Summary:
Don Fleming began his saga in
Washington's Velvet Monkeys, who recorded
an album of pop-rockabilly-surf-psychedelic Sixties revival,
Future (1983). After moving to New York, and meeting Mark Kramer,
he formed B.A.L.L. and proceeded to mock
acid-rock on Period (1987), a work highlighted by nonsensical jams.
The power-trio unleashed hard-rock vehemence
amid the usual dose of sound effects and skewed melodies on
Hardball (1990), particularly in their self-glorifying instrumental jams.
When he created Gumball,
Fleming simply updated B.A.L.L.'s sound to grunge and noise-rock
(and abandoned the clownish tones). Despite the elaborate arrangements,
it sounded like a cross between the Who and Big Star,
his most blatant stab at commercial success. Fleming reined in
Super Tasty (1993),
but began to lose control over his own grandeur on the monstrous
Revolution On Ice (1994).
If English is your first language and you could translate my old Italian text, please contact me.
|
La saga di Don Fleming e` tanto fondamentale quanto emblematica del rock
intellettuale emerso dalla new wave.
I Velvet Monkeys erano stati uno dei gruppi piu` originali della prima
ondata di Washington. Formati all'inizio del decennio (con alle spalle una
cassetta auto-prodotta Everything Is Right del 1981), avevano esordito su
vinile nel 1983 con l'album Future (Fountain Of Youth).
Il loro sound era un pop
deturpato da anomalie armoniche, ma che spesso sembrava
rifare il verso ai complessi surf di vent'anni prima.
Talvolta (come in What Can I Do) uno strumento (la chitarra) sembra suonare
un tema che un altro (il canto) prosegue in maniera diversa; ma poco importa,
visto che lo svolgimento finira` per frantumare entrambi e dal collasso
armonico scaturita` il ritornello, in perfetto stile da garage-rock.
E` una tecnica, per quanto sfocata, che puo` coagulare in un rockabilly
precisissimo come Velvet Monkeys.
L'organo domina l'incalzante Everything Is Right, ma il suo non e`
ne` lo stile febbrile dei Suicide ne` quello "acido" degli anni '60,
bensi` un cupo rimbombo di sottofondo. Fra i tanti che tentavano di recuperare
le sonorita` psichedeliche i Velvet Monkeys erano fra i meno oleografici.
I Velvet Monkeys registrarono fra il 1985 e il 1987 un ultimo disco,
rimasto inedito, che verra` pubblicato anni dopo come
Houseparty (God Bless, 1998).
Il leader dei Velvet Monkeys, Don Fleming
(canto e chitarra), che era stato il leader di uno dei pionieristici gruppi punk
della Georgia (i Citizen 23),
stabili` presto un'alleanza con Jad Fair degli Half Japanese (concretizzatasi
nel lavoro congiunto Big Big Sun autoprodotto soltanto su cassetta nel
1986), ma per molti anni del gruppo non si seppe piu` nulla.
Fleming torno` alla ribalta alla corte newyorkese di Kramer. Fu li` infatti
che, nella meta` degli anni '80, si formarono i B.A.L.L., con
Kramer al basso e all'organo e ben due batteristi:
Jay Spiegel (anche lui reduce dai Velvet Monkeys) e David Licht
(ex compagno di Kramer negli Shockabilly).
Il gruppo si qualifico` come un'appendice radicale all'acid-rock di vent'anni
prima. Il primo album,
Period (Shimmy Disc, 1987)
e` infatti composto da una ventina di brevi pezzi, fra i quali
si alternano ballate country eseguite (o devastate) nel modo "lisergico" dei
Grateful Dead (Bastard Baby Boy, Favorite Day), tutte corredate di
adeguati "jamming", e strumentali senza capo ne` coda (l'"hendrixiano"
Theme B.A.L.L., la tribale Caveman, The French alla Mayo Thompson).
L'incalzante "psychobilly" di Always, l'imitazione Velvet Underground di
In The Woods, l'ipnotico e cacofonico blues di I Can Never Say
riassumono forse al meglio la forma di canzone psichedelica che ha in mente
Fleming.
Bird (Shimmy-Disc, 1988) accentua la bizzarria degli effetti psichedelici
e la sperimentazione sulla forma. Il risultato e` uno strano ibrido di Stooges e
Residents, come nella title-track. Ancora una volta i brani sono molto brevi,
ma ancora una volta le armonie piu` radicali (Another Straight Line)
e le ballate piu` leziose (come il mantra di Love Was The End o il country
di Drink It On) risultano forzate e artificiose. Quasi tutti i pezzi danno
la sensazione di essere soltanto pretesti per accumulare un po' di
distorsioni e per incollare insieme un po' di effetti sonori.
(Alcuni brani sono delle cover mascherate).
Trouble Doll (1989), per meta` dal vivo, migliora la situazione, ma senza risolvere i problemi di fondo.
La melodia di Never Meant To Say, il piglio barbaro di Trashman,
il trittico di Trouble World (che rifa` il verso agli inni degli Stooges),
Trouble Doll e Trouble Momma sono dei buoni spunti,
ma e` ancora troppo poco. La formazione (ridottasi a un trio dopo
l'abbandono di Licht) e` tanto ambiziosa quanto deludente.
Un ulteriore e decisivo progresso si verifica nel 1990 con Four o Hardball.
Il trio e` diventato davvero un power-trio e la durata dei
pezzi si e` sufficientemente allungata da consentirne uno sviluppo.
L'arrangiamento della title-track si ispira alle solite
eccentricita` psichedeliche, ma questa volta il ronzio gregoriano, i vortici
elettronici e il vagito della chitarra fanno il loro effetto.
Le ballate sono rivitalizzate da una grinta rock e da una batteria che picchia
freneticamente come un tam-tam e puo` raggiungere il parossismo dello
psychobilly, come in She's Always Driving. La loro parabola assomiglia
di colpo a quella dei Sonic Youth: partiti da uno stile
programmatico e rivoluzionario, i B.A.L.L. sono riusciti ad amalgamarlo nella
tradizionale forma-canzone del rock. Timmy The Toad Man e Mary Jane
risultano cosi` sabba stordenti e trascinanti di puro rock and roll, per
quanto sfigurati dalla solita dose di distorsioni.
Lo stile strumentale di Fleming, che coniuga Page con Hendrix, ha modo di
dimostrare le sue indubbie (e vitrioliche) potenzialita`, da far invidia a
Helios Creed.
In realta` la prima facciata di Hardball e` una sorta di EP a se stante.
La seconda facciata e` una monumentale suite composta da cinque jam strumentali.
Fleming e Kramer hanno cosi` modo di sfogare le loro libidini grunge
(e post-psichedeliche/ post-hardrock in genere). Questa In A Gadda Da Vida
degli anni '90 e` una delle piece strumentali piu` magniloquenti e
auto-glorificanti della storia del rock, ma il chitarrista davvero splende
in tutta la sua gloria: il riff ipnotico del preludio, il crescendo demoniaco
del primo movimento, l'incalzante e affilato scampanio alla Sonic Youth del
secondo, il ciclone di dissonanze del terzo, piu` un numero incalcolabile di
glissando, fondiscala, distorsioni infuocate, minimalismi da martello
pneumatico, accordature spericolate, il tutto sempre al ritmo prodigioso di
Spiegel.
Proprio quando il gruppo aveva trovato la forma giusta, i dissidi fra Fleming
e Kramer lo portarono alla tomba (alla fine del 1989, prima che uscisse
l'ultimo album).
Fleming riformo` allora i Velvet Monkeys, con una formazione che (oltre al
fido Spiegel) comprendeva Mascis dei Dinosaur Jr, Moore dei Sonic Youth e
Cafritz dei Pussy Galore. Rake (Rough Trade, 1990) e`
una (falsa) colonna sonora che delude le aspettative create da Hardball,
ma dispensa un po' dello humour eccentrico di cui questa gente e` capace
(nove minuti per il minimalismo veramente minimale di
Velvet Monkeys Theme Song e nove minuti per il completamente opposto
Rock Party).
Fleming, avviato anche a una promettente carriera di produttore, non si
scoraggia e forma i Gumball, con Spiegel ancora alla batteria ed Eric
Vermillion al basso.
A differenza delle opere dei B.A.L.L., tutte
spietatamente stroncate, il primo album dei Gumball,
Special Kiss (Primo Scree, 1991) viene accolto
dalla critica con una sorta di ovazione generale.
Con un sound simile a quello
di Hardball, ma riveduto e aggiornato nell'ottica dei Sonic Youth e
del grunge, Fleming trova la giusta dimensione.
Se il "trip" piu` "acido" e` Gettysburg,
seguito da "You Know" e da Window Pain, all'altro capo dello spettro ci sono
pero` Gone Too Far, Wake Up e soprattutto This Town e Summer Days, i due
hit, che appartengono a un
filone invece piu` leggero, piu` pop (o persino surf).
Nello stesso anno viene pubblicato anche Light Shines Through (Paperhouse),
sorta di supplemento al precedente, con la title-track e altre
delizie psichedeliche.
Visto che il sound dei Gumball e` piu` accessibile di quello dei B.A.L.L., tanto
vale specularci sopra; e Super Tasty (Sony, 1993) riesce proprio in
questo intento: il sound si e` ridotto a un pop chitarristico
(Accelerator,
il nuovo hit, o Real Gone Deal) appena deformato da un piglio beffardo;
tutto sommato un ritorno ai Velvet Monkeys con maggior convinzione.
Le micce strumentali da garage del powertrio, preparate dai selvatici "rave up"
di Tumbling e Black Payback,
fanno brillare ballate incandescenti come Hell Of A Message.
A trionfare e` soprattutto un folkrock fischiettabile dagli accenti
sentimentali ed epici, come in Here It Comes Again.
Il melodismo di Fleming e` al culmine.
Continuando a maturare di disco in disco, Fleming perviene cosi` al sound
grandioso di Revolution On Ice (Columbia, 1994):
se l'iniziale Revolution On The Rocks e`
troppo programmatica e non riesce a ripetere Accelerator,
Nights On Fire e` l'epitome della sua abilita` nel
costruire canzoni tanto trascinanti quanto profonde, caricandole
della forza profetica di un Pete Townshend.
Fleming e` tanto magistrale quanto Alex Chilton nel costruire le armonie pop
di Free Grazin' e il trio sferraglia di gran carriera nella jam di
Watcha Gonna Do. Unendo queste doti, nulla e` fuori della loro portata,
dalle ruvide melodie dei Sonic Youth (Trudge)
alle tenebrose ballate dei Cure (Breath Away).
Fleming, che per mezzo decennio aveva centellinato la musica, era
improvvisamente diventato uno degli artisti piu` prolifici
dell'underground newyorkerse. Ma, sciolti i Gumball, torno` fra le quinte.
Fleming e` un personaggio tanto ambizioso quanto irrisolto: i suoi album
non esprimono appieno il suo talento.
L'EP Because Tomorrow Comes (Instant Mayhem, 1996) e` il suo primo
disco solista: oltre alla canzoncina eponima, contiene due suite strumentali
per theremin, mellotron, nastri, organo, chitarra e basso.
Fleming ha formato anche i Foot (God Bless, 1998) con Thurston Moore
dei Sonic Youth e Jim Dunbar. The album contains three lengthy tracks
of free-form, electronic jamming.
La rinascita di Fleming e` impressionante.
Il singolo Hear the Air (V2, 2000) scalera` persino le classifiche britanniche.
|