During the early 1980s, Madonna easily became the ultimate disco/punk hybrid.
Technically, she redefined the rhythm'n'blues ballad for the age of
electronic polyrhythmic beats. Sociologically, she legitimized an almost
nymphomaniac look, a sort of cult of her sexual personality, a cult that
stood as the female equivalent of Mick Jagger's and Jim Morrison's hedonism
rather than the sensual innuendo of the disco-queens,
promoting promiscuity like no other female entertainer had ever done.
Culturally, she understood the value of multi-media communication in the age
of video-clips.
Lyrically, she continuously refined a morbid autobiography. After creating
a dramatic persona who is independent, cynical and detached, and expanding
it to encompass an entire historical context, she analyzed the nuances that
turned an ordinary life into a mythological life.
For at least four years songs such as
Everybody (1982), Lucky Star (1983), Reggie Lucas' Borderline (1984),
Material Girl (1984), Jon Lind's Crazy For You (1984),
Into The Groove (1986), Brian Elliot' Papa Don't Preach (1986),
Open Your Heart (1986) played at all four levels, one level helping
the other three increase their poignancy.
Her best music probably came later into her career:
Isla Bonita (1987), perhaps her melodic masterpiece,
Vogue (1990),
Ray Of Light (1998), propelled by the most torrential beat of
her career.
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A imporre un nuovo standard di cantante donna e` stata la ninfetta di strada
Madonna Ciccone, nata (nel 1959) e cresciuta a Detroit (figlia
dell'abbruzzese Silvio, rimasta orfana della madre a sei anni con sette
fratelli), dove apprese i primi elementi di
danza moderna. Alla fine degli anni '70 inizio` a lavorare a New York per una
compagnia di danza, intervallando il ballo con qualche parte cinematografica
(e nudi per riviste maschili).
Personaggio tipico della Boheme punk di Soho, venne selezionata da discografici
lungimiranti per rappresentare la generazione di giovani sbandati che
frequentava le discoteche off.
Il primo singolo, Everybody (1982), divenne un cult hit di Manhattan,
sia per la grinta rhythm and blues sia per l'altrettanto trascinante video-clip.
Madonna (Sire, 1983) non aveva molto altro a cui affidarsi, musicalmente
parlando, ma
con Lucky Star (1983) la punkette prese a cantare le miserie morali e
materiali delle soffitte newyorkesi in una lunga serie di canzoni
(Reggie Lucas' Borderline, 1984; Holiday, 1984; Physical Attraction, 1984;
che esibivano
con franca spavalderia la sua sessualita`, riuscendo a fondere per la prima
volta l'edonismo di Mick Jagger e quello di Donna Summer, ovvero quello del
rocker e quello della disco-lady.
Like A Virgin (Sire, 1984) segnalo` un cambiamento d'umore, verso uno
stile piu` intimista, sottolineato da
Material Girl, Like A Virgin e soprattutto Jon Lind's Crazy For You.
In 1984 Madonna performed at the first ever MTV Video Music Award wearing a wedding dress costume and dancing around a massive wedding cake.
A partire da questo momento
Madonna si affermo` come "ballad singer" capace
di aggiornare i temi tipici degli adolescenti a una generazione piu` adulta,
eliminando la retorica romantica dei girl-group a favore di una ben piu`
scabrosa auto-biografia pubblica, culminata nell'album
True Blue (Sire, 1986).
Into The Groove,
Stephen Bray's True Blue, Pat Leonard's Live To Tell e Brian Elliot' Papa Don't Preach sono gli
hit di quell'anno.
Defini` in tal modo una personalita` drammatica che e` cinica e distaccata
secondo i nuovi costumi giovanili, forte di un retroterra di promiscuita`
sessuale e di precoce independenza.
Nata all'incrocio fra civilta` punk e civilta` disco, e testimone della
rivoluzione del costume degli adolescenti, il mito di Madonna non e` in effetti
che un aggiornamento della figura dell'eroina romantica e fatalista.
Madonna e` stata comunque parte di un processo di revisione della canzone pop
che ha mutato radicalmente stile,
melodia, ritmo, arrangiamento e atmosfera del canto esistenziale, ponendosi
come pietra miliare in quell'evoluzione che ha portato dai chansonnier
parigini al cabaret berlinese e dai folksinger ai cantautori.
Le sue sono canzoni rhythm and blues modernizzate dal battito sintetico
e poliritmico, vivacizzate da eccentrici arrangiamenti elettronici (merito
per lo piu` di Stephen Bray o di Pat Leonard) e
cantate con una vocina stridula da ragazzina che non potrebbe essere piu`
lontana dai rauchi ruggiti delle grandi vocalist nere e al tempo stesso
ha ben poco in comune con le androidi-androgine della disco music.
Quel suo hip-hop latino si e` venuto perfezionando nel tempo
(Open Your Heart, 1986; Where's The Party, 1986;
Who's That Girl, 1987; Commotion, 1987;
Isla Bonita, 1987; Dear Jessie, 1989), fino a sublimarsi nella
chanteuse di Vogue (1990).
Le pose eccentriche e scandalose le hanno procurato non pochi guai con le
associazioni di perbenisti e con gli stessi critici rock. In effetti rappresenta Madonna e` una delle
ultime grandi performer in cui arte e vita si fondono e confondono. Il piglio
sarcastico e nichilista del suo rhythm and blues, benche' sposato ad
arrangiamenti tecnologici e produzioni miliardarie, riflette l'atteggiamento
casual e amorale di tanta gioventu' "bruciata" dei ghetti intellettuali,
facile tanto alla vita di strada quanto al glamour del successo.
Madonna puo` in realta` vantarsi di aver trattato in modo acuto per quanto crudo
temi scabrosi come l'abuso di minori (Live To Tell), l'aborto
(Papa), il desiderio sessuale (Crazy), costruendo attorno ad
essi atmosfere drammatiche.
Non ultimo Madonna e` la regina della pubblicita` multi-mediale: adatta lo
stereotipo della star di Hollywood alla societa` dell'informazione e
dell'immagine e si costruisce il proprio mito grazie ai videoclip, agli short
commerciali, al cinema off.
Coreografa e stilista dell'era della lingerie, alla civilta` dell'informazione
Madonna adatta soprattutto i musical "totali" di Busby Berkeley (nella parte
che fu di Fred Astaire) e i melodrammi fatali di Josef von Sternberg (nella
parte che fu di Marlene Dietrich).
Nel bene e nel male gli anni '80 sono stati per il costume
il decennio di Madonna. Ogni suo disco-evento ha rubato pagine e pagine
ai rotocalchi, e, unica al mondo, tanto ai rotocalchi femminili quanto
alle fanzine dell'underground. Nessuna piu` di lei puo` ritenersi
diva "universale", nel senso che il suo mito (positivo o negativo che lo
si voglia interpretare) abbraccia tutti gli strati sociali e tutte le eta`.
Like A Prayer (Sire, 1989) continua la sofisticazione della canzone da ballo
e l'assimilazione di stilemi degli anni '50 con la title-track,
Express Yourself e Cherish; ma al tempo stesso Madonna persegue un
percorso piu` subdolo, che spesso sfugge alle masse, nel quale specchia
la propria vita privata, come ad esorcizzare i propri (numerosi, e
sguaiati) demoni interiori. La perfezione formale dei brani da ballo
contrasta con l'insicurezza, l'auto-commiserazione e (peggio)
l'auto-sarcasmo di tanti testi.
Icona pop per eccellenza, prodotto post-moderno per eccellenza, Madonna
e` anche e innanzitutto la donna post-femminista per eccellenza; e infatti
il suo universo esprime il gelido cinismo della sua generazione.
Come loro Madonna e` sempre piu` una donna senza uomo, una donna senza
sentimenti, una donna senza emozioni; laddove cantautori e cantautrici
del passato avevano prima di tutto espresso uno spirito romantico nei
confronti dell'altro sesso, Madonna e` un'androgina costretta a cercare
altrove l'utopia che la tenga in vita.
L'aura della femme fatale (interpretata nei film), della bomba erotica
(personificata nelle numerose imitazioni del look di Marilyn Monroe), della diva
di Broadway (esibita nelle coreografie kolossal dei suoi tour) ha origine in
realta` dalle fantasie private della donna Ciccone, che poi diventano
desiderio morboso di appropriazione di miti altrui.
Vogue, tratta da I'm Breathless (Sire, 1990), e` la quintessenza del suo narcissismo: innalza la "posa" a sinonimo di
auto-realizzazione, e il (o la) poseur ad epitome di equilibrio interiore,
armonia con l'esterno, fine delle preoccupazioni. Non a caso Madonna e` sempre
riluttante a farsi vedere com'e`, preferisce comunicare tramite i film e
i video, che puo` manipolare artificialmente. Non a caso il "suo" film
autobiografico "Truth or Dare" ricorda le atmosfere da circo dei film
autobiografici di Fellini.
E se Vogue non e` altro che la struttura di una canzone, priva della
canzone, questa e` proprio la ragione di fondo dell'arte di Madonna.
E' un'arte di fantasie, non di contenuti; di camaleontiche trasformazioni,
non di approfondimenti psicologici; un gala` di moda, non un saggio
sociologico.
Justify My Love, al limite, sara` un brano fatto di soli bisbigli sensuali,
nel quale la stessa musica e` diventata superflua (il video e` un inno
al voyeurismo, al sadomasochismo, alla bisessualita`).
Ma il comportamento di Madonna, come per Dylan e tanti altri mitomani, nasce
soprattutto dall'incrocio fra il bisogno di attirare l'attenzione e
l'incapacita` di controllare i propri istinti: tanto le prese di posizione
radical-femministe quanto l'esibizionismo porno, lungi dall'appartenere a
un disegno strategico o a una logica ideologica, sono il frutto di queste
debolezze. Come per tanti altri geni culturali (da Genet a Warhol,
da Cage a Dylan) l'istinto principale non e` tanto quello di esprimere se stessi
quanto quello di reagire contro la stupidita` e il conformismo del proprio
pubblico, fino a deriderne i tabu' e a offenderne i valori piu` sacri.
Cio` non toglie che Madonna sia davvero un grande manager di se stessa
(come dimostra il contratto da sessanta milioni di dollari firmato con
la Time Warner nel 1992 per formare una sua societa`, la Maverick)
e un grande genio delle comunicazioni di massa (come dimostra la
pubblicazione del libro di fotografie "Sex", sempre nel 1992, tanto
pubblicizzato che diverse librerie fanno pagare un dollaro alle folle di
curiosi che lo vogliono soltanto sfogliare). Madonna ha capito che
chi controlla l'immagine controlla il potere.
La vittima e il carnefice sono i due "ego" che si contendono la vita di
madonna: la donna fieramente emancipata e indipendente e la capitalista
senza scrupoli che perpetua stereotipi maschilisti; l'artista che aiuta
a promuovere le cause eroiche del suo tempo e la speculatrice
che si appropria cinicamente dei simboli della sofferenza degli emarginati
(dai malati di AIDS agli omosessuali, dai neri alle ragazzine).
Come barometro culturale del suo tempo, Madonna ha pochi rivali, essendo
la sua arte l'epitome del post-moderno: per controllare il proprio mito
Madonna ha bisogno di reinventare in continuazione la sua personalita`,
prendendo a prestito ogni volta un nuovo mito dall'immaginario collettivo.
In ultima analisi il mito di Madonna e` il mito del mito, il "meta-mito".
Le sue canzoni sono allora epigrammi da decifrare per capire il potere
delle canzoni.
Piu' che "ragazza materiale" Madonna e` la "ragazza metatestuale".
Erotica (Maverick, 1992), mascherato da apologia del sesso, e` forse
la confessione
piu` sincera della crisi che la ragazza attraversa: lungi dall'essere il
contraltare femminile delle lascivie maschiliste dei rapper (benche' si tratti
di rap, e si usi la tecnica dei doppi sensi del rap, e si indulga
nell'atteggiamento spavaldo e provocante del rap), le canzoni hanno un
feeling piu` drammatico, grazie a impalcature armoniche (progettate dal
produttore e co-autore Shep Pettibone) che sono minimali e
lineari (esemplare Deeper And Deeper);
e la recitazione altisonante della cantante (agli antipodi della
petulante ragazzina degli esordi) cade in accenti disperati, prediligendo
un registro malinconico che meglio si adatterebbe a cantare le delusioni
amorose della menopausa (fino al classico clima "noir" della title-track).
In fondo anche la trasformazione da "boy toy", da giocattolo sessuale del
maschietto, a divoratrice di uomini non sembra procurarle alcuna gioia, e
le arringhe contro gli ex-amanti (Thief Of Hearts e Words) suonano
persino come rammarico di averli persi.
Erotica e` una donna sola che si guarda allo specchio.
Janis Joplin diceva di sentirsi come se avesse fatto l'amore con un milione
di persone: Madonna si masturba davanti a molte di piu`.
Quale che sia il vero tema del disco, ancora una volta Madonna conferma la
sua strategia di fondo: inventare l'ethos che la sua musica epitomizza.
Madonna ci riesce perche', a differenza delle altre, e` una diva che si
identifica facilmente con il proprio pubblico, avendone fatto parte.
In effetti cio` che e` insolito nel caso di Madonna non e` tanto il suo
atteggiamento sfrontato e spavaldo (frutto piu` che altro di un clima sociale
piu` arrabbiato) quanto la capacita` di proporre politiche d'avanguardia
(che normalmente sarebbero ristrette a un'elite intellettuale) a un mercato di
massa.
Rain scala di nuovo le classifiche.
Bedtime Stories (Maverick, 1994) e` forse il suo album piu`
sottovalutato. Se non altro, e` il primo che abbia come tema la musica
e non qualche tema scabroso. Madonna, per la prima volta, fa la musicista,
non la provocatrice. In secondo luogo Madonna rinuncia alle tecniche digitali
che avevano fatto del disco precedente un perfetto meccanismo a orologeria,
e riscopre la corporalita` della musica.
Il risultato e` che Madonna sacrifica un po' del suo
melodismo a favore della "groove", della ballabilita` pura. Questa e` una
Madonna molto "nera" (soul, gospel, funk, disco, persino jazz).
Take A Bow, I'd Rather Be Your Lover,
e soprattutto Don't Stop sono concentrati di musica da ballo.
Bedtime Stories e Forbidden Love sfoggiano arrangiamenti
sofisticati.
Secret e` forse la canzone piu` "canzone".
Madonna riprende il suo ruolo di confidente scabrosa soltanto in
Survival e Human Nature.
Il boom della musica da ballo elettronica riporta a galla anche lei.
Something To Remember (Maverick, 1995), una raccolta delle sue
ballad piu` celebri, completa la trasformazione
da "bad girl" a un improbabile misto di diva, intellettuale e sacerdotessa.
Su Ray Of Light (Maverick, 1998) la cantante sembra pericolosamente in
bilico fra spiritualita` new age e alta tecnologia, ma se la cava, come sempre,
con la sua camaleontica agilita`.
Drowned World - Substitute For Love, Swim,
The Power Of Goodbye tradusano filosofia orientale
(anzi, non sono canzoni, sono trance) e si calano nel subconscio
post-industriale all'insegna di una spericolata fusione di
femminilita`, maternita`, riflessione sull'arte e zen.
In maniera piu` documentaria, Shanti adotta percussioni e scale
indiane, e Frozen, quasi senza volerlo, si afferma come un classico della
world-music di tutti i tempi, grazie a un suggestivo incontro di
melodia fatalista, ventate d'elettronica, percussioni arabe, e sinfonismo
apocalittico.
In queste magiche atmosfere sono nascoste alcune delle melodie piu`
accattivanti della sua carriera.
Al tempo stesso le canzoni si servono di una
delicata musica elettronica: l'arrangiamento di una delle ballate piu`
melodiche, Nothing Really Matters, e` un piccolo poema elettronico;
Candy Perfume Girl fa un uso creativo, quasi industriale,
dell'elettronica; Little Star nuota in accordi fiabeschi
(simile a Hyper-Ballad di Bjork).
Infine c'e` la Madonna da discoteca, il
soffice e onirico techno di Skin,
l'incalzante treno drums and bass di Sky Fits Heaven, sempre nel segno
di un tono esistenziale e di un arrangiamento esotico; e soprattutto c'e`
Ray Of Light, un altro dei suoi capolavori, anche se e` di fatto
una travolgente revisione della classica I Feel Love di Donna Summer.
La fusione di queste sfaccettature crea uno stile unico.
Bravissima ad assimilare tutte le novita` musicali, grazie anche all'aiuto di
William Orbit, Marius DeVries, Craig Armstrong e
Patrick Leonard, Madonna
E, naturalmente, Madonna va di nuovo perfettamente incontro ai bisogni
del suo pubblico, quello di donne mature, uscite dalla loro fase punk, che
scoprono i problemi della maternita` e dell'eternita`.
Il disco comincia con il verso "I traded fame for love". Non potrebbe esserci
verso piu` bugiardo, ma questo potrebbe davvero essere l'album piu` "nudo"
della sua carriera.
Se non fosse firmato Madonna, molti critici avrebbero considerato questo disco
un lavoro d'avanguardia.
Senza quasi farsene accorgere, Madonna ha battuto tutti i record di vendite
per le performer femminili (piu` di cento milioni di album alla fine del 1998),
e lambisce i record di Elvis Presley, Paul McCartney
e Michael Jackson, senza essersi mai abbassata ai loro livelli.
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