Il primo album, It's About Time (Voxx, 1984), e` certamente viziato da un certo pressapochismo in fase esecutiva, da una produzione amatoriale e da strutture armoniche alquanto primitive (in linea peraltro con il diktat di quel genere), ma brani come It's About Time sfoggiano tutti i trucchi del mestiere: armonie vocali acidrock, cadenze marziali, accordi scampanellanti di chitarra, crescendo epico del ritornello e del coro. All'incrocio fra Duane Eddy e il surf possono nascere anche piccole orge adolescenziali come Haunted Beach Party (con l'organetto strozzato di Kelly in bella evidenza). Lungi dallo sfruttare soltanto l'aspetto piu` cantabile e ballabile del fenomeno, le Pandors non esitano a imitare i piu` perversi Seeds e Standells in Want Need Love. Non manca il rhythm and blues rauco e assordante eseguito come un brano di lupi feroci, I Want Him. I temi sono quelli tipici degli adolescenti degli anni '60, e pericolosamente simili a quelli dei girl-group: "lui", i flirt, le feste sulla spiaggia, la solitudine.

Dopo quel disco Pierce cambio` completamente la formazione, radunando tre musiciste, forse meno fotogeniche (il viso e le gambe di Kelly avevano fatto il giro dei settimanali), ma tecnicamente meglio addestrate: Melanie Vammen alle tastiere, Kim Shattuck al basso e Karen Blankfeld alla batteria. Il secondo album, Stop Pretending (Rhino), usci` nel 1986, e rimane il loro capolavoro e uno dei capolavori del garage-rock dell'epoca. Salvo Let's Do Right (alla Blues Brothers), You're All Talk, che sono poi fra i brani piu` accattivanti della raccolta, si avverte una brusca sterzata verso il pop delle Bangles (In And Out Of My Life e la title-track) e un sound molto meno ruvido e molto piu` melodico (Anyone But You, That's Your Way Out, I'm Your Girl). Se l'influenza del beat e` piu` sensibile, l'entusiasmo con cui Pierce canta e suona e` rimasto lo stesso, l'effervescenza dell'insieme ha un immutato fascino primitivo. In alcuni punti, ovvero nelle epidermiche progressioni corali di I Didn't Cry e That's The Way It's Gonna Be, sembra cosi` di ascoltare i Fleshtones. L'alternanza di momenti violenti e momenti dolci conferisce anzi maggior varieta` all'opera.

La sfortunata carriera delle Pandoras si spense nel 1988 con l'EP Rock Hard (Restless). La formazione e` nuovamente mutata: Sheri Kaplan e` subentrata alla batteria e Rita D'Albert si e` aggiunta alla seconda chitarra. E Pierce ha improvvisamente scoperto il sesso e l'hardrock, trasformando le Pandoras in una variante delle Runaways. Il suo registro imita quello di Joan Jett in Run Down Love Battery, il suo ultimo classico; ma sentirla inneggiare all'eiaculazione del suo ragazzo con il riff di He's Coming o ascoltare la cronaca di un rapporto anale nel pop di Close Behind e` soltanto imbarazzante.

In realta` l'Elektra ha ancora in cassaforte quello che avrebbe dovuto essere il terzo album del gruppo, Come Inside, ma Pierce e` morta di emorragia cerebrale e l'interesse si e` spento.

Nel progresso dell'emancipazione (rock) delle donne, le Pandoras sono state un anello fondamentale. E comunque almeno It's About Time, I Didn't Cry, Let's Do Right, Run Down Love Battery sono in assoluto fra i brani piu` riusciti del garage-rock.

Shattuck formera` poi i Muffs. Pierce e le Pandoras torneranno con il singolo I Didn't Cry (Dionysus, 2000).