I Breeders sono un supergruppo formato da Kim Deal (bassista dei
Pixies, ma
qui alla chitarra), Tanya Donelly (chitarrista dei
Throwing Muses),
Josephine Wiggs (bassista dei Perfect Disaster)
e Shannon Doughton (ovvero il batterista
Britt Walford degli
Slint).
Deal e` la mente dell'operazione, e non stupisce pertanto che il sound di
Pod (4AD, 1990) sia quello dei migliori Pixies.
Il complesso raramente lascia trapelare grinta o entusiasmo: il suo passo
e` neutro e glaciale, a volte un po' "stanco", fino a lambire in Glorious le
litanie marziali di Neil Young, e a volte nervoso, fino a imitare in Doe
lo strimpellio spasmodico dei Feelies.
Le composizioni di Deal affrontano con tensione allucinata temi femminili come
la mestruazione (Iris) e l'atto sessuale (Only In 3's).
La sessualita` e` anzi proprio il tema unificante del disco.
Ma tanto le liriche quanto le musiche hanno una sottile qualita` metaforica
che fuga qualsiasi dubbio di iper-realismo.
Fra le armonie vocali alla girl-group di Fortunately Gone e il blues acustico
di Metal Man
le Breeders declinano il verbo della loro disperazione, lasciando riecheggiare
con crudele compiacimento ogni suono delle loro urla.
Se i toni drammatici culminano in Happiness Is A Warm Gun, che urla con foga
rabbiosa una filastrocca da bambina, e nel vortice da incubo di Limehouse,
il capolavoro e` forse Hellbound, nel quale all'insegna di
un garage-rock finalmente vivace si tiene una meditazione disperata sul tema
dell'aborto (il feto sopravvive).
Il loro e` una strana specie di powerpop psichedelico, tutto volto a mettere
alla luce senza pieta` gli stati piu` dolorosi dell'animo umano.
Talvolta (Opened) gli intrecci delle chitarre riescono a creare un'atmosfera
di suspence e decadenza degna dei film noir; talaltra (When I Was A Painter)
gli squittii del violino di Carrie Bradley creano un senso di spaesamento da
seduta psicanalitica.
Lungi dall'essere amatoriali e approssimative,
le loro sono sempre ballate altamente comunicative,
grazie a una tecnica tanto forbita quanto imprevedibile .
Queste canzoni ripropongono sonorita` gia` ascoltate nei dischi dei Pixies,
ma piu` spontanee e autentiche in questo contesto.
Il disco vale le ultime opere dei Pixies e, oltre
a confermare l'importanza che Deal riveste nel gruppo maggiore, la catapulta
anche all'avanguardia degli "autori" del rock alternativo. Il suo registro
sensuale, e le inflessioni da consumata narratrice, ne fanno una "voce"
inconfondibile delle crisi esistenziali degli anni '90.
Il gruppo si accrebbe di un'altra donna, la chitarrista e cantante
Kelley Deal (sorella gemella di Kim Deal), e registro`
l'EP Safari (4AD, 1993).
Le canzoni sono ancora dedicate ai problemi del sesso:
Safari, sull'orgasmo, un altro dei loro capolavori morbosamente intimisti;
Do You Love Me, tanto lenta e dimessa da sembrare bisbigliata in sogno;
Don't Call Home, con l'andamento e l'arrangiamento piu` surreali;
e So Sad About Us, che ruba il "jingle jangle" di Feel A Whole Lot Better
(Byrds).
Questo modo tormentato di analizzare la sessualita` femminile, cantando al
tempo stesso in quel tono invitante, tutt'altro che "femminista",
e suonando in maniera tanto umile quanto intelligente,
crea un contrasto di grande effetto.
I Breeders persero Donelly (passata ai Belly) e
divennero pertanto monopolio delle sorelle. La musica ne trasse vantaggio,
tanto che il secondo album, Last Splash (4AD, 1993), rimarra` il
loro capolavoro.
Per prima cosa,
i Breeders semplificano un po' le cose, accentuando la cantabilita`, aumentando
il livello di decibel, adottando una ritmica piu` prominente e lasciando
respirare gli arrangiamenti. In Divine Hammer sembra persino di ascoltare
il boogie leggero delle Go Go's e in Saints i Jefferson Starship in versione
"sudista"; e Drivin' On e` una dolce ballata country & western.
Ma la vera novita` del disco sta nel rock and roll
grintoso che sottende quasi tutti i brani e nel modo in cui questa struttura
rocciosa viene sabotata dall'arrangiamento.
Cannonball potrebbe essere la versione "industriale" delle Bangles, con il
suo ritornello scipito nascosto in una bolgia di riff catastrofici e urla filtrate.
L'incedere travolgente di New Year e` debilitato da
innumerevoli digressioni cacofoniche.
Ogni canzone e` subito riconoscibile come canzone dei Breeders dalle piccole
ma abrasive divagazioni ritmiche e chitarristiche: una distorsione, un cambio
di tempo, un riff troncato, un gorgheggio psicotico. Ogni canzone e` percorsa
da un filo di nevrosi acuta, che trasforma le armonie in puzzle stilistici.
In fondo, era stato proprio questo l'insegnamento piu` importante dei Pixies.
Questo potrebbe essere il miglior disco che i Pixies non fecero mai.
Il forte dei Breeders rimane dunque l'imprevedibilita` armonica: il soliloquio
che apre No Aloha e` accompagnato da languidi accordi hawaiani e da uno
strimpellio isterico; Mad Lucas e` suonato come un moribondo suonerebbe un
blues in un cocktail lounge deserto.
Se lo strumentale Roi e` sepolto in folate di radiazioni nucleari,
l'omologo e scatenatissimo Flipside respira frizzante aria di spiaggia,
giu` per la china revisionista dei Fleshtones.
Kim Deal, cresciuta a Dayton (Ohio), iniziata alla musica attraverso
innumerevoli serate a cantar blues in coppia con la sorella nei bar della
citta`, ha trovato nei Breeders il veicolo per esprimere il suo enorme
talento di filosofa del post-femminismo, di acuta osservatrice del malessere
esistenziale del suo tempo, di fredda cantastorie di una rivoluzione sociale
in atto.
Kim Deal proseguira` poi con gli Amps.
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The greatest disciples of the Pixies' late quirky-pop sound were the Breeders, a supergroup featuring the Pixies' bassist Kim Deal (now on guitar) and the Throwing Muses' guitarist Tanya Donelly. Pod (1990) explored a broad range of tones, from the ecstatic nursery-rhyme of a naive little girl to the harsh, syncopated riff of a hard-rock band. The band continued to blur daydreaming and nightmare on Last Splash (1993), having replaced Donelly with Kim's twin sister Kelley, an even more powerful post-feminist statement that employs an even wider repertory of "voices" (girl-groups, jangling folk-rock, country, even grunge).
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