Teenage Jesus And The Jerks were the poster children of the no wave.
Their songs were barely one-minute long, but packed beastly instincts.
Lydia Lunch, their 17-year old "vocalist", was given only a few seconds to scream them, and didn't even
try to do a professional job. Guitars were strummed and drums were beaten
with a casual, annoyed, detached contempt.
Their music was the left-over of whatever musical inspiration had bled out
during a suicide attempt. Despite the obvious nihilism embedded in their
manners, their anti-musical primitivism was a vehicle to express teenage
angst. It was different from Chuch Berry's or Bob Dylan's vehicles for the
simple fact that teenage angst had mutated into something a lot uglier.
Their declared "bad taste" expressed
a desperate sense of loneliness and indifference.
Lydia Lunch went on to elaborate on
that intuition. While apparently reacting to the whole idea of elitist art,
Lunch affirmed the role of an "auteur" who was even more creative, original
and personal than the singer-songwriter or progressive musicians whose
goals were creativity, originality, etc.
Queen Of Siam (1980), her first solo albums,
featuring Billy Ver Planck's orchestra on a set of inept pop parodies,
displayed her capricious attitude and her contempt for "high art"
(and she impersonated a childish chanteuse that was obviously at odds with
morality). It was post-modernism turned upside down.
A series of bands followed, notably 13.13 (1982). Lunch became known
for songs that were fits of alienation, neurosis, claustrophobia, paranoia.
Lunch's nightmares were the nightmares of a street girl who grew up too
quickly and was terrified by life. Her decadent antics were set aside in
the lengthy psychodrama The Agony Is The Ecstasy (1982),
possibly her masterpiece, a cosmic and Freudian suite,
a still life of the wasteland, that, musically speaking, harked back
to acid-rock. That unholy liturgy led to the dejected litanies of
In Limbo (1984), another slow, languid, apathetic, hallucinated
torture and self-flagellation by a sinner who relished her stay in a
Dante-esque hell.
Later in her career, Lunch focused on the spoken word, drawn to music mainly
via collaborations and for theatrical purposes:
Stinkfist (1983), The Drowning (1984) and
Meltdown Oratorio (1987), with her partner Clint "Foetus" Ruin,
The Drowning Of Lucy Hamilton, with ex-Mars' Lucy Hamilton,
Naked In Garden Hills (1989), with Sonic Youth's Kim Gordon,
Shotgun Wedding (1991), with ex-Birthday Party's Rowland Howard, etc.
Her vulgar, sordid, degenerate and lascivious vocals had a unique, "negative"
appeal on that generation of composers.
She delved again into her depressing universe of dejected, meaningless lives on Smoke In The Shadows (2004), that resurrected the cadaver of her nocturnal languid smoky kitschy lounge noir jazz, as well as the spectre of her lifeless voice, scavenging emotions in an existential junkyard devastated by nihilism.
At the same time she successfully updated her cliche to the age of rap.
Throughout her career, her sensual moaning and demonic wailing coined a new art of vocal music, and, at the same time, reinvented the stereotype of the rock hero (heroine). Lunch stands as one of the great histrionic shamans of rock music, but a completely different kind than her predecessors Jim Morrison and Patti Smith.
If English is your first language and you could translate my old Italian text, please contact me.
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Lydia Lunch (1959) fu una delle musiciste che rivoluziono` il concetto di musicista
rock durante il sub-movimento "no wave" della "new wave" di New York.
La new wave aveva affermato il primato dell'"autore" rock. La no wave
ridicolizzo` quel primato, affermando la stupidita` dell'arte d'elite.
Ma proprio anti-musicisti come Lunch finirono per affermare semplicemente
un nuovo tipo d'autore, paradossalmente ancor piu` "autore" (originale,
creativo, personale) di quelli che intendevano denigrare.
Per molti versi Madonna fu la versione commerciale di
Lydia Lunch: fu Lunch la prima a strutturare la sua arte attorno alla
provocazione sessuale. A differenza di Madonna, pero`, Lunch ne faceva
un fatto puramente psichico, amplificando al massimo alienazione,
nevrosi, claustrofobia, etc. Quelle di Lydia Lunch non sono canzoni, ma
incubi. E sono incubi di una ragazzina di strada, una tipica esponente
di quella generazione cresciuta troppo in fretta, che vive terrorizzata
in camerette spoglie e buie, senza aver trovato un senso nella vita.
Il progetto Teenage Jesus And The Jerks venne lanciato della
"no wave" (1977) da due ragazzi tipici degli ambienti intellettuali di New York:
James Chance, sassofonista, e Lydia Lunch, cantante e chitarrista.
La diciottenne Lunch era l'ideologa del complesso. Era lei a ispirare canzoni
suonate in maniera molto approssimativa, anzi per la verita` appena abbozzate,
nonche' tanto violente quanto brevi, esagerando quello che era il principio
dei punk. Anche l'etica era quella nichilista dei punk, anche quella portata
alle estreme conseguenze di depressione e schifo.
Il repertorio del complesso, raccolto postumo su Everything (Atavistic, 1996), era composto da miniature melodiche e
ritmiche che esprimevano istinti bestiali. Lunch le strillava in
pochi secondi, e gli altri la accompagnavano strimpellando note scarne e
altrettanto stridule.
La musica dei Teenage Jesus era cio` che rimane dopo un metodico processo di
dissanguamento e corrosione del suono. Il loro non era soltanto primitivismo,
era un approccio volutamente non musicale.
Ma il cuore della loro arte non era la sperimentazione sonora, bensi` il
sentimento dell'angoscia.
Al centro della loro rappresentazione pagana dell'alienazione c'era la voce
di Lunch. In pochi secondi la cantante condensava un'emozione intensissima e
incontrollata, una specie di sconnesso magone infantile.
Stridula ed isterica, stremata dalla tossicita`
farraginosa di queste endovenose super-concentrate, la cantante ottiene il
massimo di allucinazione autobiografica dai suoi minimi mezzi vocali.
Chance e Lunch registrarono insieme
soltanto tre brani,
The Closet, Less Of Me e My Eyes, peraltro tra i piu`
rabbiosi e stridenti del gruppo.
La musica di quel gruppo
era il documento piu` sincero e approfondito sulla confusione e
sulla solitudine dei giovani metropolitani, attanagliati dal
terrore e dalla disperazione del quotidiano.
Ogni canzone, ambientata in un clima grigio ed opprimente, e` il piccolo poema
di una poetessa crepuscolare, affetta da complessi psichici vari, il
cui strazio, da esplosione della mente, si esprime in filastrocche concitate
e strillate nel tono di una bambina terrorizzata:
Burning Rubber, Baby Doll, Orphans.
Non e` musica, ma un frammento di musica.
Il tema dell'infanzia guastata, o abusata, ricorre di continuo, come nel
confuso incubo di una seduta psicanalitica
(I Woke Up Dreaming).
Le stanze squallide che ha abitato gli appaiono
come prigioni raccapriccianti (The Closet). Lunch e` maestra nel rendere
l'angoscia del "bambino-adulto" inerme di fronte al mostro della metropoli.
La sua voce si trascina in un gemito intermittente, a soprassalti, esausta,
convulsa, spasmodica, sul ritmo glaciale degli strumenti (usati anch' essi al
minimo delle loro possibilita` sonore, come semplici rumori).
Nei brani solo strumentali (Red Alert, Friend In Flop, Race Mixing),
che sono pulviscoli assordanti, e` evidente la reale pochezza degli esecutori,
capaci solo di due tre note e poi costretti a riparare nel caos. Lunch
in particolare usa la chitarra, con encomiabile coerenza, esattamente come la
voce, ora una distorsione cantilenante ora un singhiozzo ripetuto.
Portavoce sinceri di una terrificante denuncia della
condizione adolescenziale (non a caso il complesso si intitola al "Gesu' degli
adolescenti"), e quindi della violenza psicologica subita da tutti negli anni
piu` fragili della propria esistenza, ma troppo squilibrati e fisiologicamente
impotenti a sopravvivere, i Teenage Jesus si sciolgono nel 1979.
Lunch si conquisto` un minimo di celebrita` grazie alle pose da Lolita
intellettuale, da prostituta bambina, da donna sguaiata e amorale.
Il suo iper-realismo a fosche tinte si presta sia a questa forma di
pubblicita` "negativa" sia alla compassione. Non e` difficile riconciliare
il contrasto fra la paura che emerge dai suoi testi e l'arroganza spavalda
dei suoi atteggiamenti.
Lunch forma nel 1978 i Beirut Slump con
il cantante Bob Swope. Il suono si e` fatto ancor piu` tetro.
Gli spasimi nevrastenici dei Teenage diventano
lamenti monocordi privi di emozione, cadenze funeree al limite della
catalessi, rintocchi metallici di chitarra scordata.
I loro brani (Try Me, Staircase, See Pretty)
sono sempre piu` allucinati, fino a lambire le cacofonie free-form dei
Mars (con cui Lunch aveva suonato per qualche settimana).
Hysterie (Widowspeak, 1986) e` un'antologia di questi primi torbidi
anni (Teenage Jesus, Beirut Slump, Eight Eyed Spy).
Il primo album solista di Lunch, Queen Of Siam (Ze, 1980 - Atavistic, 1999), trasporta
la sua sceneggiata decadente indietro nel tempo:
realizzato con l'orchestra di Billy Ver Planck (arrangiatore delle colonne
sonore di Walt Disney), e sotto l'egida di Pat Irwin, nuovo braccio destro
dell'ombrosa eroina, l'album e` un pasticcio di generi senza capo ne`
coda, un assurdo puzzle di pezzi che non combaciano, un saggio di attriti
e di incastri sbilenchi, un frutto immaturo della sua noia esistenziale.
Bambina capricciosa, Lunch passa
con disinvoltura dalla musica di consumo alle filastrocche dell'infanzia. Il suo canto malato e disperato si fa quieto e remissivo e si affida
alla melodia in modo smaccatamente imitativo. Le canzoni si possono suddividere
in due categorie: verginali e orchestrali. Al primo gruppo,
quello dove piu` risalta la sua personalita` di Lolita "vissuta",
entreneuse in asili-squillo con annessi pista da ballo e night club,
appartengono la nenia "disco" di Atomic Bongos, il cabaret surreale di
Carnival Fat Man, il girotondo stralunato tutto d'un fiato di Blood Of Tin,
la litania annoiata di Mechanical Flattery, la filastrocca rallentata
di Tied And twist.
Del secondo, frutto delle sue velleita` kitsch e chansonnier, fanno parte
il classic blues alla Billie Holliday di Lady Scarface,
lo swing per big band "negativa" di Knives In The Drain
e il flamenco esotico bisbigliato sottovoce di Los Banditos.
La carriera di Lunch pare una direzione senza sbocchi.
La bambina sembra non aver alcun messaggio,
blatera filastrocche senza senso.
Il gruppo intanto cambia, e nascono gli Eight Eyed Spy, con Pat Irwin alla
chitarra, Jim Sclavunos alla batteria e l'ex-Contortions George Scott al
basso.
Il sound del gruppo e` piu` blues ed e` piu` animato.
Le frasi strumentali, per quanto ancora ispide e concise, sono
decisamente piu` elaborate. Cio` non toglie che l'estetica rimanga quella
"negativa" di sempre:
il drumming disordinato di Sclavunos si integra disastrosamente con il basso
arido e ruvido di Scott, e ancor piu` improbabile e` la simbiosi di tanta
sezione ritmica con il sax di Irwin, selvaggio ma ortodosso nella sua
elefantesca tonalita` (Lazy In Love). Le due chitarre formano poi un
altro contrasto repulsivo (esemplare nel voodoobilly di Motor Oil Shanty),
l'una scolastica e "sixties" contro l'altra dedita a
miniature di assoli dissonanti (Boy Meets Girl).
Da tanti contrasti scaturisce un forte senso di disgregazione, che e` appunto il
sottofondo ideale per la strega claustrofoba ed erotomane. Il suo concitato
demenziale senza fiato simula amplessi (l'orgasmo virginale di Love Split
With Blood) oppure vomita istericamente in un paesaggio desolato
(Swamp Song).
Per quanto gli arrangiatori, Scott soprattutto, cerchino di irretire le
cacofonie di Lydia in un sound permalosamente "sixties", il canto di Lunch
e` ormai un parlato discorsivo, un dimesso quotidiano. Lunch sembra giunta al
punto piu` basso della sua depressione morale, affonda gli artigli nella
banalita` piu` bieca, contenta di veder sgorgare rifiuti invece che sangue.
Anche come regista cinematografica e scrittrice, Lunch dimostra
una contradittoria volonta` di provocare e in definitiva di sperimentare.
Morto Scott e perso per strada Irwin, Lunch si trasferisce
a Hollywood e incide un album con i resti dei
Weirdos.
La musica di 13.13 (Ruby, 1982).
e` presa per i capelli e strascicata come al solito, e
gli accompagnatori hanno piu` che mai il mero compito di fare un po' di rumore
in sottofondo.
La loro monotonia da dark-punk britannico di seconda mano e` compensata dal
delirio annoiato della vamp perversa, qui alle prese con un suo lungo poema
d'amore e di morte spartito fra le otto canzoni del disco.
L'ambizione poetica alla Patti Smith rischia pero` di far collassare il suono.
Non piu` controllata, la verbosita` inonda pericolosamente i solchi, superando
abbondantemente i tradizionali limiti cronometrici. Non piu` compresso nei due
minuti, il canto di Lunch stenta ad artigliare la disperazione.
A guadagnarne sono certamente le sue doti di interprete.
Ogni canzone ha una voce diversa: perfida e allucinata in 3x3,
enfatica e messianica in Stares To Nowhere,
fatale e arrogante nell'efferato rituale sadomaso di Snakepit Breakdown,
disperata e piagnucolosa nell'apocalittica Afraid Of Your Company,
angosciata e fiacca nell'ipnosi assordante di Suicide Ocean. A parte il
sorprendente, per tenerezza e ipocondria, breve assolo pianistico di Dance
Of The Dead Children (danse macabre in stile Satie per i "bambini morti"
di cui parlano tutte le sue canzoni), l'avvicinamento ai modelli delle
colleghe Smith e Siouxsee segna l'abbandono dei modelli "sixties" propugnati
dal gruppo precedente e sancisce il recupero delle leggi dell'armonia anche
nei contesti piu` tipici dei Teenage Jesus.
La tappa successiva e` Londra. Lunch fa subito amicizia
con Steve Severin, chitarrista di Siouxsie Sioux,
e registra un brano, The Agony Is The Ecstasy (4AD, 1982), che,
oltre a valere da testamento spirituale, sorprende per la durata
(ben venti minuti, che da soli rappresentano quasi un quinto della sua intera
produzione). In questa lunga ode Lunch realizza piu` compiutamente le
ambizioni "dark" del disco precedente.
Questo torbido psicodramma
si apre con un'ouverture orrifica di Severin (distorsioni, rumori, cluster
pianistici, percussioni libere, cigolii di chitarra), un caos
tenebroso che prepara l' esplosione dell'urlo, un "no!" lunghissimo e
raccapricciante.
Il folle declamato della bambina si staglia in un clima spaventoso di
claustrofobia. I chitarrismi da
overdose sottolineano il suo trauma psichico, mentre il canto si contorce
con invocazioni da muezzin. E' una bambina che si rivolge nell'immane caos
del vuoto come un astro spento nelle immensita` deserte dello spazio.
Il coma procede implacabile verso la fine: un bisbiglio elettronico diffratto,
come un'eco lontana, entra ed esce dal cervello, come
se rispondesse alfine a quell'urlo, che ad alta voce urla ancora...
nel silenzio resta un battitto irregolare (il battito del cuore?).
Suite cosmica e freudiana, Interstellar Overdrive del subconscio, e somma
dissertazione sulla solitudine moderna, uno dei grandi capolavori del rock
psichedelico, Agony riassume la poetica della desolazione che era stata
al centro dei suoi lavori precedenti e si lancia verso l'infinito, acquistando
cosi` spessore metafisico.
Lunch scala un'altra vetta della sua trenodia deprimente con
In Limbo (DoubleVision, 1984),
una raccolta di sei litanie che la conferma come l'anima dannata piu`
tormentata del suo girone dantesco.
Il disco e` stato in realta` inciso a New York due anni prima:
alla chitarra c'e` Pat Place, al basso Thurston Moore (responsabile
anche di gran parte del materiale), al sax Jim Sclavunos.
L'intreccio strumentale e` sempre piu` lento e snervante, ancora immerso
nei climi iper-dilatati della psichedelia piu` allucinata, al limite delle
atmosfere languide, apatiche e fatali dei film noir, ma devastato dai vagiti
atonali delle chitarre e dai barriti funerei del sassofono.
Il canto e` dilatato all'infinito secondo il principio dell'agonia/estasi,
stanco malato depresso frustrato alienato paranoico, proteso in un estremo
spasimo di emotivita`; un alto ululato di dolore, degno della tragedia greca;
un canto free-form che conia una sorta di "lied psichedelico".
In I Wish I Wish le scordature metalliche della chitarra e il pianismo
scheletrico sospingono le vocali lunghissime della cantante, immerse in
un'agonia sempre piu` mistica.
In 1000 Lies il suo bisbiglio roco fluttua in una nebulosa strumentale
ritmata da dissonanze cupissime di chitarra e da gracidii "assurdi" di sax.
Some Boys e` un crescendo tipo bolero di recitativo drammatico che
crea la suspence piu` raggelante.
Still Burning e` il suo country-blues esistenziale: canto a-melodico,
incedere annoiato e un verso fatalista come "Take the wheel of the world and drive".
Piu' che canzoni sono poesie, ermetiche ed oscure. Come in un coitus
interruptus ripetuto all'infinito, il declamato apatico di Lunch
crea la tensione per un'esplosione emotiva che non viene mai.
Sono lampi atroci di lucidita` che si spengono in devastanti lamenti di
auto-commiserazione, inni cerimoniali dei "born dead" che celebrano la loro
eterna impotenza.
Lunch si presta anche come cantante per i Sonic Youth (Death Valley 99),
per i
Birthday Party
(Honeymoon In Red),
per Thurston Moore (The Crumb).
Nello stesso
periodo porta in giro per il mondo l'opera rock The Drowning, composta e
interpretata con il suo compagno di vita,
Clint "Foetus" Ruin, a quei tempi
celebre piu` che altro per le performance
in cui si rotolava su pezzi di vetro. L'opera, un misto di free jazz
afro-tribale e di vagiti isterici e bambineschi di Lunch, e` uno dei
vertici espressivi della sua lenta agonia esistenziale.
Poi Lunch
compone due colonne sonore, Drowning Of Lucy Hamilton e
South Of Your Border, caratterizzate da un'accentuata teatralita`
e da una propensione auto-compiaciuta per i toni horros-sado-maso.
Sempre piu` volgare e lasciva, l'eclettica intellettuale della nuova Boheme
del Greenwich Village sembra ancora alla ricerca di un senso per la sua arte.
Drowning Of Lucy Hamilton (Widowspeak, 1985)
e` l'opera piu` suggestiva. Lunch vi suona pianoforte
e chitarra, mentre
Lucy Hamilton (la "China Burg" dei Mars),
si alterna a
chitarra e clarinetto basso. I sette strumentali che compongono l'opera
confermano la sensazione che Lunch sia ormai una compositrice di musica da
camera, per quanto estremamente degradata:
Emerald Pale, ipnotizzata in lente e gelide strutture di free jazz,
Drowning, miniatura di pianismo dissonante, How Men Die In Their
Sleep, per borboglii di scordature, Lucy's Lost Her Head Again,
in un caos diffuso di accordi casuali, 3:20 Tuesday Morning, jam di
distorsioni violente e di melodie abortite, reinventano un paesaggio musicale
che discende, a loro insaputa, dalle sonate di Satie, dalle fanfare dell'AEOC,
dal "Quartetto" di Messiaen, dalle piece cacofoniche di mille e mille
musicisti d'avanguardia. Ma Lunch vi perviene radicalizzando due suoi
atteggiamenti/provocazioni di sempre: l'impiego di suoni volutamente spastici
e il trascinarsi della piece senza giungere a un climax.
Stinkfist (Widowspeak, 1987),
composto nel 1983, e` una piece percussiva tipica dei lavori
concettuali di Foetus, che qui si avvale delle sgraziate emissioni vocali della
compagna e di un ensemble di sette percussionisti, intenti a picchiare con furia
tribale su tutto cio` che produce suono, dalla drum machine alle lamiere.
Meltdown Oratorio (1987) e` la testimonianza del teatro depravato di
Lunch e Ruin, che da anni interpretano piece dedicate alle forme piu` squallide
e degenerate di pulsione sessuale. Vi si ritrova tutto lo "sgradevole" della sua
musica, dai tribalismi alle distorsioni, ma reso con un impeto wagneriano.
Specialista nel creare atmosfere di suspence da brivido, nel lasciar intuire
efferati rituali occulti e nell'inneggiare a promiscuita` scabrose, Lunch si
eleva a bardo dello schifo, del nauseante, del disgustoso. La saga
estremamente movimentata del suo "scum-rock"
e` il punto terminale della discesa nei gironi infernali della nuova amoralita`
iniziata dai Sex Pistols.
Lunch (chitarra), Kim Gordon dei
Sonic Youth (basso) e Sadie
Mae (batteria) compongono gli Harry Crews,
forse il primo supergruppo femminile.
Ma e' la prima, con la sua
personalita' incontenibile, a dominare l'album
Naked In Garden Hills (Widowspeak, 1989). Le recitazioni di Lunch sono
spesso stucchevoli, ma il suo vagito schifato rimane uno dei registri piu'
creativi del rock. Le parti strumentali sono affidate per lo piu' al caso,
con il basso vibrante e possente di Gordon in primo piano
(soprattutto in The Way Out) e il chitarrismo amatoriale di Lunch ad emettere
sibili snervanti. Qualche brano (Man Hates A Man e Knockout Artist)
vanta del jamming irruente, e un paio (Bring Me Down e Car) riescono anche
a costruire atmosfere drammatiche attorno ai traumi sessuali delle adolescenti;
ma la maggioranza dei pezzi sono troppo banali per essere artistici persino
nell'accezione "minimale" di Lunch.
Nonostante la grande quantita' di iniziative, Lunch non ha inciso molto.
Tant'e' che il suo primo vero album (togliendo cioe' EP, partecipazioni,
raccolte, live, spoken-word, etc) degli ultimi dieci anni e'
Shotgun Wedding (Triple X, 1991).
Ad assisterla c'e' il
chitarrista Rowland Howard (ex Birthday Party e These Immortal Souls).
Il disco riprende in parte il discorso iniziato un decennio prima
da Queen Of Siam: Lunch canta affettata ed apatica (piu' isterica che
sensuale, piu' Patti Smith che se stessa) le sue voglie
e le sue frustrazioni in Solar Hex, al ritmo di un repellente blues di
palude. Il tono del disco e' sinistro, fra rituali sadomaso e
magie nere, per cui meglio riesce quando duetta con il diavolo
nell'ipnotico crescendo di Endless Fall.
Howard domina le parti strumentali con il suo chitarrismo atmosferico, culmine
del quale e' la spettrale e tesa What Is Memory, degna di un film noir.
Il resto del disco e' composto dal chitarrista per le liriche della cantante,
oppure sono cover.
In parallelo Lunch ha pubblicato dischi di "spoken word", di testi
di "prosa" che vivono della stessa ricerca di provocazione a tutti i
costi, in maniera non troppo diversa da cio' che fa, con ben maggior successo,
Madonna.
P.O.W. (Staalplaat, 1992) e' dedicato alla Guerra del Golfo (con qualche
anno di ritardo...), ma fa notizia soprattutto per la confezione arzigogolata.
Le sue composizioni da recitare risultano ormai tanto "provocatorie"
(depravazione, sadomasochismo e cosi' via) quanto stucchevoli.
Il triplo Crimes Against Nature (Triple X, 1993) e' logorroica
testimonianza di quanto poco l'ideologa abbia da dire sui temi piu' scabrosi
del momento, e di quanto la sua intelligenza sia prigioniera di un vocabolario
tanto scollacciato quanto limitato.
Emblema vivente del carisma negativo del punk, Lunch ha fatto dei propri difetti
un'arte: e' noiosa, stupida, ignorante, prevedibile, presuntuosa, pretestuosa,
superba, volgare, sporcacciona e
di pessimi gusti. La sua arte riflette questo eccesso di deficenze. Ma se questa
e' la forma, il messaggio e' da cercare altrove, in una diagnosi iper-realista
dell'esistenza moderna, ridotta ai minimi termini. Quando Lunch recita
"it's all about getting fucked" (da
The Gun Is Loaded, uno dei suoi dischi
soltanto parlati), non ha alcuna intenzione di provocare: ha soltanto espresso
nel modo piu' poetico che le riesce lo squallore dell'esistenza di buona parte delle donne
della sua generazione, le loro delusioni e il loro cinismo.
La sua e' forse l'unico esempio di arte che al fruitore appare fetida e
ripugnate.
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