Summary.
Tom Verlaine went on to become one of the
most profound bards of the "blank generation", the antidote to the commercial
sell-out of the new wave that was rapidly defusing the movement.
His albums, particularly Dreamtime (1981),
Words From The Front (1982), Flashlight (1987) and the
baroque Warm and Cool (1992), were essays of
controlled improvisation, each song sculpted from
irregular rhythms, discordant riffs and fragmented melodies.
They were concertos for tremolos and vibratos, that ventured into
spectral, hallucinated, oneiric atmospheres with
almost religious intensity.
If English is your first language and you could translate my old Italian text, please contact me.
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Con i suoi dischi solisti Tom Verlaine ha confermato la propria statura di
"auteur" del rock, intento a esprimere profonde emozioni interiori e a
esplorare i mezzi armonici che meglio glielo consentono.
I suoi album sono raccolte di canzoni ispide, pulsanti e melodiose,
recitate con voce sofferta e tremante, punteggiate dagli assoli di chitarra
piu` metafisici della storia del rock. In esse Verlaine ha fuso simbolismo,
pop-art, psichedelia, free-jazz e folk-rock. Il suo e` un rock colto e adulto
che in realta` non ha mai avuto molto in comune con il velleitarismo dei punk.
I Television
non sono mai morti, poiche' Verlaine ne ha continuato la saga
senza quasi mai fallire il passo. A posteriori, anzi, il suo primo disco
solista, Tom Verlaine (Warner Bros, 1979),
appare degno dei due dischi dei Television. Verlaine indulgeva in
rock and roll nervosi come The Grip Of Love, Kingdom Come e
soprattutto la tribale e dissonante Breaking In My Heart e
il boogie rarefatto di Mr Bingo,
ma si metteva in luce anche con ballate d'intensita` religiosa come
Souvenir From A Dream e Flash Lightning.
Le sue storie sono sempre calate nell'allucinante
depressione metropolitana, dominata da un senso straziante e quasi epico di
dolore perenne, o in un fiabesco mondo onirico che funge da
valvola di sfogo, popolato di taumaturgiche fate.
Always, Penetration,
There's A Reason e Without A Word, nel canzoniere cortese di
Dreamtime (WB, 1981), intriso di estasi stilnovista,
sono brani formalmente perfetti, minutamente calcolati nelle parti vocali
e chitarristiche, ciascuno sorretto da un'impalcatura armonica di assoluta
modernita`. Ma nell'insieme lasciano la sensazione di gelo e artificiosita`.
Lo stile di Words From The Front (Warner Bros, 1982)
si viene cristallizzando in
ballate acide e velenose condotte dalle sincopi drammatiche della chitarra.
Se Present Arrived, True Story e Words From The Front
continuano il programma di rifondazione della forma-canzone, accentuando
ancor piu` i ritmi fratturati, le dissonanze lancinanti e le litanie vocali
di un'intensita` quasi religiosa, nella maestosa ode cosmica
Days On The Mountain a ritmo "disco", con disturbi elettronici e in un
tripudio sinfonico, Verlaine tocca il vertice del suo trascendentalismo,
rendendo con la chitarra il senso dell'ascesa al paradiso.
Climi estatici e onirici dominano anche Cover (Warner Bros, 1984),
nonostante le grintose Five Miles Of You e Miss Emily,
ma Flashlight (IRS, 1987)
lo resuscita al rock and roll piu` lineare e dinamitardo della sua
carriera con Cry Mercy Judge e un paio di ballate degne di Springsteen
per pathos e realismo (Scientist Writes A Letter e
One Time At Sundown), ma forse piu` influenzate dal rock romantico
inglese, pur senza rinunciare agli astrattismi psichedelici di Bomb.
Questi album sanciscono l'approdo a una classica semplicita` che pare
rinnegare dieci anni della sua carriera, ma che ne e` in realta` la
sintesi matura.
Passano tre anni prima che Verlaine registri la sua continuazione,
The Wonder (Fontana, 1990), altrettanto "classico" e personale, ma con
il sound piu` commerciale della sua carriera, all'insegna di
ritmi funky e armonie fluide. La sorpresa maggiore e` comunque il canto, in un
registro sibillino quasi alla Prince (August) o come un Lou Reed ironico
e rilassato (Stalingrad). Indecifrabile, ermetico, disorientante,
e' un Verlaine uscito dall'inferno dantesco quello che arpeggia serafico
in Pillow e che gigioneggia istrionico in Cooleridge.
Nel 1992 Verlaine e` ancora frenticamente attivo, sia come solista, con
Warm and Cool (Rykodisc, 1992 Thrill Jockey, 2005), sia con il vecchio gruppo, che
si ricostituisce per registrare l'album Television (Capitol, 1992).
L'album solista Warm and Cool e` composto di brevi vignette
atmosferiche senza parole, che costituiscono un ennesimo picco del
suo virtuosismo armonico, delle sue estasi elettriche, della sua personalissima
forma di "improvvisazione controllata". Sono piccoli concerti per tremolo e
vibrato come Lore e Saucer Crash
escursioni timbriche che sono piu` parenti (rispettivamente) del free-jazz
(e tutt'al piu` di Jimi Hendrix) e del jazzrock (e tutt'al piu` dell'acidrock)
che della New Wave; quando non tenui e oniriche serenate da film noir come
Those Harbor Lights e Depot, immerse in atmosfere spettrali
e allucinate,
o acquarelli impressionisti che evocano scene naturali come The Deep Dark
Clouds, o accorati monologhi interiori al limite della trance trascendentale
come Spiritual.
Anche gli unici momenti allegri sono delle dotte dissertazioni post-moderne,
rubate alle sigle rhythm and blues degli anni Cinquanta (Sleepwalkin')
e alle colonne sonore degli anni '60 (Boulevard).
E` certamente il suo lavoro piu` "serio", quello con cui si afferma fra i
virtuosi dello strumento e i compositori dell'avanguardia.
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