Mound,
c'e` una danza macabra, tumultuosa e camaleontica, come The Beautiful Dead;
per un quasi-grindcore come Extremities, c'e` un quasi-thrash come
Struggle.
La novita` piu` saliente rispetto al suono classico e` l'abilita` nel
movimentare l'andamento di una canzone, o cambiando tempo, o cambiando
arrangiamento, o cambiando melodia, per costruire atmosfere di panico
(Solitudine) e di trauma (Slipstream).
In effetti il riferimento piu` diretto di questo disco e` il Second Edition
dei Public Image Ltd.
I rumori e le dissonanze sono elegantemente dosati, fusi nel "mix"
in modo da non essere mai percepiti come discontinuita` (quasi come nei dischi
degli ultimi Pink Floyd).
Dal punto di vista "drammaturgico", se non "drammatico", e` il loro disco
migliore.
Coleman ha anche registrato nel 1990 con Anne Dudley
(degli Art Of Noise)
l'album
Songs From The Victorious City (TVT), in cui, affiancati da un'orchestra
tradizionale egiziana (violino, liuto, qunan, flauto), da una fisarmonica e da
altri strumenti africani, Dudley impegnata alle tastiere elettroniche e
Coleman al violino e al flauto, provano a mettere la world music a ritmo
discomusic, con risultati suggestivi se non sempre felici.
Murder Inc (Invisible, 1992) e` la sigla con cui Atkins
(ora attivo anche come Pigface),
rimette in pista i Killing Joke, tolto
Coleman, recuperato Paul Ferguson e inseriti
Chris Connelly
(canto) e John
Bechdel (campionamenti).
Atkins manovra quasi a distanza brani
come Supergrass, in cui conia un hardrock futurista che sembra discendere
soprattutto dagli Hawkwind, e Murder Inc, in cui propone una reinterpretazione
dell'hip-hop in chiave violentemente rock.
Lo sterile salmodiare di Connelly viene compensato dalla
granitica percussivita` di Atkins e Ferguson, dal dub insistito di Raven
e dalle scudisciate roventi di Walker,
elementi che esplodono nel gran finale di Last Of The Urgents. Alla fine
l'album vale forse piu` di quelli di Pigface.
Anni dopo altro materiale inedito verra` abbinato alla ristampa di
questo album su Locate Subvert Terminate (Invisible, 2000).
Pandemonium (Big Life, 1994) sfoggia la formazione originale
(Coleman, Walker,
Youth) meno Ferguson, intenta a tentare di riproporre la musica di se stessa
dieci anni dopo, ma l'Exorcism che lo pilota e gli altri rituali esoterici
non fanno piu` spaventare nessuno.
Le canzoni usano un'accozzaglia confusa di citazioni:
Led Zeppelin (Pandemonium), Tangerine Dream (Labyrinth), techno
(White Out), etc.
E Democracy (Big Life, 1996) e` talmente insicuro e confuso che sembra
essere stato composto
e registrato da fans amatoriali dei Killing Joke.
Democracy mostra quanto inferiori fossero diventati rispetto
ai loro discepoli Nine Inch Nails.
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