Summary
Beat Happening was the trio led by Calvin Johnson, a living institution of the Olympia scene. The minimal, handicapped folk music of Beat Happening (1985) and Jamboree (1988) encouraged hundreds of kids around the country to play primitive rock music, no matter how inept the musicians.
Johnson launched more musical ventures. He recorded Halo Benders' God Don't Make No Junk (1994) with Pell Mell's keyboardist Steve Fisk and and Built To Spill's guitarist Doug Martsch.
And Dub Narcotic Sound System, inaugurated with the instrumental album Echoes From The Scene Control Room (1995), was Calvin Johnson's application of dub's creative process to rock music, although the results sounded more like the Contortions performing Memphis soul of the 1960s.
If English is your first language and you could translate my old Italian text, please contact me.
|
I Beat Happening sono il principale veicolo d'espressione per
Calvin Johnson, una piccola istituzione del rock indipendente e lo-fi
degli anni '80.
L'uomo che ha cantato versi come "The best part of sex is walking home hand
in hand" e` innanzitutto un'istituzione morale dei college Americani.
Calvin Johnson formo` nel 1983 a Olympia, nei pressi di Seattle, un trio con
la batterista Heather Lewis, intitolato Laura. Con l'ingresso del
chitarrista Bret Lunsford e la dipartita del terzo membro, nacquero i Beat
Happening. Inizialmente il terzetto batteva soltanto i caffe` locali,
mescolandosi alla folla di musicisti di strada.
Come le UT e pochi altri gruppi negli annali del rock, i tre membri si
alternavano ai vari strumenti e al canto.
I primi due anni di vita sono documentati soltanto da nastri auto-prodotti.
Il primo nastro, Beat Happening (K, 1984), venne registrato in casa nel
novembre del 1983.
E` un esercizio di folk minimale i cui numeri (in particolare la filastrocca di
Fourteen e la ballata farsescamente noir di I Spy)
non superano i due minuti, sono centrati attorno a una melodia
fiabesca ed eseguiti con mezzi di fortuna. E` un incrocio fra Kevin Ayers e
David Peel.
Lewis vivacizza l'atmosfera con Down At The Sea, un ritornello elementare
e spartano alla Jonathan Richman.
Un netto progresso venne segnato dal secondo nastro,
registrato due settimane dopo con un minimo di accuratezza in piu`.
Contiene un'altra filastrocca infantile, Our Secret, destinata a
rimanere la loro sigla.
Lewis canta What's Important, sulla stessa falsariga, appena
piu` pimpante.
E` un festival del primitivo e dell'approssimativo:
la batteria e` poco piu` di una grancassa, la chitarra
strimpella in modo meno che amatoriale.
Cio` nonostante il voodoobilly di I Love You riesce a creare un'atmosfera
ipnoticamente ossessiva.
Il terzo nastro fabbricato in proprio, Three Tea Breakfast (K, 1984),
registrato a Tokyo nella primavera del 1984 in condizioni disastrose,
contiene un'altra ballata di folk surreale cantanta da Lewis, In My Memory,
la cantilena Honey Pot, che Johnson esegue da solo accompagnandosi con il
battito delle mani, e persino un numero alla Velvet Underground,
Don't Mix The Colors, ma sempre nell'ottica di un arrangiamento
sotterraneo, superficiale, insignificante.
E` il massimo del primitivismo, del riduzionismo, ma al tempo stesso proprio
l'estrema poverta` del progetto consente di esaltare il talento melodico
del trio.
Il primo album, Beat Happening (K Records, 1985) raccoglie
registrazioni di diversi periodi. La produzione e` comunque migliorata,
ma rimane l'assunto di partenza, di far musica con il minimo sforzo possibile,
puntando tutto sul canto. I brani continuano ad essere miniature, frammenti,
provini.
Johnson dilaga nel grottesco e trascinante voodoobilly di Bad Seeds,
forse il loro capolavoro e mette in mostra il suo baritono reboante nella nenia
indianeggiante di Look Around e nel pop latineggiante di Let's Kiss.
Lewis incanta nel suo registro piano con un'altra fiaba, Foggy Eyes,
danza leggiadra e bambina in 1,2,3, ma affronta anche temi piu` rock in
Run Down The Stairs.
Rispetto ai nastri che l'hanno preceduto questo disco non introduce in
realta` nessuna novita`: e` ancora una musica di tre accordi, suonata in 4/4.
Queste registrazioni, cassette e dischi, verranno raccolte su
1983-85 (K, 1990).
Passano tre anni prima che il gruppo trovi la forza di pubblicare un altro
album.
Jamboree (K, 1988) propone una nuova
razione di ninnananne per psicopatici.
A dominare sono Bewitched e soprattutto
Hangman, ovvero i Cramps rallentati e privati di qualsiasi emozione (humour,
horror o altro che sia), modulati peraltro con inflessioni beat in
Crashing Through e accentuati con distorsioni e cadenze da garage-rock in
Midnight A Go-Go.
Il registro monotono di Johnson, che appiattisce la melodia fin quasi ad
annullarla, ben si presta per condurre ballate semi-country contrassegnate da
ritmi pow-wow e da un tono solenne (Drive Car Girl,
Indian Summer, destinata a rimanere la loro canzone piu` celebre).
The This Man Boyfriend Club, cantata a cappella in un frastuono casuale di
distorsioni, segna invece un ritorno al primitivismo piu` nudo.
Il gioiello di Lewis (che nel gruppo sembra condurre una carriera a parte,
improntata a una musica piu` umana e calorosa di quella ascetica di Johnson)
e` questa volta In Between.
Nel complesso l'album conferma soltanto cio` che nastri e dischi precedenti
avevano anticipato: un sound scarno, avaro di emozioni, volutamente tenue,
fondamentalmente ambiguo.
Un netto calo di qualita` caratterizza il successivo
Black Candy (K Records, 1989), del quale si salvano soltanto
il Pajama Party In A Haunted Hive e la title-track (alla Cramps),
Cast A Shadow e Ponytail (i due brani piu` pop).
Knick Knack e` l'unico brano cantato dalla batterista.
Il disco rimette in discussione l'arte dei Beat Happening, che per alcuni
sarebbe un colossale bluff.
La delusione raddoppia con Dreamy (SubPop, 1991), album ancora
arido e banale, benche' vanti del materiale migliore:
mentre Johnson sfoga di nuovo le sue libidini "crampsiane" in Nancy Sin,
Lewis pennella ballate variegate e personali come
Left Behind, Fortune Cookie Prize, Collide.
Hot Chocolate Boy e Cry For A Shadow sono numeri di revival,
divertenti ma non particolarmente geniali.
Il garage-rock Revolution Come And Gone e` il piatto forte dell'opera,
ma non giustifica la fama dei Beat Happening nei college.
Preceduto dal singolo Sea Hunt, invece,
You Turn Me On (K, 1992) abbandona del tutto il riduzionismo
e centra l'obiettivo con un sound che e` sempre debitore dei Cramps
(Pinebox Derby, la title-track), ma al tempo stesso pende verso
il raga minimalista dei Velvet Underground (la lunga Tiger Trap)
e concede piu` respiro alle composizioni dal sapore "domestico"
di Lewis (Noise e Sleepyhead).
Johnson, nel suo registro bassissimo, pennella una canzoncina surreale come
Teenage Caveman e un garage-rock delle fogne come You Turn Me On.
La sua voce e` diventata una delle piu` celebri del rock alternativo.
I nove minuti di God Send, un rosario recitato da Lewis sullo
strimpellio dissonante di Johnson, infrangono il tetto dei due minuti nello
stesso modo in cui si perde la verginita`.
Calvin Johnson, aiutato da musicisti locali (compresi
Steve Fisk e
Doug Martsch), ha
registrato anche l'album God Don't Make No Junk (K, 1994) a nome
Halo Benders.
Johnson si sforza di ricamare atmosfere delicate nelle varie
Will Work For Food (il Neil Young desolato e marziale di Harvest)
e Snowfall (quasi un omaggio al pop degli anni '50) del disco,
ma meglio gli riescono
una comica Don't Touch My Bikini,
un epico anthem da garage-rock, Freedom Ride, che sposa la verve
debosciata dei 13th Floor Elevator con il tono fatale Stan Ridgway,
e una surreale Big Rock Candy Mountain che fonde
il battito di Sister Ray, il crooning macabro di Jim Morrison,
l'organo tisico di Fisk, e il twang di Duane Eddy.
Proprio i brani che piu` si discostano dal suo stile normale.
Rumorini elettronici e distorsioni vivacizzano le code dei brani.
Cio` che guasta il disco, come al solito, e` il baritono insopportabile di
Johnson.
|