Gumball


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Velvet Monkeys: Future , 7/10
B.A.L.L.: Period , 7/10
B.A.L.L.: Bird , 6/10
B.A.L.L.: Trouble Doll, 5/10
B.A.L.L.: Hardball , 7/10
Velvet Monkeys: Rake , 6/10
Gumball: Special Kiss , 6/10
Gumball: Light Shines Through , 6/10
Gumball: Super Tasty , 7/10
Gumball: Revolution On Ice , 6.5/10
Foot
Don Fleming: Jojo Ass RUNne , 6/10
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Summary:
Don Fleming began his saga in Washington's Velvet Monkeys, who recorded an album of pop-rockabilly-surf-psychedelic Sixties revival, Future (1983). After moving to New York, and meeting Mark Kramer, he formed B.A.L.L. and proceeded to mock acid-rock on Period (1987), a work highlighted by nonsensical jams. The power-trio unleashed hard-rock vehemence amid the usual dose of sound effects and skewed melodies on Hardball (1990), particularly in their self-glorifying instrumental jams. When he created Gumball, Fleming simply updated B.A.L.L.'s sound to grunge and noise-rock (and abandoned the clownish tones). Despite the elaborate arrangements, it sounded like a cross between the Who and Big Star, his most blatant stab at commercial success. Fleming reined in Super Tasty (1993), but began to lose control over his own grandeur on the monstrous Revolution On Ice (1994).
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La saga di Don Fleming e` tanto fondamentale quanto emblematica del rock intellettuale emerso dalla new wave.

I Velvet Monkeys erano stati uno dei gruppi piu` originali della prima ondata di Washington. Formati all'inizio del decennio (con alle spalle una cassetta auto-prodotta Everything Is Right del 1981), avevano esordito su vinile nel 1983 con l'album Future (Fountain Of Youth). Il loro sound era un pop deturpato da anomalie armoniche, ma che spesso sembrava rifare il verso ai complessi surf di vent'anni prima. Talvolta (come in What Can I Do) uno strumento (la chitarra) sembra suonare un tema che un altro (il canto) prosegue in maniera diversa; ma poco importa, visto che lo svolgimento finira` per frantumare entrambi e dal collasso armonico scaturita` il ritornello, in perfetto stile da garage-rock. E` una tecnica, per quanto sfocata, che puo` coagulare in un rockabilly precisissimo come Velvet Monkeys. L'organo domina l'incalzante Everything Is Right, ma il suo non e` ne` lo stile febbrile dei Suicide ne` quello "acido" degli anni '60, bensi` un cupo rimbombo di sottofondo. Fra i tanti che tentavano di recuperare le sonorita` psichedeliche i Velvet Monkeys erano fra i meno oleografici.

I Velvet Monkeys registrarono fra il 1985 e il 1987 un ultimo disco, rimasto inedito, che verra` pubblicato anni dopo come Houseparty (God Bless, 1998).

Il leader dei Velvet Monkeys, Don Fleming (canto e chitarra), che era stato il leader di uno dei pionieristici gruppi punk della Georgia (i Citizen 23), stabili` presto un'alleanza con Jad Fair degli Half Japanese (concretizzatasi nel lavoro congiunto Big Big Sun autoprodotto soltanto su cassetta nel 1986), ma per molti anni del gruppo non si seppe piu` nulla.

Fleming torno` alla ribalta alla corte newyorkese di Kramer. Fu li` infatti che, nella meta` degli anni '80, si formarono i B.A.L.L., con Kramer al basso e all'organo e ben due batteristi: Jay Spiegel (anche lui reduce dai Velvet Monkeys) e David Licht (ex compagno di Kramer negli Shockabilly).

Il gruppo si qualifico` come un'appendice radicale all'acid-rock di vent'anni prima. Il primo album, Period (Shimmy Disc, 1987) e` infatti composto da una ventina di brevi pezzi, fra i quali si alternano ballate country eseguite (o devastate) nel modo "lisergico" dei Grateful Dead (Bastard Baby Boy, Favorite Day), tutte corredate di adeguati "jamming", e strumentali senza capo ne` coda (l'"hendrixiano" Theme B.A.L.L., la tribale Caveman, The French alla Mayo Thompson). L'incalzante "psychobilly" di Always, l'imitazione Velvet Underground di In The Woods, l'ipnotico e cacofonico blues di I Can Never Say riassumono forse al meglio la forma di canzone psichedelica che ha in mente Fleming.

Bird (Shimmy-Disc, 1988) accentua la bizzarria degli effetti psichedelici e la sperimentazione sulla forma. Il risultato e` uno strano ibrido di Stooges e Residents, come nella title-track. Ancora una volta i brani sono molto brevi, ma ancora una volta le armonie piu` radicali (Another Straight Line) e le ballate piu` leziose (come il mantra di Love Was The End o il country di Drink It On) risultano forzate e artificiose. Quasi tutti i pezzi danno la sensazione di essere soltanto pretesti per accumulare un po' di distorsioni e per incollare insieme un po' di effetti sonori. (Alcuni brani sono delle cover mascherate).

Trouble Doll (1989), per meta` dal vivo, migliora la situazione, ma senza risolvere i problemi di fondo. La melodia di Never Meant To Say, il piglio barbaro di Trashman, il trittico di Trouble World (che rifa` il verso agli inni degli Stooges), Trouble Doll e Trouble Momma sono dei buoni spunti, ma e` ancora troppo poco. La formazione (ridottasi a un trio dopo l'abbandono di Licht) e` tanto ambiziosa quanto deludente.

Un ulteriore e decisivo progresso si verifica nel 1990 con Four o Hardball. Il trio e` diventato davvero un power-trio e la durata dei pezzi si e` sufficientemente allungata da consentirne uno sviluppo. L'arrangiamento della title-track si ispira alle solite eccentricita` psichedeliche, ma questa volta il ronzio gregoriano, i vortici elettronici e il vagito della chitarra fanno il loro effetto. Le ballate sono rivitalizzate da una grinta rock e da una batteria che picchia freneticamente come un tam-tam e puo` raggiungere il parossismo dello psychobilly, come in She's Always Driving. La loro parabola assomiglia di colpo a quella dei Sonic Youth: partiti da uno stile programmatico e rivoluzionario, i B.A.L.L. sono riusciti ad amalgamarlo nella tradizionale forma-canzone del rock. Timmy The Toad Man e Mary Jane risultano cosi` sabba stordenti e trascinanti di puro rock and roll, per quanto sfigurati dalla solita dose di distorsioni. Lo stile strumentale di Fleming, che coniuga Page con Hendrix, ha modo di dimostrare le sue indubbie (e vitrioliche) potenzialita`, da far invidia a Helios Creed.
In realta` la prima facciata di Hardball e` una sorta di EP a se stante. La seconda facciata e` una monumentale suite composta da cinque jam strumentali. Fleming e Kramer hanno cosi` modo di sfogare le loro libidini grunge (e post-psichedeliche/ post-hardrock in genere). Questa In A Gadda Da Vida degli anni '90 e` una delle piece strumentali piu` magniloquenti e auto-glorificanti della storia del rock, ma il chitarrista davvero splende in tutta la sua gloria: il riff ipnotico del preludio, il crescendo demoniaco del primo movimento, l'incalzante e affilato scampanio alla Sonic Youth del secondo, il ciclone di dissonanze del terzo, piu` un numero incalcolabile di glissando, fondiscala, distorsioni infuocate, minimalismi da martello pneumatico, accordature spericolate, il tutto sempre al ritmo prodigioso di Spiegel.

Proprio quando il gruppo aveva trovato la forma giusta, i dissidi fra Fleming e Kramer lo portarono alla tomba (alla fine del 1989, prima che uscisse l'ultimo album).

Fleming riformo` allora i Velvet Monkeys, con una formazione che (oltre al fido Spiegel) comprendeva Mascis dei Dinosaur Jr, Moore dei Sonic Youth e Cafritz dei Pussy Galore. Rake (Rough Trade, 1990) e` una (falsa) colonna sonora che delude le aspettative create da Hardball, ma dispensa un po' dello humour eccentrico di cui questa gente e` capace (nove minuti per il minimalismo veramente minimale di Velvet Monkeys Theme Song e nove minuti per il completamente opposto Rock Party).

Fleming, avviato anche a una promettente carriera di produttore, non si scoraggia e forma i Gumball, con Spiegel ancora alla batteria ed Eric Vermillion al basso. A differenza delle opere dei B.A.L.L., tutte spietatamente stroncate, il primo album dei Gumball, Special Kiss (Primo Scree, 1991) viene accolto dalla critica con una sorta di ovazione generale. Con un sound simile a quello di Hardball, ma riveduto e aggiornato nell'ottica dei Sonic Youth e del grunge, Fleming trova la giusta dimensione. Se il "trip" piu` "acido" e` Gettysburg, seguito da "You Know" e da Window Pain, all'altro capo dello spettro ci sono pero` Gone Too Far, Wake Up e soprattutto This Town e Summer Days, i due hit, che appartengono a un filone invece piu` leggero, piu` pop (o persino surf).

Nello stesso anno viene pubblicato anche Light Shines Through (Paperhouse), sorta di supplemento al precedente, con la title-track e altre delizie psichedeliche.

Visto che il sound dei Gumball e` piu` accessibile di quello dei B.A.L.L., tanto vale specularci sopra; e Super Tasty (Sony, 1993) riesce proprio in questo intento: il sound si e` ridotto a un pop chitarristico (Accelerator, il nuovo hit, o Real Gone Deal) appena deformato da un piglio beffardo; tutto sommato un ritorno ai Velvet Monkeys con maggior convinzione. Le micce strumentali da garage del powertrio, preparate dai selvatici "rave up" di Tumbling e Black Payback, fanno brillare ballate incandescenti come Hell Of A Message. A trionfare e` soprattutto un folkrock fischiettabile dagli accenti sentimentali ed epici, come in Here It Comes Again. Il melodismo di Fleming e` al culmine.

Continuando a maturare di disco in disco, Fleming perviene cosi` al sound grandioso di Revolution On Ice (Columbia, 1994): se l'iniziale Revolution On The Rocks e` troppo programmatica e non riesce a ripetere Accelerator, Nights On Fire e` l'epitome della sua abilita` nel costruire canzoni tanto trascinanti quanto profonde, caricandole della forza profetica di un Pete Townshend. Fleming e` tanto magistrale quanto Alex Chilton nel costruire le armonie pop di Free Grazin' e il trio sferraglia di gran carriera nella jam di Watcha Gonna Do. Unendo queste doti, nulla e` fuori della loro portata, dalle ruvide melodie dei Sonic Youth (Trudge) alle tenebrose ballate dei Cure (Breath Away).

Fleming, che per mezzo decennio aveva centellinato la musica, era improvvisamente diventato uno degli artisti piu` prolifici dell'underground newyorkerse. Ma, sciolti i Gumball, torno` fra le quinte.

Fleming e` un personaggio tanto ambizioso quanto irrisolto: i suoi album non esprimono appieno il suo talento.

L'EP Because Tomorrow Comes (Instant Mayhem, 1996) e` il suo primo disco solista: oltre alla canzoncina eponima, contiene due suite strumentali per theremin, mellotron, nastri, organo, chitarra e basso.

Fleming ha formato anche i Foot (God Bless, 1998) con Thurston Moore dei Sonic Youth e Jim Dunbar. The album contains three lengthy tracks of free-form, electronic jamming.

La rinascita di Fleming e` impressionante. Il singolo Hear the Air (V2, 2000) scalera` persino le classifiche britanniche.

Don Fleming's all-instrumental Jojo Ass RUNne (God Bless, 1998) is a wild experiment in guitar-rock that borrows from Glenn Branca's symphonies, Roger Miller's uber-guitar pieces, and particularly from Todd Rundgren (homaged in the 16-minute Todd Ass RUNdgren), but mostly reinvents the whole idea of rock music.

Don Fleming 4 (Thick Syrup, 2011)

(Translation by/ Tradotto da xxx)

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