Ai grandi cantautori militanti d'America si e` aggiunto David Baerwald, figlio
di un perseguitato politico del Maccartismo ed ex delinquente giovanile (furto
d'auti, spaccio di droga).
Poete maudit per eccellenza, Baerwald, che aveva gia` alle spalle
Boomtown (A&M, 1986), registrato in duo
con David Ricketts come David + David
a meta` degli anni '80 (subito dopo aver lasciato il gruppo punk
The Spastics), canta l'Apocalisse morale del nostro secolo.
Dopo l'ouverture spettrale di Welcome To The Boomtown, ambientata fra le
rovine morali dei tossicodipendenti, il duo intona l'inno degli sconfitti di
Swallowed By The Cracks nel quale definisce il proprio stile come un misto fra
l'urlo rauco e passionale di Springsteen e il lamento malinconico e decadente
di David Bowie.
Ha inizio il viaggio dentro una "wasteland" sulla quale aleggia una cappa di
morte, un girone infernale popolato da esseri in decomposizione che
brancolano al buio fra fiamme di gelo. Gli Heroes di Baerwald sono
"corpi dissepolti", "sognatori morti", "adolescenti cacciatori di dragoni".
La loro esistenza e` insopportabile al punto da attendere con trepidazione
l'apocalisse (River's Gonna Rise).
L'atmosfera di tragedia tocca vertici di delirio in All Alone In The Big City,
avvolta in un sudario di elettronica funerea, cadenzata da
accordi minacciosi di pianoforte e straniata da una tromba jazz.
Il complesso e l'elettronica accompagnano i due cantautori nella loro discesa
agli inferi facendo uso cospicuo di fraseggi
funky (A Rock For The Forgotten) e reggae (Being Alone Together).
Con un arrangiamento appena piu` moderno e ballabile Ain't So Easy
tocca anche le corde piu` sentimentali.
L'affresco e` tanto potente quanto terribile. Il concept non ha un solo
momento di stanchezza, continua inesorabile a scandagliare i bassifondi
dell'America di Reagan e a estrarre dalle rovine facce sempre piu` emaciate
e vite sempre piu` umiliate.
Per molti versi questo e` il Tommy della
generazione post-punk.
Anche Bedtime Stories (A&M) del 1990 e` tutto fuorche' cio` che il titolo
lascia pensare. E' il suo canzoniere "cortese": le canzoni sono dedicate
a donne-angeli.
Il progresso e` soprattutto sul piano musicale: Baerwald pennella All For You
con un piglio appena piu` country,
e Dance con un ritmo molto piu` pronunciato, a meta` fra il boogie e i Clash.
Immersa in una delle sue atmosfere oniriche, Sirens In The City e` la canzone
che riassume la sua visione del mondo.
Meno sconsolato, ma non meno pessimista, il disco prende le mosse dalle cose
piu` mondane di Van Morrison, in particolare Colette, con l'ambizione della
serenata jazz (crooning a voce spiegata, contrappunto di trombe e violini) e
The Best Inside You, all'insegna di un soul melodrammatico.
La fama gli e` giunta nel 1992 con Triage (A&M), un ciclo di canzoni di
denuncia come non se ne sentivano dai primi album di Dylan, con invettive
brucianti come Got No Shotgun HydraHead Octopus Blues, nelle quali trovano
sfogo le frustrazioni di un individuo il cui fato e` controllato da poteri
occulti.
Le sue storie (talvolta in forma di monologo, nella miglior tradizione dei
poeti romantici inglesi) sono accumuli disordinati di aberrazioni del potere,
dalla guerre alla corruzione, in cui vengono messi alla berlina C.I.A.
e Casa Bianca, marines e agenti anti-droga.
In Waiter l'insoddisfazione del protagonista da` luogo a un delirio di
allucinazioni (reso musicalmente con effetti al limite della musica industriale
e dell'hip hop), mentre Postman, cantata come una ninnananna (con
accompagnamento minimo) contrasta la vita quotidiana di un uomo qualunque
con il vortice di violenza planetaria (reso attraverso un missaggio di
voci e suoni del mondo).
La lunga arringa di A Secret Silken World ritorna invece ai suoi temi
preferiti di
depravazione e decadenza morale, e agli arrangiamenti da incubo (lievemente
jazzati) che rendono il senso di solitudine e di perdizione come nei migliori
film noir.
Disco molto piu` dimesso e adulto dei precedenti, Triage canta soprattutto
"il dolore e la vergogna della resa" (China Lake) che per Baerwald sono
spesso esorcizzati da vignette di vita domestica come Born For Love
(sei minuti di tenera serenata) ma dietro le quali si nasconde sempre
la coscienza e la tristezza di quella resa esistenziale davanti al male
del mondo. Gli affetti, insomma, non come suprema espressione dell'umanita`,
ma come rifugio un po' meschino dai poteri al cospetto dei quali si e`
impotenti.
Benche' i suoi mezzi musicali siano limitati, Baerwald canta con una ferocia
da castigatore divino, arrangia con campionamenti di ogni sorta di
suoni-verita`, mutua dal rap e dal garage-rock l'enfasi dell'urlatore di strada,
e supplisce alle sue carenze con uno
stile di racconto freddamente cinico e disperatamente fatalista ma anche
rabbiosamente malinconico, che non ha nulla da invidiare a Raymond Chandler e
Jim Thompson. Tutti sono amorali, non c'e` differenza fra i funzionari dello
Stato e i miserabili reietti dei bassifondi.
L'effetto finale e` quello di un thriller agghiacciante, in cui l'assassino la
fa franca ogni volta; o di un'allucinazione che non finisce mai.
La sua musica trabocca delle sue cicatrici personali: "There's hope for the
hopeless if there's hope for me".
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Los Angeles-based poete maudit David Baerwald
debuted in the duo David + David with David Ricketts. Their concept
Boomtown (1986) began his chronicle of the moral apocalypse, his journey
through the existential "wasteland" of the post-industrial society.
He calmly ventured into this Dante-esque hell with the bleak meditations of his
Bedtime Stories (1990), but then the anger vented through
Triage (1992) made him sound like an angel of punishment.
If English is your first language and you could translate the Italian text, please contact me.
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