Summary
The term "industrial music" was first used by Monte Cazazza,
an avantgarde composer based in San Francisco, but the meaning of
"industrial music" was defined in Sheffield, England.
Performance artists had employed abrasive, lugubrious soundtracks for their
shows since the 1960s. As the technology improved, those soundtracks became
more and more extreme. The marriage of avantgarde art and avantgarde music
that dated from the days of Andy Warhol and the Velvet Underground was revived
by the new wave, especially in California, and eventually landed in Europe.
Sheffield became the emblem of the industrial society.
Throbbing Gristle and
Cabaret Voltaire, the inventors of "industrial
music", were familiar with the noise of a factory and decided to use that
noise as a metaphor for the human condition at the end of the 20th century.
They began composing lengthy suites of electronic noise that were inspired by
the creaking, the hissing and the thuds of machines, by the metronomes,
by the clockwork mechanisms of a factory.
However, the core theme of the music played by
Throbbing Gristle
was not science-fiction: it was pornography and horror.
Chris Carter, Peter Christopherson, Neil Megson (Genesis P-Orridge) and
performance artist Christine Newby (Cosey Fanni Tutti) were more interested in exploring
disturbing states of the mind than painting the future of humankind.
Their focus was on the traumas of ordinary souls, souls lost to the
machinery of the industrial society. Their manifesto and masterpiece,
Second Annual Report (1977), was subtitled "music from the death
factory". Its pieces used cacophonous electronics, terrified screams,
atonal guitars and found sounds, to create a ritual of therapeutic shock
and cathartic liberation. They employed free-jazz improvisation and winked at
the avantgarde techniques of "musique concrete" and Karlheinz Stockhausen.
The sound of the metropolis that came alive in their suites was the sound of
the lives sacrificed to the machines, not the sound of the machines that used
those lives.
Their performances coupled this "noise" with multimedia shows that were no less
provocative: Newby pioneered performance art based on bodily fluids
and all sorts of erotic fetishism.
Throbbing Gristle never stopped producing this kind of Freudian mayhems, as
documented by the studio album Heathen Earth (1980), by
the live Mission Of Dead Souls (1981)
and by the soundtrack for In The Shadow Of The Sun (1984), all of which
are structured around lengthy streams of consciousness and abstract
sound-painting, but, at the same time, the band changed course with
D.O.A. (1978), a collection of electronic vignettes inspired by
Brian Eno's Before And After Science and Ron Geesin's Electrosound
that, for the most part, focused on the mechanical landscape of factories,
warehouses and assembly lines. The new protagonists were the machines: their
cold steady rhythms, their screeching metallic noises, their symphony of
inarticulate patterns. 20 Jazz Funk Greats (1979) added synthetic
dance beats and simple melodies, thus opening the floodgates to disco-oriented
industrial music, the progenitor of synth-pop.
If English is your first language and you could translate my old Italian text, please contact me.
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I Throbbing Gristle sono passati alla storia della musica moderna per aver
coniato un nuovo genere, quello della musica "industriale". Benche` nati
e cresciuti fra i ranghi degli intellettuali di Londra, i Throbbing Gristle
si riferivano soprattutto alle cittadine industriali del nord. Influenzati
da una fiorente letteratura fanta-horror (che estende le profezie
apocalittiche di George Orwell), i Throbbing Gristle impostarono la loro
intera carriera sulla denuncia della disumanizzazione nella civilta`
industriale. La loro musica presentava scenari spaventosamente deteriorati
che potevano essere interpretati tanto come l'estrema sintesi dei "rumori"
del mondo industriale (una lettura letterale) quanto come una trascrizione
astratta della devastazione mentale causata dall'alienazione (una lettura
metaforica). La musica industriale nacque come musica dei rumori delle
macchine, e, indirettamente, come sottogenere della musica elettronica.
Il legame dei Throbbing Gristle con i punk finisce in realta` li`.
I punk non erano intellettuali e non frequentavano gallerie d'arte.
Ma la vicenda dei Throbbing Gristle appartiene in realta` all'evo punk
perche' fu l'esplosione del punk (e, non ultimo, l'avvendo delle case
discografiche indipendenti) a favorire l'emergere di generi radicali
come il loro.
I Throbbing Gristle (in slang "erezione") nacquero nel 1976 a Londra
dall'incontro fra il cantante Genesis P-Orridge (Neil Megson),
che conduceva dal 1969 il progetto Coum Transmissions, le cui performance
incorporavano vomito ed urina,
la chitarrista
Christine Carol Newby (in arte "Cosey Fanni Tutti")
e i due sperimentatori Chris Carter e Peter Christopherson.
Nelle loro esibizioni dal vivo (per lo piu` in concomitanza con manifestazioni
artistiche) i quattro si specializzarono in uno show multimediale
ante-litteram. A renderli celebri nelle file dell'underground furono tanto
la musica (elettronica e atonale) quanto lo show, imperniato su
una scenografia truculenta e repellente e su provocazione erotica e sadomaso
e inondato di luci stroboscopiche.
Il pubblico veniva scientificamente stordito da una pioggia di suoni e
immagini sgradevoli.
All'inizio l'ensemble si sostento` con i magri guadagni dei quattro dilettanti:
Christopherson fotografo, Cosey fotomodella, Carter
camionista, Orridge disoccupato.
La musica si evolse progressivamente da semplice shock terapeutico, da
colonna sonora per un delirante rituale, a una piu` conscia manipolazione del
suono in linea con gli esperimenti dell'avanguardia elettronica:
fasce elettroniche dissonanti, pulsazioni macabre di basso,
collage di conversazioni, turbolenze cacofoniche, imitazioni di macchine
d'officina.
La prassi anticonformista era completata da una maniacale predilezione per lo
stupro di strumenti acustici di origine orientale e da una cieca dedizione al
metallofono. Il bombardamento era continuo e totale.
Le loro performance furono piuttosto rare, ma facevano epoca. Celebre quella in
cui diffusero dagli altoparlanti "muzak per il traffico" su Tottenham Court
Ignorati dai locali metropolitani, cercavano asilo presso club d'avanguardia e
associazioni culturali di perferia. Fondarono infine la Industrial Records,
un'etichetta discografica autogestita che sanci` la nascita della
"musica industriale".
Il primo disco,
Second Annual Report (Industrial, 1977 - Fetish, 1979 - Mute, 1983),
sottotitolato "musica dalla fabbrica della morte", e` un rapporto sul
primo anno di attivita`. I brani del loro repertorio (Maggot Death,
Slug Bait e la colonna sonora del film After Cease To Exist) sono
stati registrati in diverse circostanze e, debitamente saldati l'uno all'altro
(e i primi due in piu` versioni), formano un continuum unico di
rumori del metro, sirene di ambulanza, chiacchiere di passanti,
vibrazioni sotterranee del traffico, tonfi di presse e rombi di macchinari,
scosse elettriche e metalliche, respiri affannosi e urla atterrite,
rimbombi in galleria e sferragliare di treni, e compongono nell'insieme
un affresco agghiacciante della metropoli industriale.
La musica industriale si rivela musica d'ambiente, perche' concepita in
funzione di una scenografia ambientale. Ma e` anche, soprattutto, musica di
morte, come lascia intuire il logo dell'Industrial Records, un campo di
concentramento nazista; e la musica non lascia molti dubbi sulla volonta`
di identificare quel luogo di atrocita` con la metropoli stessa, altra
"fabbrica della morte".
Il disco vuol essere un documentario dell'apocalisse, un'apocalisse che si
prefigura come una lenta agonia collettiva. Le lugubri
atmosfere dei Throbbing Gristle descrivono quel magma di atroci spasimi che
e` il quotidiano industriale. Il loro suono-verita` e` puntato sul processo di
annientamento sociale dell'individuo, sulla dispersione della sua personalita`
negli ingranaggi voraci di quel macchinario abnorme che e` la societa` moderna,
capace di ridurre l'individuo e un ingranaggio egli stesso, dotato di un moto
e di un rumore fissi e periodici.
Gli strumenti tradizionali e il sintetizzatore svolgono una funzione di
accompagnamento ritmico o melodico nei confronti della base su nastro. Il
risultato e` un groviglio assai denso di suoni,
in parte elettronici e in parte acustici (ma sempre piu` o meno improvvisati).
Il tutto a sua volta ha come obiettivo la rappresentazione teatrale. Quest'arte
radicale deriva da un lato dal gestualismo e dall'altro dalla musique concrete.
In particolare si sentono echi degli esperimenti sulle manipolazioni della voce
alla Stockhausen, della musica da camera per sirene di Varese, delle suite
dadaiste di Subotnick, dei concerti per rumori quotidiani di Henry. Le scuole di
Parigi, New York e Darmstadt confluiscono in un tripudio di cacofonie che
deve fungere da colonna sonora per l'era industriale.
performance e il ritmo.
Dal vivo il gruppo continuava a sperimentare con forme musicali sempre piu`
ardite, ma su disco finirono brani molto piu` banali, come se il gruppo
avesse soltanto riascoltato Ummagumma dei Pink Floyd, Before And
After Science di Brian Eno e soprattutto i dischi di Ron Geesin.
Il caos bio-tecnologico della societa` delle macchine costituisce il soggetto
del secondo lavoro,
D.O.A. (Industrial, 1978 - Fetish, 1981 - Mute, 1983),
sottotitolata "third and final report", ma in realta` seconda parte della
loro saga espressionista.
Il disco sembra partorito da un altro gruppo. Le spigolosita` del precedente
sono state ampiamente limate. I ritmi passano in primo piano.
Le novita`, rispetto al disco precedente, e` il frammentarismo.
Ogni brano e` infatti una concisa gag sonora, dagli impulsi memorizzati su
nastro di computer di IBM al balletto di robot di DOA.
La musica industriale si scopre cosi` essere
un'idra dalle mille teste: onirico (Weeping),
psichedelico (Hit By A Rock), minimalista (AB/7A), ambientale,
subliminale a seconda delle situazioni.
Al mondo caotico della "fabbrica della morte" ritorna soltanto
(per due minuti)
Walls Of Sound, vero muro del suono per trapani e bulldozer.
Opera di transizione, DOA,
abbandona le proporzioni wagneriane e si
accontenta del bozzettismo elettronico. Con questo disco, che alterna graziosi
quadretti di vita robotica a preghiere tibetane mormorate da schiere di
cloni, i Throbbing Gristle si allontanano dall'avanguardia e si avvicinano
alla forma-canzone del rock.
20 Jazz Funk Greats (Industrial, 1979 - Fetish, 1981 - Mute, 1983)
continua in quella direzione di parziale ritrattazione.
Il disco e` chiaramente ispirato dal ballabile postmoderno predicato da
Brian Eno. L'operazione dei Throbbing Gristle consiste nel
trasferire in questo genere le istanze della "musica industriale".
I rumori della fabbrica della morte diventano arrangiamenti per balletti
e melodie robotiche.
Il panorama e` rimasto quello agghiacciante del primo disco: lunghi lamenti
elettrici, echi di venti perduti nei labirinti oscuri della metropolitana,
pulsazioni angosciose, cadenze cingolate, sincopi sintetiche, urla primordiali.
L'atmosfera trasuda senso di desolazione, terrore, impotenza.
Ma la title-track sfodera riverberi di tromba jazz su un ritmo funky e
Tanith usa jazz e funk per creare stasi e ipnosi in modo
"ambientale" (una prassi spinta al limite dall'impalpabile Exotica);
Persuasion e` una comica ballata folk mimetizzata in abulia da
manicomio; What A Day e` uno spiritual delle piantagioni tecnologiche,
un canto della jungla industriale.
Il manifesto del nuovo corso di metronomie marziane e` Still Walking, un
mini-concerto per officine metallurgiche.
In Convincing People quei ritmi
industriali danno luogo a un tribalismo primitivo che in
Hot On The Heels Of Love sfiora la disco-music sensuale e in
Walkabout da` luogo a un trascinante balletto meccanico.
L'inversione di rotta travolge il ballabile decadente delle discoteche off
in una delirante apologia della paranoia e della "devoluzione".
Disco piuttosto schizofrenico, fatto di catacombali inni alla morte e di
plastiche metamorfosi ritmiche, 20 Jazz Funk Greats sancisce l'adesione
alle prassi del ballabile post-moderno.
Altri reperti di questo periodo verranno pubblicati postumi su
Assume Power Focus (Hollows Hill, 1998).
Alla discografia tutta sotterranea del complesso vanno aggiunti i singoli
(fra i quali il macabro Subhuman e il ballo dell'auto-distruzione di
Discipline, 1981),
Journey Through A Body (Walter Ulbricht Schallfolien, 1982 - Mute, 1993),
con le lunghe Medicine, Catholic Sex e
Violencia,
l'ultimo disco in studio,
Heathen Earth (Industrial, 1980 - Fetish, 1981 - Mute, 1983),
e la colonna sonora
In The Shadow Of The Sun (Illuminated, 1984),
Heathen Earth (Industrial, 1980 - Fetish, 1981 - Mute, 1983)
e` un disco programmatico che si riallaccia al disco d'esordio.
After Cease To Exist, The World Is A War Film e
Dreamachine perfezionano le prime jam angosciate del gruppo.
In The Shadow Of The Sun (Illuminated, 1984 - Mute, 1993) e`
forse la composizione piu` complessa del gruppo, una lunga suite di quasi
un'ora.
Dopo il concerto del 29 Maggio 1981 a San Francisco il gruppo si sciolse.
Le loro ultime esibizioni vennero raccolte con lodevole diligenza, ma
fra il 1981 e il 1984 il mercato venne inondato da
un quantita` sproporzionata di musica postuma:
Special Treatment dal vivo a Londra nel 1978,
Fuhrer Der Menscheit dal vivo a Berlino nel 1980, su
Funeral In Berlin (Zensor, 1981),
Mission Of Dead Souls (Fetish, 1981 - Mute, 1983)
dal vivo a San Francisco
(con Spirits Flying di otto minuti e altri nove frammenti
degni del primo disco), e cosi` via.
Per citare soltanto i principali.
In gran parte
queste ultime prove ritornano al caos espressionista degli inizi, ma da un punto
di vista completamente diverso. Invece che scimmiottare le macchine che hanno
conquistato il mondo, la musica sembra volersi situare in un evo posteriore,
quando la civilta` delle macchine sara` stata demolita da un'immane catastrofe.
Protagonisti delle loro suite sono allora le rovine tecnologiche sferzate da
folate radioattive e popolate da mostri grotteschi:
violenti scrosci di distorsioni, voci d'oltretomba, geyser elettronici,
segnali galattici, ansimi erotici, presenze occulte, sirene lancinanti,
metronomie minacciose, vagiti cibernetici, scariche elettrostatiche.
Le suite, improvvisate dal vivo, non danno tregua al sistema nervoso,
costituiscono un violento elettro-shock acustico, un complesso affresco
murale di graffiti e geroglifici sonori sulla "fabbrica della morte",
un magma in lento movimento di accordi deformati,
caleidoscopi di visioni cosmiche e incubi del subconscio.
Sprazzi di elettronica orgiastica alla Subotnick si alternano a squarci
impressionisti alla Schulze.
Frammenti di cori alla Stockhausen, continuum alla Ligeti, canti sospesi alla
Nono s'intrecciano fino a confondersi.
Summa babelica degli idiomi dell'avanguardia elettronica, la suite "industriale"
costituisce un importante punto d'approdo nell'ambito "popolare" della musica
rock.
Postumi, sono usciti innumerevoli album rimasti nel cassetto, alcuni registrati
nel 1975-1976.
Chris And Cosey hanno continuato in duo a proporre
il synth-pop intellettuale del terzo disco, mentre Genesis P-Orridge
ha tenuta alta la bandiera della musica industriale negli
Psychic Tv.
I Throbbing Gristle trasportarono i rituali teatro-musicali di ascendenza
espressionista dei Velvet Underground in uno scenario futurista. Pur conservando
l'aspetto decadente della rappresentazione-shock, i Gristle spostarono
l'enfasi sull'olocausto tecnologico.
Almeno
Second Annual Report, Heathen Earth,
In The Shadow Of The Sun e
Mission Of Dead Souls appartengono al futuro della musica (rock o non rock).
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